Scuola: quando l’odio cresce nel sindacato.

La storia della DAD sta cominciando ad acquisire i toni del patetico (dopo essere stata ridicola per tutto il tempo), e la verita’ sta cominciando ad emergere: non e’ solo la feccia fascista ad essere immersa nella cultura dell’umiliazione e del branco, ma anche i sindacati della scuola non scherzano.

Ricapitoliamo le puntate precedenti. Durante il lockdown, si videro chiaramente tre cose:

  • i professori non hanno competenze informatiche, ed usarono gli strumenti suggeriti dagli alunni
  • quando fu chiesto di scegliere, le scuole utilizzarono strumenti corporate che NON dovrebbero consentire l’accesso ai minori di 13 anni, peraltro non rispettosi delle regole del GDPR quando si tratta dei dati di minori.
  • la qualita’ dell’insegnamento crollo’ perche’ il metodo di insegnamento e’ incentrato sulla sfuducia CONTRO lo studente.

I sindacati della scuola erano scontenti, perche’:

  • era possibile registrare le lezioni e registrarle, mostrando (la rete pullula di video a riguardo, che non linkero’ perche’ mostrano minori a viso scoperto) la catastrofica incompetenza dei professori nelle materie che insegnano (e che spesso, pare, non conoscono).
  • i sistemi informatici possono registrare i tempi di effettiva presenza del prof, che sono molto inferiori a quelli scritti sui registri scolastici. Inoltre possono registrare comportamenti “non troppo ortodossi” dei professori in classe, come propaganda politica e diffusione di fake news.
  • i bidelli diventarono chiaramente e conclamatamente INUTILI. E sui bidelli, che sono chiaramente e conclamatamente inutili, ci sarebbe da aprire un discorso a parte sul baratro di raccomandazioni.

Bene. Siccome ai sindacati non piaceva questa cosa, hanno dato voce alle trombe.

Per mesi e mesi, tramite i loro ruffiani nei giornali, hanno bombardato l’Italia di studenti/esse che si legano al banchetto fuori dalla scuola (acclamatissime!), di professori “cui sono venute le lacrime agli occhi pensando ai ragazzi che socializzano a scuola”, di “appelli a non distruggere il loro futuro”, di “allarmi per il tempo perso dagli adolescenti”, eccetera.

Bene. Suonava benissimo. Ma benissimo issimo issimo.

Allora, ad un certo punto arriva Draghi. Il quale dice: ma avete ragionissima, per tutte le ostie purche’ non ancora consacrate! I ragazzi sono il futuro, perbacco! Hanno perso tantissimo tempo, perdindirindina! Non hanno socializzato, corpo di mille balene! (*) E’ un dramma, un’emergenza, un problema epocale & generazionale, sacripante delle Ardenne!

E cosi’ decide che bisogna calcolare il tempo perso e poi allungare l’anno scolastico. Tutto bene? Ehm… no.

Perche’ NESSUNO deve dire ad un sindacato della scuola che ora bisogna lavorare di piu’. Ed ecco che , improvvisamente, succede che:

  • la DAD andava benissimo, e se un insegnante non ha conoscenze informatiche il sindacato della scuola provvedera’ a scioglierlo nell’acido offrirgli i corsi di aggiornamento.
  • la privacy degli studenti non conta un cazzo e in ogni caso conta meno delle ferie degli insegnanti, ergo si vada avanti cosi’, e se qualcuno ha qualcosa da dire lo impicchiamo sulla tomba di Lama.
  • chisenefotte se lo studente usa google durante la lezione, l’importante e’ che posso fare le mie ferie. Che crepi, quel bastardo ignorante.

E ovviamente, il coretto di giornali condiscendenti si e’ fermato. Nessun professore versa lacrime per i ragazzi che socializzano. Hanno finito le lacrime. Anzi, sti bastardi fanno risse e rapine. Pure a scuola coi vostri figli, li volete? E il loro futuro non e’ piu’ in pericolo, anzi “stanno cominciando ad usare gli stessi strumenti dei padri, e in futuro saranno uguali a loro”. Non stanno affatto perdendo tempo con la DAD, che anzi e’ il futuro futurissimo (basta che ci lasciate le ferie a Giugno) e udite udite: ricordate Anita e quelle ragazze che si erano incatenate al banchetto fuori dalla scuola,

 

Ecco il Link

E anzi, scopriamo che la DAD funziona benissimo, al massimo e’ colpa degli studenti:

Link Del Corriere

Questo e’ dovuto, essenzialmente, al potere dei sindacati della scuola. Per capirci, essi occupano (gratis) tre interi piani di una sede romana del ministero dell’istruzione, senza pagare una lira, e i loro rappresentanti hanno piu’ volte imposto (fisicamente) la loro presenza alle riunioni di qualsiasi livello.

E da questo viene anche il potere politico che hanno, visto che in tutto la scuola italiana impiega circa un milione e duecentomila insegnanti. Un bel malloppino di voti.

Ma ora , grazie al competente Draghi, sappiamo come cambiare loro idea: basta una bella minaccia “zitti o vi faccio lavorare di piu’ “.

E la DAD, la DAD va giu’.

Una riflessione a parte andrebbe fatta, su quanto simili siano le tattiche di branco dei sindacati e quelle dei cosiddetti “populisti”. Potrebbero far sospettare che il sindacato non sia altro che una forma di populismo della sinistra.

(*) Essendo evidentemente una figa di legno® di sesso maschile, Draghi non impreca mai peggio di cosi’. Bestemmie piu’ forti potrebbero spettinarlo.

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