Il problema degli idioti in politica.

Il problema degli idioti in politica.

Sono ormai anni, circa dall’elezione del primo Bush, che gli spin doctor di tutto l’occidente hanno scoperto una cosa: attivando gli imbecilli si libera una quantita’ di energia politica da campagna elettorale che non si vede dai tempi del 1968. Del resto, si ragionava, gli idioti sono gestibili.

Ma la storia ha mostrato quanto sia stupida la mossa.

Scatenare un turbine di minchiate solleticando gli imbecilli nazionali con degli slogan stupidi e delle fake news ha un grande vantaggio, che pero’ finisce il giorno delle elezioni. Una volta arrivata la vittoria, cosa succede?

Se si eleggesse un monarca assoluto, o un dictator come a Roma, non ci sarebbero problemi. Perche’ il dictator romano non dipendeva piu’ da chi lo aveva eletto, sino alla fine della carica. 

Ma un governo democratico dipende dai suoi elettori anche dopo:

  1. elezioni locali (o di mid-term per gli USA)
  2. parlamentari che “vengono dal territorio”

e questo produce il solito disastro post-elettorale che state vedendo oggi.


In soldoni, il problema si manifesta cosi’: la Meloni e Salvini hanno fatto i paraculi parlando fascista ma dicendo che no non sono fascisti, e vivendo in quella zona grigia per cui gli idioti si sono presentati a milioni da loro.

Bene. Adesso che hanno vinto, alla porta della Meloni si presenta gente cosi’:

  • toc, toc. Posso? Volevo congraturarmi, Giorgia , e dirti buon lavoro!
  • Grazie mille!  Anche a te!
  • A proposito dde lavoro: quanno a facciamo sta legge per picchia’ li froci?
  • Ehm… sai, c’e’ la corte costituzionale, il presidente non fa firma…
  • No, no no, spe: io l’ho promesso a tutto’r lazio! Me se menano amme’. Alle prossime regionali nun me votano se non facciamo a legge per picchia’ li froci!
  • Capisci, non e’ che possiamo farci bocciare la legge , ci facciamo na figura demmerda.
  • No, sei tu che nun capisci, se nun facciamo la legge per picchia’ li froci, la figura demmerda la facciamo alle regggionali!

Alla fine, cosa ne esce? Ne esce che prima o poi una legge che istituisce una nuova caserma dei pompieri a Vigevano invece di chiamarsi “legge 433/2022″ si chiamera’” Legge per picchia’ li froci”.

Dopodiche’ qualcuno picchiera’ sul serio , verra’ arrestato, e buona fortuna per il suo avvocato a difenderlo citando l’esistenza di una caserma di pompieri.

Questa e’ la ragione per la quale i partiti che stuzzicano gli imbecilli durano poco: scissioni, disertori, abbandoni, cambi di casacca. Tutte le promesse e le illusioni che sono state comode in campagna elettorale poi NON verrannodimenticate.

Insomma, il partito ha promesso cazzate, pensando che dal giorno dopo l’elezione si potesse fare a meno di attuarle, o che sarebbero state dimenticate. Beh, non succede. 


E diventa ancora peggio per i partiti che vogliono rubarsi gli elettori. Ha poco senso per il PD cercare di rubare elettori a M5S: a meno che non voglia trovarsi a fare leggi contro le scie chimiche, o per colpire il Bildebberghe. E le sirene. Non dimentichiamo le sirene.

Perche’ qui siamo: se un partito fa elettori scatenando gli idioti, e un altro partito anziche’ tenersi gli intelligenti cerca di ciuffargli gli elettori, ne risultera’ inquinato.

L’elettore , dopo le elezioni, conta ancora perche’ serve al partito per tenere il consenso interno, cioe’ la coesione del partito stesso. Senza contare le elezioni intermedie, che richiedono una certa fedelta’.

Vedere, che so io, il PD che cerca i voti di M5S significa vedere un partito che prima o poi, per tenere gli elettori, sara’ costretto a rispondere a domande si QAnon e scie chimiche varie.


Ma se e’ cosi’ problematico, come mai si e’ consolidato molto il modello che cerca piu’ gliimbecilli che gli intelligenti? Le ragioni sono molte.

La prima e’ che la democrazia e’ giovane, e i partitihanno sempre dovuto avere a che fare con masse di idioti. In Italia, un esempio era il PCI. Nelle sezioni c’erano contadini semianalfabeti che facevano sembrare la lega come un partito di fiiorellin.

Quando si discutevano temi come aborto e divorzio, le citta’ devote al PCI si muovevano con disinvoltura, mentre le sedi di periferia erano piene di persone che ragionavano come nel medioevo. Anche le sedi in certe citta’ operaie, piene di migranti gutturali e bigotti, erano sedi nelle quali era difficile spiegare aborto e divorzio.

La disforia veniva risolta come si risolse per i referendum, cioe’  o lasciando  liberta’ di coscienza agli elettori, o lasciando una certa liberta’ alle sezioni, ma con la solita insistente egemonia culturale di alcuni “intellettuali”. 

Voglio dire che il PCI era un partito populista? Si, lo era. Nelle sezioni di paese lo era, e l’atmosfera era quella che potreste trovare a Pontida. Il PCI, pero’, era capace di tenerli silenziosi e di far prevalere “la posizione del politburo”, anche nei casi in cui il cafone di campagna non lo capiva.

Inoltre, li teneva impegnati con attivita’ piu’ o meno inutili, come la costruzione degli stand della Festa dell’ Unita’, o dibattiti unitili su film assurdi, e altre attivita’ “ricreative” che alla fine li tenevano fedeli e buoni.


Risultato: con l’arrivo degli anni ’80, per i giovani quelle sedi erano letteralmente invivibili. Forse in citta’ le piccole sedi del PCI o le SPIM erano anche attraenti, ma nelle piccole sezioni per una ragazza era quasi impossibile stare (se non altro per l’odore di sigarette e alito cattivo) e il maschilismo molesto (piu’ che tossico) faceva il resto: fu negli anni ’80 che avvenne il “disimpegno”. Questo fu principalmente il risultato di un partito che aveva assorbito idioti in quantita’ gigantesche.

Il partito si proponeva anche di emanciparli, o se preferite di “educarli”, col solito intento pedagogico, ma tutto quello che hanno ottenuto e’ che questi bifolchi hanno lasciato il PCI e sono entrati nella Lega all’inizio degli anni ’90. Non accettavano di essere “educati”: la Corazzata Potiemkin era una cagata pazzesca.

Del resto, la prima reazione di quel partito al “disimpegno” dei giovani della mia generazione, almeno in provincia,  fu di coprirci di insulti e boicottare qualsiasi attivita’ ricreativa alternativa. Chi apriva un Arcade si vedeva proibire di tutto con le scuse piu’ assurde, dagli orari di chiusura al divieto di tenere un distributore di bibite, e quando un bar passo’ di mano nel mio paesello di merda, diventando “paninoteca” e diventando sede naturale dei “panozzi”, inizio’ proprio di fronte al bar una serie di lavori stradali che sarebbero bastati a rifare le strade di New York. 

Eravamo accusati, dai cattolici delle ACLI, di essere al soldo di forze che volevano distruggere le virtu’ tradizionali (non mangiare in casa dalla mamma? Orrore!) e dal PCI di essere al soldo degli americani che ci volevano instupidire per non farci scendere in piazza a difendere  i compagni del Sarcazzistan citeriore, o di qualche popolo puzzone prima sconosciuto di cui non sarebbe fregato un cazzo a nessuno se non fosse diventato la priorita’ unica universale ed assoluta per motivi incomprensibili. La palestina e’ solo un esempio, ma e’ un buon esempio.

Questo era dovuto all’arroganza tipica della scimmia urlatrice delle sedi di provincia, sia cattoliche che comuniste. I “padri padroni” di campagna,  che erano abituati a fare una presa  tremenda sui giovani con una pedagogia “dall’alto”.   

Soltanto negli anni ’90 sia la sinistra che il mondo cattolico storico si accorsero di aver perso i giovani. Cercarono di rimediare : i cattolici organizzavano questi megaeventi che trasformavano il Papa in una rockstar, e i comunisti cercavano di fare musica, fino ai monsters of rock , ma ormai il danno era fatto. 

E non si e’ mai riparato.


Furono gli idioti in politica, cioe’, ad impedire che dalle province le donne e i giovani entrassero in massa nei partiti. Erano inguardabili e inascoltabili.

Le componenti giovani dei partiti di oggi, cioe’, sono passate quasi sempre dalle sedi di citta’.Idem per le donne, tranne per certi casi nei soliti paradisi rossi, ma risalgono quasi sempre agli anni ’90 primi duemila. 

