Le cose che non ho mai detto.

Molta gente proietta su questo blog le proprie teorie, credendo che io ne sia un sostenitore solamente perche’ credono di vedere delle convergenze . Cosi’, attribuiscono a me di aver detto delle cose che hanno letto, collocato nella loro mappa del mondo, e a quel punto hanno usato per ottenere discorsi a fortiori sulle proprie convinzioni. Vorrei chiarire alcune cose che NON ho detto.

In generale, la mia visione del mondo non e’ statica. Quando parlo di un processo in atto mi riferisco alle forze in gioco e alle strategie in atto.Ma chiunque abbia letto un libro di storia SA che le forze cambiano, le strategie cambiano, e l’atteggiamento di chi guarda l’orizzonte e’ quella della marineria: adesso il mare e’ calmo dunque decido una rotta, domano il mare e’ mosso e ne decido una diversa.

Di conseguenza, chi pensa che io vada enunciando teoremi sbaglia. Piu’ in particolare, NON ho detto che.

  • Sia iniziato un ciclo di potenza italiano. Le qualita’ che stanno attutendo la crisi attuale erano difetti sino ad un anno fa. Questo perche’ non esiste lo sbagliato assoluto e il giusto assoluto, ma esiste la condotta redditizia e quella meno redditizia. L’ Italia non ha cambiato condotta: sono cambiate le condizioni al contorno, che hannoreso redditizia una condotta che prima non lo era. Qual’e’ il problema? Che le condizioni al contorno possono cambiare ancora.
  • L’industria italiana sia all’inizio di un boom generale. Falso. Io ho detto che l’industria in generale deviera’ i finanziamenti prima destinati aquel casino’ che era la finanza. QUALE industria? Forse quella per cui lavori tu, forse altre: dipende tutto da quando e’ credibile. Non vi illudete che aziende gia’ indebitate e con bassi indici di produttivita’ possano beneficiare di una crisi. ne ebeneficiano le aziende migliori che vedono i concorrenti in ginocchio, vedi FIAT. Non era un esempio di efficienza, ma gli americani erano peggiori, e il risultato si e’ visto. La tua azienda fara’ lo stesso? Solo se e’ tra il “meno peggio”. Altrimenti, ciccia. Il boom ci sara’, ma riguardera’ solo alcuni.
  • La nuova politica di credito dara’ credito a tutte le aziende. Mai detto questo: ho detto che vi sara’ un momento di discussione sul credito, ergo sara’ MENO arbitrario. Ma questo non e’ un credito “facile”, anzi: e’ un credito meno legato al regalo di natale al direttore di banca. Quindi e’ un credito che, per le PMI che sono mal condotte (quasi tutte) , sara’ piu’ difficile. Sara’ molto piu’ facile per chi ha un’azienda efficiente e finanziata. Una cosa dev’essere chiara: il credito delle banche NON serve a gestire l’ordinaria amministrazione e le spese fisse. Serve a produrre investimenti in vita di futuri guadagni. Le aziende che hanno bisogno di credito per pagare i fornitori e le spese fisse  sono tecnicamente fallite, dal momento che non vivono di soldi propri, e nel chiedere credito spostano il problema dal non pagare un fornitore al non pagare una banca (solo che la banca ci guadagna ad avere un credito con te).
  • Lo spostamento verso l’industria ci ridara’ il posto fisso. Ad alcuni si. Se siete disposti a fare i magazzinieri, i tornitori, a guidare una ruspa, a fare gli elettricisti, a saldare tubi, a scavare buche, si’. Se pensate ad un posto fisso come ad una scrivania intermezzata da lunghe pause caffe’, beh: sta finendo persino in Germania, dove c’erano i record mondiali di permanenza davanti alla macchina del caffe’.(1) Se pensate che avuta una laurea vi metterete la giacchetta e vi daranno una scrivania e passerete il tempo a “gestire” o a “creare”, beh: siete fottuti. Nel mondo dell’industria solo una minoranza fa questo. Gli altri fanno.  Si creeranno posti fissi, ma se continuate a volerli belli comodi in ufficio, ve li prenderanno gli immigrati.E voi diventerete quello che negli USA chiamano “white trash”.
  • La crisi fa venire meno l’esigenza di meritocrazia in Italia. Al contrario: i tempi duri producono la selezione del piu’ forte, per cui sono essi stessi un evento meritocratico. Le aziende che si salveranno da questa crisi saranno le migliori, non le peggiori.  Una crisi di questo tipo e’ proprio un evento meritocratico in se’ stesso: se la vostra azienda vi sta licenziando e’ perche’ non ce la fa. E se non ce la fa e fallisce, parliamo di meritocrazia. E’ ovvio che alcune ce la faranno ridimensionandosi e altre ce la faranno sfruttando le peculiarita’ del sistema italico: ma anche questo e’ merito.
  • La crisi cambiera’ la politica italiana. Si’, ma non necessariamente nel senso che speravate voi. Sia chiaro: durante qualsiasi crisi occorre un governo che duri, che abbia i numeri per durare, ed un’opposizione sobria. Sobria significa senza dei farlocchi che gridano scemenze solo per gridarle. Chi ha capito vince. Chi non ha capito, perde. Non vi piace perche’ il partito che dura al governo non e’ il vostro? Erano cazzi vostri costruire un PD che resistesse piu’ di un anno senza finire commissariato nel bel mezzo della crisi. Questo crollo e’ solo il conto. La fisica delle cose non guarda ai gusti e neanche alle ragioni. Siamo in mezzo ad una crisi, e qualsiasi schieramento sia compatto , coeso e stabile e’ da preferire.

