Shit happens.

Uno dei feedback piu’ scandalizzati che ho ricevuto in questi giorni riguarda l’onorario di quelli che definisco consulenti. Qualcuno mi ha fatto notare che non solo 20K ogni giorno -che per alcuni sono un entry point-  siano piu’ di quanto molti guadagnano ogni anno, ma anche la cifra che io considero “bassa”, cioe’ 2K al giorno, e’ piu’ di quanto molti guadagnano ogni mese.
Questo e’ corretto.
In generale si tratta di cifre che vanno, in gran parte, all’agenzia che piazza i consulenti. Cosi’ a parte i rarissimi freelance in questo campo non ci sono molti che intascano tutti i soldi: diciamo che negli USA e’ possibile, mentre qui in Europa in genere il consulente e’ credibile quando ha dietro le spalle una grossa azienda di consulenza.
Insomma, non c’e’ -quasi- nessuno in Europa che risponda “Sono Wolf, risolvo problemi”.

Tuttavia, rimane il problema: perche’ qualcuno incassa ogni giorno piu’ del reddito annuo di qualcun altro, o almeno del reddito mensile? E specialmente, e’ giusto?
Si tratta di problemi stupidi. Il vero problema che NON si vuole affontare e’ un altro.
Caro operaio, mi dici che io incasso al giorno piu’ di te in un mese. Mi fai un pippone “non e’ giusto” ma non affronti MAI il problema. Il problema e’: “ti piacerebbe incassare anche tu questa cifra?”. Questo e’ il punto.  La risposta e’ “si” oppure e’ “no”? Se la risposta fosse “no” non capisco proprio la tua rabbia. Non te ne frega nulla dei soldi, giusto? Quindi, assumo che la risposta sia “si”. Allora, tu vuoi guadagnare cifre piu’ alte.
Non posso sapere se tu possa o meno. Questo lo devi sapere tu. Ma supponiamo pure che tu abbia l’esperienza e lo know-how per farlo. La domanda successiva e’: questo obiettivo si trova DENTRO o FUORI dal tuo intervallo di confidenza?
Ok, sei il miglior cardanatore di zanzibani della storia. Come operaio sei imbattibile. Ma conosci qualche operaio che guadagna questa cifra? No.
Morale della storia: dentro l’intervallo di confidenza -i cardanatori di zanzibani- che hai scelto per essere DIO non c’e’ il tuo obiettivo. Sarai anche un dio , ma essenzialmente sei un dio sottopagato. Puoi lottare contro l’universo per fare in modo che i cardanatori di zanzibani siano pagati 20 volte tanto. In qualche millennio di “lotta” puoi farcela.
Oppure puoi sforzarti di uscire dal tuo intervallo di confidenza e andare a cercare il tuo obiettivo dove si trova, ovvero fuori dal prezioso spazio dei cardanatori di zanzibani. Lo so, nessuno cardana i zanzibani bene quanto te. Sfortunatamente, nessun operaio cardanatore di zanzibani guadagna la cifra che vuoi. E’ un fatto.
Nell’ambito che hai scelto non c’e’ il cibo che cerchi. O esci, o ti tieni quello che hai li’. Si’, certo, un giorno il mondo sara’ perfetto e blablabla. Nel frattempo, ti dovrai accontentare. Che cosa succede se “il frattempo” e’ qualche secolo, o millennio? Rispondi tu alla domanda.
Certo, la risposta “fai come me” e’ infattibile. Non tutti possono fare i consulenti. E alcuni dovranno fare gli operai. In un mondo perfetto non ci sono differenze, il leone si pasce con l’agnello e nei fiumi scorre il latte, testimonianza della disponibilita’ di immense tette.(1)  Ma questo e’ il paradiso.In questo mondo, invece, shit happens.

Ma c’e’ un altro punto. Ti sei mai chiesto per quale ragione ci chiamano? Alcuni dicono “perche’ possono licenziarvi quando vogliono”. Aha. Allora: il dipendente -se preferite: l’interno- del mio cliente guadagna 5000 euro/mese, diciamo un tecnicone che sia qui da tempo.  Se la mia tariffa sta sui 2000/giorno, (piu’ voli aerei uno a settimana, piu’ casa, piu’ spese pagate, piu’ tasse varie) in circa un anno io consumo le stesse risorse di un dipendente per 20 anni. Se consideriamo che sono qui da 3 anni, ho consumato l’equivalente di 60 anni del dipendente.
