Sull'ossessione di fare gli Stati Uniti d'Europa.

Oltre ad un allarme guerra completamente ingiustificato, c'e' un'idea che gira per i giornali “liberisti” come il Corriere (e relativi intellettuali) , e riguarda il fatto che la EU dovrebbe lasciar perdere l' Unione, e diventare un paese come gli USA. Solo diventando identici agli USA, secondo queste persone, potremo essere davvero felici, potenti e ricchi. Il guaio viene da un semplice fatto: gli USA non sono ne' felici, ne' potenti ne' ricchi: sono un paese assolutamente infelice, assolutamente prepotente, e quanto alla richezza, e' un fenomeno di nicchia.

Ma partiamo prima dalla fattibilita'. Parliamo di insularita'. I paesi anglosassoni hanno , forse proprio con l'eccezione degli USA, un problema forte di insularita'.

L'australia e' circondata da oceano.
L' Inghilterra e' circondata dal mare.
La Nuova Zelanda e' circondata dal mare.
Canada e USA trasformano il Nord America in un'isola, con l'eccezione del confine messicano.

Quella americana e' , cioe', una cultura insulare. Come tutte le culture insulari, sono abituate a pensare di rappresentare un mondo in se', e non sono abituate a pensare in termini di confine, se non come di “ostacolo”. Per questa ragione il confine messicano li sta facendo impazzire.

Un paese normale risolverebbe il problema di quel confine con un incontro al vertice tra i due leader (Messicano e Statunitense) e un accordo bilaterale per la gestione delle frontiere e delle dogane. Al contrario, pensa al confine come ad un ostacolo insormontabile, che viene sormontato solo in caso di invasione. Non ci sono altri attraversamenti degni di nota se non l'invasione.

Per un paese europeo la cosa e' leggermente diversa. Siamo coscienti del fatto che oltre il confine ci siano altri paesi, e che i movimenti e le migrazioni sono, tutto sommato, eventi frequenti e normali. Solo col nazionalismo ottocentesco si e' formata questa cultura forte del confine assoluto, etnico e statale.

Lo si vede anche storicamente osservando la figura del Marchese. Il Marchese , Markgraf in tedesco, Marquis in francese, e' un nobile che nasce (la figura poi si evolve) con l'idea che la “Marca” sia un territorio di confine. In quanto tale, a differenza del Barone – che pure e' un titolo molto militare – ha il compito di gestire il confine , le dogane (riscuotendo tasse) e di costruire difese militari. Bastioni, fossati, posti di confine, Fortezze e castelli vari, eccetera. Ovviamente e' anche quello che “gestisce” le migrazioni.

La situazione ovviamente si e' evoluta, ma se cercate in giro dei marchesi, li trovate in giro per l'Europa laddove ci fosse il rischio di invasioni, e ne trovate molti. Il marchese ha molta autonomia, dal momento che deve respingere oppure intralciare la prima ondata di invasione.

Ma se andate in Inghilterra, quanti marchesi trovate? Pochissimi, di fatto uno o due, che si trovano in Scozia o al confine con la Scozia (quando erano molto piu' ribelli). Troverete baroni a strafottere, duchi come se piovessero, ma di Marchesi, molto pochi. Come mai? Perche' non essendoci confini diretti con altri paesi, non servono davvero.

Questo e' il motivo per il quale un americano non capirebbe come mai ci siano tutte queste persone dai capelli rossi in Sicilia, o perche' ci siano posti ove si parla albanese, o greco, o tedesco antico, o persino cimbro. Non capiscono benissimo il concetto di migrazione, perche' nel loro modo di vedere si tratta di una vera e propria invasione.

Cosi' come , nella visione dell'anglosassone, dietro il confine si parla la LORO lingua, dentro il confine si parla la NOSTRA lingua. Gli americani non capirebbero dialetti semi francesi come quelli che si parlano in Val d”AOsta o in piemonte. Non capirebbero il fatto che molte ricette e tradizioni di quei luoghi vengono dalla Francia, e viceversa dall'altro lato del confine ci siano tradizioni antichissime quanto italianissime.

Quando tu arrivi in USA e scendi dall'aereo, o dalla nave, troverai solo gente che parla inglese americano. E si preferisce ignorare il fatto che in Texas ci sia molto bilinguismo: lo stesso bilinguismo, incoraggiato in Europa, e' incomprensibile per gli americani, tranne forse in Canada col francese.

Il confine, in Europa e' una cosa molto diversa rispetto al mondo anglosassone: da noi e' un tizio che cammina anche a piedi, in UK e' un tizio che sbarca. Nel mondo anglosassone non esiste niente come il frontaliere, che la mattina si alza e va a lavorare dall'altro lato del confine.

