Ogni volta che si affaccia al discorso pubblico la potenza dei social media americani arriva sempre qualche imbecille, e mi riferisco ad un tizio che scrive sul Corriere, a chiedersi perche’ non ci siano grandi realta’ europee dell’ IT. E la cosa assurda e’ che la fazione dello scrivente e’ proprio parte del problema.
Se per esempio parliamo di Hollywood, e ci chiediamo perche’ domini la scena, le risposte sono due e non contengono “la sudditanza culturale”:
- durante la seconda guerra mondiale, per creare un apparato di propaganda, il legislatore americano varo’ una serie molto complessa di leggi che davano sgravi fiscali a chiunque dipingesse gli USA come vincenti, le armi americane come superiori, i soldati americani come invincibili. Se non volete pagare tasse non dovete fare altro che fare un film dove ci sono soldati vestiti come marines, che usano armi americane, e che vincono. Piano piano questa cosa si e’ estesa, piu’ o meno, a tutto il cinema, grazie ad NRA: basta mostrare un poliziotto che usa una COLT, e arriva il premio fiscale.
- Da qui si e’ passati ad esentare anche i supereroi, in quanto “americani”. Alla fine, insomma, qualsiasi cosa sia “genuinamente americana” e dipinta bene, viene detassata ulteriormente, oltre agli sgravi che esistono gia’ per tutti.
Insomma, Hollywood domina (o ha dominato) in quanto finanziata dallo stato mediante sgravi fiscali, che a loro volta hanno attratto investimenti. Del resto, quando Cinecitta’ era copiosamente finanziata, il cinema si faceva sentire, e lo stato francese ha creato, con un sistema analogo (misto di esenzioni e finanziamenti) Cannes.
Ma ora andiamo all’ IT. Perche’ l’IT e’ stata un’operazione SOVIETICA in terra americana, spacciata poi per “libero mercato”.
Vediamo come funzionava il sistema sovietico: il governo pianificava la nascita di un’industria, o di un settore industriale, e poi lo finanziava direttamente prendendo i soldi dal bilancio pubblico. L’operazione condotta con FIAT, per dire, che produsse la cosiddetta Zhiguli (un clone modificato della FIAT 124) avvenne proprio in questo modo.
Il problema , pero’, e’ che gli USA non possono comportarsi cosi’. E’ il posto del mercato, il governo non puo’ agire in questo modo, eccetera. E poi il WTO lo impedirebbe e poi i regolatori di altri paesi proporrebbero delle sanzioni compensative.
Balle.
Gli USA hanno semplicemente piazzato un Proxy tra le due cose.
Apparentemente, cioe’, non sembra un’operazione di stampo sovietico. Non si vede lo stato americano finanziare direttamente le industrie: questo causerebbe una immediata ritorsione commerciale. Ma in ultima analisi, l’industria IT americana e’ semplicemente un caso di economia SOVIETICA. Lo stato finanzia copiosamente un settore dell’industria.
E lo fa sia usando la FED, che compra la cartaccia prodotta dal Venture Capital, sia usando il copioso budget militare, che negli USA non ha fatto altro se non aumentare.
La Silicon Valley NON ha NIENTE a che vedere col “mercato” o col “capitalismo”: e’ una PURA operazione governativa, solo che non avendo l’infrastruttura sovietica per finanziare direttamente le industrie, gli USA hanno usato un proxy finanziario, cioe’ il “Venture Capital”
E tutte le anime belle che hanno FATTO FINTA di non vedere cosa stesse succedendo, adesso dovrebbero spiegare come mai vanno in giro a straparlare di liberismo, di “mercato e regole”, e non hanno MAI chiesto al regolatore di fermare questa palese violazione delle regole commerciali. Quasi tutti i trattati moderni, infatti, hanno come clausola che la controparte non debba usare soldi pubblici per finanziare la propria industria.
Clausola che gli USA hanno elegantemente snobbato facendo finta che il Venture Capital non fosse un proxy tra enti statali , soldi pubblici, e industria.
Ma chi erano, e su quali giornali scrivevano quelli che non si sono MAI accorti della piu’ gigantesca operazione di finanziamento pubblico dell’industria domestica nella storia recente?
