Oh, la spesa militare.

La guerra in Ukraina ha portato alla ribalta il problema della spesa militare, con i lobbisti (come Gianluca Di Feo) che si occupano di convincere l’opinione pubblica dell’esigenza di avere un esercito efficace, eccetera eccetera.

Non e’ solo Di Feo ad unirsi a questo coro di personaggi che continuano a spiegare come sia necessario portare al 2% la spesa militare. Quello che non si dice, pero’, e’ tutto il resto.

Di Feo, come tanti, e’ un sostenitore di “throw money into the problem”, perche’ dimentica che non basta alzare la spesa per avere un esercito migliore. Serve pero’ a due partiti:

  • il partito del “diamo posti di lavoro nelle forze armate”
  • il partito del “diamo tanti appalti militari”.

Mancano pero’ all’appello i sostenitori del “fare le cose”, che invece sono ostili a qualsiasi tipo di progetto e pianificazione.

Cominciamo dall’inizio: per prima cosa, che tipo di forze armate si vogliono? Cioe’, forze armate per che cosa?

Negli ultimi anni abbiamo visto le forze armate occuparsi di tutto, dai profughi (anche qui in Germania) alla gestione delle vaccinazioni (Italia), all’antiterrorismo (Italia, Francia), e quant’altro necessitava, dalla rimozione dei rifiuti alla gestione degli incendi forestali.

Forse sarebbe ora che le forze armate facciano le forze armate: e’ inutile lamentarsi che le forze armate hanno troppo personale e troppi ufficiali, e poi chiudere un occhio di fronte al fatto che esiste un ministero per le risorse agricole e forestali , che impiega MOLTO piu’ personale inutile, inutile se poi gli incendi li spegne il ministero della difesa. Ed e’ insensato lamentarsi del fatto che ci sono troppi sottufficiali e ufficiali, se poi chiami l’esercito a togliere i rifiuti dalle strade mentre ci sono decine di migliaia di netturbini il cui lavoro non e’ pervenuto. E l’antiterrorismo potrebbe anche farlo la polizia, insieme ai carabinieri &co.

Detto questo, lasciamo perdere i lobbisti e andiamo a due cose serie: pianificazione e decisione.

Per avere delle forze armate decenti occorre prima di tutto una decisione politica: difesa o aggressione?

Non ho voglia di ascoltare idioti che dicono scemenze come “la migliore difesa e’ l’attacco”: se pensate che la svizzera possa attaccare Germania, Francia e Italia per difendersi, fate un intenso uso di bevande a base del vostro cervello.

Insomma, per prima cosa bisogna decidere: gli Ukraini hanno fatto questa scelta 8 anni fa, e hanno speso i loro soldi per questo. A quanto pare li hanno spesi molto bene. Ma se li hanno spesi molto bene e’ perche’ avevano in mente diverse cose:

  • cosa vogliamo fare? Difenderci.
  • chi e’ il nemico che ci attacca? La Russia
  • cosa teniamo e cosa buttiamo via? Via la Marina, poca aviazione, difesa territoriale e molto stay behind.
  • come ci relazioniamo al nemico? Beh, la Russia non e’ un paese amico, e si sa, e meno ci abbiamo a che fare e meglio e’.

Bene. Adesso supponiamo di fare questo per l’Italia, ma in Germania e’ simile, e per l’intera Europa ancora peggio.