Interessante, perche’ qual’e’ il vantaggio di “potermi mandare via”, quando con la stessa cifra compravano DUE dipendenti per 30 anni -senza mandarli via-? Se sceglievano un dipendente, poi avevano il problema di mandarlo via? No, perche’ anche facendolo lavorare tre anni -come me- e poi mantenendolo a sbafo sino alla pensione, avrebbero speso la stessa cifra.
Posso dire la verita’? La colpa e’ dei dipendenti.
Allora, supponiamo che al mio posto -anziche’ un consulente- ci mettano un dipendente. Il dipendente vuole fare carriera in azienda, quindi e’ affidabile? Il dipendente iniziera’ innanzitutto -e lo vedo tra i dipendenti- ad agire smerdando i colleghi. Per competizione interna, cerchera’ di suggerire soluzioni subottimali, che gli permettano di spiccare a spese dei colleghi. Per orgoglio personale, combattera’ contiuamente ogni volta che una proposta altrui -che lo mette in ombra- lo riguarda.
Piu’ in alto, e’ ancora peggio. Un ministro delle finanze puo’ fidarsi del suo team? Generalmente, no. I suoi sottosegretari hanno quella che e’ detta una “hidden agenda”. Essa potra’ essere di sistemare parenti, di proteggere interessi personali, di sostenere il partito di appartenenza, di prendere il posto del ministro.
Questo e’ il punto: i dipendenti, giocando per se’ stessi e non per l’azienda, si rendono sempre piu’ inutili.
Tempo fa, a Milano, lavorai per il #3 di una grossa telco. I suoi manager continuavano a dirgli che tutto andava bene. Io, da consulente, gli dissi che no, non andava affatto bene, e che non ce l’avremmo fatta in tempo. Ovviamente dovetti condire la cosa come si conviene, ma la domanda “in quanto tempo”, aveva una risposta con poche cose in comune , a seconda che il tizio lo chiedesse a me o ai suoi sottoposti.
La verita’ era semplicemente che il fornitore era amico -ed ex compagno di facolta’- dei manager sottostanti. Ora, il punto e’ semplice: gli mentivano. Dopo qualche giorno, quando fu chiaro che avevo ragione io sui tempi, verso le 22.00 di sera ricevetti una telefonata. Sullo sfondo sentivo la voce di bambini. Era il mio cliente che mi chiamava. Da casa. Dopo il lavoro.  La prima telefonata esordi’ con “Uriel, dimmi la verita’, come sta andando?”.
Che cosa stava succedendo? Stava succedendo semplicemente che il mio cliente NON si fidava piu’ dei suoi dipendenti. Per questo arriva il consulente. La loro cattiva pratica -mentire al loro capo- ha aperto le porte a me.
Uno psicologo vi direbbe -immagino- che molti hanno un atteggiamento puerile verso la gerarchia. Riversano la struttura genitoriale verso il capo, e lo ricoprono di una funzione meramente genitoriale, cioe’di controllo e disciplina, cioe’ punizione. Poiche’ lo temono, temendo una punizione, gli nascondono la gravita’ dei problemi mentendogli.
Sia come sia, il punto e’ che c’e’ sempre piu’ spazio per i consulenti per la semplice ragione che i dipendenti di grandi strutture lavorano sempre peggio. Essendo inamovibili, e’ difficilissimo toglierseli di torno. Mano a mano che diventano inutili e i loro pareri sono sempre piu’ legati ad interessi personali, c’e’ sempre piu’ bisogno di un consulente.
Uno dei consulenti che ho conosciuto ha fatto consulenze per il ministro delle finanze tedesco. Cosa mi dice questo? Che il ministro delle finanze tedesco non si puo’ fidare dei suoi sottoposti. Per quanto si sforzi di assumere persone competenti, ottiene solo persone la cui “hidden agenda”, i cui scopi reali ed inconfessabili, sono cosi’ distorsivi da non potersene fidare.
Forse noi consulenti dovremmo ringraziare i sindacati. Sono stati loro, grazie alla loro politica (non aggiungo altro alla parola -politica-, perche’ in azienda la politica e’ gia’ un male in se’) a rendere inefficaci , inaffidabili ed essenzialmente inutili i dipendenti.
L’alto prezzo dei consulenti e’ semplicemente la MISURA della disperazione causata dalla volontaria auto-manomissione dei lavoratori dipendenti. Il lavoratore dipendente che entra in azienda passa i primi due o tre anni a costruirsi un piccolo regno. Passa il resto della vita a difenderlo e tentare di espanderlo a spese dei regni altrui. Se riesce, assorbe risorse altrui facendo carriera. Se non riesce viene assorbito. In NESSUNO dei due casi il processo porta qualsiasi valore in azienda. Ma allora cosa deve fare l’azienda che vuole valore? Comprarlo.
