L’italiano in ascolto.

L'italiano in ascolto.

L'italiano in ascolto.

Per la serie #vitadaexpat volevo parlare di una categoria pericolosissima per gli expat moderni, che sono quelli che io chiamo “italiani in ascolto”. Quelli che vi sentono parlare (o vi vedono scrivere su internet) e arrivano con consigli e “conoscenze” di cui non avete bisogno. Vorrei fare alcuni esempi.

All’inizio della mia permanenza in Germania, quando Düsseldorf era circa la meta’ di quanto e’ oggi, di fronte a casa mia c’era una birreria. Quindi ogni tanto, quando non mi andava di tuffarmi nella movida di AltStadt, andavo a farmi una birra o due li’. Puoi conoscere gente, pensare ai cavoli tuoi, girare su internet con la wifi del locale, etc. Sinche’ bevi, sei al tuo tavolo e nessuno ti scoccia.

Allora un giorno, verso l’una, esco dalla birreria ed esco per tornare a casa, ovvero attraverso la strada. Avevo appena posato il culo sul divano quando sento suonare. E’ il mio Hausmeister, che siccome ha cominciato a nevicare mi chiede se mi va di pulire il marciapiede (visto che vivo al primo piano) , e poi farci un’altra birra , che paga lui.

Ok. Allora torniamo in birreria, ci prendiamo una birra, nel frattempo la neve si accumula,  poi smette di nevicare, allora puliamo e andiamo a dormire. Sono le due e mezza di notte.

Ok.

L’indomani un collega mi vede assonnato, gli spiego cosa sia successo. Ma nelle sedie vicine c’e’ un italiano in ascolto. Uno che vive qui da piu’ tempo. E ha sentito tutto.

E mi informa che quello che abbiamo fatto e’ obbligatorio, che esiste una legge antichissima che obbliga quelli che stanno al primo piano a farlo, e se non lo fai e qualcuno si fa male cadendo sono cazzi acidissimi.

Da quel momento ho guardato con una certa ansia le previsioni del tempo, e in effetti le altre due volte che ho visto nevicare mi sono sempre fatto trovare pronto (in birreria).

Volete sapere la verita’? Non esiste alcuna legge che obbliga proprio nessuno a farlo. Il motivo per cui molti vogliono farlo e’ una consuetudine, unita al fatto che molti hausmeister sono tenuti a farlo per contratto. Ma l’inquilino del primo piano non e’ obbligato proprio a un cazzo di niente.

E me ne sono accorto quando sono venuto a vivere qui sulle colline di Neandertal, circondato da tedeschi “etnici”. Una notte stavo spalando la neve quando si ferma in auto il figlio della mia padrona di casa (che vive leggermente piu’ a valle) e mi chiede se sto avendo problemi con la neve.

  • E’ crollato qualcosa?
  • No.
  • Come mai alle tre di notte sei a spalare la neve, allora?
  • Ma non e’ obbligatorio?
  • No, che io sappia. Anche perche’domani passo io col trattore e pulisco tutta la strada in cinque secondi. (lui ha una fattoria qui, e lo fa per la madre)
  • Ma non e’ allora che se qualcuno cade e si fa male davanti a casa mia poi e’ colpa mia?
  • La gente e’ adulta e se esce con la neve e cade sapeva cosa stava facendo.
  • Ah.
  • E poi un vero tedesco non cade sulla neve. La esamina da vicino.
  • Uhm…

Un altro aneddoto e’ il seguente. Ad un certo punto ho cambiato appartamento, sempre mentre abitavo a Düsseldorf. E siccome ho reincontrato colleghi di un progetto precedente e volevo fare un barbecue, ne parlo in ufficio. Perche’ non so quali siano le regole condominiali sui barbecue, quindi devo informarmi e poi decideremo il giorno. Ok.

Ma arriva l’italiano in ascolto. Che mi ha sentito. (non e’ lo stesso di prima). E mi spiega che e’ consentito un solo barbecue di un’ora per settimana. E deve essere d’accordo l’hausmeister del condominio.

Cosi’ suono alla signora hausmeister, e le spiego (col mio tedesco A1) che volevo usare il giardino interno per un barbecue la domenica , e le do’ l’ora.La signora mi sembra imbarazzata, ma mi dice che va benissimo. Poi mi saluta gentilmente.

