O terremoto 2

Dopo il post sul terremoto, mi hanno chiesto di “spiegare” il terremoto e mi chiedono cosa dovrebbero aspettarsi. Ora, fare previsioni sui terremoti e’ oggi impossibile, e come se non bastasse io non sono un geologo. Mi dicono che io sia un buon divulgatore (strano, io mi considero pessimo) e per questo dovrei sia spiegare i terremoti (cosa che nessuno sul pianeta sa fare) e fare una previsione (se le sapessi fare vincerei il Nobel). Siccome sono ancora a casa in malattia(1) usero’ il cunsultant-fu(2) per spiegare qualcosa su cui mi sono documentato dieci minuti fa, e lo faro’ con aria dotta.(3)
Allora, per prima cosa bisogna immaginare l’ Emilia. L’emilia in realta’ e’ una fossa, che si e’ riempita di fango. Se la mamma dell’ Emilia ripulisse la figlia dal fango con un bel getto d’acqua, rimerebbero delle catene montuose sotto il livello del mare.

Perche’ delle catene montuose? Perche’ quando due blocchi continentali si scontrano , nel punto di contatto si formano montagne. Cosi’ l’italia preme sulla svizzera e si formano le alpi. E cosi’ la parte a sud del po “preme” sulla “padania” e il risultato e’ che sottoterra si formano montagne.
Nessuno vede queste montagne, perche’ sono coperte di fango. Quel terreno sedimentario che fa cosi’ bene ai meloni non e’ altro che fango accumulatosi li’ nel corso dei millenni. Immaginate , per dire, che invece di essere fango sia neve.
Avete presente quando la neve copre tutto e voi non sapete cosa ci sia sotto, e ci dovete camminare? Ecco, una cosa cosi’. Insomma, chi vive in Emilia Romagna poggia le case su un grosso blocco di fango (molto del quale ancora fluido, nei confronti delle forze in gioco -che sono enormi) , ma appastanza duro in superficie da costruirci sopra. Insomma, siete sulla crosticina di un budino, o se preferite sulla crosta del pane: sotto c’e’ la mollica. Bagnata.
Questo fango ha un peso enorme. Se provassimo a calcolare il peso di questa roba, otterremmo numero che vanno oltre l’immaginazione umana. Non sono numeri di enti fisici che sappiamo gestire -la piu’ pesante delle navi che costruiamo e’ inesistente al confronto- per cui davvero, nominare questi numeri non vi aiuta a capire.
Cosi’ abbiamo costruito il nostro igloo sulla neve, e non sappiamo cosa ci sia sotto. Si, il paragone calza: in fondo le caratteristiche meccaniche dei materiali che usiamo per le case non differiscono molto da quelli delle rocce e dei fanghi che sono al suolo. Cosi’ , come per l’ igloo, le nostre case sono fatte dello stesso materiale su cui poggiano, piu’ o meno. Su grandi scale, l’approssimazione regge.
Allora siamo nei nostri igloo, e sotto di noi avviene una slavina. Un fenomeno cosi’:
Perche’ succede questa cosa sottoterra? Per il peso di tutta questa massa di fango che poggia su montagne non troppo stabili. Perche’ il continente africano ci molla una spintarella. O perche’ la parte sedimentaria, essendo di composizione anche biologica, ha dei mutamenti chimici, cambia di fase, emette o assorbe gas, cambia leggermente volume o temperatura.
A quel punto, il blocco di ghiaccio su cui siete ha un cedimento. E voi ci abitate sopra. Fortunatamente non fa tutta la strada che fanno le slavine, ma se andassimo a metterci i numeri troveremmo che anche una piccola crepa, un piccolo cedimento, libera energie dell’ordine dei megatoni.
Queste energie si sfogano, e oltre al rumore (il cedimento improvviso produce uno schiocco, una specie di “crac” che ricorda lo spezzarsi di qualcosa di rigido, ma il suono e’ cosi’ forte e diffuso che sembra uno scoppio) producono onde meccaniche. Insomma, abbiamo mosso un megatone o piu’, e da qualche parte qualche materiale cambiera’ forma, anche per un istante. Da qui, un’onda che si propaga: se osservaste il terremoto dall’alto con la dovuta risoluzione, vedreste una vera e propria onda, come se si fosse agitata dell’acqua.
Questa e’ una visione puramente meccanica della cosa. Mi chiedo se potremmo  passare ad una visione “termodinamica” ed aggiungere gli scambi di calore. Per esempio, una zona che abbia delle caratteristiche di comprimibilita’ potrtebbe aumentare di volume , e raffreddarsi improvvisamente. Questo significherebbe che , almeno in teoria, si dovrebbe assistere ad un cambiamento della temperatura del suolo -se non qualche effetto climatico come venti anomali, piogge anomale-.
Potremmo anche interrogarsi su questioni di piezoelettricita’ o magnetostrizione di alcuni materiali, e chiederci se si possano rilevare onde elettromagnetiche o radiazioni di qualche tipo durante i terremoti, ma non e’ quello che conta.
Il punto e’ che qualcosa sotto cede, fa un “crac” che lo sentite come un botto spaventoso, e a quel punto arriva l’onda meccanica che ne risulta. La quale implica energia, puo’ compiere “lavoro”, ovvero modificare cose, e modifichera’ i vostri edifici, nonche’ il terreno sotto di voi.
Fatto questo paragone, adesso sapete di essere eschimesi con un igloo costruito su un lastrone di ghiaccio, e non avete idea di cosa ci sia sotto ne’ di cosa stia succedendo sotto. Perche’ questa idea vi puo’ essere utile? Per questa ragione.
Se andiamo a vedere dove sono avvenuti i terremoti considerando anche le scossette piccole e quelle che non si sentono, otteniamo questa mappa qui:
Alcuni idioti fanno concidere questa mappa con quella delle trivellazioni petrolifere, ma se fossero piu’ furbi si chiederebbero per prima cosa se non coincida invece con la mappa dei “lastroni di ghiaccio” emiliani. Eccola qui:
Come vedete, quella mappa coincide col “ferrara Folds” , cioe’ con un blocchetto di ghiaccio sui cui avete piantato il vostro igloo. Non c’e’ bisogno di tirare in ballo trivellazioni e multinazionali quando c’e’ un dato geologico vecchio di migliaia di anni a disposizione.
Ecco, quel “Ferrara Folds” e’ il blocco che si e’ mosso. O meglio: il fango che c’e’ in superficie -che chiamate terreno- e’ un blocco unico. Quello che e’ fatto cosi’, cioe’ il blocco che si muove, e’ sotto quel fango. Insomma, il ghiaccio magari non vi appare frammentato: e’ frammentato quel che si trova sotto.
Si puo’ vedere meglio se mettete i due epicentri dei terremoti del 20 e del 29 (A e B) in una mappa e lo confrontate con la mappa dei confini del “Ferrara Folds”: basta Google Maps per farlo:

