Stacitta’ – Stravillaggio.

Ho titolato come un dibattito che sorse agli inizi del 900 perche’ da ieri ho una decina di email che mi chiedono cosa io pensi dell’ “Italicum”. Ho letto un pochino in giro e ho visto quanto superficiali e stupide siano le letture date finora. Sembra gente che fa il fantacalcio: stanno a contare i goal simulando il risultato senza interrogarsi sulla partita: nessuno si chiede che effetto avrebbe una legge elettorale simile sulla politica in se’, sui contenuti. Ci provo io.

Allora, gli affetti di un Italicum sarebbero assai pesanti, anche se – pur nutrendo un certo disprezzo per CarCarlo Pravettoni-Renzi – secondo me sarebbero positivi per la politica italiana. Perche? Per una ragione molto semplice, che viene dal proporzionale che si vuole attuare.
A quanto leggo, si tratta di un proporzionale ma non alla spagnola, ovvero senza alcun collegio, una mera sommatoria di voti simile ad un referendum,  che non conta il territorio ma il numero di voti, secco. Significa che non viene calcolato il vincitore del posto, ma un vincitore globale, su semplice somma dei voti su scala nazionale.

Fatto questo, il punto e’ che la citta’ adesso vale piu’ della provincia.
Cosa significa? Se dovete trovare voti a iosa, in termini meramente numerici, se immaginiamo di fare un comizio, vi conviene spendere un’ora del vostro tempo nel centro di Roma con duecentomila ad ascoltarvi, o nel centro di Busecchiolo Fosfato, con 70 persone?
La risposta e’ abbastanza ovvia: se fossimo in un maggioritario, sarebbe uguale.Comunque, vincere a Busecchiolo Fosfato vale una poltrona, visto che poi da quella provincia nel maggioritario salta fuori un candidato.
In questa condizione, le citta’ interessano semmai ai sindaci, mentre ai politici interessa la provincia. E’ meno complessa da gestire, sono pesci piccoli, hanno problemi piccoli se non miserabili, e se il tuo candidato non parla bene l’italiano, vabe’, basta che sia del posto.
Ovviamente non si fanno piu’ comizi, ma se dovessimo scegliere un mass media oggi, escluse le zone del paese ove la densita’ di popolazione in provincia e’ relativamente alta, dovremmo sceglierne uno che vince in citta’.
Le citta’, a differenza della provincia, hanno caratteristiche perlomeno peculiari:
  1. Hanno un’elite. Chiaramente, se convincete l’elite, avete molto del business locale al vostro fianco, quindi le citta’ che hanno un’elite riconoscibile e compatta diventeranno politicamente piu’ interessanti di quelle “piatte”, popolate da cafoni arricchiti che non hanno nulla da dire. Allo stato attuale, cioe’, e’ molto facile che Torino possa superare Milano in importanza politica, per dirne una: Torino ha una classe alta riconoscibile e molto storicizzata, ben strutturata e riconosciuta socialmente. Milano l’ha persa negli ultimi anni, a favore del grigiume pata-cattolico. I partiti DOVRANNO dotarsi di contenuti capaci di convincere le elite. Oggi dovevano convincere la casalinga di Voghera.
  2. Hanno un’identita’ culturale. Le attivita’ culturali, quelle poche che restano in Italia, sono concentrate in citta’. Il mondo della scuola e’ concentrato in citta’, le grandi universita’ sono in citta’. Questo grosso strato di servizi e’ tutto concentrato nelle citta’, ed e’ fatto di elettori. Conquistando gruppi musicali, intellettuali,  e il mondo dell’arte in genere, si ottiene in citta’ un payoff che non si ottiene in provincia. Dovete quindi aspettarvi che le citta’ piu’ vive culturalmente diventino politicamente piu’ importanti delle altre.LA citta’ dove una notte bianca dei musei ha un successone’ una citta’ ove il partito dovra’ organizzare notti bianche per raggiungere gli elettori. Oggi, per raggiungere gli elettori il partito deve organizzare una sagra della polenta con la minchia, o una bella caccia al zanzantello negro , qualsiasi cosa sia in qualche tribu’ di valligiani.