Il motivo per il quale un consulente che consiglia ministri guadagna cosi’ tanto e’ semplicemente la misura di quanto NON fanno sottosegretari, dipendenti del ministero, tecnici del ministero. Noi siamo qui a riempire buchi: quanto siamo pagati -quindi: quanto siamo richiesti- vi dice che giganteschi buchi ci siano.
In tre anni ho consumato , per il mio cliente, risorse che normalmente spende per 60 anni di un dipendente. Il problema e’ che il dipendente interno -e li vedo- e’ cosi’ impegnato a smerdare il suo vicino di scrivania che di lavorare non ha neppure la lontana intenzione. Anzi, quando possono i dipendenti intralciano anche noi.
Adesso torniamo quindi al punto: e’ giusto che esistano tariffe simili? E’ razionale? Probabilmente no. Ma non sono certo le aziende a volere dipendenti inutili. Ho assistito a diverse riunioni “to do” fatte da dipendenti. Le ho osservate, e vanno cosi’:
  1. Prima fase, ognuno chiarisce con una serie di “no”, dove inizia il confine del proprio regno, e promette di intralciare ogni cosa se chi entra nel suo regno non riconosce la sua sovranita’.
  2. Seconda fase, si fa in modo che l’agenda sia sufficientemente prona ad ogni piccolo sovrano. Si chiarisce che il Duca dell’ IT ha diritto ad entrare annunciato da un paggio e che le sue truppe faranno questo e quello, che il Barone dei fornitori ha diritto ad un castello piu’ bello, che lo si deve chiamare “Barone” e che va annunciato da due paggi e un lancio di colombe. E cosi’ via.
  3. Fatto questo, entrano in gioco le cordate, e chi rimane momentaneamente fuori puo’ minacciare di fermare tutto -se ha pseudomotivazioni che lo giustificano- oppure di dare luce verde. In tal caso, le cordate devono mostrargli simpatia , diciamo adeguate al Marchese della contabilita’.
  4. Fatto questo, si decide chi fa cosa. Poiche’ tutti sono gia’ oberati di lavoro -altrimenti dovrebbero ammettere di essere sovradimensionati- faranno ogni cosa i consulenti.
Il processo e’ molto chiaro, ma se escludiamo la fuffa inconfessabile dei primi tre punti, il messaggio che passa al livello superiore e’ “faranno ogni cosa i consulenti”. Cosi’, abbiamo la situazione per la quale essere interni significa -per intero- gestire la propria carriera facendo politica. Le cose le fanno i consulenti, le persone in Body Rental, gli outsourcing.
Oggi le grandi realta’ industriali e governative sono dei regni , che sono retti da una nobilta’, detta “gli interni”. Tale nobilta’ , inutile ed oziosa, passa il tempo a fare politica e gestire rapporti di potere. Il Re, che deve portare -quando deve- risultati agli azionisti fa quello che fece Luigi XV, cioe’ nominare dei funzionari che non sono nobili. Nell’ Ancien Regime erano i funzionari pubblici che tolsero il potere ai nobili. Oggi sono i consulenti che tolgono potere agli “interni”. Come nell’ Ancien Regime prima della rivoluzione, il Re cerca di ricompensare gli interni del potere perduto mediante titoli altisonanti, cerimoniali di corte che facciano presente il prestigio del titolo, e compagnia bella. Ma il potere va verso i consulenti, mentre i dipendenti vengono sommersi di benefit e di titoli tipo “Senior Marketing Asset Strategist”. Il Marchese di Mazzaferrata Gastoni Perplessi Viendalmare Vasuimonti e’ servito.
Cosi’ si’, le aziende hanno bisogno di consulenti quanto il Re di Francia ebbe bisogno di funzionari pubblici perche’ i nobili erano inutili, parassitari e inaffidabili. Se da un lato il Re deve ricompensare i nobili del potere perduto, riempiendoli di fuffa, dall’altro il Re deve compensare i nuovi funzionari economicamente, visto che essi non potranno mai accedere ai privilegi nobiliari. Ne’ il Re lo vuole.
Lo stesso sta accadendo nei piccoli Ancien Regime che sono le aziende. Il CEO ha una serie di “Total Inesorabil Scintillant Manager” che gli mentono, gli riempiono l’azienda di parenti e di fornitori ruffiani, ma non puo’ cacciarli perche’ qualcosa, sul piano dell’ordinaria amministrazione, fanno. Inoltre, sono i manager di livello N-1 che giustificano il manager di livello N. Come la nobilta’ sostiene la monarchia, il trattamento del  management sostiene il trattamento del CEO.
