I chip, e del perche’ mancano.

I chip, e del perche' mancano.
I chip, e del perche' mancano.

Si continua a parlare della mancanza di chip, senza che nessuno si chieda per quale motivo stiano mancando, e sarebbe ora di cominciare a chiederci , e di PUNIRE, chi ha preso le decisioni sbagliate in passato.

Per prima cosa, la prima ragione della scarsita’ e’ che i cosiddetti “supply chain manager” sono i soliti “ombrelli per i giorni di sole”. Quando le vendite oscillano del 2/3% all’anno, sono bravissimi a gestire una supply chain. Appena, con il covid, si sono trovati a fare i supply chain manager perche’ le vendite in certi settori oscillavano anche del 20/25%, si e’ visto cosa sono. Bottiglie vuote. Incompetenti ciarlatani che si sono spacciati per manager, quando non saprebbero gestire nemmeno un picnic.

Un’altra medaglia al valore va a coloro che si bevono qualsiasi stronzata propagandistica esca dal buco del culo della propaganda cinese.

Il virus in Cina? Sconfitto! Li’ si che sanno fare un lockdown! Quello si’ che e’ un governo serio! Hanno gridato in coro tutti i COGLIONI che volevano credere al solito “In URSS tutto e’ meglio” , solo che invece dell’ URSS hanno la Cina.

Invece la situazione in Cina e’ catastrofica, ondate di virus arrivano a devastare le zone piu’ popolate, al punto che improvvisamente si devono chiudere fabbriche per uno, due mesi di fila. Il risultato e’ che la produzione e’ crollata. Si puo’ spegnere una fabbrica laddove produce ceci cotti, e basta raddoppiare i turni per produrne il doppio e recuperare. Ma una factory di silicio non la chiudete cosi’ facilmente.

Ma occorre anche uno sguardo storico. Perche’ quando , come si fa ora, si vuole riportare la produzione in Europa e USA, si scopre che non e’ per niente facile, ed e’ un processo lento e complicato.

  • nonostante il ritorno economico sia lampante, si fatica a trovare finanziatori, al punto che deve intervenire la UE, cioe’ una specie di governo. Coi soldi dei contribuenti, of course.
  • si fatica a trovare gente che vada a lavorare, nonostante il margine di contribuzione nel mondo dei chip consentirebbe di pagare MOLTO i lavoratori delle nuove factory.

Qual’e’ il problema?

Il problema e’ che nel disegnare le policy di investimenti , in passato, si sono fatte delle scelte MIRATE. Solo che erano mirate male. I paradigmi di queste scelte erano:

  1. mai un giovane deve guadagnare piu’ di un vecchio.
  2. mai un settore innovativo deve guadagnare piu’ di uno tradizionale.
  3. mai la conoscenza di nuove materie e discipline deve valere piu’ del sapere passato.

se andiamo nella borsa italiana, per esempio, ma vale anche per il DAX o il CAC, scopriamo una cosa impressionante. Le aziende piu’ quotate sono aziende vecchie, che fanno cose vecchie, con metodi vecchi.  

Agroalimentare. Tessile. Plastica. Moda. Automobili. Edilizia.

Per carita’ non nego che queste cose siano importanti. Se sono cosi’ antiche, un motivo ci sara’.

Ma non troviamo altrettante aziende legate al sapere “moderno”, e se le troviamo sono poche. Casi rari. Quasi visionari. E troppo, troppo, troppo poche.

Perche’? Perche’ se lavorate in un’azienda “tradizionale” e siete bravi, il picco di reddito avviene attorno ai 40/50 anni, ma piu’ verso i 50. Avete il pane quando non avete i denti, e viceversa.

Se lavorate in una factory di silicio e siete bravi, il picco di reddito vi arriva gia’ attorno ai 30. Avete il pane E avete i denti.

Questo contrasta, pero’, col primo paradigma della societa’ fascista: mai un giovane deve guadagnare piu’ di un vecchio.

Il risultato e’ che tutti i settori ove i giovani guadagnavano piu’ dei vecchi sono stati esternalizzati in Cina. E badate bene, che un disegnatore di SoC in Cina non guadagna poco. La storia che li’ non li paghi e’ una stronzata, quando si parla di Chip. La Cina ha creato un ceto medio, con questa roba.

