Sconfitta e vittoria?

Sconfitta e vittoria?

Nelle discussioni sulle questioni militari che partono dopo i miei posti sull’ Ukraina vedo che c’e’ sempre un fraintendimento sul concetto di “Vittoria”. E questo perche’ definire la vittoria in termini militari non e’ semplice. Nel calcio e’ “chi ha segnato piu’ goals”, ma nel mondo militare di cosa parliamo?

La definizione classica e razionale di vittoria, nata nel periodo illuminista e quindi estremamente logica, e’ la seguente:

“Una fazione ha vinto la guerra quando mantiene la volonta’ e la capacita’ di combattere, mentre la fazione opposta ha perso del tutto la volonta’ di combattere, la capacita’ di combattere, o entrambe le cose”

Se per esempio invadete un paese e sconfiggete l’esercito ma i soldati diventano guerriglieri e continuano la guerra , per esempio,  non avete vinto. 

Questa definizione e’ molto chiara e molto logica, e non richiede molti presupposti per funzionare. Del resto se il nemico ha perso la volonta’ di combattere si arrende, se ha perso la capacita’ di combattere e’ dominato, se ha perso entrambe e’ stato annientato.

Questa definizione di vittoria, pero’, non piaceva a nessuno dei due grossi contendenti della guerra fredda. 

Perche’ secondo questa definizione gli USA non hanno mai vinto una guerra dopo la seconda guerra mondiale, e nemmeno l’ URSS con le sue scorribande (ne hanno fatte di cotte e di crude in Africa e SUdamerica) se l’e’ mai passata bene.

Sto dicendo che gli USA hanno perso in Korea? Si.

Sto dicendo che gli USA hanno perso in Vietnam? Si.

Sto dicendo che gli USA hanno perso in Afghanistan? Si.

Sto dicendo che l’ URSS ha perso in Afghanistan? Si.

….

Tutto questo, lo ammetterete, e’ imbarazzante.

E quindi i loro militari dicono di aver costruito definizioni diverse, per quanto nel caso degli USA siano abbastanza ufficiose.


Gli USA, in definitiva, definiscono vittoria qualsiasi dimostrazione pratica, su vasta scala, di superiore potenza di fuoco. 

E non c’e’ da stupirsi: poiche’ gli americani fanno solo guerre di aggressione e vedono la guerra dalla televisione, non hanno bisogno di cose come “resilienza” e quindi si basano sull’esibizione di potenza di fuoco. Bum, bum, bum. E poi bang.


Anche i russi hanno sviluppato, nel periodo comunista e durante i 10 anni di rivoluzione, delle definizioni alternative (per evitare di dover ammettere sconfitte). Abituati alla cultura dei piani quinquennali, per loro la guerra e’ vinta quando tutto e’ andato secondo i piani. Siccome nessuno pianifica la propria sconfitta, ovviamente se tutto va come pianificato stiamo vincendo.

La cosa sarebbe sensata in un mondo di verita’: ma nel mondo militare nessuno e’ cosi’ fesso da pubblicare prima i propri piani, quindi chiunque puo’ dire “ehi, ma io pianificavo di finire in ospedale privo di sensi e col naso rotto, ho vinto io il match!”

Come vedete si tratta di definizioni di “vittoria” che valgono di piu’ a scopo propadandistico (URSS) o elettorale (USA).


Sulla definizione “classica” o “europea” di vittoria possiamo costruire dei teoremi. Significa che possiamo dire che una democrazia ha poche possibilita’ di vincere una guerra di aggressione se il nemico intende (e puo’) lottare all’infinito. Il perche’ e’ ovvio: prima o poi andra’ al governo una fazione che dice “ora basta”. Vedi alla voce Afghanistan, vedi alla voce Vietnam, etc etc.

Al contrario, una democrazia ha un senso della liberta’ sproporzionato e un senso di “popolo” molto amplificato, e quindi piu’ facilmente costruisce i mezzi per resistere a lungo ad un’invasore. E siccome difendersi e’ piu’ semplice che attaccare , una democrazia normalmente e’ quella che vince se aggredita.

Sulla base di questo le democrazie europee sono abbastanza riluttanti a scatenare guerre di aggressione, mentre gli USA dicono che se hai abbastanza munizioni dovresti farlo e i russi credono che dovresti farlo “se hai un piano”.


In questo senso, tenendo conto delle diverse definizioni di vittoria, in Ukraina succede questo:

  • Gli ukraini rischiano la pelle e la distruzione, quindi si attengono alla definizione classica. E stanno stravincendo perche’ hanno sia la volonta’ che i mezzi per continuare a combattere.
  • Gli americani puntano l’accento sul fatto che stanno fornendo firepower, quindi credono di vincere per procura.
  • I russi dicono che tutto va secondo i piani , perche’ lo scopo era quello di far crescere l’industria delle pompe funebri.

Gli ukraini sembrano combattere seguendo una dottrina che viene piu’ dalla scuola classica. l’operazione di Kherson entrera’ nei manuali come quella volta che gli Ukraini hanno portato i russi a lottare nel posto che volevano a Kiev e nel momento che avevano preparato i generali di Kiev.

Gli americani vorrebbero piu’ firepower dagli europei, e ai russi piacerebbe riuscire a portare a termine qualcosa.

Io che sono europeo sposo la dottrina classica, e sinora i russi le stanno prendendo di santa ragione. E se esauriscono le risorse per la guerra, rischiano la sconfitta.

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