  • cosa vogliamo fare? Difenderci o aggredire? Se lo facciamo in Italia scopriamo che la costituzione e’ difensiva, ma abbiamo un trattato NATO che obbliga il paese ad intervenire aggressivamente. Aggressivamente perche’ “difensivo” si concentra sui confini nazionali, mentre sei aggressivo , volente o nolente, se vai in Afghanistan, perche’ devi in qualche modo proiettare forza. Ed e’ importante, perche’ ora come ora tutti gli eserciti europei sono pseudodifensivi e pata-aggressivi. Se lo facciamo in Germania scopriamo che in Europa nessuno dorme tranquillo se la Bundeswehr assume un assetto aggressivo. Farlo in Europa e’ impossibile: in entrambi i casi servono armi nucleari strategiche, e la domanda “chi preme il pulsante” non avra’ MAI una risposta.
  • chi e’ il nemico?. Bella domanda, se fatta ad un italiano. Perche’ allo stato attuale di nemici dichiarati l’Italia ne ha pochi (a parte la Russia), e bisogna riconoscere che l’Italia stia ereditando i nemici degli USA. Qui bisogna capire come si riconosce un nemico: la Turchia e l’ Egitto stanno facendo guerra in Libia , che e’ di fronte alla sicilia, ed entrambi minacciano ondate di profughi. Questo basta per considerarli nemici? Sinora no. L’India e’ quel paese che ha sequestrato senzaragione dei soldati italiani, e nel momento peggiore della crisi ha sequestrato AMBASCIATORI. (piu’ che sufficiente per non avere mai piu’ rapporti diplomatici con loro, a volerla dire tutta). La verita’ e’ che l’Italia non riconosce un nemico sino a quando… non si capisce neppure quando: chiunque compri un paio di scarpe in un negozio italiano sembra essere autorizzato a fare quello che vuole del paese. E lo stesso sembra valere anche per le atre nazioni europee. QUindi non si vede come potrebbe essere diverso per l’ Europa intera: chi sono i nemici (teoria o pratica) dell’Europa? Quindi , ci prendiamo i nemici degli USA?
  • cosa teniamo e cosa buttiamo via? Parliamo di nazioni cosi’ ossessionate da stemmini e stendardi che solo a toccare un corpo storico ci sono rivolte. Volete un paese difensivo? Allora via le portaerei dalla Marina,e via di cacciatorpedinieri e sottomarini, via fli F-35 (serve piu’ roba come Gripen che decolla da ovunque )oppure ci si tiene solo quelli a decollo verticale per nasconderli negli appennini. Via il San Marco e i Lagunari (se siete difensivi non vi servono). Se siete difensivi i paracadutisti li spegnete e rafforzate semmai alpini e bersaglieri. E via cosi’. Se invece volete un paese offensivo, allora bisognera’ rinunciare ad altri corpi che invece oggi sono intoccabili, tipo gli alpini. Dovrete avere sottomarini nucleari, e ovviamente, ordigni nucleari. Bombardieri strategici, e via dicendo. Idem per le altre nazioni. Dormite bene, in Europa , con una Germania che ha l’atomica e i bombardieri strategici?

La verita’ e’ che per spendere bene occorre rispondere con chiarezza ad alcune domande, tra cui quelle che ho fatto. E poi bisogna AGIRE di conseguenza. Il che significa fare delle scelte, che potrebbero richiedere la chiusura di corpi dei quali coltiviamo un certo feticismo, e l’abbandono di armi che  titillano , come le portaerei.

Non si vede alcuna leadership capace di farlo.


Ma andiamo oltre. Supponiamo pure che l’ Europa si riarmi e che tutti scelgano, coerentemente con la lettera del trattato, un atteggiamento difensivo. Bene.

Sapete cosa potete fare per l’ Ukraina?

Pregare.

Perche’ se avete scelto un assetto difensivo siete perfettamente in grado di difendere i confini, ma non avete quel che serve a portare soldati e mezzi a 1000 Km di distanza. Non avete la logistica, e quindi non avete potere di proiezione. L’Ukraina non e’ in provincia di Udine, ricordate?

Se parliamo di un’intera Europa difensiva, allora potete spostare truppe all’interno  e magari ci arrivate. Ma un’europa difensiva si puo’ fare SOLO se finisce la NATO, che invece e’ piuttosto offensiva come impostazione militare, seguendo la dottrina USA, e peraltro… ma se l’ Europa e’ difensiva, perche’ mai dovremmo intervenire in Ukraina? Non e’ nella UE, giusto?