  3. Hanno una societa’. In provincia non esiste alcuna societa’, esiste una tribu’ con alcune figure primitive e poi ci sono le famiglie. La provincia e’ essenzialmente una desolata distesa di miserie umane vestite all’ultima moda. Per inseguire questo orrore antropologico, la politica italiana si e’ dovuta adattare e fornire messaggi “politici” che , onestamente, si potevano anche evitare. Oggi che tra un messaggio destinato alle citta’ ed uno alla provincia conviene rendere mainstream quello destinato alle citta’, i partiti dovranno cambiare linguaggio.
non dico che nessun partito parlera’ piu’ alle provincie. Ovviamente fanno voti anche loro, dal momento che c’e’ un bel pochino di gente. Quello di cui sto parlando e’ un ordine di priorita’. Oggi gli elettori sono molto inurbati, e questo significa che sui media mainstream si dovra’ usare un messaggio capace di convincere le elite economiche, culturali, e che si adatti al tessuto SOCIALE delle citta’ anziche’ a quello tribale della provincia.
Sinora i partiti hanno dovuto usare i media per soddisfare la pancia del paese, con messaggi che lasciavano la “testa” del paese a pensare ad altro. Diciamo la verita’, tranne i peones “sempreSI” , tutti gli altri una trasmissione politica non la reggevano per dieci minuti di fila. Non potevate convincere una classe dirigente economica che “la leadership e’ male” e che “la persona alla guida e’ male”: state parlando ai CEO delle imprese , e’ IMPOSSIBILE che un messaggio simile li trovi concordi.
Cosi’ come nessuna elite culturale si lascia raccontare che “il partito col capo” sia un male: almeno al capo puoi fare domanda, col capo puoi dialogare. Questa invenzione della burocrazia del PD, che il leader sia il male, e’ dovuta al fatto che i burocrati non amano il leader visto che il leader per definizione cambia le cose. Quindi il PD , partito di burocrati del PD, continuava a recitare il mantra “no al partito col leader”, “il leader e’ male” e cosi’ via. Ma questa balla la potete spacciare alle classe meno dotate culturalmente, iniziate a far fatica quando cercate di proporla a chi ha letto Max Weber.
Ma la provincia pagava, cosi’ alle politiche si diffondeva in TV un messaggio a dir poco ripugnante, che faceva allontanare intellettuali, elites, mondo della cultura e classi dirigenti , e poi al massimo nelle citta’ si recuperava  quando si andava ad eleggere il sindaco. Allora si parlava sia alle elites che alla societa’ locale. Ma si parlava in loco, e nessun altro sentiva.
In un mondo politico puramente proporzionale, il partito deve agire diversamente. Alle politiche, per conquistare le citta’ ove gli elettori sono piu’ numerosi, il partito deve dare il messaggio della leadership, del pensiero chiaro e strutturato, e deve parlare alla societa’ e non a delle tribu’. Poi, semmai, alle locali rimediera’ accontentando le scimmie di provincia.
Cosa cambia? Nel caso attuale la TV mostra scimmie e maiali che grufolano per soddisfare il tamarro di provincia, mentre poi nella vostra citta’ avete magari il sindaco che dice cose intelligenti, ma lo sapete solo voi.
Nel caso di proporzionale alla spagnola ma senza collegi, avrete il messaggio “alto” in TV, sentito da tutti, e le scimmie lotteranno nel fango coi maiali alle elezioni locali, absque strepitu brunovesporum.
Se insomma dividiamo i messaggi politici in due categorie, diciamo “mainstream” e “underground”, sinora abbiamo avuto un messaggio mainstream concepito per la provincia, e un messaggio underground, di qualita’ migliore, ma inudibile dalle masse.
In un mondo politico sul proporzionale , il messaggio “alto” diventa “mainstream” per colpire le citta’ e fare voti facilmente, mentre le poltrone di provincia poi si conquistano alle locali, con un messaggio volgare ed orribile, che pero’ e’ “underground”, visto che e’ un messaggio che investe solo media locali.
E’ un bene perche’ questo obblighera’ i partiti a dotarsi di idee per convincere il mondo piu’ acculturato, a dotarsi di leadership per convincere il mondo aziendale, e dovranno concepire messaggi mirati alle dinamiche sociali: in provincia esiste solo la tribu’ , divisa in famiglie, mentre in citta’ esiste una societa’, che si compone di “ambienti”. Il messaggio che convince la tribu’ e’ semplicemente “facciamo contento il nonno, il padre, il figlio “, mentre in una societa’ occorre coprire uno spettro piu’ ampio di interazioni oltre a quelle familiari.