Tranne appunto tra Messico e USA, dove stanno impazzendo a costruire un muro. La loro cultura non tollera osmosi, scambi culturali o mescolanze: non per nulla, il The viene considerato un'usanza etnicamente inglese. Come se venisse coltivato in inghilterra.

Perche' tutto quello che c'e' dal lato inglese del confine e' inglese. Anche se e' indiano.

In Sicilia , ogni anno, si fa il piu' grande festival mediterraneo del Cuscus. Questo non sarebbe accettabile o concepibile per chi non riconosce influenze straniere.

Risultato: per un anglosassone, il fatto che Schengen sia reale e' inconcepibile. Se il confine e' completamente permeabile, perche' i tedeschi sono ancora tedeschi e i francesi ancora francesi? E come potrebbero esistere gli stati uniti se ogni stato parlasse la propria lingua e avesse tradizioni diverse, se dietro ad un confine si deve parlare una sola lingua e avere una sola cultura, altrimenti sono guai? Sinora lo spiegano con l'esistenza dei governi, ma se gli spiegate che a Bruxelles le istituzioni hanno potere su tutti i governi, cominciano ad essere confusi.

Con questo voglio dire che in qualsiasi modo si unifichi l' Europa, non potrebbe MAI essere come gli USA, perche' il continente europeo NON ha quell'insularita' che serve a sviluppare una cultura come quelle anglosassoni, che e' particolarmente identitaria.


Ma il problema sarebbe chiedersi per quale ragione questi “intellettuali” vogliono che la UE diventi come gli USA. Cosa vi manca, di preciso?

La prima risposta e' “La Guerra”. Ma questo concetto viene da Hollywood. Quando si guardano i film di hollywood, gli USA sembrano vincere sempre. Ma se leggiamo un libro di storia, osserviamo che l'unica guerra chiaramente vinta dagli USA e' stata la seconda guerra mondiale. Infatti la loro Hollywood ne e' ossessionata. Da quel momento in poi, onestamente nessuna operazione imperiale (= operazioni di politica estera mediante strumenti militari) americana all'estero ha funzionato.

E c'e' una seconda cosa. Quando non condividi un confine perche' sei insulare, se perdi la guerra riporti a casa i soldati e finisce li'. Se invece hai un confine in comune col nemico, tu ritiri i soldati e li riporti a casa, ma il nemico varca il confine e viene in casa tua. Se un paese insulare perde una guerra, ci ha rimesso i costi della guerra e l'umiliazione politica. Se la perde un paese non insulare, i costi sono quelli della guerra, quelli politici, e quelli di un'invasione nemica.

Non possiamo dire che gli USA siano particolarmente bravi a vincere la guerra. Possiamo dire che sono particolarmente bravi a devastare nazioni. Sono due cose diverse.

Sono due cose diverse perche' in ultima analisi se vogliamo un esercito offensivo come quello USA, di quelle dimensioni, la domanda che dobbiamo farci e' “ma chi dobbiamo devastare?”. E la seconda e' “e come gestiamo eventuali sconfitte?”.

Se fossero stati un paese europeo, in lotta coi confinanti, gli USA sarebbero stati invasi da soldati vietnamiti, nordcoreani e afgani. Sono tutti i posti ove sono stati sconfitti militarmente. Invece hanno solo tirato indietro i loro soldati.

Viene da chiederci , quindi, per quale motivo un continente come quello europeo debba sognare di fare molte guerre. E siamo poi sicuri che sarebbero tutte al fianco degli USA? Ripeto la domanda.

Siamo sicuri che se la UE avesse un esercito, ogni guerra sarebbe sempre e solo a fianco degli USA?

E quindi potrei concludere dicendo che

Tutti quelli che sognano un'europa non neutrale e non pacifica (non una grande Svizzera) sono, in genere, persone che amano guardare film di guerra in TV e , guarda caso, non hanno figli in eta' per il servizio militare.

E se vogliamo proprio essere sinceri, ogni volta che formate un esercito potente e il vostro governo parla con voce sicura e forte, notiamo una cosa: gli USA diventano tuoi nemici. Gli USA non tollerano che esistano altre nazioni potenti, specialmente militarmente potenti, senza diventare loro nemici.

Gli stati uniti d'Europa che sognate, cari intellettuali, si troverebbero in guerra con gli USA in pochi anni. Solo per il fatto di essere militarmente potenti e non essere gli USA. Non ha senso per un intellettuale filoamericano sognare un'europa militarmente potente, perche' questo implica una guerra in arrivo , contro gli USA.