Chi era, di preciso, che parlava della Silicon Valley come “tempio del capitalismo” e come “fenomeno del mercato?”. Chi era che ne elogiava il dinamismo (che viene dal “libero e puro mercato”), chi era che ne elogiava il modello di capitalismo e di investimento?
Risposta: gli stessi coglioni di patagiornalisti che accusano ora la EU se non “abbiamo un facebook”. Tipicamente, dal Corriere della Sera, ma da quando tutti i giornali rispondono agli Elkann, spuntano delle omelie anche sulla stampa:
di Andrea Monti
Ti chiedi che fine abbia fatto Splinder, Monti? Beh, chiedilo al tuo DATORE DI LAVORO, visto che e’ stata Dada, proprieta’ del gruppo RCS, a portarlo al disastro. Hai la risposta in casa, che aspetti?
Ma lasciamo pure perdere il rant di un tizio che finge di ignorare il problema del modello americano (anche perche’ con gli USA ha avuto lunghe relazioni di ammirazione e fellatio), il punto e’ che le persone come Monti non possono essere la soluzione perche’ sono in problema.
Tutti i critici dell’ Unione Europea, ad una semplice ricerca su google, possono essere “sorpresi” a spompinare qualche cazzo americano, e a fingere di non vedere il problema che si nasconde dietro ai modelli che osannano.
Quando la “silicon valley” iniziava con la sua turbo/speculazione di stampo sovietico, facendo levitare i prezzi degli immobili al punto da creare immense baraccopoli, dove si trovavano? Perche’ non hanno cercato di capire quali fossero , da dove venissero, quei soldi che venivano gettati a pioggia sulle aziende, “tanto basta che nasca un unicorno su 1000?”.
Il Venture capital, e’ vero, si basa sul rischio. Il problema e’ che comunque produce una grande quantita’ di fallimenti, che possono venire cartolarizzati. Perche’ NESSUNO ha notato che tutta questa cartaccia veniva comprata dalla FED, trasformando la silicon valley nel luogo PIU’ SOVIETICO dopo la caduta dell’ URSS?
La FED stampava, il VC comprava soldi usando cartaccia, la silicon valley cresceva. Il VC era uno stupido proxy fatto per nascondere una pratica che definire scorretta e’ un complimento.
Perche’ quello che e’ successo nella Silicon Valley non e’ solo “scorretto”: e’ semplicemente SOVIETICO, ovvero enti pubblici e governativi che stanziano fottilioni di soldi facendoli cadere a pioggia senza curarsi della riuscita o dell’efficienza economica (e’ la “cultura del fallimento”, darling) , ma solo di gonfiare a dismisura una parte dell’industria.
E’ solo nell’era sovietica che lo stato sceglie una zona strategica e tramite le sue istituzioni decide di farla sviluppare, anche a costo di causare distorsioni mostruose. Ed e’ quello che e’ successo.
Esistono appunti che si possano fare all’ UE? Certo che ne esistono. Ma non sono fatti come scrivono i prodi giornalisti, che continuano ad accusare l’ Europa di quello che fanno invece loro della stampa italiana.
Il primo appunto e’ che le poche aziende IT di successo NON vengono supportate: non voglio calcare la vicende di giganti della telefonia, che erano praticamente dominanti (Ericsson e Nokia) costretti a vendere o chiudere mentre la EU discuteva di come proteggere dei formaggi francesi dalle imitazioni. Questo sarebbe sufficiente.
Ma in quel momento la stampa era troppo persa nell’osannare il nuovo iPhone, quindi non si sono accorti di una nazione lasciata sul lastrico per la distruzione del suo settore tecnologico: per il pompino a Steve Jobs serviva concentrazione. Verrebbe da chiedere a Monti se sapeva davvero di mela, come dicono alcuni.
Ovviamente nessuno si interrogo’ mai delle reali chances di Microsoft di portare Nokia al successo usando Windows Mobile. Dico: Windows Mobile. Chiedo a Monti un parere su quanto sia bella l’interfaccia Americana di Windows Mobile. Ecco.
E la stessa cosa succede oggi: Spotify , l’unica azienda IT di grande successo in Europa (tolgo SAP perche’ e’ piu’ antica) , si trova a fare i conti con un mercato europeo che ancora impone i limiti nazionali allo streaming. La legislazione sui servizi digitali e’ rimasta impantanata quando si sono mosse le lobbies , come SIAE, GEMA, ed altre.
