Uber e altre amenita’

Dopo aver stimolato i lettori con la questione del lavoro/vita, ovvero della permeabilita’ del confine tra lavoro e vita privata , salta fuori puntuale la questione Uber. Uber e’ un servizio di taxi organizzato meglio dei taxi normali, e come tale pone il classico problema che pone Amazon ai librai: “andiamo dal governo a piagnucolare perche’ fermi il progresso con qualche legge che sa di rosolio, giovinezza ed abbecedario.” Il problema e’ che, come con Amazon, il sistema non funziona coi tassisti.

Ha funzionato sinora, ma non funzionera’ piu’ in futuro.

La prima domanda che viene da fare e’ “hanno fermato Amazon, i librai e gli editori?”. Diciamo che si sono sbracciati per attirare l’attenzione del governo, hanno ottenuto leggi aberranti sul prezzo di copertina, ma non sono riusciti a farci niente di niente. Amazon cresce, insieme all’ e-commerce nel complesso, e non c’e’ modo di fermarla.

Amazon ha aspettato anni prima di sbarcare in Italia, e quando si discuteva di queste leggi sul prezzo di copertina non era ancora sbarcata: vendeva libri italiani dall’estero, il che e’ perfettamente legale.  Perche’ Amazon e’ riuscita ad arrivare? Perche’ essenzialmente in Italia non vende, ha solo la distribuzione, ovvero un magazzino e i dipendenti che ci lavorano fanno magazzino.

Ma ha fatto anche una cosa molto furba: per distribuire si e’ accordata con SDA, la quale avendo una certa “forza politica” non si espone molto alle vendette istituzionali. Mettere i bastoni tra le ruote ad SDA non e’ facilissimo. In pratica Amazon ha semplicemente deciso di giocare un gioco sporco : anziche’ rischiare che la finanza ed i carabinieri si mettessero a controllare ogni fattura ed a fermare ogni corriere che trasportasse merci di Amazon, si sono cercati un corriere che per ragioni facilmente intuibili non si presta a metodi simili.

In definitiva, la solita scelta romana: se dai da mangiare a quelli giusti, tutto quel che fai e’ legale.

Adesso arriva Uber, e si scopre che come azienda non puo’ fare quello che fa. I dipendenti di Uber sono seguiti e molestati (ma in questi casi la legge non si applica , come al solito) e la finanza segue le loro auto (avvisata dai solerti tassisti ) per ritirare loro le licenze.

E’ abbastanza chiaro quale sia il prolbema di Uber: assume. Se si limitasse a fare broadcasting delle richieste dei clienti e si fosse strutturata diversamente come ragione sociale, magari una bella coop rossa, sarebbe praticamente impossibile un trattamento del genere. Il problema di Uber e’ che ha voluto fare da sola, dimenticando la lezione di Amazon: assumi SDA per le consegne, e puoi anche vendere bombe atomiche su internet: in Italia e’ legale. E se non lo e’, lo sara’.

Andiamo su scala piu’ generale: ci sono due domande che ho da fare.

  • Perche’ i tassisti non hanno niente come il sistema IT di Uber?
  • Per quanto tempo il sistema attuale dei tassisti potra’ durare?

La risposta alla prima domanda e’ semplice: in Germania per esempio esiste MyTaxi, www.mytaxi.com che funziona piuttosto bene, e altrove ne esistono altri. Perche’ non in Italia? E’ ora di dire la verita’, ovvero che esistono i “cavallini”, cioe’ moltissimi tassisti si prestano a trasportare pacchetti avanti e indietro per la citta’, si prestano volentieri a portare prostitute dai clienti et viceversa, e altre attivita’ illecite, per le quali NON hanno piacere di essere connessi con dispositivi che consentano eventualmente di conoscerne la posizione , in tempo reale, nello spazio.

Inoltre, un intermediario che si occupi ANCHE di registrare OGNI corsa ed OGNI pagamento si troverebbe ad evitare molta dell’evasione fiscale , visto che un taxi per essere economicamente sensato , licenza compresa da ammortizzare in 20 anni, deve incassare almeno 400.000 euro all’anno(1) ma in media ne dichiarano molti di meno.

Quindi partiamo da una assunzione: i tassisti NON vogliono sistemi informatizzati capaci di registrare ogni corsa e la loro posizione, per via delle loro frequenti attivita’ illecite (trasporto di droga e prostitute) e della loro evasione fiscale.

Su questo niente di cui stupirsi. Il secondo problema e’ “per quanto potra’ durare?”. Questo e’ il punto.

