Perche’ non ascolto i teorici dello stampare moneta.

Ovvero: ma cosa e’ successo all’occidente? La domanda e’ riferita allo scostamento tra promesse e risultati. Circa cinquant’anni fa la promessa dei sistemi occidentali era che chiunque studiasse molto e poi lavorasse molto avrebbe potuto accedere al cosiddetto status di “ceto medio”.

Se adesso confrontiamo con l’aspettativa i risultati, scopriamo che le cose sono andate diversamente: dopo 50 che le giovani generazioni si infilano nella catena di montaggio del ceto medio, sacrificando la propria esistenza (o almeno la gran parte del tempo disponibile) a questo processo, il risultato e’ che non esiste piu’ il ceto medio e l’economia sta prendendo una forma feudale.

Su questo arrivano i cialtroni della finanza (tipo MMT, ed altri) a raccontare che “basterebbe stampare moneta” e che “ogni piccola nazione deve avere la sua piccola moneta ed essere libera di svalutare o rivalutare a seconda del mercato”.

Ed e’ proprio questo, secondo i detrattori dell’ Euro, che ci sta facendo male.

Aha.

Peccato che le cose non stiano proprio cosi’. Ecco una cosa su cui possiamo riflettere:

oops

Come potete vedere, dal 1948 (quando, dopo la guerra, si fecero gli accordi di Bretton Woods) , la produttivita’ e i salari sono cresciuti insieme. Erano gli anni “swing” dell’economia e della crescita, quando si creo’ il primo ceto medio davvero robusto del secolo scorso (che poi fece il ’68), insomma.

Ma potete vedere che alla fine il problema inizia nel 1973. Molto prima dell’euro. Chiaramente e’ enormemente visibile oggi, perche’ la forbice tra produttivita’ e reddito e’ diventata ENORME, ma essa ha cominciato ad aprirsi dal 1973.

Che cosa e’ successo? E’ successo che le aziende producevano di piu’ ma conginuavano a pagare lo stesso stipendio. Di conseguenza, i guadagni si concentravano in poche mani.

Questo andazzo continua dal 1973: come vedete le retribuzioni sono cresciute pochissimo da allora in rapporto all’inflazione e al costo della vita, mentre la produttivita’ e’ letteralmente esplosa.

Che cosa significa in dettaglio? Significa che per tornare ai tempi “swing” gli stipendi di TUTTI dovrebbero essere moltiplicati per piu’ di due volte.

Per riallinearci alla crescita e ricostruire il cosiddetto “ascensore sociale” dovremmo adattare gli stipendi non all’inflazione , ma al tasso di produttivita’. In questo senso la mission della BCE e’ sbagliata perche’ usa dei parametri rigidi: il suo obiettivo dovrebbe essere quello di tenere il tasso di inflazione non uguale ad un numero convenzionale a casaccio , ma uguale all’aumento del tasso di produttivita’.

Ma la BCE e’ un problema secondario, dal momento che nel 1973 l’euro non esisteva ancora e la EU si chiamava CEE, e non aveva che una piccola frazione del peso odierno.

Ma che cosa e’ successo allora nel 1973? Che cosa rappresenta questa data? Quale asteroide e’ caduto sul pianeta tale per cui tutti gli imprenditori insieme hanno smesso di aumentare gli stipendi?

In December 1971, the Group of Ten met at the Smithsonian in an attempt
to build a new international monetary system. The Smithsonian Agreement > led to the devaluation of the dollar from $35 to $38 per ounce of gold.
However, because U.S. expenditures and current account deficits were
continuing, this devaluation did not stop the speculation against the dollar.

In 1972, the devaluation of the dollar reached $44 per ounce of gold. Clearly, > whatever remained of the Bretton Woods system couldn’t be rescued. In
February 1973, the U.S. and other industrialized countries let their
currencies float.

In pratica, e’ successo che i paesi che erano stati distrutti dalla seconda guerra mondiale si erano ricostruiti, gli USA non ci esportavano piu’ quanto prima, e come se non bastasse questi paesi ricostruiti avevano iniziato a vendere negli USA. Le aziende americane, che erano cresciute senza concorrenza (e quindi senza innovazione) nel dopoguerra si erano trovate improvvisamente sotto pressione. Il governo aveva fatto un sacco di debiti , e il dollaro era crollato.

Risultato, gli USA uscirono da Bretton Woods , e da quel momento il valore della moneta venne ancorato ai costi di produzione. L’equilibrio torno’ stabile, ma i costi di produzione (compresa la manodopera) non salirono piu’: di conseguenza, siccome la tecnologia progrediva, i redditi si stabilizzarono mentre la produttivita’ cresceva.

Questo da solo dovrebbe chiudere la bocca a chiunque dica che avere molte monete che fluttuano liberamente sia un bene. Non appena succede, (a quanto si vede dall’esperienza) il valore di equilibrio si allinea col costo del lavoro, e i redditi non crescono mentre cresce la produttivita’.

Come se ne esce?