Il concetto di base e’ che una crisi e’ un fenomeno selettivo in senso darwinistico. Questo significa che resistera’ chi ha nella fisica dei fatti le capacita’ , i comportamenti e gli strumenti necessari a sopravvivere. Come sistema, l’ Italia si trova in vantaggio.

Non tutte le aziende, pero’, possono godere di questo vantaggio.

Non tutti i partiti, pero’, possono godere di questo vantaggio.

Ergo: non tutti gli italiani, pero’, potranno godere di questo vantaggio.

Nessuna crisi porta il paradiso. Certo, una crisi del mondo anglosassone, cioe’ di quell’area del mondo che si stava ingozzando in maniera indecente delle risorse globali speculandoci sopra ci fa comodo, perche’ una buona fetta di quelle risorse era nostra. Quando il governo italiano stacca cedolini per il 50% del debito pubblico, si arricchiscono stranieri. (2)

Ovviamente e’ un’opportunita’ per riprendere spazio ora che i concorrenti stranieri sono deboli: non per nulla le aziende italiane stanno facendo la spesa in tutto il mondo. Ma non TUTTE. Alcune. E quindi, forse NON la vostra.

La crisi E’ un evento meritocratico, perche’ con meno risorse emergono gli sprechi. L’Italia era abituata a vivere a bassa liquidita’, e quindi si muove meglio in un mondo a bassa liquidita’. Alcuni. Altri no. E quindi, forse NON voi. E forse NON la vostra azienda.

Non mi mettete in bocca cose che NON ho detto: io sono responsabile di quel che scrivo, NON di quel che ci leggete, NON delle traduzioni, dei riassunti, delle deduzioni, delle interazioni con la vostra visione del mondo, dei ragionamenti che ci appendete voi.

Penso che questa crisi colpisca le cose che andavano colpite, e sia (come ogni crisi) un momento di estrema meritocrazia. Se non ne uscite vincitori, forse eravate proprio tra quelli CONTRO i quali parlavo in passato. Il guaio, e’ che mi davate ragione.

Il VOSTRO guaio, intendo.

Uriel

(1) Il massimo l’ho visto in Siemens Mobile PTC. Sono andato alle 9.15  a comprare dell’acqua nel bar aziendale e c’erano dei tizi che parlavano davanti al caffe’. Sono tornato alle 12.40 a prendere un panino per pranzo, e i tizi erano ancora in pausa caffe’, con le stesse tazze del mattino sullo stesso tavolo. Qui raggiungono dei livelli artistici.

(2) Solo per questo bisognerebbe dichiarare default.

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