Quando esiste una soluzione mobile/internet che attacca un monopolio in genere succede circa questo:

  1. Il monopolio si muove per mettere fuori legge il concorrente che si trova su internet.
  2. Il concorrente che si trova su internet continua ad esistere, e ne nascono molti cloni.
  3. I cloni crescono esponenzialmente perche’ l’impossibilita’ di ricevere legalmente soldi dal servizio li spinge ad usare la pubblicita’ come introito secondario e ad offrire il servizio in se’ gratuitamente.
  4. I prezzi artificialmente alti imposti dal monopolio aiutano l’ecosistema a crescere.
  5. Ad un certo punto, le applicazioni escono perfezionate dal processo di selezione, e  ormai diffusissime esplodono sul mercato, aggirando le leggi vigenti.
  6. Il monopolio viene devastato e scompare.

Un esempio tipico sono gli SMS. Esisteva un monopolio di dispositivi SMS (Nokia, Sony, Lucent, Alcatel, Logica, etc) che portava le telco a tenere alti i prezzi per pagare costi enormi dei dispositivi. Da un certo punto in poi, su internet sono nate tutta una serie di alternative, per le quali le telco si sono fatte due conti e si sono dette “ehi, ma adesso ci conviene solo il traffico M2M (machine to machine)” e quindi hanno iniziato a programmare la dismissione. Da quel momento, non solo sono crollati i prezzi degli SMSC , ma sono nate aziende nuove , slegate dai produttori di telefoni (Mavenir, Comverse, etc) che hanno abbassato drasticamente i costi.

Che cosa e’ successo? E’ successo che queste app che inviavano SMS prima vennero bloccate – per via dell’obbligo di intercettabilita’ – poi loro si riciclarono ponendosi sul mercato come IM, e da quel momento dilagarono AIUTATE dai costi alti degli SMS.

Morale: anche il monopolio dei radiotaxi ha la vita contata. Quando nacque http://www.mytaxi.com/en/home.html , successe che in ogni citta’ di Polonia, Germania e Inghilterra i tassisti si infuriarono. Poi pero’ successe che di applicazioni simili , come Taxi.eu , Colexio, Taxi4u, Getataxi, iniziarono a crescere sotto questo divieto. Gli stessi tassisti iniziarono ad installarle ed usarle per prendere corse, e il risultato fu che oggi nessuno si sogna piu’ di fermarle. Sono troppe, e come se non bastasse i tassisti le usano: e anzi vanno a registrarsi spontaneamente al servizio.

Ma perche’ i taxi in quei posti sono sopravvissuti a queste app? E perche’ non possono farlo anche i tassisti italiani?

  1. Il tassista italiano e’ spesso un criminale che si ricicla facendo il tassista. Se c’e’ una cosa che NON vuole e’ che qualcuno conosca la sua posizione nello spazio. Chi fa il “cavallino” trasportando droga ed armi, chi si presta al traffico della prostituzione portando le prostitute a destinazione, e tutto quanto si siano inventati.
  2. Il tassista italiano evade il fisco usando il prezzo della licenza come fondo pensionistico al di fuori di ogni regolamento , evade non avendo obbligo di scrittura contable dei corrispettivi, e ha tutta una serie di maneggi sulla benzina: non vuole essere tracciato.
  3. Il tassista italiano fa parte di una casta privilegiata che guadagna facendo qualcosa che tutti gli altri fanno gia’ al medesimo modo, ovvero guidare un’auto e possederla. Se un ristorante puo’ cucinare meglio o diversamente da voi e per questo vale piu’ della vostra cucina, il tassista guida la stessa auto che guidate voi e la guida circa come voi. Non puo’ tollerare un mercato aperto perche’ il suo lavoro non richiede alcuna particolare abilita’ o attrezzatura.(1)

Cosi’, il punto e’ semplicemente questo: i signori in questione si sforzeranno di tenere duro sul mercato ai prezzi attuali, rendendo sempre piu’ convenienti le attrezzature. Se Uber ha sbagliato formula giuridica, e si e’ messa ad assumere autisti, il prossimo servizio simile si proporra’ come servizio di Car Sharing con autista, e se ci fossero cavilli, come servizio di Car Sharing puro.

Poi nasceranno i servizi tipo “al lavoro insieme” o “viaggiamo insieme”, i servizi come “dammi un passaggio” su internet esistono (ma non ancora su app mobile, vedo), e quindi il succo e’ che nel tempo gli stessi prezzi dei tassisti terranno ALTA la domanda di questo genere di applicazioni.

Esse inizieranno a fiorire , alcune verranno chiuse dai monopolisti, le altre dovranno riciclarsi con altre formule che aggirano i limiti legali , ma alla fine saranno troppe, troppo internazionali, troppo localizzate, e quindi dilagheranno.

