Traducendo Cazzari. Pardon, Cacciari.

Traducendo Cazzari. Pardon, Cacciari.

Traducendo Cazzari. Pardon, Cacciari.

Ho detto spesso che in Italia non esiste alcuna cultura umanistica, ma solo una cultura antiscientifica, e devo dire che in qualche modo c’e’ sempre qualche “intellettuale” che si affretta a darmi ragione.

Uno di questo e’ Cacciari. Che ha deciso di stupirci scrivendo un articolato pezzo sulla Stampa, nella quale Cacciari scopre che Putin apre un altro fossato che ci impedisce di guardare ad est. Qualsiasi cosa voglia dire.

E qui viene il punto: ho deciso di tradurre cacciari in termini comprensibili. In modo da chiarire che ridicolo individuo sia, capace di farsi pagare per non scrivere nulla.

Quindi  allacciate le cinture, comincia l’esegesi di Cacciari. Le uscite di sicurezza sono ai lati.

L’articolo e’:

https://www.lastampa.it/esteri/2022/04/12/news/putin_scava_un_altro_fossato_e_impedisce_di_aprirci_a_est-2928429/?ref=LSHSTD-BH-I0-PM5-S2-T1


“Detestare Putin – per ciò che fa all’Ucraina e se possibile ancora di più per ciò che fa alla Russia e all’Europa. L’aggressione ha decretato la fine, temo irreversibile, di quella che poteva rappresentare la loro sola destinazione, il loro solo destino come grandi, autonome potenze culturali e politiche nel mondo attuale”

Trad: non ho ancora capito che il problema sta nel fatto che i russi si stanno comportando da nazisti massacrando, torturando, stuprando , con un sadismo che non si vedeva dai tempi di Dirlenwanger. Invece, preferisco masturbarmi con quello che i russi stanno facendo a dei “cosi” che non si capisce bene cosa siano, ma l’importante e’ non parlare di bambini sbudellati sotto i cingoli dei carri, perche’ io sono Cacciari e il contatto con la realta’ mi fa male alla salute.

Da quale fonte poteva la grande Russia attingere l’energia per assumere il ruolo globale che storicamente le appartiene dopo il crollo dell’Urss? Forse ripetendo, sotto mutate spoglie, il peggio di quella esperienza? Cercando di recuperare, con mezzi diversi, la precedente dimensione imperiale, ora con la repressione, vedi Cecenia, ora attraverso accordi tra oligarchie e autocrazie corrotte, e ora addirittura con invasioni?

Prima che tu arrivi a domande ancora piu’ sciocche come “e’ nato prima l’uovo o la gallina?”, ti ricordo che “uovo” e “gallina” sono due nomi leciti dello stesso organismo. Il resto e’ ovvio.

E sia chiaro, sebbene la risposta sia scontata, e’ comunque una domanda piu’ interessante rispetto a chiedersi quale potrebbe essere la fonte energetica dell’osservazione di un fenomeno storico. Domanda che ha senso solo se ti droghi.

No – soltanto attraverso foedera, accordi, patti inter pares, e in base a quelle idee, a quelle tradizioni che avevano dato voce alla grande cultura russa consapevole, più di qualunque altra, della imminente catastrofe alla fine del XIX secolo: la Russia che voleva operare perché il termine “fratellanza” non rimanesse un’aggiunta vuota a “libertà e uguaglianza”, e nello spirito del suo cristianesimo trovasse la forza per diventare fattore reale dell’agire politico. Utopie, dice il realismo degli Stenterelli – ed ecco dove conduce il realismo e la “tecnica” senza idee, ridotti a miope calcolo di interessi, a egoismi nazionalistici.

Qui deve essere un generatore automatico di frasi a casaccio. Non puo’ essere possibile per un essere umano in stato di veglia pensare cose che non hanno senso. Comunque, questo testo non significa proprio nulla. Non si capisce perche’ la cultura russa dovrebbe essere piu’ consapevole della fine del XIX secolo e della sua catastrofe, e che avrebbe dovuto operare perche’ i valori della rivoluzione FRANCESE , per via del cristianesimo , dovessero guidarla. Di Manzoniana Memoria. Come se fosse Antani.

E come avrebbe potuto la Russia, dopo il tragico fallimento (che forse non siamo ancora in grado di cogliere in tutta la sua storica grandezza) dell’URSS, mantenere il proprio ruolo globale se non attraverso un nuovo rapporto, fondato su accordi di pace e non armistizi, su visioni strategiche e non prezzi del gas, con l’Europa occidentale? Anche questo era il destino segnato dalle più grandi intelligenze russe del XIX° e XX° secolo.

Qui Cacciari parla di se’ al plurale , ammettendo di non essere capace di cogliere la grandezza del crollo dell’ URSS. E si chiede come avrebbe potuto fare la Russia dopo il fallimento dell’ URSS, a fare la pace e la strategia? Lo sanno solo le piu’ grandi intelligenze russe (quindi , non Cacciari) , il cui destino ha segnato quello della Russia. Cioe’ secondo Cacciari sono state le grandi intelligenze russe a fare sto casino? Ma non ci fa i nomi. Boh.