Ad osservare le cose dal punto di vista economico, sarebbe stato meglio far fare in Cina le cose di basso valore aggiunto, ove i bassi redditi pesano molto, e tenere qui le produzioni ad ALTO valore aggiunto. Questo dice la teoria economica. Ma si e’ agito esattamente al contrario.

Quando si agisce al contrario di quanto l’interesse economico materiale suggerisce, si puo’ essere certi che la decisione e’ stata presa usando un’ideologia politica, oppure un’ideologia religiosa. O il miscuglio delle due cose, che si chiama ideologia fascista.

A chi prende le decisioni, costruire fabbriche di silicio non piace. Si creerebbe una generazione di giovani che studiano elettronica, guadagnano per questo nuovo campo della tecnologia, e guadagnano di piu’ (se sono bravi) di molti vecchi nei settori tradizionali.

E questo, all’ideologia fascista non piace.

E’ ora di ammettere che le delocalizzazioni in Cina  non hanno seguito un mero interesse economico, ma un interesse politico ed ideologico, di quelli che non possono accettare una societa’ ove i giovani possono guadagnare piu’ dei vecchi.

Questo e’ il punto.

Solo all’idea che un’azienda tradizionale (moda, o automobile, o agroalimentare) possa delocalizzare la produzione in Cina, fa strappare i capelli ai politici e all’opinione pubblica. Una fabbrica di macchine automatiche delocalizza? Evabbe’, lo sappiamo, le cose vanno cosi’.

Non era assolutamente nell’interesse economico delocalizzare aziende ad alto valore aggiunto. E , cosa incredibile, non ci hanno guadagnato nemmeno quelli che lo hanno fatto: gli unici ad aver guadagnato molto nelle delocalizzazioni sono quelli che producevano cose tipiche dei settori tradizionali.

Ma se andiamo a vedere chi produce roba “nuova”, tecnologie “nuove”, scopriamo che solo le poche aziende che hanno tenuto la produzione in occidente ci hanno davvero guadagnato, con pochissime eccezioni in alcuni settori di nicchia.


Allora, per capire come mai sia cosi’ difficile oggi portare industrie moderne in Europa, bisogna capire quale sia stata l’ideologia che ha dominato il periodo delle delocalizzazioni in Cina:

  1. mai un giovane deve guadagnare piu’ di un vecchio.
  2. mai un settore innovativo deve guadagnare piu’ di uno tradizionale.
  3. mai la conoscenza di nuove materie e discipline deve valere piu’ del sapere passato.

Questo e’ il punto che sta frenando l’operazione. Nonostante in Europa esistano produttori di chip (Infineon, Siemens, Philips Semiconductors, STM ed altri), l’azienda in prima fila nella corsa al silicio europeo con fondi europei e’, ovviamente…. Intel. La quale, in caso di crisi, rivolgerebbe tutta la produzione al mercato americano.

Perche’ dei giganti come quelli che ho menzionato non intendono investire? Per una ragione semplice: creare una grossa industria del silicio in Europa significa creare un settore nel quale un giovane puo’ guadagnare piu’ di un vecchio.

Inoltre, saper disegnare silicio diventerebbe piu’importante di partecipare a Masterchef per fare le lasagne con la sborra di lumaca, secondo la tradizione millenaria di manzoniana memoria.

E come se non bastasse, un settore innovativo farebbe girare soldi, big money.

E siccome le aziend europee sono prone all’ideologia dominante in Europa, il risultato e’ che ad incassare decine di miliardi c’e’ una sola azienda disponibile: una americana.


Ultimamente molti hanno messo su una specie di metal detector, che svela il complottismo. Quindi vorrei chiarire una cosa: non sto parlando di complotti.

Se tutti nella Germania nazista si comportavano da nazisti non era “un complotto”, era semplicemente un’ideologia dominante. Se in alcune zone molti sono antisemiti non e’ un complotto: e’ un’ideologia dominante nella zona.

Non serve necessariamente un complotto contro il maiale per spiegare che milioni di musulmani non mangiano maiale: basta osservare che c’e’ un’ideologia dominante contro la carne di maiale.

Allo stesso modo, non sto affermando che ci sia un complotto dei poteri forti contro i giovani: sto affermando che esista un’ideologia dominante contro di loro.

