KKR e TIM

KKR e TIM

Detesto dire che lo avevo detto. Ma alla fine, (e mi riferisco agli scettici consumeristi come Quintarelli), quello che avevo predetto e’ successo. L’infrastruttura di rete italiana di TIM, la struttura forse piu’ strategica del nuovo millennio, viene venduta. Ma non ad un’altra azienda telco: ad un fondo esclusivamente finanziario.

Congratulazioni. Congratulazioni perche’ non era difficile da prevedere. Le aziende che hanno dato in outsourcing le reti sono molte:

https://www.telefonica.de/news/press-releases-telefonica-germany/2020/06/passive-infrastructure-telefonica-deutschland-sells-mobile-sites-to-telxius-for-1-5-billion-euros.html

https://www.reuters.com/markets/deals/telefonica-sells-controlling-stake-peruvian-fibre-optic-network-kkr-2023-07-07/

https://telecoms.com/516612/telefonica-sells-e1-billion-stake-in-spanish-fibre-ops/

https://totaltele.com/vodafone-pockets-half-a-billion-euros-from-vantage-towers-sale/

e potrei andare avanti.

Non era quindi una previsione: era un trend, cui era facile notare l’ingresso di TIM. Niente di difficile da prevedere.

Cosi’ come non e’ difficile prevedere cosa succedera’ alla rete. KKR , per massimizzare il valore dato agli azionisti, non investira’ piu’, e si limitera’ a mungere l’infrastruttura che c’e’, sinche’ puo’. Quando sara’ troppo vecchia, semplicemente la fara’ a pezzi e la vendera’ a enti ancora piu’ piccoli, oppure piangera’ miseria allo stato e investira’ soldi altrui.

I clienti vedranno il servizio peggiorare, di certo non migliorare.


Qual’e’ il problema? Il problema e’ che le telco lavorano per i GAFAM. Quando la telco porta la fibra in una zona, il prezzo rimane basso perche’ e’ quello che devono fare i prezzi degli abbonamenti. Il mondo ormai e’ abituato ad avere di piu’ pagando di meno, quando si parla di IT.

In questo modo, le telco investono per tenersi le briciole, cioe’ un semplice abbonamento. I GAFAM poi ci fanno i soldi, perche’ se ci mettete l’abbonamento a netflix, la pubblicita’ che ricevete e la raccolta dati, capite subito che per ogni 25 euro al mese di abbonamento i GAFAM ci fanno su 100/200$.

Le telco investono, altri guadagnano.

Questo trasforma la rete, sul piano finanziario, in una patata bollente. Anche perche’ la rete fissa e’ fatta, finanziariamente, di costi opex, cioe’ di spese fisse, che agli investitori non piace leggere sui bilanci.

La soluzione sarebbe di buttare alle ortiche la Net Neutrality, legge che fu approvata per avvantaggiare i GAFAM, e fu spinta da una massiccia campagna dei lobbysti dei GAFAM,  e consentire alle telco di far pagare il traffico ai GAFAM stessi.

Quando dico questo , arrivano i quintarelloidi con argomenti che sono cosi’ stupidi da risultare incomprensibili.

  • Il prezzo delle connessioni domestiche e’ quello giusto perche’ lo dice una delibera del consiglio comunale di Casalecchio di Reno. Ah, no, scusate, e’ AGCOM. Che , su un mercato globale, ha esattamente lo stesso valore del consiglio comunale di Casalecchio di Reno.
  • Le telco di altre nazioni con quel prezzo ci campano. Prova ne sia che Proximus, in Belgio, che non ha zone di montagna e ha una densita’ di popolazione altissima, ce la fa. Argomento che dimentica la fisica e la geometria, ma se lo dice il consiglio comunale di Casalecchio di Reno, scusate la AGCOM, allora va bene.
  • Si mettono nel novero delle telco che funzionano anche con prezzi bassi delle aziende che sono possedute dallo stato o ricevono copiosi aiuti , in molte forme occulte , dallo stato stesso, come in Francia e Germania.
  • Una completa mancanza di comprensione di un problema globale che coinvolge attori globali. Si tirano in ballo enti irrilevanti come la AGCOM o qualche autorita’ europea, senza invece osservare il mercato globale, che a quanto pare e’ poco interessante per loro. Contano le delibere.

Quando dissi: “guardate che i fatti materiali mostrano reti che stanno diventando delle patate bollenti da sbolognare”, i quintarelliani mi ridevano in faccia. Figurati se lo stato svendera’ ai privati stranieri una cosa cosi’ strateggggggica come la rete TIM.

Bene. E’ appena successo. E con buona pace di Vivendi, che pure tanto italiano non e’.

Il problema e’ semplice: money talks. Si puo’ parlare di authority e di AGCOM e di tutte le sigle e di tutti i garanti che volete, ma alla fine, i fatti dell’economia vincono. Il resto e’ fuffa da politicanti.

Il mondo telco, in tutto il mondo, e’ in sofferenza. Non sara’ una tabella a dirmi che le cose vanno bene. Ci lavoro da piu’ di un decennio, ormai. Ed e’ in sofferenza perche’ le regole della “net neutrality”, sponsorizzate dal mondo GAFAM per imbrigliare le telco stesse, stanno vietando alle telco di pretendere una remunerazione da chi fa la maggior parte dei soldi usando le loro infrastrutture.

Oh, certo. Vi siete bevuti la net neutrality esattamente come volevano i Gafam. Una questione di democrazia che avrebbe sconfitto i malvagi monopolisti. Come e’ finita si e’ visto.

Non ci sono monopolisti, in rete. Lo vedono tutto. Ewwiwa!


Adesso, cosa succedera’?

Possono succedere due cose. La prima e’ che i fondi che stanno comprando aziende telco , come KKR, lo stiano facendo per rivenderle a qualche operatore americano. In questo modo, presto ci troveremo le telco americane qui, e ve le auguro tutte, perche’ il rapporto tra costi e banda negli USA e’ semplicemente patetico, non appena uscite dal vicinato giusto (neanche dalla citta’, parlo del quartiere).

La seconda chance e’ che, dopo anni a mungere gli utenti investendo il minimo, KKR decida andare per la soluzione spezzatino, o chiedere soldi allo stato per aggiornare l’infrastruttura. Nel primo caso, la rete verra’ venduta a pezzi, direi ad aziende locali come le municipalizzate, oppure ad un bel paniere di stranieri (direi europei) che vogliono questo o quel pezzo. Per il sud italia, non e’ una bella notizia.


Pero’ non vi preoccupate.

L’ AGCOM vigila su di voi, e anche il Consiglio Comunale di Casalecchio di Reno.

Le due piu’ grandi potenze mondiali sono con voi.

Mica come “il mercato globale”.

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