  • Si crea un altro sistema monetario inernazionale a scambi fissi. Impossibile, Trump non ci sente, i cinesi vogliono svalutare, eccetera. Con decine e decine di monete in gioco sarebbe impossibile.
  • Si obbligano i produttori a moltiplicare per ~2.5 gli stipendi. Sarebbe impossibile farlo su scala mondiale. Bocciata.
  • Nei paesi che vogliono risolvere il problema, si tassano le industrie e si ridistribuisce il delta. Interessante, ma implica una pressione fiscale attorno al 60% costante.

Sono tutte e tre infattibili, ma l’ultima delle tre e’ la meno infattibile. Non significa che sia fattibile, ma esistono gia’ paesi che hanno tassazioni verso il 60% (tipicamente stati scandinavi) e hanno un corposo ceto medio.

Alzare le tasse e’ anche una cosa che agli stati piace fare, e quindi il problema sara’ solo quello di rompere un taboo.

Ma parte le soluzioni, il problema e’ che quelli che propongono la soluzione monetaria , o altre fesserie basate sullo stampare la moneta, non hanno capito proprio il punto.

  1. Da quanto osserviamo , dal 1973 la moneta oscilla lasciando il potere di aquisto del reddito invariato. Se ne stampate di piu’ non arriva nessuna inflazione: arriva solo un peggioramento delle condizioni dei lavoratori.
  2. Da quanto osserviamo, la possibilita’ di oscillare e di svalutare non e’ la soluzione, per la semplice ragione che e’ la causa.

Quindi no, questa superstizione che si possa risolvere il problema economico agendo sulla moneta e’ stupido e sciocco, perche’ da quanto osserviamo, da quando sono state lasciate libere di oscillare, l’oscillazione ha avuto l’effetto di lasciare costante (o quasi) il potere d’acquisto dei redditi personali.

E quindi la soluzione modifica tutto, ma non il problema che volevamo risolvere.

Quindi non voglio sentire parlare di soluzioni monetarie ai problemi economici attuali. L’unica soluzione nota che si possa implementare e’ un aumento tremendo della tassazione sui ricchi.

Che vi piaccia o meno, prima o poi la patrimoniale arriva. I redditi accumulato col crescente gap tra produttivita’ e lavoro devono rientrare in circolo, altrimenti succedera’ una cosa molto semplice.

Le persone smetteranno di lavorare, o smetteranno di cercare lavoro.

Che e’ quello che sta succedendo. Ricordate i NEET?

Commenti

  1. Alcoor26 .

    Tassare i ricchi è una fesseria.
    Non esiste il capitalismo senza accumulo di capitale, che serve per comprare mezzi di produzione, e migliorare loro e i prodotti, avendo qualità migliore e più prodotti con gli stessi in put; è questo che fa progredire la società.
    Poi, tassare i ricchi, vuol dire tassare il ceto medio, mentre i ricchi hanno i soldi in paesi che non tassano (giustamente!)

    Ma pensare che la soluzione sia un ritorno alla moneta coperta da oro, o argento, ovvero il contrario della causa???
    Certo, non può essere una soluzione politica, perchè gli stati salterebbero finanziariamente e pure come reputazione verso i propri cittadini, non potendo mantenere le promesse (pensioni, wellfare…)
    Ma è l’unico rimedio al sistema attuale inflazionistico, e per inflazione non si intende solo l’aumento dei prezzi, ma pure l’aumento di massa monetaria.

  2. Firmato Winston Diaz

    La produttivita’ si calcola sui produttori, non sulla popolazione generale: in occidente in questi ultimi decenni e’ successo che la base produttiva piu’ che restringersi si e’ quasi azzerata, oramai solo una minima percentuale della popolazione produce qualcosa e lo fa con potenti macchine da essa stessa costruite, con una sempre maggiore produttivita’, costretta dalla tassazione, mentre una enorme percentuale di popolazione vive solo di burocrazia, tasse, certificazioni, controlli, sanzionamenti, fuffa. Diciamo 30/70, ad essere molto ottimisti, dove del 30 un solo 10 o meno e’ nel settore primario oppure secondario. Cosi’ sono suddivise le economie moderne. Il 70 per cento e’ puro consumatore, che spesso, quando lavora nella normazione, certificazione e burocrazia, oltre a non produrre, si occupa di ostacolare ulteriormente la base produttiva, che e’ cosi’ costretta ad aumentare ancora di piu’ l’efficienza produttiva per non fallire.

    Infatti, assieme alla loro base elettorale, sono praticamente spariti tutti i partiti tradizionali che rappresentavano il grosso dei produttori (dc per i contadini, pci per gli operai, leganord per gli autonomi/partite iva, liberali e repubblicani per l’elite dirigente. Cosa rappresentano oggi i partiti principali? Pensionati, burocrati, passacarte, assistiti vari col cappello in mano, addetti al controllo e alla repressione, consumatori puri fra l’altro sempre piu’ incontentabili ed esigenti.

