La piramide.

Dopo aver scritto dei grandi traders di materie prime, oltre che lo smuoversi dei commenti c’e’ stato un certo subbuglio nelle email, dal momento che molti si sono detti: ehi, ma com’e’ che si e’ arrivati sino a questo punto? E perche’? Chi sono questi grandi traders? Cosi’ vedo di rispondere.

I grandi traders, cosi’ come i finanzieri, sono sempre esistiti. Tuttavia, e’ negli ultimi 15-20 anni che la loro dimensione cresce a dismisura, e specialmente che essi hanno finito per conquistare il quasi monopolio di quasi tutte le commodities, cosi’ come nel mondo della finanza 300 famiglie oggi controllano il 50% della ricchezza globale.

Sul perche’ si sia un simile monopolio c’e’ poco da dire. Sin da quando Nash inizio’ ad occuparsi col rigore della matematica dei giochi finanziari, nel 1948 apparve il dubbio che il liberismo, cosi’ come venne formalizzato allora, (e cosi’ come si realizza di fatto nel mondo globalizzato) fosse condannato all’oligopolio.

Il problema non e’ tanto nella prova matematica, ma nei tempi. Voglio dire: possiamo provare che una data partita di scacchi possa finire in 100.000.000 di mosse. Ovviamente, pero’, bisogna vedere quanto tempo impieghi una mossa. Se supponiamo 30 minuti a mossa, ovviamente i tempi di chiusura sono molto alti, e la partita NON finira’ materialmente per la morte dei giocatori.

Se invece supponiamo che a giocare siano due calcolatori e che ogni mossa comprenda in tutto dieci millisecondi, allora in dieci giorni ce la caviamo. Cosi’, se e’ vero che i giochi economici basati sul libero mercato sono destinati all’oligopolio, questa evidenza non e’ mai stata nota perche’ in passato molto prima che il gioco finisse si verificava qualche cambiamento (guerre, cambiamenti di padrone delle colonie, nuove scoperte, etc) che faceva ricominciare il gioco daccapo. Senza contare la morte naturale dei giocatori stessi.

Oggi, dal momento che le transazioni avvengono in poche frazioni di secondo laddove prima occorrevano giorni, il gioco riesce a “terminare” in pochi anni, senza timore di essere disturbato dal mutare del mondo. Cosi’, quello che stiamo vedendo NON e’ affatto strano, se parliamo matematicamente: che si dovesse arrivare all’oligopolio era gia’ noto da decenni. Che si POTESSE farlo, ovvero che il gioco potesse svolgersi in tempi tali da non risentire dei mutamenti storici, e’ la prima volta che si osserva. Comunque, esistevano gia’ le spiegazioni prima di osservare il fenomeno nel mondo fisico.

Naturalmente, questo spiega il perche’.

Il vero boom dei grandi traders avviene solo dopo il 2000, quando la diffusione degli accordi del WTO e la globalizzazione informatica permettono davvero di vendere e comprare “in tempo reale” ovunque, qualsiasi merce, anche usando strumenti finanziari come i futures. Non per nulla a soffrire di oligopolio sono i settori che hanno la possibilita’ di eseguire la transazione elettronica: i finanzieri hanno una rete di trading molto veloce, e le merci possono essere comprate ancor prima di esistere mediante i futures, che sono scambiati allo stesso modo.

Adesso c’e’ la seconda vexata quaestio: i governi possono fermare queste entita’?

Qualcuno ha detto che sono societa’di capitali, ma non e’ del tutto vero. Non tutte lo sono, e diverse delle “grandi” sono aziende familiari che non solo sono societa’ di persone, ma non sono nemmeno quotate in borsa, cosa che le rende ancora piu’ opache.

Ma ammettiamo pure che fossero societa’ di capitale. La domanda e’ se un governo non possa scioglierle. Aha. Ma c’e’ un problema: guarda caso, sono loro che fanno arrivare l’acciaio alle tue acciaierie, il grano alla tua industria alimentare, il petrolio ai tuoi petrolieri, l’alluminio, e il silicio, e tutte quante le “materie prime”. Se ne chiudi qualcuna in patria, le straniere prenderanno il suo posto.

Dunque, i governi che ne hanno qualcuna in casa se le tengono strette.

Il secondo punto e’: ma i governi non potrebbero minacciarle?

Beh, se siete Putin o siete a Pechino, probabilmente si’. Quando hai un impiegato dello stato che si chiama “boia” ed ha un sacco da fare, generalmente nessuno prova a fare il furbo e il braccio di ferro con lo stato non lo cerca nessuno.

Ma adesso supponete di essere un paese col debito pubblico oltre il 70%. E supponete che avete bisogno di finanza ed affini perche’ vi sia rinnovato. A quel punto la vera domanda e’: quanto potete fare i grossi con i finanzieri & affini?