E questo e’ niente. Se l’Intera UE scegliesse un approccio offensivo, e si armasse di conseguenza, sarebbe subito in conflitto con la NATO, per una ragione molto semplice: dovrebbe immediatamente negoziare coi Russi una convivenza civile in Europa. Ma non solo: dovrebbe poi negoziare con la NATO sugli interventi da fare: una volta autonomi, non e’ detto che si vada ad assalire ogni sarcazzistan gli americani decidano di benedire con la loro presenza.

E ancora una volta: chi e’ il nemico dell’ UE? Tanto per dire, sinora ci sono due paesi che si sono mostrati ideologicamente ostili: Russia e UK.

Vedete voi.


Ma torniamo all’Italia. Perche’ ai problemi politici si aggiungono problemi culturali. Una cultura assurda diffusa principalmente a Roma, tra gli “alti” comandi.

Ogni esercito ha una storia, e ne risente. L’esercito tedesco impieghera’ tempo a recuperare la sua storia, piu’ i 70 anni di disprezzo che l’hanno seguita. Questa storia diventa cultura, e influenza le scelte degli alti comandi.

Anche in Italia c’e’ qualcosa di simile, ma con un fenomeno strano, ovvero il momento nel quale l’Italia decise di non vincere le guerre.

Avvenne subito dopo la “vittoria” della prima guerra mondiale.

Cosa succede subito dopo? Un terremoto.

Dal fronte, infatti, arriva Diaz, che si prende l’incarico di capo dello stato maggiore (essendo il condottiero vincitore, anche se privo di particolari meriti militari) e tutta una torma di militari ultradecorati in quanto vincitori. I quali, ovviamente, sorpassano in carriera i militari “nobili” (col titolo nobiliare reale, insomma) e i guerrieri da salotto romano, che pensavano di avere carriere e promozioni assicurate. A maggior ragione, gli ufficiali mutilati vengono destinati a ruoli di ufficio, a scapito degli ufficiali presenti, che vengono trasferiti a ruoli piu’ operativi: devono lasciare la dolce vita di Roma.

Ma non solo agli alti livelli succede: il maresciallo degli alpini che stava in ufficio a curare la logistica si trova con il maresciallo decorato e magari   ferito , o mutilato, che prende il suo posto. E a lui toccano di nuovo le marce in montagna e le brine.

Per i nobili la cosa era doppiamente scioccante: non solo il Re aveva preferito Diaz ad un sangue  di stirpe reale (il Duca d’Aosta) per la guerra, ma adesso Diaz superava il Duca d’Aosta anche gerarchicamente, venendo aggiunto “della Vittoria” al  titolo nobiliare che gia’ aveva. Il Duca d’Aosta dovette accontentarsi dei giornali che lo chiamavano “invitto”, sostenendo che le posizioni da lui perse durante Caporetto “mai furono perdute”.

Lo stesso accadde a Paolo Camillo Margherita Giuseppe Maria Thaon di Revel (“tu comecazzotichiami” per gli amici) che divenne “Duca del Mare”, e quindi rimase al comando della marina.

Questo terremoto era causato peraltro da un fenomeno detto competenza : ne’ Diaz ne’ comecazzosichiama brillarono, ma erano piu’ “hand on box” di Cadorna e dei vari generali da poltrona di Roma e della “scuola di tiro” di Torino. E non andarono mai contro l’ordinamento militare, come invece fecero Cadorna e il Duca d’Aosta istituendo la “decimazione”( non sto scherzando) come punizione per i battaglioni secondo loro “indisciplinati”.

Comunque, finisce la guerra e arriva una pletora di ufficiali e sottufficiali da promuovere. (non sto parlando poi di mutilati ed invalidi di guerra che ebbero la precedenza nelle assunzioni del pubblico impiego).

