Dalama, kakkazza hatta distrakka alparatita! Diakkana!

Il titolo in dialetto finlandese(1) non deve trarre in inganno: mi riferisco proprio al fatto che il buon D’Alema, ovvero la prova vivente di come un essere umano possa vivere senza alcuna intelligenza, sia l’artefice delle due mosse geniali che hanno distrutto il PD.

Chi mi segue da anni sa che con d’Alema, colui che ha distrutto ogni cosa buona la sinistra facesse in Emilia, piazzando gente del suo clan di pugliesi ovunque, ho un conto.
E’ uno degli esempi di italianita’ peggiore, ovvero di come una totale mediocrita’ possa passare per intelligenza se solo si trova il modo di non esporsi troppo (la gente potrebbe capire che sei un mediocre provincialotto) , e di avere una certa quantita’ di leccaculo pronti a scrivere della tua presunta intelligenza.

MA diciamo la verita’: qualcuno ha prove tangibili dell’intelligenza di D’Alema? Qualcuno sa darmi uno scritto, qualcuno sa raccontarmi di una sua azione, qualcuno sa darmi un discorso che , osservato , mi porti a dire “accidenti, quanto e’ intelligente costui!” ?

No, non affannatevi. Non troverete alcuna prova della sua presunta intelligenza politica, ne’ in alcun atto, ne’ in alcuno scritto, ne’ in alcun discorso. Forget it.
Non esiste alcuna prova dell’intelligenza di Massimo d’Alema. FATEVENE UNA RAGIONE.

 