Questo passaggio dal proporzionale secco al maggioritario e’ secondo me quello cruciale: si torna dallo stravillaggio, esperimento orribile e fallito, che ha mandato al potere il maiale di provincia, alla stracitta’, modello non perfetto, che ha almeno il pregio di includere gli ambienti della cultura e le elite economiche.

Questo ultimo punto non e’ forse chiaro per molti, visto che i concetto di “cultura” non e’ chiaro. Ma per capire un attimo come io vedo l’orizzonte culturale dovro’ ricorrere ad un esempio estremo. Il dualismo tra il “cinepanettone” e il “film di critica politica”.
Allora voi avete il cinepanettone che secondo voi e’ la cultura di destra, perche’ addirittura esalta la classe antropologica amata dal centrodestra e dai nuovi ricchi,  OPPOSTO al film di critica politica, che invece e’ culturalmente di sinistra, ed e’ satirico. Per esempio, Luttazzi e’ di sinistra perche’ raffigura la satira, quella vera e corrosiva.
Sono tutte cazzate.
Vedete, i Vanzina coi cinepanettoni hanno dipinto il nuovo modello vincente, la classe dirigente de facto, come un ammasso di macchiette mostruose, deformi, patetiche. E le loro donne sono state dipinte come un indegno bagasciame dal labbro salvagoccia.E’ vero che le scimmie di centrodestra si divertivano e lo consideravano un panorama “anticomunista”, ma se in QUALSIASI posto, diciamo la Russia di oggi, io facessi un film dove ritraggo cosi’ le vacanze dei nuovi arricchiti vicini al partito di Putin, finirei in galera DOMANI.
NESSUNA classe economica, sociale, politica del mondo avrebbe piacere a venire ritratta in quel modo. Luttazzi pensa di aver fatto il furbo mettendo la Santanche’ nella vasca da bagno piena di merda, ma i Vanzina hanno preso l’intero modello antropologico di donna cui la Santanche’ fa riferimento e l’hanno deformata in un immondo bagasciame dal labbro salvagoccia.  E le scimmie , che pure venivano mostrate deformi e orrende, patetiche ed ignoranti , applaudivano.
E’ stata la prima volta nella storia , quella in cui una nuova classe di ricchi e’ stata cosi’ palesemente ignorante e cialtrona da AMARE una categoria di film che in qualsiasi altro paese avrebbe trovato posto SOLO nella piu’ feroce satira avversaria. In OGNI paese del mondo, se io prendo l’umanita’ di riferimento di un partito e la dipingo come la dipingono i Vanzina nei cinepanettoni, finisco quando va bene in galera, divento il nemico numero uno di quel partito.
Ma mentre il PDL mostrava il nuovo arricchito ganassa come modello vincente di uomo e di donna, i VAnzina ti sparavano dei film ove il “vincente” era deformato, grottesco, patetico, circondato da una donna che definire ignobile prostituta e’ un complimento. Provate ad andare in Cina e definire in quel modo i nuovi ricchi vicini al partito comunista al potere, e cronometrate quanto tempo ci vuole per  finire in carcere.
Quando dico che i messaggi dovranno essere culturalmente piu’ tarati, non intendo dire che Luttazzi vincera’ sui cinepanettoni: essendo di gran lunga piu’ satirici i cinepanettoni, ed avendo come bersaglio la stessa identica umanita’, dovete considerare la possibilita’ che le masse aprano gli occhi, e realizzino che il “cinepanettone” e’ il film satirico che prende di mira i nuovi ricchi, umanita’ di riferimento dello scorso centrodestra.(1)  e che quindi Luttazzi, in fondo, era solo un bamboccio che grida “pipicacca!” per farsi rimproverare dai grandi.