Arriviamo al barbecue, sapendo che non dobbiamo superare un’ora nemmeno a morire (figuriamoci, in Germania!) , e la hausmeister si presenta coi suoi due bratwurst. Figuriamoci se mi infastidisce, cosi’ sbatto i due bratwurst sulla graticola e ci facciamo due chiacchiere. Durante la conversazione capisco che.

  • la regola di un’ora esiste ma e’ indicativa. Non ci sono punizioni. Non e’ obbligatorio.
  • Non devi dire all’hausmeister che stai per fare un barbecue, e non te lo puo’ impedire.
  • Se dai fastidio ai vicini, devono venire a protestare loro.
  • Aveva capito che la stavo invitando al barbecue, infatti e’ venuta. Sono proprio un tipo gentile e amichevole.

Morale : l’ “italiano che ascolta” (che e’ una categoria antropologica precisa) non sa quasi nulla del paese in cui vive, ma si affanna a spiegarlo agli altri. E ovviamente non ha mai dato l’ Orientierungsprüfung, il corso obbligatorio per prendere la cittadinanza tedesca. Anche perche’ non parla tedesco e non intende spendere soldi per impararlo. Lui ha i contatti con la comunita’ italiana locale. Ho conosciuto italiani che dopo 27 anni qui non parlano ancora il tedesco. E sono tutti in ascolto, pronti a prodigare consigli.


Prima di passare alla pazzesca antropologia dell’italiano in ascolto , posso dire che e’ possibile riconoscerlo quando inventa “leggi fantastiche della Germania e dove trovarle”, per le punizioni fantasiose che inventa.

Per esempio: e’ vero che se camminando a piedi attraversate la strada col rosso, anche sulle striscie pedonali, potete essere multati,almeno l’ho visto succedere a Düsseldorf e nei paesi limitrofi.Di piu’ nei paesi piccoli ed “etnici”. Ma la multa, sia chiaro , e’ di 5€. E’ piu’ seccante doverla andare a pagare che pagarla.

Anche la storia delle autostrade senza limiti ha fregato molti. Se ascoltate l’amico italiano che vive a Berlino, avrete storie di amici italiani che vivono in Italia che salgono col lamborghini e fanno 400 Km/h in autostrada, tanto non ci sono i limiti. Si. A parte che sono in tutto poche centinaia di Km su una rete autostradale enorme, il problema e’ che esiste il reato di guida pericolosa. Quindi se fate i vostri 400Km/h non vi multeranno per eccesso di velocita’, ma per una guida estremamente pericolosa. “Autostrade senza limiti” un cazzo: e’ piu’ un feticcio politico che altro.

Ma ripeto, lo riconoscete dalle punizioni fantasiose che inventa. Sono sempre fantasiose, nella misura in cui nessuno che abbia fatto un barbecue di un’ora e mezza e’ mai stato cacciato di casa dai condomini, che vi lanciano addosso petardi e pancetta affumicata, alcuni tagliandola a fette prima. Vi posso garantire che e’ un evento piuttosto raro.

Allo stesso modo, il palo che vedete di fronte al municipio non serve ad impalare quelli che vivono al primo piano ma non puliscono il marciapiede dalla neve. Leggende di questo tipo sono tipiche della Romania, ma non ne sono tanto sicuro nemmeno li’. Impalare la gente di fronte al municipio e’ un’abitudine poco diffusa, insomma. I tedeschi si sono impigriti. Bewegung! Bewegung!


Ci sono due tipi di italiano in ascolto, in Germania. Il berlinese e tutti gli altri. Sono uguali, ma il berlinese e’ peggiore perche’ crede di vivere in Germania.

Il berlinese e’ arrivato a Berlino grazie ad altri amici che ci vivono. Grazie a loro ha trovato una casa da un altro italiano, e spesso il lavoro da un altro italiano. Escono per locali italiani, e frequentano principalmente italiani. Imparare il tedesco? A che serve, se siamo tutti italiani? Alcun, i secchioni, lo imparano. Ma sono pochi.