La sua mediocrita’ politica e’ caratterizzata poi da una particolare qualita’, la codardia, che lo spinge ad agire sempre senza affrontare frontalmente i suoi avversari, coi quali preferisce allearsi per pugnalare alle spalle i suoi alleati. Questa e’ la sua storia politica, questo e’ il suo stile di vita, e questo e’ , in essenza, il riassunto di cio’ che ha fatto a queste elezioni presidenziali.
Perche’ questo disastro porta la sua firma, con tale evidenza logica che non ho bisogno di prove per affarmare che la colpa sia sua.
Per prima cosa ha ideato l’accordo con Berlusconi sul nome di Marini. La domanda e’: perche’ con Berlusconi e non con Grillo? La risposta e’ molto semplice: Berlusconi e’ piu’ adatto alla mentalita’ di Massimo d’Alema rispetto a Grillo. E specialmente, Berlusconi odia la classe dirigente formata nel PCI emiliano quanto D’Alema, che l’ha sempre temuta e che si e’ sempre sentito inferiore a loro, essendo lui un democristiano ridipinto di rosso per motivi di opportunita’ politica.
La sequenza e’ molto chiara: per prima cosa, dicevo, chiede un inciucio con Berlusconi. Questo serve a fare in modo , nella sua ottica, di indebolire Vendola, che in Puglia lo ha stracciato – perche’ d’Alema e’ un mediocre, non dimentichiamolo – e per isolarlo per poi accusarlo di aver votato un candidato grillino.
Sia chiaro: nei dieci nomi di Grillo d’Alema ha visto una gigantesca possibilita’, dal momento che TUTTE le personalita’ di sinistra indicate da Grillo erano avversari di D’Alema in seno al PD. Cosi’ , d’Alema ha pensato: “ma se io faccio vincere Marini , potro’ accusare di intelligenza col nemico tutti coloro che NON hanno detto subito di no a Grillo“.
Ovviamente questo non era il bene del partito o del paese, ma sia chiaro: D’Alema sono decenni che del bene del partito non si cura. Come tutti i suoi simili, non sa fare un gioco di squadra: ne mettete due nella stessa squadra, e dopo due giorni la squadra e’ li’ che litiga. Non c’e’ portatore di zizzania efficiente quanto un simile di D’Alema.
Insomma, D’Alema prova ad eliminare due tipi di persone:
  1. Quelli del suo partito che riescono a realizzare qualcosa. Lui non ha mai realizzato niente, e crepa di invidia per chiunque, come Bersani, riesca almeno a superare Berlusconi.
  2. Quelli che sono leali e fanno squadra. Dal momento che lui gioca da solo, ed e’ infido e traditore, teme le persone leali e quelli che giocano in squadra.
Ovviamente, l’idea di poter eliminare tutti quelli come Prodi (che ha sconfitto due volte Berlusconi) e di poter eliminare tutti quelli come Bersani, che lavora  in squadra , lo sconfifferava troppo.
E cosi’, siccome Bersani non puo’ rimanere segretario senza i voti dei suoi sgherri, D’Alema ha spinto per l’accordo con Berlusconi su Marini.
Accordo che poi ha fatto saltare, chiedendo ai suoi di non votare Marini. Ha spinto Bersani a cercare l’accordo su Marini, lo ha reso possibile essendo lui (insieme a Violante) il principale ambasciatore con la destra, e poi ha ordinato ai suoi di non votare Marini.
Risultato: saltano la Bindi (che non era nemmeno stata edotta della manovra) e Bersani e’ in bilico.
Dopodiche’ e’ la volta di Prodi. Prodi potrebbe unire la sinistra su un elettore, e anche qualcuno dal centro, ed e’ tra quelli voluti da Grillo, ma ovviamente c’e’ un problema: e’ un altro di cui D’Alema si sente inferiore, un altro che ha ottenuto qualcosa (D’Alema, ricordiamolo, non si e’ mai battuto personalmente e non e’ mai sceso in campo personalmente contro Silvio, il suo stile di vita non conosce coraggio) e quindi Prodi va eliminato.
E cosi’, guarda caso, arrivano puntuali le defezioni sul nome di Prodi. Prima tutti giurano che voteranno Prodi, e poi – guarda caso – i dalemiani non votano Prodi.
E cosi’, salta anche Bersani.
Adesso d’Alema sara’ soddisfatto.
Certo, il partito e’ senza vertici. Certo, non hanno la piu’ pallida possibilita’ di sopravvivere alle scorse elezioni. Certo, di proporli per un nuovo governo non se ne parla. Certo, la sopravvivenza stessa del partito e’ in dubbio.
Ma attenzione: d’Alema in questo momento e’ soddisfatto, perche’ ha impedito a coloro di cui invidia capacita’ e intelligenza di brillare. La sua invidia e’ soddisfatta. Certo, l’invidia e’ soddisfatta su un cumulo di macerie, nelle quali Grillo peschera’ a piene mani grazie al provvidenziale nome di Rodota’ – non vi preoccupate, d’Alema e’ pronto ad accusare anche lui di intelligenza col nemico – ma l’invidia vince sempre cosi’. Su un cumulo di macerie.
Adesso il problema di D’Alema e’ di fermare Rodota’. Non perche’ sia il candidato di Grillo, ma perche’ vuole far vincere Berlusconi. Come mai? Perche’ poi continuera’ con il suo solito atteggiamento:
io, il Grande Dio D’Alema, sono adirato con voi, e quindi mando le cavallette, la pestilenza e Berlusconi. Convertitevi a me, fatemi segretario a vita, o Presidente della Repubblica  ed adoratemi come si conviene, ed allora la mia ira si plachera’.
Cosi’, adesso D’Alema si mettera’ ad agire in modo da fare in modo che vinca Berlusconi. Non so se fara’ pressioni su Rodota’ o se trovera’ il modo da sostenere un candidato di Berlusconi, diciamo che Berlusconi offre una donna e allora sembra quasi una cosa progressista, e cosi’ adesso D’Alema lavora per far vincere Berlusconi.
In sostanza, alla fine saltera’ fuori dicendo che il PD deve votare lui, oppure nessuno, e andare al disastro.
Non importa quante macerie si lasciera’ dietro. Ha fatto fallire il primo governo di centrosinistra del paese senza timore di sporcarsi le mani complottanto con Cossiga, ha sempre lavorato per indebolire chiunque facesse piu’ di lui, fosse sul palcoscenico piu’ di lui, lo mettesse in ombra superandolo.
D’Alema soffre di un complesso, il complesso di mediocrita’. Sa di essere un mediocre, e per questo vuole essere descritto dai sudditi come intelligente, e per questo odia e invidia chiunque si mostri meno mediocre di lui. A costo di distruggere il partito, e se necessario il paese, D’ALEMA NON PERMETTERA’ MAI CHE QUALCUNO PENSI ESISTERE UN POLITICO MENO MEDIOCRE DI LUI.
Per questa ragione ha distrutto sotto i vostri occhi il suo partito, lavorando in sordina. Per questa ragione mentre scrivo sta lavorando per far vincere il candidato di Berlusconi.
Nel PD lo sapete. E anche se siete elettori, lo sapete benissimo.
Ma voi siete ipnotizzati dalla vostra stessa propaganda, siete come uno Stalin che si crede immortale perche’ i suoi giornali scrivono che lo e’, e lo difenderete a priori, per sempre.
Lo so.
Iniziai a parlarne male anni fa, ed i suoi fans venivano a frotte per insultarmi. Era troppo intelligente, troppo fico, troppo sensuale, il che per il provincialotto spocchioso e velleitario che e’ l’elettore di sinistra, e’ semplicemente come dire che e’ di moda.
Adesso state per pagare il conto del suo prezioso operato.
  1. Un partito diviso e decapitato alla vigilia delle imminenti elezioni.
  2. Un presidente della repubblica che se va bene viene da Grillo, se va male e ‘ quello di Berlusconi e quindi non vi aiutera’ di certo.
  3. Nessuna ulteriore possibilita’ di essere nominati per formare un governo.
E ovviamente, tutto quello che saprete fare e’ di rispondermi come rispondono tutti i simili di D’Alema quando , dopo aver distrutto una squadra che lavorava bene, vengono messi di fronte alle loro responsabilita’. Direte “non sono stato io, e’ stato lui, e’ tutta colpa sua”.
Bene, belli, adesso avete capito che diavolo significhi crescersi una serpe in seno. Prima o poi, vi uccide.
Non ci sara’ un’altra possibilita’. Il PD e’ letteralmente alla fine.
Siete riusciti nella difficile impresa di far vincere Grillo, che per vincere non ha fatto proprio nulla se non contare sulla VOSTRA imbecillita’.
Adesso a Grillo rimane di fronte un solo avversario, Berlusconi, il quale per ovvie ragioni non resiste alla presa per il culo, all’ironia dei comici , (per questo li odia) , e Grillo e’ esattamente un comico. Per Grillo Berlusconi e’ un avversario catalogato alla voce “dessert”: basta che lo prenda per il culo per tutta la prossima campagna elettorale e raccolga i rottami del PD, e M5S puo’ battere anche Silvio.
Alla fine, Grillo non ha mostrato molto piu’ di qualche tatticismo.
Ma con avversari del genere, un Grillo e’ piu’ che sufficiente.
Adesso c’e’ un solo favore che potete fare al paese: smettere con questo atteggiamento di superiorita’, smetterla di ciancare di intellettuali e di intelligenza e di competenza.
Smettetela di accusare chi non la pensa come voi di essere stupido, ignorante, incompetente, perche’ quelli che NON sono intelligenti e NON capiscono un cazzo di politica siete proprio VOI DEL PD.
E si, su una cosa Grillo ha ragione: non siete parte della soluzione ai mali del paese, perche’ SIETE PARTE DEL PROBLEMA.
Uriel

(1) E’ il titolo di  una poesia in dialetto finlandese della bassa, un piccolo sonetto epico sulle gesta di un certo Dimmu Borgir, detto anche “ugola d’oro”. Esistono sonetti anche nella tradizione folkloristica locale, a riguardo. Ecco quattro finlandesi in abito tradizionale che danzano alla Sagra del Nokia 3320 col pesto:

(Le antenne sulla testa sono della Premiata Ferramenta Harkkonnen, che ringraziamo per aver sponsorizzato la sagra.)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *