La farsa delle presidenziali.

Nello scorso post ho definito farsa l’elezione del presidente della repubblica italiana per una ragione molto semplice, che non e’ legata al fatto di essere eletto dopo una sceneggiata a dir poco comica, di cui comunque parlero’, ma riguarda il fatto che tra il compito del presidente ed il metodo con cui viene eletto passa una gigantesca disforia di tipo principalmente etico.

Andiamo alla sceneggiata.
Per prima cosa, non  si e’ saputo piu’ nulla del famoso attacco hacker di Grillo, non si sa se sia stata fatta una denuncia, e l’unico documento di DNV parla ancora di “inconsistenza”. Le altre voci pubblicate sui giornali sono solo voci, ma a tutt’oggi non si sa di denunce o di inchieste.   Peraltro, essendoci circa 48

Parto quindi dall’assunto che i nomi scelti dalle quirinarie , anziche’ essere usciti dal voto , siano stati decisi da Grillo&Casaleggio. Non c’e’ alcuna evidenza pubblica di alcun attacco, la societa’ certificatrice non ha mai parlato di attacchi, gli unici a parlare attacchi sono non meglio specificati ” giornalisti bene informati”, non ci sono inchieste aperte di cui sia data notizia, e non ci sono denunce alla polizia di cui sia data notizia.
Detto questo, ci si trova di fronte ad uno dei soliti tatticismi insidiosi di Grillo&Co. Grillo continuera’ coi tatticismi innanzitutto perche’ con la gente di cui dispone non puo’ permettersi strategie troppo sofisticate, e poi perche’ lui stesso non e’ mai stato capace di ragionare in senso strategico.

Grillo fara’ cioe’ una guerriglia insidiosa il cui scopo non e’ quello di raggiungere obiettivi, ma di danneggiare gli altri avversari. Il gioco finira’ quando i suoi elettori si accorgeranno che far piangere Bersani e Berlusconi non riempie il piatto.

Il PD si mostra incompetente, disorganizzato, cialtrone, e quindi facile vittima di questi tatticismi. Grillo poteva scegliere anche nomi di destra , ma non avrebbe messo in crisi il PDL, per la semplice ragione che l’organizzazione interna, che si basa sul capo, e’ robusta quanto il capo. E siccome Berlusconi e’ vivo e vegeto, il partito non si spacca.
Il PD e’ riuscito in una incredibile manovra che definirei “paga il doppio, compra la meta’”. Ha condotto un accordo col PDL che ha spaccato la base SENZA ottenere quel che volevano, pagando quindi il prezzo ma senza ottenere di ammansire Berlusconi ed impedirgli di pretendere le elezioni.
Pagato 100%, ottenuto niente.
Adesso si trovano con un partito spaccato, la leadership di Bersani a pezzi, una chiara immagine che il PD sia spaccato e quindi inadatto a governare.

Dopo lo spettacolo del PD che si spacca, davvero pensate che il prossimo presidente potra’ dare al PD un nuovo incarico esplorativo? Davvero pensate che agli occhi dell’opinione pubblica il PD, spaccato e senza leadership chiara, possa essere adatto a governare? Il prezzo pagato per questa manovra e’ stato enorme, e non ci hanno guadagnato NULLA.