Davvero, dovreste provare. Prendete un “cinepanettone” , lo traducete in cinese, e lo titolate “le vacanze dei membri del Partito”. Oppure andate in Russia , traducete un cinepanettone in russo, e lo chiamate “le vacanze degli elettori di Putin”. Poi cronometriamo quanto ci mettete a finire in galera.

siamo d’accordo su questo? E siamo d’accordo che “Vacanze a Cortina” parli di una classe di piccoli imprenditori arricchiti, proprietari di PMI, insomma l’umanita’ di riferimento del centrodestra?

In Italia quello era chiaramente un ritratto delle vacanze dei nuovi ricchi del centrodestra… E A LORO PIACEVA VEDERSI RITRATTI COSI’! Non se ne sono nemmeno accorti, di essere presi per i fondelli.

Cosa significa questo esempio? Significa che i punti di riferimento di un mondo dalla cultura piu’ “alta” non sono necessariamente quelli della provincia: per chiunque guardi un cinepanettone SENZA essere parte della provincia italiana un cinepanettone e’ un film satirico che mostra in maniera deforme e ripugnante un’umanita’ che e’ quella di riferimento del partito al potere. Satira allo stato puro.
Solo la restrizione del dibattito culturale a livelli subumani, da tifo calcistico, ha messo Moretti contro i Vanzina: Moretti e’ semplicemente molto moderato, mentre i Vanzina ci vanno giu’ MOLTO pesanti. Quando guardate l’uomo di riferimento del centrodestra messo in ridicolo dai Vanzina provate molto piu’ fastidio e compatimento di quando guardate gli stessi uomini “criticati intelligentemente” da Moretti. La ragione e’ semplice: i cinepanettoni sono satira, solo che il dibattito era cosi’ superficiale da identificarli come una esaltazione di quei personaggi.
Cosi’, quando dico che un sistema politico ove il messaggio mainstream e’ indirizzato verso le citta’ la cultura riprendera’ peso non intendo dire necessariamente che Moretti vincera’ sui Vanzina: intendo dire che probabilmente qualcuno avra’ il coraggio di spiegare alla massa che i Vanzina sono stati gli autori satirici piu’ feroci verso l’umanita’ di centrodestra, rispetto agli autori moderati di centrosinistra come Luttazzi , solo che l’uomo del centrodestra era cosi’ stupido da non capire cosa succedesse.
E quindi, penso in definitiva che questo nuovo modello elettorale SIA un bene , se si mantiene proporzionale col calcolo su base nazionale, perche’ puo’ costringere i partiti a invertire la “marcia verso la pancia del paese” e a rivolgersi, dopo tanti anni, alla testa.
Ma questo non significa con certezza la vittoria della cultura di “MOretti” su quella di “cinepanettone”. Significa che probabilmente le certezze ideologiche di molti avranno brutte sorprese.

Ah, si, ultima cosa, per chi mi chiede del fatto che M5S stia facendo le consultazioni online per decidere tra maggioritario e proporzionale. Il metodo con cui si decide online (se anche non fosse un mero sondaggio ma un sistema di voto)  e’ evidentemente proporzionale puro senza collegi, ed e’ l’unico ove “uno vale uno”. Se usando un proporzionale puro senza collegi decidessero per un maggioritario, sarebbe dimostrato che hanno la sabbia nel cervello.  Del resto, c’e’ UN SOLO sistema elettorale ove “uno vale uno”, e non e’ il maggioritario: la consultazione era palesemente inutile, un simulacro di democrazia.

Uriel
(1) Che poi siano stati cosi’ stupidi da non accorgersene e da considerarli addirittura film “antidoto” alla cultura comunista dimostra, qualora fosse possibile, che il cinepanettone ci prende in pieno nel dipingerli in quel modo.

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