Berlino non e’ un posto dal quale impari la Germania. Non dico che non sia in Germania. Ma immaginate per un attimo di prendere Taranto, farla diventare una regione autonoma come la Val D’aosta, e poi farla capitale.

Otterrete una citta’ “perlomeno peculiare”. Certo, se siete a Taranto siete in Italia, ma dire “sono stato a Taranto, ora ti spiego l’Italia” sarebbe perlomeno bizzarro. Sappiamo tutti che Taranto e’ un posto peculiare.

Ecco, Berlino e’ un posto peculiare. Basterebbe un libro di storia a spiegarlo, e insoma si trova in Germania est, e’ il primo punto di approdo di quelli che emigrano dall’entroterra di regioni non tanto ricche o progredite. Insomma, se siete a Berlino avete visto Berlino. Non “la Germania”. Probabilmente nemmeno Düsseldorf o Neandertal sono osservatori privilegiati, ma…

…e  qui veniamo alla seconda peculiarita’ dell’ Italiano in ascolto…

…l’Italiano in ascolto NON SI MUOVE dalla prima citta’ tedesca ove mette piede. Il 100% secco degli italiani che vanno a vivere Berlino non vanno da nessun’altra parte. E’ come se per loro il muro non fosse mai crollato, o qualcosa del genere.

Vale anche per l’ Italiano in ascolto di Düsseldorf. Quando dico che vivo a Neandertal (cioe’ proprio in quelle valli li’, che si trovano sul territorio del comune di Erkrath ) i colleghi tedeschi mi dicono “bel posto, se ti piace il verde”, mentre italiani che vivono qui da 20 anni dicono “e’ lontano?”. Sono 8 minuti col trenino S28. Otto cazzo di minuti. E loro non sanno nemmeno che esista. Ma almeno un cazzo di selfie al museo , no? C’e’ pure la neandertalia nuda con due tette pazzesche.(in statua).

Cosi’ come mi sono sentito dire, a 30 Km da Colonia, “che alla fine qui dei grandi monumenti gotici non ce ne sono”.

perche’ l’ Italiano in ascolto e’ cosi’. Non lascia mai il proprio quartiere, costruisce la sua tana tra il centro storico, la pizzeria preferita e il luogo del passeggio. Non visita le citta’ vicine, non visita nemmeno la citta’ dove vive, e poi si lamenta che “non c’e’ niente”. Quando dico che sono stato quattro giorni a visitare Coblenza, mi dicono “vabe’, c’e’ il vino, ma cosa c’e’ poi da vedere a Coblenza?”. Altri mi dicono “ma e’ lontana?”.

I piu’ cosmopoliti si interessano al calcio locale e qualche volta seguono la squadra locale in trasferta. Punto.

E se gia’ avete questa tendenza e vi chiudete a Berlino, della Germania vedrete pochissimo. (Capisci, Mastrobuoni?). Berlino e’ bella, ma e’ peculiare sotto OGNI punto di vista: ha una storia che e’ quella che e’, e’ in una zona che e’ quella che e’, problemi sociali quasi inediti in Germania, e tante altre cose.

Vivendo in questo modo, guardando la Rai ma non il Tageschau, l’italiano in ascolto si trova con un problema: capire il mondo che lo circonda. Le cose che vede. Capire perche’ le persone si comportano a quel modo. E quindi via di “leggi tedesche immaginarie, e dove trovarle”: per spiegare il fatto che normalmente le persone fanno cose che non si vedono in Italia, (tipo, non potete picchiare un bambino, nemmeno per motivi pedagogici), in genere tirano fuori ragioni storiche assurde, tipo “perche’ i Nazisti picchiavano i bambini”. (i Nazisti c’entrano sempre, visto che della Germania sanno solo questo).

Siccome poi non vogliono nemmeno prendere la cittadinanza, non fanno alcun Orientierungsprüfung , che almeno potrebbe spiegar loro qualcosa del paese, del suo ordinamento, della sua Costituzione e della sua storia. (e’ obbligatorio superare questo esame per la cittadinanza).