E se andiamo verso i grandi trader, la situazione non cambia: un tempo esistevano i consorzi agrari, cioe’ entita’ dello stato che si prefiggevano di gestire da sole alcune materie prime, come il grano. Oggi viene fatto dai grandi dealer, ma il problema e’: se io come stato abbatto UN dealer, il suo concorrente in un’altra nazione puo’ prendere i suoi clienti, i suoi fornitori, e tagliarmi fuori. Se vengo tagliato fuori, essenzialmente non riesco piu’ a comprare farina. Nessuno ci riesce, neanche Barilla o Nestle’. E il prezzo aumenta.

Cosi’, se si sospetta che esista un cartello riguardante una materia prima, solo uno stato enorme capace di avere una minaccia paragonabile all’embargo (o semplicemente al danno economico forte) puo’ alzare la voce con un simile cartello.

Ma la situazione e’ molto cambiata negli ultimi anni. Prima del 2009, igrandi trader si limitavano a fare affari, ma si comportavano come facilitatori. Piu’ clienti, piu’ business. Piu’ le materie giravano, piu’ soldi si facevano: conveniva a loro e conviene a tutti.

Poi le cose sono cambiate. Intorno al 2009 ,  alcuni grandi trader (Kock, Vitol e altri) videro che c’erano in consegna futures ad un prezzo basso. In pratica qualcuno aveva comprato, un anno prima, petrolio a 100 dollari per barile. Ma le loro previsioni erano che entro la scadenza il petrolio sarebbe arrivato a 110. Cosi’, quello che fecero fu di  di parcheggiare 100 milioni di barili di petrolio nei loro tanker, vendere i loro future, aspettare e fare soldi: 10 dollari in più a barile.

Questa fu la prima grande operazione nella quale essi  si comportarono come un cartello capace di agire sui prezzi. In seguito, diversi prezzi iniziarono ad alzarsi senza motivo, primo tra tutti il prezzo del grano, che fu tra le principali cause scatenanti delle rivolte arabe. Nessuno puo’ sapere se i trader intendessero facilitare le rivolte o meno, ma sta di fatto che viste le riserve non c’era alcun motivo di far alzare quei prezzi, neanche la presunta carestia dell’anno prima.

Oggi come oggi, praticamente solo grandi stati come USA, CIna, organizzazioni forti di stati come la UE , o stati ove si rischia una pallottola in testa (Russia) possono tenere testa a questi personaggi. Tutti gli altri non hanno le dimensioni critiche che servono per contrastarli.

Paesi come il Giappone, per esempio, ne sono succubi, avendo bisogno cronico di materie prime ma non avendo massa critica per contrastare i grandi trader. Se , come pensate, l’ Italia uscisse oggi dalla UE, o la UE si rompesse, i cittadini sarebbero contemporaneamente ricchi, privi di risorse di base ed essenzialmente deboli politicamente, le prede ideali: alzare i prezzi di tutto in modo da spellare vive le aziende UE e i cittadini (pensate al cibo) sarebbe facilissimo. E nessuno potrebbe farci praticamente nulla.

Cosi’ no, negli ultimi anni la situazione finanziaria e la situazione delle commodities e’ cambiata radicalmente.

Se un tempo una nazione come l’ Italia poteva pensare di navigare da sola, oggi non c’e’ alcuna speranza di farcela. Se anche un singolo stato reprimesse una di queste aziende in casa, ne risulterebbe che l’azienda si muoverebbe altrove, o i suoi fornitori troverebbero un accordo con altre aziende concorrenti. E si rimarrebbe senza materie prime per ritorsione.

Quindi , lo ripeto: la situazione oggi e’ molto diversa rispetto al 2008, e finche’ quei mostri non vengono abbattuti, e tutti insieme, difficilmente si vedra’ la luce alla fine del tunnel.

Oggi come oggi 300 famiglie hanno il 50% delle risorse finanziarie del mondo, e una cifra simile di grandi trader gestisce quasi il 90% delle risorse mondiali. Il che significa, essenzialmente, che c’e’ un cartello fortissimo cui anche gli stati nazionali possono poco, almeno sino a quando non possono emanare delle direttive che impattino su grandi mercati, causando perdite.

E questo, l’ Italia da sola non lo puo’ fare. Un paese come la russia puo’ minacciare perche’ e’ ricco di materie prime, gli stati africani possono minacciare di sospendere le forniture, perche’ sono ricchi di materie prime, e lo stesso puo’ fare il Brasile. Ma se siete un paese che trasforma, come Italia , Giappone e anche gli altri paesi europei, l’unica forza che avete e’ una direttiva che piazzi una bella tassa, togliendo loro guadagni.

Ma da solo, nessun paese europeo ce la farebbe.

Uriel

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