 

 

Se sovrapponete le due mappe, notate che siamo sul “bordo”. Che cosa significa? Nulla. Cioe’, significa che la forma nota delle faglie , e non HAARP, e non le trivellazioni, e non la sorella di buddha sono in relazione con questi fenomeni. Essenzialmente, quel lastrone li’ si sta muovendo, e questo causa dei problemi alla massa di fango che ci sta sopra. E’ facile notare la correlazione, i geologi lo fanno, ed e’ la cosa piu’ sensata da fare: quel che succede al suolo risulta legato a come il suolo e’ fatto. Ha senso, isn’t it?
Che cosa significa ancora , la seconda che ho detto? Significa essenzialmente che il fenomeno continuera’, perche’ quel lastrone li’ e’ tra due blocchi di pietra piu’ grandi, e quindi al primo movimento e’ proprio quello che si muove. Paradossalmente e’ il piu’ leggero, e quindi se c’e’ pressione di un continente sull’altro, si muove lui. (Anche se e’ ferrarese: immagino che quella faglia insulti continuamente le altre.).
Ci saranno altri movimenti?
Per dirlo occorrerebbe sapere che diamine sia successo sotto, ma nessuno lo sa. Cosi’, siete un pochino come willy il coyote  sul petrone che  si crepa. Tendete l’orecchio, e se ci sono molti -cric , cric-, probabilmente non ne verra’ nulla di buono. Ecco, a quanto pare ci sono ancora un sacco di cric,cric, quindi non promette bene.
Ecco, e’ un pochino quello che fanno i sismologi, e cio’ che hanno da dire e’ proprio questo: nulla di buono. Quanto tempo occorre prima che tutto questo blocco di fango e pietra ritrovi la stabilita’? L’ultima volta che e’ successo un disastro simile, attorno al 1570, ci ha messo quattro anni, e lungo tutto il pietrone e’ stata una sfilza di terremoti.
Il problema e’: e i pietroni attorno ? Eh, anche loro magari vibreranno un pochino. Quindi, non e’ impossibile che lungo le altre linee tratteggiate possano avvenire degli altri terremoti. In quel caso, sembra che la sfiga ci si sia messa, perche’ Parma e Milano sono proprio su queste righe, e pure Bologna (chi e’ che diceva che gli antichi erano saggi e non facevano citta’ dove ci potevano essere terremoti?) .
Quindi, il punto e’: sapendo che a muoversi e’ quel pietrone li’, direi che innanzitutto c’e’ la sensata possibilita’ che la storia continui per qualche settimana o qualche mese, e se continuasse per qualche anno si ripeterebbe una scena gia’ vista. Chiaramente, non scommetterei sulle prossime settimane, per cui se vivete a Cento o Mirandola, e avete dei parenti altrove, beh… non e’ tempo per una visitina?
Se dovessero esserci delle scosse laterali, allora direi di stare attenti ai posti che sono lungo quelle linee rosse che identificano le faglie stesse. Esattamente quel che dicono i geologi, del resto: ho letto quel che dicono per documentarmi. Se uno non si documenta dagli scienziati, da chi si dovrebbe documentare?
E per finire…. aha…

Andate, orsu’. Lei lo vuole.

E ho detto tutto.
Uriel
(1) Essenzialmente posso stare di fronte al PC mezz’ora, o giu’ di li’, poi devo riposare l’occhio sinistro.
(2) Il consultant-fu e’ un’antica arte marziale che consente di diventare “verticali” su un argomento prima sconosciuto in due giorni, cioe’ di poter prendere decisioni sensate, e di prendere possesso dei dettagli nel mese successivo. Si puo’ riassumere con  “impara subito solo l’indispensabile e gli “hard facts”, tanto i dettagli ti arriveranno tutti sui denti -se ti hanno chiamato c’e’ un merdone- , e anzi il problema sara’ scansarli, i dettagli”. In definitiva, il consulente sviluppa una curva di apprendimento con un ramp-up verticale per i primi due o tre giorni. Cui segue l’arte di evitare i dettagli trascurati nei mesi successivi.
(3) Le cinture nere (col pizzetto di sangallo)  di consultant-fu possono. Anzi, devono. Noblesse Oblige.

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