Questo e’ un appunto che si potrebbe fare all’ EU, se non fosse che nessun giornale italiano ama parlarne perche’ sono tutti anche gruppi multimediali e se c’e’ una cosa che NON vogliono e’ un concorrente straniero che possa inficiare il loro business. Si oppongono quindi ad ogni ulteriore modernizzazione del mercato digitale europeo. Senza parlare del rapporto che hanno con SIAE.
Viene da chiedersi se Monti lo abbia mai notato, che i suoi datori di lavoro si oppongono ferocemente alla creazione di un mercato digitale europeo, e quindi lui stesso e’ parte del problema piu’ che della soluzione.
Ma come ho gia’ scritto, la minaccia di Facebook che abbandona l’europa non fa ne’ caldo ne’ freddo alla popolazione. La pura e semplice verita’ e’ che semmai fa paura ai giornali, il cui modello di business sarebbe inficiato, visto che nessuna tra le alternative europee sarebbe disposta ad interagire coi giornali nello stesso modo.
Monti poi ci carica una briscola dicendo che “le alternative europee sono esteticamente molto piu’ povere”. Il che e’ vero, a patto di decidere che “cool” venga prima di “important”.
Innanzitutto, non riesco a capire che cosa stia confrontando. Apparentemente sta prendendo l’aspetto che avevano le piattaforme europee PRIMA di chiudere, e lo sta confrontando con applicazioni moderne. Sa di Cherry-picking, ma dopo un pompino al gusto di mela le ciliege vanno scelte con cura.
Se io dicessi che Xing per me funziona meglio di Linkedin , cosa mi direbbe? Mi direbbe “la solita Germania”. E allora? Che colpa ne hanno gli utenti europei se una piattaforma come Xing, in Italia, farebbe collassare il mercato del lavoro?
Del resto, perche’ non esiste Xing in Italia? Per lo stesso motivo per il quale tante aziende italiane bloccano Linkedin sui firewall. Perche’ gli “imprenditori” temono che:
- ma poi ci entrano i sindacati cobbbas e organizzano scioperiiiiihhh
- ma poi dipendenti confrontano gli stipendi tra aziende, se parlano tra loro!
Ma torniamo al punto di prima: non si tratta di bullismo. Facebook e’ un privato e tutto quello che puo’ succedere e’ che abbandoni un mercato (spoiler: non lo fara’) lasciando spazio ad altri.
Il problema e’ che alcune nazioni hanno sviluppato alcune alternative. La Germania e la Francia sono il regno dei piccoli social locali che parlano la lingua locale.
E qui arriviamo ad uno “strano pattern”. Riguarda i social network che nascono in Europa.
Perche’ e’ vero che Splinter e’ stato comprato da un editore il gruppo RCS, e fatto chiudere. Ma e’ anche vero che wer-kennt-wer e’ stato comprato da un editor tedesco, RTL, e guarda caso ha chiuso.Lokalisten.de e’ stato comprato da un editore, ProsiebenSat, e ora e’ chiuso. Oneview e’ stato soggetto delle attenzioni finanziarie di un altro gruppo editoriale tedesco, M. DuMont Schauberg. E’ chiuso. Amen e’ chiuso dopo essere stato assorbito da un editore, tape.tv. Skyrock, che in Francia e’ mainstream, ha gia’ resistito a tre tentativi di scalata. Sempre da parte di gruppi editoriali.
E’ strano questo pattern: a quanto pare, la maggior ragione di chiusura dei social network europei e’ stato l’acquisto da parte dei gruppi editoriali.
E allora Monti mi dovrebbe spiegare perche’ i suoi datori di lavoro si accaniscono cosi’ tanto nel comprare social network, AL PURO SCOPO DI CHIUDERLI.
Forse dovremmo includere l’editoria tra le cause della piccolezza dei social europei, o forse dovremmo chiederci perche’ i gruppi editoriali siano cosi’ interessati a chiudere i social network locali?
Con questo, credo di aver finito la carrellata, per dire una cosa: se non avete grandi social in Europa, e’ anche colpa di alcuni “poteri forti”.
Che si chiamano “gruppi editoriali”.