Fu un vero e proprio terremoto. Gente che aveva dei titoli nobiliari cosi’ impronunciabili che in confronto un hash MD5 e’ il nome perfetto per il cane (cazzibuffi Thaon de Ravel era tutto sommato breve) veniva soppiantata da personaggi che si, erano nobili, ma di tutt’altro lignaggio, tutt’altro radicamento a corte, tutt’altro acclimatamento ai salotti politici romani.

Quello fu il momento esatto in cui la cupola di “nobili” e di alti ufficiali di Roma decise che mai, giammai, mai piu’, l’Italia avrebbe vinto una guerra.

Una sistematica e prolungata azione di attrito e minisabotaggio, volta principalmente ad impedire che i militari avessero tutto quello che gli serviva a vincere. Doveva esserci sempre un qualcosa di fondamentale che mancava. Comprese decisioni decenti che arrivano in tempo.

Tutto quello che l’Italia avrebbe potuto e dovuto fare sarebbe stato , complice anche il fascismo:

  • gloriose sconfitte capaci di scrivere belle pagine di storia (El Alamein era perfetta: osannata come una vittoria, ma senza promozioni , come una sconfitta).
  • esaltazione degli uomini di fronte ad una carenza completa di mezzi.

Questa mentalita’ non e’ morta. Aleggia ancora nei comandi italiani. Se ci avete fatto caso, nessuna missione italiana si e’ mai svolta senza macchie: da Nassiria all’ Afghanistan, qualsiasi generale fosse a rischio di promozione verra’ poi “fermato” in qualche modo, se necessario con un’inchiesta futile.

Lo scandalo di Loi, del resto, e’ assurdo. Torna dalla Somalia decorato, e guarda caso succede che “procedere al mutamento delle procedure di lancio (adottando la tecnica ad uscita rapida), pur conscio della vetustà del materiale (il paracadute IRVIN 80 B) e dell’insufficiente preparazione del personale di addestramento e delle reclute, onde evitare di dilazionare eccessivamente nel tempo l’adozione della nuova tecnica, per le lungaggini che sarebbero certamente derivate dalla richiesta di sostituzione del materiale vetusto presentata al Ministero”

Faccio notare che la corte NON si chiede per quale motivo i paracadutisti fossero arrivati con materiale obsoleto e non ci fosse  il tempo per addestrare il personale. Qui si sarebbe andati agli appalti e alla spesa di addestramento: ci si limita a macchiare la carriera di Loi.

Questo e’ il motivo per il quale le forze armate italiane versano sempre nelle condizioni di “perdere eroicamente”. Del resto, immaginate cosa sarebbe successo se si fosse vinta la seconda guerra mondiale: Badoglio sarebbe stato sostituito da Graziani, Balbo non sarebbe morto, Ciano sarebbe entrato in stato maggiore, Todaro non sarebbe morto al comando del motopeschereccio armato Cefalo, (qualsiasi cosa sia un “motopeschereccio armato”)  e tantissimi generali e ufficiali sarebbero tornati carichi di medaglie, in numero tale da sostituire per intero tutto il ciarpame in divisa che si aggirava per Roma. Un disastro.

La mentalita’ “l’Italia non dovra’ mai vincere una guerra, altrimenti noi perdiamo il posto” e’ diffusa in tutti gli alti comandi di Roma. Quelli che non hanno mai lasciato Roma, quelli che sono nelle feste in terrazza, quelli che sono ammanicati coi politici. Se si vincesse qualcosa, i nuovi decoratissimi vincitori prenderebbero il loro posto.

E questo, il Di Feo dovrebbe saperlo, visto che suo padre era un ufficiale delle forze armate. Se ha dei problemi con l’eta’ media degli ufficiali, il problema non e’ che e’ di 38 anni. Il problema e’ che ragionano come nel 1938.

E non consentiranno MAI all’italia di entrare in guerra e rischiare di vincerla.


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