Tuttavia, il nostro CEO si rende conto che se il manager e’ un utile pezzo del sistema, almeno sin quando giustifica la sua leadership e la sua buonuscita, si rende conto che qualcuno deve fare le cose. Cosi’ prende dei consulenti. Per affidare loro un compito che normalmente da’ un certo lustro professionale, senza pero’ concedere loro la stessa importanza , deve compensare pagando cifre molto alte. In cambio di soldi i consulenti non cercheranno di mirare a titoli altisonanti e alle cariche fichissime -almeno in apparenza- dei suoi manager.
Questo e’, direte voi, un sistema marcio. Un giorno finira’? Probabile. Ma attenzione, perche’ se i nobili NON sopravvissero alla rivoluzione, i funzionari di Re Luigi sopravvissero eccome. Il motivo? Erano nell’ombra, e avevano una certa utilita’.
Di nuovo: attenzione, perche’ la fine dei privilegi per noi e’ anche la fine dei privilegi per voi. E’ vero che con la fine dei privilegi 2000/giorno me li scordero’, ma e’ anche vero che TU dovrai smettere di parlare in maniera incomprensibile, imparare a comunicare, smettere di far guerra ai tuoi colleghi, metterti in testa di migliorare un pochino ogni giorno. Cose che oggi hai il PRIVILEGIO di non dover fare. I privilegi, se cascano, cascano tutti insieme: mica arriva l’ Apocalisse per niente, o solo per qualcuno. Se non imparate a farlo, succedera’ che vi scavalcheremo ancora, e direte che “ci siamo riciclati”. Ma se voi lasciate aperti GLI STESSI buchi dopo la rivoluzione, qualcuno dovra’ riempirli allo STESSO prezzo.
In definitiva, e’ possibile un mondo ove non esistono consulenti? Certo. La diffusione della consulenza e’ un fenomeno recente, e va di pari passo con la concentrazione di privilegi al vertice. Poiche’ NON svolgere il proprio lavoro pur essendo pagati per farlo e’ considerato UN PRIVILEGIO, maggiormente tale privilegio si espande, piu’ cresce la domanda di consulenza , di body rental, di qualsiasi tipo di rapporto nel quale NON ci sia il privilegio.
Le caratteristiche del consulente sono piu’ che sufficienti a capire che genere di privilegi siano stati concessi ai dipendenti: se il consulente lo si vuole preparato e’ perche’ e’ privilegio del dipendente quello di non aggiornarsi. Se si vuole che il consulente sia capace di comunicare e’ perche’ e’ diventato privilegio del dipendente quello di essere incomprensibile e bizantino. Se si vuole che il consulente fornisca risposte in tempi chiari e’ perche’ e’ un privilegio del dipendente quello di NON essere misurato. Se si vuole che il consulente sia impegnato in un processo di automiglioramento e’ perche’ e’ diventato privilegio del dipendente quello di conservare la posizione senza che sia dovuto alcuno sforzo di miglioramento.
Noi, signori, siamo pagati per fare il lavoro che voi NON fate, che voi NON sapete fare, che voi NON volete fare, per essere cio’ che voi NON volete essere.
Noi riempiamo dei buchi, e i buchi li scavate voi. Piu’ grandi sono i buchi che VOI scavate, piu’ alte sono le nostre tariffe.
E’ semplice.
In realta’, il segreto della nostra carriera e’ la vostra stupidita’.
Essere un consulente e’ come fare il becchino: il becchino lavora finche’ esiste la morte, cioe’ sempre. Il consulente lavora finche’ esiste la stupidita’. Non so se la stupidita’ sia piu’ o meno comune della morte.
A detta di Einstein e’ piu’ comune dell’idrogeno.
Il che butta bene, se consideriamo che insieme alla stupidita’ ci sono anche la pigrizia, il narcisismo e l’invidia. Col che, andiamo dall’ idrogeno sino al carbonio, o quasi.
Uriel
(1)Un fiume di latte e miele? Esaminiamo le specifiche di questa cosa. Ad occhio e croce, per ottenere un fiume Po di latte, devono esistere tette grandi circa quanto il pianeta Nettuno. Come si dice, e’ la legge dei grandi numeri. E delle taglie forti.E il miele? Beh, diciamo che NON voglio sapere come siano le api in paradiso.

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