Attendo un esempio di paese grande e potente , nonche' militarmente notevole, che sia rimasto in pace con gli USA.


Muuuuh, la Russia.

In tutta questa speranza di diventare gli USA, si introduce il solito “dobbiamo farlo altrimenti la Russia ci invade”. Seguono, di solito, conticini militari sulla presunta inesistenza militare dell' Europa, del fatto che abbiamo avuto pace solo perche' c'erano gli USA (notoriamente gli USA vendono pace, si sa. ) e via dicendo. Bene.

Poi c'e' la realta': la Russia fatica ad avere ragione di un contenimento militare che stiamo praticando in Ukraina, contro un esercito Ukraino che ha bisogno di addestramento perche' prima era un esercito inetto e disarmato, e al netto della propaganda con poco piu' di 240 miliardi di aiuti in totale (sinora ) l'operazione di contenimento ha funzionato. Considerando che il PIL totale di chi ha sborsato i soldi e' di 40 Triliardi di $ circa, direi che 240 miliardi di aiuti siano una cifra piccola.

I conti militari che fanno questi tipi sono completamente sbagliati. In generale se una guerra e' difensiva (da parte Europea) , e offensiva (da parte russa), si devono mettere in conto come costo inevitabile circa un rapporto di soldati morti di 1:3 . Ed e' quello che e' successo con l' Ukraina.

Poi occorre mettere in conto i costi di proiezione: la UE e' grande , e bisogna portare ogni soldato sino in Francia. Aggiungete quindi i costi , e abbiamo un 1:4. Piu' o meno quaglia coi costi della IIWW.

Basta farsi due conti, e ai russi costerebbe circa 4 milioni di soldati morti invadere la UE.

La Russia che stiamo vedendo al lavoro in Ukraina non e' una Russia capace di invadere la UE.

Muuuhh il nucleare.

Allora volete per la EU un esercito con un'imponente arsenale militare nucleare. Bene. E poi? Guerra nucleare coi russi?

Lo so, parlate di deterrente. E se due paesi sono separati da un oceano, e distanti migliaia di KM uno dall'altro, ha senso. Il guaio viene quando cercate di parlare di deterrente nucleare tra due paesi che confinano. Il discorso della mutua distruzione non funziona piu'. Per una ragione: con due nazioni cosi' vicine, si parla di DIFESA nucleare e DIFESA aerea.

La guerra con l' Ukraina ci mostra che Mosca non riesce a fermare un drone che va circa alla velocita' di una Vespa: diversi droni di questo tipo hanno gia' colpito la capitale.

Muuuuhhh, quanti proiettili sparano i russi.

Se non fosse che l'efficacia e' ridicola, e che la mira degli artiglieri russi e' penosa, il discorso starebbe anche in piedi. Ma la stessa esperienza ukraina ci mostra che un'artiglieria precisa riesce a fare molto di piu' con un numero di colpi molto basso. Semplicemente perche' colpiscono il bersaglio.

Tutti questi allarmismi vogliono spingere i paesi ad entrare in un'economia di guerra. Ma sapete cosa sia, di preciso , un'economia di guerra? Ve lo spiego:

  • enormi investimenti in difesa, ovviamente, a costi forzati. Leva militare obbligatoria sia per i maschi che per le femmine.
  • costi forzati significa che il governo appalta alle aziende al prezzo che vuole. Oppure nazionalizza.
  • non ci sono proteste sindacali, lavorate 70 ore a settimana, per uno stipendio da fame, e non si vede quando finisce.

che e' quello che sta succedendo (non a Mosca e San Pietroburgo, ma in tutti gli altri posti di un paese “grandino”) in Russia, ed e' il significato di “economia di guerra” qui da noi.

Davvero lo volete?

Forse qualche industriale lo vuole. Non tutti chiaramente.

E quelli che credono di volerlo , lo vogliono solo perche' non sanno cosa significhi “economia di guerra”.


E se togliamo la parte militare, cosa vogliamo, esattamente, del diventare “una copia degli USA”?

Certo, gli USA del 1950 ci piacevano, e sino agli anni 80 erano anche un paese godibile. Ma oggi, di preciso, perche' vorreste trasformare tutto in un'altra america? Per vedere Mc Donald's nella Torre di Pisa. Per vedere il Pantheon diventare un centro commerciale? Per perdere ogni diritto alle ferie, ed essere rovinati se vi ammalate di una malattia cronica? Per avere la peggiore polizia del mondo e un sistema giudiziario ridicolo, se non patetico?

Per cosa, di preciso, vorreste vivere negli Stati Uniti d' Europa?

Uriel Fanelli


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