Ed e’ il fatto che sia dominante, che impedisce di vederla “da dentro”. Se voi foste cresciuti a Gedda non notereste che esiste una ideologia del rifiuto della carne di maiale. Innanzitutto non ne sentireste la mancanza, oppure trovereste cosi’ naturale di non mangiarla (non la trovereste in nessun negozio) che alla fine non perdereste nemmeno il tempo che serve a dire “non va mangiato il maiale”: non lo trovate nemmeno in vendita, non lo mangia nessuno attorno a voi, perche’ diavolo dovreste nominare quel divieto?

Le ideologie dominanti diventano invisibili nella zona in cui dominano.

Se osservate l’Islam da dentro, non trovate traccia ne’ del disprezzo verso la donna,ne’ del divieto di mangiare maiale nel discorso pubblico. Quella e’ l’ideologia dominante, non c’e’ bisogno di ripeterlo ogni dieci minuti, e’ considerato naturale, basta comportarsi in maniera consistente.

Al contrario, si tratta di cose che si vedono bene da fuori, se siete occidentali o venite da una cultura diversa. O se non vi siete mai bevuti le cazzate dominanti.

L’ideologia dominante , ove di piu’ e ove di meno, in Europa, si chiama “gerontocrazia”. Essa ha molte accezioni.

Per esempio, mentre in Germania si tollera che i giovani abbiano un poco  di potere e una quantita’ dignitosa di soldi, stato dal quale dovranno poi sudare sino ai 50 per avere VERO potere e GRANDI soldi, in Italia l’idea di gerontocrazia dice che comunque i giovani non debbano avere NESSUN potere. La diffidenza e’ estrema.

Allo stesso modo, non battiamo ciglio se si dice che un sedicenne “non sia abbastanza maturo per votare”, mentre si accetta serenamente che un rincoglionito senile di 80 anni possa farlo. Si dice che occorrano almeno 50 anni per essere presidenti della repubblica, e nessuno si chiede quale base fisiologica e/o neurologica abbia questo limite. Occorrono 18 anni per guidare un’auto, 17 per un elicottero: ma il bisogno di limiti di eta’ e’ cosi’ alto che non ci facciamo neppure delle domande sulla loro coerenza.

La gerontocrazia e’ cosi’ dominante che la consideriamo “naturale”.


Stabilita quale ideologia sia egemone in Europa, dobbiamo ora chiederci come si concilia con un’economia che consente a persone davvero giovani (e solo a loro) di arricchire. La Ferragni non da’ fastidio perche’ si e’ arricchita sui social, da’ fastidio perche’ da giovane guadagnava piu’ dei vecchi, che pero’ non potrebbero farlo perche’ , appunto, per una persona oltre i 45 diventare un “influencer” e’ praticamente impossibile, a meno di casi rarissimi, di nicchia.

I chip sono fatti di un sapere inaccessibile per i vecchi, ma molto accessibile per i giovani. Questo, in una nazione gerontocrate, non puo’ essere accettato, ed e’ per questo che l’industria del chip, quando esisteva, e’ stata tra le prime ad essere mandate lontano.

Il caso dell’industria dei chip , poi, per i gerontocrati e’ ancora piu’ insopportabile. Perche’ se costruite una factory di silicio, avete bisogno di MOLTI giovani , che dovrete pagare bene. Non e’ piu’ la Ferragni o un influencer ogni milione, ad arricchire. E’ una massa che entra nel ceto medio.

E’ una massa che magari avra’ anche meno soldi del riccone sessantenne, ma essendo giovane ha energie ed entusiasmo per goderseli. Berlusconi che si incula una modella non ne godra’ mai quanto un ragazzino di 14 anni che tocca le tette alla sua prima fidanzata. E’ una questione di eta’: il corpo e’ quello che e’.

Potete dire addio a qualsiasi tipo di industria che paghi molto , molti giovani, e specialmente quelli che conoscono le scienze piu’ nuove. Un gerontocrate NON PUO’ sopportare questo. Nessuno di loro.

Perche’ si esca dalla dipendenza da chip occorre una cosa: accettare che molti giovani avranno posti di lavoro molto ben pagati.

E questo, per i gerontocrati, non va per nulla bene.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *