Sulle App per il ciclo, e le donne americane che finiscono in galera.

Sulle App per il ciclo, e le donne americane che finiscono in galera.

Credo si stia parlando poco del fatto che negli USA lo stato potrebbe chiedere ai provider di app per il cellulare di fornire loro i dati sul ciclo mestruale delle donne. Lo scopo e’ di scoprire se ci sono delle pause che assomigliano ad un aborto -magari ottenuto in uno stato che lo permette- onde sbatterle in carcere se vivono negli stati che vietano l’aborto.

Per capire cosa stia succedendo negli USA, occorre prima capire BENE cosa sia successo riguardo alla sentenza che ha tolto allo stato centrale il diritto di togliere agli stati locali il diritto di decidere sull’aborto.

La cosa e’ complicata, e potete trovare un’ottima spiegazione qui:

In breve, come in tutte le costituzioni, i diritti sono enumerati sino ad un certo punto, dal momento che alla fine dei conti il vostro diritto (o meno) di indossare una maglietta verde NON e’ citato nella costituzione, ma il diritto ad esprimervi lo e’. Quindi, in caso di contesa, si decidera’ se il vostro diritto alla maglietta verde ricada sotto il diritto ad esprimervi liberamente.

Negli USA si aggiunge un layer aggiuntivo, perche’ si deve stabilire se il governo centrale possa o meno dare agli stati il compito di decidere.

Sinora negli USA l’aborto non era protetto come tale, ma ricadeva sotto il diritto alla sfera privata. Ovvero, nel tuo spazio privato lo stato non si puo’ intromettere.

Sia chiaro: la regola NON dice che puoi fare cio’ che vuoi. Dice che lo stato non si puo’ intromettere. Sono due cose diverse, perche’ nel caso della sfera privata fare cio’ c he vuoi e’ facile (oggi mangio quel che voglio) , mentre l’intervento dello stato e’ costoso e complicato.

Sinora, cioe’, si era deciso che l’aborto rientrasse nella sfera privata, e quindi si e’ deciso che lo stato NON potesse intervenire.

Quindi, ed e’ la parte rilevante del post, che si collega con le App, adesso lo stato puo’ intervenire, e il “come” ed il “quanto” lo decidono i singoli stati. Insomma, i singoli stati ora sono autorizzati ad intervenire in questa decisione (abortire o meno), nel modo che ritengono opportuno.

Potrebbero fare una multa senza conseguenze penali, aiutare le persone che abortiscono, RENDERE OBBLIGATORIO l’aborto, eccetera: la sentenza dice che lo stato puo’ intervenire, ma non dice COME.

Dire che lo stato ha il diritto di intervenire sul tema aborto NON significa dire che lo deve vietare o permettere, ma lascia aperto anche il caso in cui potrebbe renderlo obbligatorio, per dire. Oppure obbligatorio in qualche caso, tipo “abortisci i figli di coppie miste”, “abortisci i gemelli”, ed altro.

Ovviamente non succedera’… ma in teoria ora e’ possibile perche’ lo stato ha il diritto di occuparsene, e la completa liberta’ nello scegliere come , quando e quanto.


Andiamo alle app in questione. Una volta stabilito che lo stato possa intervenire in materia di gravidanza il problema e’ che alcuni stati che vietano l’aborto sono confinanti con stati che lo consentono. E quindi ci sara’ una specie di turismo abortivo, di ragazze che vanno ad abortire negli stati permissivi.

Il problema di tutto questo e’ che gli stati non permissivi non accettano l’idea che una cosa che per loro e’ un reato possa andare bene se condotto altrove. Perche’? Perche’ la gravidanza avviene DENTRO la donna, e se la donna torna indietro con la gravidanza interrotta, lo stato ha ancora il potere di intervenire. Il problema non era “aborto” , ma “diritto dello stato ad occuparsi della tua gravidanza”: quindi anche se l’aborto e’ avvenuto in un altro stato, la tua gravidanza e’ ancora un problema, quando torni a casa e scopro che e’ stata interrotta.

Quindi, gli stati intendono perseguitare le donne locali che vanno ad interrompere la loro gravidanza altrove. Ma come facciamo a sapere che e’ successo? Queste cliniche sono specializzate nell’offrire privacy, e se provate a procurarvi un loro registro rischiate , a volte , di dover entrare in un vault protetto da sorveglianza armata, che spara prima di fare domande.

Dunque?

Supponiamo che nello stato accanto l’aborto sia legale entro i primi tre mesi. E supponiamo che le donne usino una app per tenere traccia del ciclo. Una volta avuti i dati, le prime sospettate sono quelle che hanno visto il ciclo fermarsi per un tempo compatibile con l’aborto, se per esempio prima erano regolari. Si tratta di fare “outlier detection” sullo storico dei dati.

E’ fattibile? Considerando come logpoint un singolo ciclo registrato, e tre mesi di tempo, anche supponendo che le donne abortiscano sempre il piu’ tardi possibile, con tre logpoint secondo me avrete un sacco di falsi positivi.

Soltanto nel caso di donne estremamente regolari potreste dire che la perdita di un ciclo o due corrispondono ad una gravidanza, ed e’ assai irregolare il ritorno alla normalita’ dopo l’aborto. Mi sembra un medodo matematicamente debole.


Ma andiamo al succo: supponiamo pure che funzioni, in qualche modo. Cioe’ supponiamo che queste si misurino anche il metabolismo basale e altre cose, perche’ la app e’ fantastica. O in qualche altro modo.

Cosa ci insegna sulle app?

Sinora, quando ci siamo lamentati (o meglio, quando quelli come me si sono lamentati) dei troppi dati raccolti, e della facilita’ con la quale si profilano le persone, l’esempio era sempre quello di paesi come l’ Arabia Saudita o l’Iran. E la risposta era: “va be’, ma qui da noi e’ difficile che arriviamo sino a quel punto”.

Ed e’ vero che negli USA non c’e’ la Sharia, ma il problema e’ che siamo arrivati , per la prima volta, al merdone nel quale le donne rischiano moltissimo (anche il carcere, in alcuni casi) se vengono scoperte ad abortire, o ad avere abortito: non dimentichiamo che il telefono tiene traccia della vostra posizione, quindi un viaggio in uno stato che consente l’aborto potrebbe anche venire tracciato.

Per arrivare ad una situazione di abuso brutale NON serve diventare un paese come la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita o l’ IRAN. Basta uno stato che decida di aver diritto di occuparsi della vostra sfera privata. E puo’ succedere anche a stati occidentali. E’ appena successo.


Questo “incidente”e’ il primo nella storia occidentale, ma non sara’ l’unico. E sbaglia chi pensa che la cosa si limitera’ agli USA, cosi’ come sinora ha sbagliato chi si illudeva che questo genere di cose potessero succedere solo in CINA o in IRAN.

In EU, per esempio, intravedo tutta una serie di “incidenti” che seguiranno, anche se non relativi all’aborto.

Ci sono cioe’ settori nei quali gli stati europei si sono GIA’ garantiti il diritto di intervenire. Quindi posso immaginare diversi casi nei quali presto, e proprio in Europa, incidenti simili possono succedere.

Andiamo a vedere in quali aree:

  • area fiscale. Sinora lo stato fatica a sapere quanto guadagna davvero una persona, mentre i social network hanno profilato economicamente tutti gli utenti. Per questo non vi offrono cose che non potreste comprare, almeno a rate. E’ molto facile pensare a governi che richiedano copia di tutte le profilazioni economiche fatte da social networks.
  • fedelta’ coniugale. Lo stato se ne occupa nei casi di divorzio, ove un tribunale e’ chiamato a decidere se un ex-coniuge sia in “colpa”, e quindi debba pagare alimenti all’altro. Il guaio e’ che ci sono le app di dating, e la profilazione psicologica che ne segue. Prima o poi, un tribunale ordinera’ di acquisire questi dati per un processo di divorzio.
  • Il Buon Costume. Che la cosa sia assurda o meno, la legge italiana (di meno quella tedesca, ma lo fa anche qui) si occupa dei costumi.Significa che, a meno che il vostro canale di OnlyFans non richieda credenziali ATTE a tenere fuori i minori, potreste essere accusati/e di atti osceni.  Idem se vi iscrivete ad un sito per scambisti e mettete le vostre fotografie, se il sito non richiede sufficienti evidenze che gli spettatori sono maggiorenni, per dire. (no, il disclaimer non basta).
  • la morale dei dipendenti pubblici. Per qualche strano motivo, i dipendenti pubblici non possono dare atto a comportamenti che siano disdicevoli per l’istituzione ove lavorano. Maestre licenziate per foto sexy, infermiere licenziate perche’ vanno a Cap d’Adge, eccetera. Prima o poi, qualche governo chiedera’ i dati ai social network, per tutti i dipendenti pubblici.

E’ solo questione di tempo, cosi’ come era solo questione di tempo che in USA si arrivasse a chiedere i dati delle app sulle mestruazioni: sapete benissimo che quando chiedete il visto per gli USA dovete fornire i vostri account social, per esempio: era gia’ nell’ aria.

Tutti questi incidenti non succederanno in CIna, o in Russia, o in altri posti poco democratici.

Cosi’ come e’ bastata una sentenza e in USA lo stato puo’ entrare nel merito delle gravidanze , in molti paesi europei non serve neppure la sentenza.

La lezione che dobbiamo imparare da questo incidente americano e’ che puo’ succedere, e puo’ succedere anche a noi, qui.  Seconda lezione: quando te ne accorgi e’ troppo tardi, perche’ hai gia’ fornito i tuoi dati.

Se quindi non si voleva l’incidente sulle app che misurano il ciclo delle donne, occorreva vietare PRIMA di tenere in cloud i dati, e lasciarli sul telefono.

Ora e’ troppo tardi. E tutte quelle cattive pratiche che abbiamo tollerato, sono tanti “ora e’ tardi”.

Commenti

  1. Falconiere

    Nessun antiabortista pensa che l’aborto volontario sia un crimine della donna, ma di chi effettua l’aborto fisicamente. La donna, di solito, è vista come vittima secondaria.

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