Esattamente come e’ successo con le applicazioni di IM che stanno facendo concorrenza agli SMS, prima si cerca di bloccarle , poi esse cambiano formula, e alla fine succede che una nuova generazione arriva e dilaga, devastando il monopolio: alcune telco stanno progettando servizi sostitutivi dell’ SMS, il 50% ha il proprio servizio VoIP (come HomeCall di T-Mobile, per dire) e il concetto e’ che tutto questo mondo non fa altro che evolversi sino ad aggirare i limiti di legge: Hangout e’ un servizio di streaming, dal momento che se si facesse chiamare telefonia sarebbe soggetto ad alcuni limiti, la stessa skype si sta adattando alle norme francesi che – pur di bloccare gli skypefonini – avevano tirato fuori l’obbligo di chiamata di emergenza, eccetera.

Ogni volta che arriva un impedimento legale, il mercato si adegua per selezione, e alla fine succede che una nuova generazione di app offre lo stesso servizio con un nome diverso. Mytaxi ha dovuto adattarsi , Uber ha preso la prima sdentata e dovra’ cambiare se vuole sbarcare in Italia, eccetera.

Ma e’ solo questione di tempo: sino a che il mercato mobile in Italia sara’ cosi’ sovrasviluppato (anche rispetto al mercato della rete broadband) il risultato sara’ sempre quello: e’ solo questione di tempo, poi ti abbattono come un maiale a dicembre.

Vedo tassisti che si divertono, che si illudono di avere sempre il camerata in parlamento pronto a fare la legge che gli serve. Ma per fare una legge servono mesi, per applicarla a volte non bastano anni: per lanciare una nuova applicazione bastano ore, perche’ abbia successo qualche settimana.

Qual’e’ il punto di non ritorno?

Il politicante ha semplicemente paura di perdere i voti dei tassisti (e dei mafiosi che si appoggiano a loro per il trasporto di polverine) ma nel momento in cui gli utenti delle app superano in numero la quantita’ di voti che i tassisti sono disposti a dare al politico, ecco che la legge contro le app dei taxi non si possono piu’ fare.

Quello che dovete aspettare e’ semplicemente che l’ecosistema dei servizi localizzati via telefono mobile si consolidi e si evolva, sino a raggiungere una massa critica di utenti. Da quel momento, il crollo del business tradizionale e’ iniziato.

Un altro modello di collasso e’ quello avvenuto nel mondo dei media.

E’ come per Netflix & Co: partono e si fa una legge per fermarli. Allora cambiano volto e lasciano che la pirateria usi lo stesso mezzo per fare danni. Da quel momento in poi, i monopolisti capiscono che e’ meglio far distribuire i film a Netflix per due lire che farli distribuire dai siti pirata a zero lire.

Lo stesso per il mondo della musica: inizialmente fare streaming online era perseguito e punito (chi si ricorda di mp3.com?) poi arriva improvvisamente un enorme fenomeno di pirateria che mette in ginocchio le case. E oggi le case sono ben disposte a prendere due lire da Spotify piuttosto che zero lire da eMule.

Allo stesso modo, il mercato dei taxi potrebbe essere eroso da servizi che non si propongono esplicitamente di trovarti un taxi, ma per esempio un generico sistema per mobile , diciamo  “help” che ti fa trovare cio’ di cui hai bisogno quando ne hai bisogno: se hai bisogno di una macchina con autista….

Poi i tassisti si vedranno calare il lavoro, sempre di piu’, sino a quando non saranno dispostissimi a lavorare con questi nuovi servizi piuttosto che non lavorare affatto.

E’ solo questione di tempo, ed e’ una scena gia’ vista. Cosi’ come si stanno uccidendo le orribili librerie italiane, si uccideranno anche i tassisti. In fondo il tassista non fa nient’altro che utilizzare un’informazione : dove si trova chi ne ha bisogno, dove si trova il tassista di cui hai bisogno.

basta una infrastruttura piu’ efficace per trasmettere questa informazione al tassista, ed al cliente, e il vecchio mondo va a pezzi, insieme alle sue ridicole leggi.

Uriel

(1) Basta fare due conti sul valore della licenza e sul costo dell’auto con i tempi di ammortizzazione per arrivare ad una simile conclusione.

(1) No, non e’ cosi’ ovunque. In genere se prendo un taxi qui a Düsseldorf faccio il viaggio su una Mercedes, normalmente ben tenuta , confortevole e silenziosa.  Un’auto spesso migliore della mia. In Italia , a Roma, pagai per un viaggio si una Tipo sgangherata.

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