E l’Europa? Quale Dio crudele può ingannarci fino al punto di non comprendere che una Europa politicamente unita, davvero sovrana, davvero capace di essere parte decisiva nel risolvere i conflitti internazionali, tutti globali nel mondo globale, non avrebbe mai potuto esistere senza quel nuovo rapporto con la grande Russia?

Ok, Dio e’ crudele. Quando fabbrichi una specie, gli dai una sola fonte principale di energia sotto forma di una stella, e la luce della stella fa venire il cancro alla pelle, sei un bastardo. Su questo potrei anche concordare. Dopodiche’ parte l’abuso dei “davvero”,il trucco di tutti i cazzari filosofi. Volete sembrare dei filosofi? Prendete un mano un oggetto qualsiasi e dite “questa e’ una forchetta. Ma e’ una vera forchetta? E che cos’e’, davvero, una forchetta?”. Sembrerete filosofi a chiunque. E’ lo stesso trucco di Cacciari, peraltro.

Una politica europea degna del nome di “politica” avrebbe dovuto svolgersi tutta nel senso di una apertura all’Est, di una Ostpolitik, che non poteva certo arrestarsi alla frettolosa, improvvisata integrazione al proprio interno di paesi finalmente liberati dall’oppressione sovietica e inevitabilmente agitati da spinte nazionalistiche. Era anche questo un destino implicito in tante preveggenti posizioni dell’intelligentsia europea; in particolare, esso riguarda gli innumeri, profondi, storici legami tra Germania e Russia (guai a pensare che tutto si risolva nell’aggressione nazista). La Germania avrebbe potuto svolgere il ruolo di leader dell’Unione europea (e soltanto la Germania lo avrebbe potuto) soltanto se fosse riuscita a far condividere da tutti i Paesi membri una grande, strategica Ostpolitik.

Insomma, si sarebbe dovuto fare quello che si sarebbe dovuto fare, e che cacciari non spiega, visto che non essendo mai stato fatto dovrebbe essere una sua invenzione, o almeno una sua immaginazione, ma tanto non dovrete di certo capire cosa suggerisca. Questo pezzo serve a farvi pensare che Cacciari sappia perfettamente che cosa si sarebbe dovuto fare. Critica quello che hanno fatto  per cio’ che hanno fatto, ma si guarda bene dallo spiegare cosa sia la Ostpolitik , che peraltro non ha inventato lui, che ha in mente.

E il motivo e’ che non ne ha una in mente: scrive per lasciarvi pensare che ne abbia una.

Un’Europa che finisce con un Muro al confine polacco e ucraino (e che continua a vedere il Mare nostro come un altro Muro) sarà sempre soltanto una provincia atlantica politicamente, e geograficamente una penisola asiatica.

Ed ecco che assume un tono profetico per il quale non ha i titoli. Ok, ok. Per far credere che lui avrebbe saputo far di meglio se fosse stato al potere, allora dice queste cose. Che cosa avrebbe fatto lui, non e’ dato saperlo.

Se è questo che Putin e i suoi volevano ci sono perfettamente riusciti. Messa fuori gioco la (potenziale) leadership tedesca, rovinata forse per sempre la possibilità di un dialogo russo-europeo, schiacciata la presenza europea dalla logica stessa della guerra sotto l’egemonia della Nato, e cioè dell’America. Basterebbe e avanzerebbe perché i patrioti russi operassero in tutti i modi per la defenestrazione dei Putin.

Non si capisce per quale motivo Cacciari vuole che la Germania prenda la leadership europea, quando e’ ormai chiaro che la Germania non la vuole avere. Non esistono tracce di questo tentativo o di questa tendenza in tutto il dopoguerra. E’ vero, Cacciari non e’ il solo a chiedere a qualcun altro di fare il lavoro che il suo governo non sa fare, ma sto parlare continuo di una leadership che non vuole esistere mi fa pensare ad un feticismo.

I patrioti russi esistono, ma non fanno quello che dice Cacciari. Un caso? Una coincidenza? Cacciari non ha capito un cazzo? Non so perche’, ma io propendo per l’ultima.

Strana sorte quella di tanti come il sottoscritto, sorte comune, non biografia privata, che non conta mai nulla. È un ricorso storico: la politica estera russa mette all’angolo non solo quelle posizioni che comprendono, come abbiamo visto, la necessità per i Paesi europei di ripensare strategicamente i propri rapporti con la Russia, ma la stessa presenza di posizioni critiche al loro interno nei confronti della politica imperiale americana.

Qui cacciari , anche se per un attimo, si rende conto di non essere un cazzo di nessuno, nonostante il titolo di professore ordinario. Lo so: il Vortice di Prospettiva Totale e’ un’esperienza terrificante (https://hitchhikers.fandom.com/wiki/Total_Perspective_Vortex) . Cacciari dovrebbe farla piu’ spesso. Il tutto condito di imperialismo americano che per carita’ esiste, ma non e’ il motivo per il quale Cacciari non e’ un cazzo di nessuno: in questo e’ autonomo.

Budapest, Praga, Polonia, Afghanistan – e ogni volta in Europa sinistra, o come volete chiamarla, in ginocchio. E non, si badi, “sinistre” di governo (come l’attuale in Italia, che di “sinistra” non ha dichiaratamente più nulla), e meno ancora stalinisti vari, ma proprio quella che era assolutamente contro, ieri, il modello sovietico e oggi quello putiniano, ma non in nome di quel non-pensiero unico che vede soltanto ex America salus.

Qui fa a cazzotti con la grammatica (sinistra, credo) e poi sbrodola di nuovo frasi sconnesse prive di senso logico. Non so se lo abbiano pagato per questo: se lo hanno pagato , so anche quanto lo hanno pagato. Troppo.

È come se la Russia operasse per distruggere ogni volta lo spazio di agibilità politica di un pensiero critico, perché tutti noi si sia costretti a giurare sulle virtù pacifiste della Nato e a dimenticare Baia dei Porci, Vietnam, Cile e Iraq.

Nessuno dei quali, peraltro, ebbe la NATO come protagonista.  Per forza che non ci vediamo la NATO. A volerla dire tutta, la NATO e’ intervenuta pochissime volte con la propria sigla, nella storia recente. Ma Cacciari non ne ha imbroccata nessuna.

Di più: perché diventi del tutto superfluo interrogarci sulle cause di ingiustizie e disuguaglianze, sui rapporti di potere che regolano la globalizzazione, sulla natura politica dei rapporti sociali e di produzione che dominano il pianeta.

E la pizza coi kiwi. Sono certo che Cacciari voleva mettercela, ma poi ha deciso che sarebbe stato troppo colorato. E in che modo i russi gli abbiano impedito di riflettere su tutto questo non e’ chiaro. O meglio, e’ chiaro: come tutti i professori universitari, Cacciari non e’ abituato ad essere contraddetto, e se qualcuno si alza e dice “prof, sta dicendo delle minchiate”, per lui e’ un atto di censura fascista. Ma non e’ colpa nostra se Cacciari e’ un professore universitario: possiamo avere pieta’ per lui, possiamo proporre l’eutanasia per coloro che sono professori universitari, ma alla fine dei conti, diciamolo pure: non te lo ha ordinato il dottore, eh.  A Venezia, per dire delle cazzate, bastava la grappa.

Ogni domanda, ogni dubbio debbono venire fagocitati dalla decisione: o sei nel mucchio, tutti insieme, contro la Russia, o sei il Nemico. Ed è inevitabile sia così quando si scatena la guerra. Tra pace e guerra, alla fine, non c’è medio. Ben scavato, grande Russia – hai scavato un’altra volta la fossa a un pensiero critico che valga politicamente, poco male – ma perché a te stessa?

Cacciari ora parla con la Russia. Non conPutin, con la Duma o con la popolazione. No, con la Russia, che avrebbe fatto qualcosa che costringe le persone a contraddire Cacciari. Cosa che, per un professore universitario,deve essere terribile.

Comincio a pensare che Giordano Bruno, in fondo in fondo, se la sia cercata.

Ma non è più il ripetersi di precedenti situazioni. Ora è guerra civile, in seno all’Europa. La guerra tra Ucraina e Russia è guerra civile in tutti i sensi.

Qui ricominciamo con le idiozie. Un’invasione non e’ una guerra civile. La rivolta del Dombass poteva esserlo, ma la guerra tra Ucraina e Russia NON puo’ essere definita come guerra civile. Invasione, certo. Guerra, certo. Ma “guerra civile” e’ una cosa diversa. Le guerre civili si fanno interamente all’ INTERNO di una popolazione. Non con centomila soldati stranieri che sfondano il confine.

E avviene sulla faglia sismica più pericolosa d’Europa. Anche nei Balcani era guerra civile. Ma qui la Russia restava al margine. Ora il fronte è russo-europeo. Manca la terra di nessuno. La guerra civile assume un significato e un peso epocali, poiché interessa le due dimensioni, separate e indivisibili, del nostro destino: Europa occidentale e Russia. Il mondo è cambiato per questo. Per due volte le guerre civili europee hanno prodotto catastrofi globali, e in entrambi i casi vi era la Russia, era la sua presenza a rendere la guerra civile guerra mondiale. Dove cresce il pericolo, lì, al suo interno, cresce anche la speranza, dice un poeta. Cerchiamo di operare per dargli ragione. Il tempo che resta è poco.

Qui cacciari deve essere convinto di parlare con lo psichiatra, perche’ gli racconta tutto quel che sogna. Quando dice che le due guerre mondiali sarebbero state guerre civili, se solo non si fosse immischiata la Russia, sospetto davvero che ci sia lo zampino della droga.

Nel complesso, non ha scritto nulla, ha detto ancora di meno, se non (nascosto tra le righe) , un “la dovete smettere di contraddirmi, capito? Io sono il prof! E adesso prendo il registro e vado via! Ecco!”

Che dire?

Traducendo Cazzari. Pardon, Cacciari.

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