    Aumentare ulteriormente le tasse alle aziende e’ l’errore peggiore che si possa fare: le aziende produttrici sono state costrette ad affinare sempre di piu’ la produttivita’, cioe’ a produrre sempre di piu’ usando sempre meno manodopera, proprio per far fronte alla enorme pressione fiscale e normativa che rende l’impiego rigido di molti lavoratori la via piu’ rapida e sicura per il fallimento.

    Chiunque abbia contatto con realta’ produttive sa che tale e’, per quanto incredibile nella sua banalita’, la realta’ quotidiana.

    La soluzione proposta sopra quindi crea il problema in un circolo vizioso che si autoalimenta:
    – piu’ tasse ai produttori > piu’ produttivita’,
    – piu’ produttivita’ > meno lavoratori e piu’ dipendenza dalla assistenza-redistribuzione fiscale > piu’ tasse ai produttori.

    Il ciclo si autoalimenta.

    Naturalmente questa situazione e’ particolarmente vistosa in italia.

    La chiamo “Ipotesi di Winston”.

    Come se ne esce? In nessun modo, ormai qualsiasi tentativo di correggere questa situazione la aggrava: se tentassimo ad esempio di ridurre l’apparato di “puro consumo” / “zero produzione” / “tanta burocrazia, tassazione, controllo, certificazione e sanzionamento”, avremmo una recessione dei consumi che produrrebbe un aumento di deficit e tassazione, che costringerebbe il lato produzione ad aumentare, come al solito, ancor piu’ l’efficienza e la produttivita’ per redistribuire al restante 80 e poi 90 per cento dei consumatori il suo prodotto (infatti la tassazione effettiva e complessiva, diretta ed indiretta e comprensiva delle spese obbligate dalla legislazione, nei paesi avanzati, non e’ mai inferiore all’80 per cento, nel nostor paese forse supera il 90, ed e’ piu’ o meno pari alla quota di redistribuzione del prodotto).

    Mio contributo questo critico/tuttologico futile, inutile, ipotetico e suppongo in tono col blog, anzi coi social in genere, tanto ormai tutti sanno tutto, e a quanto pare basta affermare qualsiasi cosa con autorita’, certezza ed arroganza per trovare un congruo numero di poveracci “in cerca di autore” che ti vengono dietro.

    Contenti cosi’…

  3. Firmato Winston Diaz

    La moneta e’ un contratto generico di dare/avere, un credito/debito, mentre l’oro e’ una stupida, quasi inutile e rara materia prima che si usava per simbolizzarli in modo quanto piu’ universale e condiviso, quando non si poteva fare altro. A volere il ritorno dell’oro oggi come oggi, ed e’ sperimentalmente evidente, sono dei furbastri opportunisti, trader e speculatori di professione, che vivono di questo, e sanno come ricavare da queste favole appositamente propalate, lauti guadagni sulla pelle dei polli, senza produrre, del loro, assolutamente nulla, se non appunto fantasiose narrazioni e, che funziona sempre, promesse di arricchimento facile fottendo il prossimo. Ma forse piu’ che furbi loro, sono cretini e autolesionisti quelli che gli vanno dietro, a meno che non siano della loro stessa specie. A controprova, appena e’ venuto fuori il bitcoin e compagnie varie, che nel loro complesso e pluralita’ piu’ casinisticamente moneta fiat e speculativa di cosi’ non possono essere, e non c’e’ nemmeno piu’ alcun supporto fisico fisso, dall’oro si sono precipitati a pompare la nuova moda del momento, senza che nessuno dei loro fedeli e fessi seguaci abbia avuto l’accortezza di accorgersi del superopportunistico tuffo carpiato degno di socio-psicopatici a livello “serial killer”, e mandarli a zappare la terra a quel paese.
    Anzi, a farglielo notare si veniva pure offesi se non bannati quali bestemmiatori della nuova religione.
    Direi che sarebbe ora di cambiare argomento. Ammesso che serva, tanto quei personaggi privi di ogni empatia e di ogni altra considerazione che non sia il loro tornaconto personale, sapranno sempre riciclarsi e trovare altri modi di spennare i loro polli, riuscendo pure a farsi osannare come profeti.

  4. Alcoor26 .

    Il bitcoin è come la moneta fiat??? Ma almeno informati prima di parlare, che fai figure barbine. Ma GROSSE figure barbine.
    Sull’oro forse anche peggio.

    Sai però qual è il bello di tutto ciò?? Che ognuno ha le sue idee, e il tempo darà ragione a qualcuno, e anche a come si è posizionato rispetto alla moneta.
    Io dico che il tempo ha già dato indicazioni, ma non ti voglio convincere. Anzi…. Più la pensano come te, meglio sarà per quelli che la pensano come me.
    Il tempo è galantuomo. Saluti!

  5. Gfransb

    “…Tassare i ricchi è una fesseria…”

    Invece tassare i poveri va benissimo, vero? Massì dai, giusto. Prendiam i soldi a chi non li ha. Furbo.

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