Ma rimangono in ascolto, e informano i nuovi arrivati delle loro leggi fantastiche, e dove trovarle. In particolare, pero’, ci sono cose che non hanno capito:

  1. la Germania e’ un paese federale. La polizia e’ in mano alle regioni, che hanno anche un loro servizio segreto. Moltissime cose sono federali.
  2. Ma e’ uno stato molto coeso: a differenza del federalismo americano, esiste un bundesrat che si occupa di armonizzare le leggi con quelle federali. Per questo la Baviera non e’ “il texas tedesco”, come ho sentito dire. Una situazione come quella texana sarebbe impossibile, perche’ appunto esiste il Bundesrat, e perche’ esistono le varie commissioni dei presidenti delle regioni.
  3. Non tutte le usanze e le tradizioni tedesche vengono da Hitler. Il nazismo ha avuto un impatto (per fortuna) limitatissimo a riguardo. Le tradizioni tedesche possono anche essere antiche.
  4. No, i vichinghi c’entrano poco. Con cosa? Con praticamente qualsiasi cosa. Erano molto piu’ a nord.
  5. La polizia tedesca. E’ un feticismo, e’ un’ossessione. Se vi comportate bene sono gentilissimi. Se gli mancate di rispetto si incazzano e vi passa la voglia. Li ho visti picchiare? Si. Facevano bene? Si.
  6. La costituzione tedesca e’ antinazista come quella italiana e’ antifascista.Per questo non vedete militari per le strade ad aiutare la polizia. Non si puo’. Per questo non vedete la polizia di una regione “dare una mano all’altra regione”. Non si puo’. Tantissime cose lo stato non le puo’ fare.
  7. Esistono le tradizioni locali. Il fatto che a Berlino non abbiate mai potuto comprare un “bembel” di Apfelwein (il sidro, insomma) non significa che Francoforte non sia in germania. Del resto, il fatto che a Berlino si trovi poco l’ “himmel  und Ärd” (dialettale per Himmel und Erde) non significa che Düsseldorf non si trovi in Germania. Non lo avete mai sentito a Berlino? Esticazzi?

Aneddoticamente parlando,ho appena discusso con uno di questi. Secondo il quale i poliziotti tedeschi girerebbero liberamente tra regioni (Land) diverse, per dare una mano ai colleghi, sfuggendo al dovere di identificarsi. Non e’ una legge federale, ma tutti i Land hanno regole sull’identificazione dei poliziotti. In alcuni casi devono avere il nome sulla divisa, in altri Land un numero. In tutti i Land li identificate, cambia solo il metodo.

Ma l’italiano dice “ah , ma se e’ una cosa regionale non e’ una regola”. Aha. Si, in Italia funziona cosi’. Ma se aveste mai ascoltato un Tageschau , avreste capito che se una regola e’ regionale e’ gia’ forte di suo (perche’ e’ un paese federale, appunto) , e se di leggi ce ne sono di simili in tutte le regioni, allora non noterete molte differenze con una regola federale. Per esempio la scuola e’ regionale, ma i programmi sono unificati.

A parte Berlino, che e’ cosi’ peculiare da essere quasi sempre un caso a parte.

Ma se parlate con l’italiano in ascolto, ovvero quando vi piomba nella discussione dandovi consigli mai richiesti, le cose non stanno cosi’ e terribili insidie vi aspettano.

“attenti alla scuola dei vostri figli. Il loro futuro deriva da questo. Li tatuano sul braccio, e a seconda del tatuaggio potrebbero essere costretti a fare gli schiavi nelle galere sul Reno”.

No, non funziona cosi’. Il sistema scolastico e’ complesso, ma non e’ come descritto. E non tatuano nessuno con un numero sul braccio.

Oppure

“non convertire la tua patente a quella tedesca. Poi ti trovi con due nazionalita’ , e sei tedesco quando sei in automobile e italiano quando sei a piedi”.

(non ho capito cosa volesse dirmi il tizio, quindi non so come commentarla). Forse credeva di parlare con un ambasciatore che ha le bandierine sul cofano.


Ecco, il problema di questi personaggi e’ proprio questo: si richiudono in una specie di bolla, un ghetto  spesso italianofono, e poi si mettono in agguato alla ricerca di altri italiani. Appena ne sentono uno appena arrivato , piombano su di lui con consigli mai richiesti e fantasiose regole tedesche, e dove trovarle.

Ecco, avreste un pelino rotto il cazzo.

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