Questo e’ un altro svantaggio degli idioti in politica: spengono il ricambio, e piano piano i partiti non sanno piu’ chi proporre al paese. O propongono personaggi nati nelle sedi di citta’ (Veltroni, D’Alema, etc) che magari dopo sono anche andati in provincia ma alla fine non attecchiscono piu’, oppure cercano giovani come la Schlein, che se provo a collocare dentro una sede del PCI degli anni ’80, in provincia, la vedo presa a schiaffoni e insulti da mane a sera.

Detto questo, potrei tranquillamente spiegare sia la crisi del PD che quella del “centro” , non tanto col fatto che hanno catturati gli imbecili oggi,  ma col fatto che li catturavano in passato.

Che mi crediate o meno, ci fu un periodo nel quale le sedi provinciali del PCI e delle ACLI sembravano quello che oggi vi aspettereste da una sede della Lega, o di M5S.


Una menzione speciale va fatta per le dinamiche dell’estrema destra. Perche’ si trattava, almeno sino al 1994, di un partito-paria. In quanto partito-paria, era frequentato da gente che era gia’ considerata la feccia, e se ne infischiava allegramente.

Il loro movimento giovanile, FdG, era stranamente moderno se consideriamo la cosa in termini di interesse giovanile. Sia perche’ erano molto identitari, sia perche’ si concentravano su sport e musica, e stranamente parlavano anche di arte. (ok, futurismo qui e futurismo la’). 

Potevano fare diverse cose che erano inascoltabili, per una semplice ragione:

  • erano un partitello da 5%, perche’ preoccuparsi se insegnano Irving ai giovani?
  • sono quattro gatti, perche’ preoccuparsi delle sedi di FdG?

Il risultato e’ che i giovani che andavano li’ erano motivati, resilienti al disprezzo sociale, si sentivano liberi (dentro la sede) di dire le piu’ assurde cretinate (tra Evola e Freda c’era da sbizzarrirsi) e di ballare (per misteriosi motivi, essendo un genere nato in Giamaica e sdoganato in UK) la musica SKA. 

Se usciamo da giovani e donne, scopriamo che non ne avevano molte ma le avevano anche in provincia, e anche nelle sedi “naturali” per gli adulti, erano cio’ che si aspettavano.

Voglio dire che se entravate in una sede del PCI in provincia, avreste voluto vedere un partito progressista, inclusivo, aperto e moderno. Invece trovavate la Lega. 

Se entravate in un circolo “culturale”  cattolico , magari cercavate un cattolicesimo colto, e invece avreste trovato pile di vecchi bigotti e un livello di ignoranza quasi subumano.

Se entravate in una sede di FdG, o di MSI, trovavate esattamente quello che vi promettevano: fascismo, fascismo del terzo millennio. Fascismo antico e fascismo moderno, fascismo giovanile e fascismo senile. Promessa mantenuta. Nessuna delusione.

Sinche’ era un partito da 5%, questo non veniva notato: era un partito di idioti, che non si curava di esserlo, i cui leader dicevano quello che diceva anche la base, tanto chissenefrega sono fascisti e sono quattro gatti.


Questa e’ la prima volta che la Meloni si trova nella situazione di essere un decisore forte, ovvero la leader della destra e del governo italiano. La pila di idioti che si e’ portata dietro non e’ cambiata di molto rispetto ai tempi di FdG. 

La differenza e’ che a differenza delle altre pile di idioti , i vertici non hanno mai mostrato schifo o derisione per loro, non essendo giudicati con la stessa severita’: la Meloni conta su una base di idioti che non ha mai tradito. Mentre il PCI, nelle sue multiple trasformazioni, ha rinnegato la sua base (i poveri sono ignoranti) e l’ha lasciata alla Lega prima e a M5S dopo, mentre il mondo cattolico nelle sue giravolte ha lasciato la sua base ai forzitalioti che sembravano piu’ moderni per via di Silvio Berlusconi, nel caso della Meloni la base di idioti e’ storica, e non c’e’ “un’altra componente del partito” che possa schifarli. Lo fece Fini, e sappiamo come e’ andata.

Quello che occorre vedere e’ in che modo potra’ gestirli, dal momento che chiederanno cose praticamente impossibili. 

Ma anche per la Meloni, il momento di dire di no ai suoi idioti si avvicina. 

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