Proporre Prodi adesso terrorizza Berlusconi, il quale votera’ qualsiasi altra cosa proponga M5S, da Rodota’  a chiunque altro sia in lista. E quindi se si arriva alla quarta votazione, il risultato sara’ il panico , perche’ ognuno dei due (PD e PDL), in assenza di accordo, ha convenienza a votare il candidato di M5S.
Il PD perche’ almeno Rodota’ e’ dei loro, e il PDL perche’ almeno Rodota’ non e’ Prodi.
In questo epilogo notiamo , cioe’, che un tatticismo insidioso puo’ ridurre nel panico entrambi i contendenti. Il PD pero’ e’ nella situazione peggiore, dal momento che non sa cosa vuole ottenere o come ottenerla. E come se non bastasse e’ un partito che e’ riuscito a nascondere le divisioni durante la campagna elettorale , ma oggi le divisioni sono diventate enormi solo perche’ Grillo ha proposto uno del PD come presidente.
Se Grillo dicesse che e’ disponibile ad un governo purche’ il capo sia Vendola, che succede al PD?
E’ troppo facile far emergere spaccature nel PD, e se ci fosse un nuovo incarico al PD e Grillo decidesse che un governo col PD si puo’ fare se, per dire, comanda Vendola o se comanda l’imitazione di Carcarlo Pravettoni, inizierebbe daccapo la faida.
Cosi’ , semplicemente Grillo continuera’ a vincere perche’ puo’ fare tatticismi insidiosi e nessuno ha una visione stategica sufficiente ad opporsi.
Invece vorrei spendere due parole sul fatto che e’ il processo in corso una buffonata in se’.
Osserviamo cioe’ il metodo con cui si elegge il presidente della repubblica: si tratta di una contraddizione in termini rispetto ad un sistema bipolare. Un sistema bipolare e’ un sistema nel quale il ruolo di garanzia lo svolge qualcuno che non e’ eletto (La regina in Inghilterra) oppure la minaccia di far vincere l’avversario (come negli USA) , ovvero l’esistenza di uno spoil system molto sofisticato. Ma negli USA non esiste nemmeno la differenza tra presidente del consiglio e presidente della repubblica.
In Italia invece c’e’ un presidente della Repubblica “Super Partes” che viene eletto dal parlamento. Questo andava bene nella costituzione piu’ decisamente parlamentarista del 48, ove il sistema elettorale era decisamente proporzionale. In tal caso, imporre 2/3 o 50%+1 aveva senso perche’ si andava comunque a rispettare un consenso numericamente coerente con quello che si poteva trovare per la strada.
Voglio dire che se un presidente della repubblica veniva eletto con il 66% dei voti, era seriamente possibile che questo corrispondesse ad un gradimento della maggior parte degli elettori, almeno formalmente, dal momento che non esisteva ancora il premio di maggioranza e i partiti erano rappresentati cosi’ com’erano stati votati.
Inoltre, la necessita’ continua di larghe intese per ogni cosa faceva si’ che alla fine del palleggio parlamentare la persona eletta andasse oltre la mera maggioranza numerica parlamentare. Per rendere piu’ facili aggregazioni estemporanee venne istituito il voto segreto.
Ma adesso siamo in una situazione di sistema bipolare (con una strana presenza estranea) e per di piu’ siamo in presenza di un sistema con premio di maggioranza.
In pratica, se il presidente viene eletto anche col 66% dei voti, e’ del tutto ragionevole che in realta’ questo corrisponda a circa la meta’ dei voti degli elettori. Viene effettuata una trasformazione che porta il 66% ad essere -circa- un 50%, voto piu’ voto meno.
Se poi andiamo a vedere come viene rappresentato il 50%+1 che serve ad eleggere il presidente della repubblica dopo la quarta elezione, otteniamo che si tratta di qualcosa che puo’ essere vastamente inferiore al 50% degli elettori. Il partito di BErsani , che puo’ imporre il presidente, ha la maggioranza dei parlamentari ma non la maggioranza dei voti, che sono di gran lunga sotto al 50% degli italiani.
Come se non bastasse, in un sistema bipolare, ovvero un sistema concepito per dividersi in blocchi e basarsi sulla prevalenza numerica, il sistema richiede una convergenza di gente che si suppone essere inconciliabile, e specialmente a questo si aggiunte la responsabilita’ negata dal voto segreto.
In un sistema bipolare, o anche tripolare, la fazione di appartenenza e’ un dato FORTE. Come tale, e una responsabilita’ precisa: essere del PD o meno e’ un fatto forte. Molto forte. Cosi’ come essere di M5S o del PDL. Vedere un sistema disegnato per costruire una figura di garanzia coi presupposti del proporzionalismo lavorare in un sistema che ha i presupposti OPPOSTI, disegnato per far vincere una fazione sull’altra, e’ ridicolo.

Qualsiasi presidente esca oggi dal parlamento, esso rappresenta dal 27% al 35% degli elettori italiani, e specialmente non rappresenta il voto degli italiani, che hanno votato polarizzandosi.

Lo vedete chiaramente : chi ha votato il PD diceva “MAI COL PDL”. CHi votava PDL diceva “MAI COI COMUNISTI” , e chi votava per M5S diceva “MAI INCIUCI CON NESSUNO! A CASA!”.
Tuttavia, si pretende che un sistema di voto maggioritario , che IPSO FACTO richiede un presidente di tutti, rappresenti un elettorato polarizzato, ove cioe’ NON PUO’ esserci alcun “candidato di tutti”.
 La conseguenza di questo fatto e’ che di fatto questo presidente NON SOLO non corrisponde ai desiderata della popolazione, ma anche se venisse eletto Rodota’ gradito sia a M5S che a PD, sarebbe un presidente che e’ garante di un “MAI CON GARGAMELLA!” insieme ad un “DEMAGOGHI!” . Vorrei capire che diavolo di funzione di garanzia possa avere qualcuno il cui ruolo puo’ essere descritto come “figura condivisa da fazioni che non condividono NIENTE per scelta”.
Il presidente della repubblica oggi , eletto con le regole italiane nel sistema italiano, e’ esattamente come un prete chiamato a celebrare un divorzio in chiesa: un non-senso.
Non puo’ essere di garanzia perche’ deve essere accattato da fazioni che possono solo lottare tra loro, ED AL TEMPO STESSO APPARTENERVI. E non puo’ essere una figura per tutti i cittadini perche’, se proiettiamo i suoi numeri sui votanti reali, non rappresenta in ogni caso piu’ del 40% dei votanti.
State eleggendo una specie di dittatore non conviso dalla popolazione ed ipso facto avverso ad una delle parti.

Pretendendo che sia un ruolo di garanzia e un rappresentante di tutti.

E poi magari vi stupirete se non funziona.

Uriel

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