Il discorso sullo stato della politica italiana.

Il discorso sullo stato della politica italiana.

Analogamento allo stato del sistema inteso come sistema socioeconomico, ci sarebbe da parlare del sistema politico, nel quale si direbbe che il “fascismo” o un “nuovo fascismo” o un “vecchio fascismo” stiano crescendo. MA in senso elettorale, questo discorso e’ assurdo. Cosi’, “fascismo” va denunkato, cosi’ come ho debunkato il termine “crisi”, mostrando che in realta’ non e’ una crisi, ma un sistema.

Andiamo al punto, e debunkiamo un semplice fatto: quello di trovarci di fronte a una forma di “fascismo”. Del fascismo si e’ scritto molto, ma prima di tutti hanno scritto i fascisti stessi, partendo da menti come quella di Gentile – che la scritto il manifesto del fascismo, documento essenziale per capire il fascismo , ma mai menzionato – fino a tutta la logorrea evoliana, marinettiana, e via dicendo.

Sul piano ideale, i piedistalli del fascismo sono  di diversi tipi.

Sul piano dell’ideologia, sono tre:

  • Gerarchia. La credenza di occupare un posto specifico in un insieme di persone, ove i “superiori” dicono ai subordinati cosa fare.
  • Autorita’. In questa gerarchia, il posto massimo lo occupano le “autorita’ “, ovvero coloro che non prendono ordini da nessuno, ma comandano su tutti.
  • Obbedienza. Come conseguenza , tutti obbediscono agli ordini che partono dall’ Autorita’, e attraverso la gerarchia, li raggiungono. 

Sul piano del metodo, sono due:

  • Violenza. Il potere  di costringere viene preferito alla qualita’ di convinvere, ovver il potere prima del consenso.
  • Fideismo. Nessuno ha la propria opinione, tutti credono (come in credere, obbedire, combattere)

Esiste poi, per via dei filosofi idealisti, uno strato di misticismo (il misticismo fascista era parte degli insegnamenti obbligatori del GUF).

  • La credenza in un legame indissolubile quanto spirituale  tra gli uomini che compongono la popolazione, e la terra che abitano, legame detto “nazionalita’ “.
  • La credenza in un legame indissolubile quanto spirituale tra gli uomini che compongono la popolazione, e la loro storia, legame detto “tradizione”.
  • La credenza in un legame indissolubile quanto spirituale tra gli uomini che compongono la popolazione e i simboli che usa per descriversi, (la bandiera, il nome della nazione, eccetera).

Su questo si aggiunge un’ultimo, tardivo impeto di razzismo  politico:

  • La credenza che la somma di “tradizione” e “nazione” (come definite dal misticismo ) faccia una “razza”.
  • Da cui si deduce che la razza e’ un concetto mistico, cioe’ la manifestazione di legami mistici sia primordiali – unione con il suolo – che arcaici – il legame con la storia, cioe’ la tradizione.
  • Da cui si deduce che la biologia e’ un concetto politico e la razza comprende per forza i simboli che usa per descrivers.

Questa e’ la costruzione politica del fascismo stesso.


Ovviamente si tratta di una massa di fregnacce, ma il punto non e’ il fatto che le sinistre accusino persone di essere fasciste. Questo fa parte di una sinistra che inizialmente condivide diverse istanze col fascismo, con la sola esclusione del razzismo politico: la sinistra assorbi’ il misticismo fascista mediante Pasolini, per dire, che era stato nel GUF.

Adesso quindi dobbiamo andare a vedere un attimo due cose:

  • Esistono fascisti oggi?
  • Quelli che si dicono fascisti sono fascisti?
  • Quelli che NON si dicono fascisti lo sono?

la prima domanda, cioe’ “esistono fascisti oggi” e’  semplice da rispondere: NO.

E nel dirlo non mi rivolgo tanto alle sinistre che accusano chiunque di fascismo, per il solo fatto di non pensarla come loro. Mi rivolgo alle destre che millantano di essere “fasciste”. 

La verita’ e’ che esistono pezzi di fascismo che galleggiano qui  e la’ , sia a destra che a sinistra, ma non esiste davvero nessun gruppo umano che incarni DAVVERO tutte le caratteristiche del fascismo insieme. Non possiamo dire che un gruppo di hooligans che usa il metodo della violenza come i fascisti sia fascista solo per questo: siccome disobbedisce alle autorita’ per farlo, non si tratta di fascisti.

Se osserviamo i ciarlatani che si dichiarano fascisti, osserviamo dhe dei tre pilastri (Gerarchia, Autorita’ e Obbedienza) rimane ben poco. Si tratta di persone tra cui troviamo il no-vax, cosi’ come troviamo il tassista che lotta per tenere i suoi privilegi, cosi’ come il balneare che ha uno stabilimento abusivo e non vuole seguire le nuove leggi.

Ora, chiediamocu se un atteggiamento del genere sarebbe stato possibile col fascismo in auge. NO. Se ci fosse stata un’emergenza come il COVID nel 1935, combatterla e vincerla sarebbe diventata una battaglia patriottica. Se avessero poi messo , che so, Thaon de Revel , o che so io Italo Balbo, a capo della campagna di vaccinazioni (essendo militari, erano la gerarchia incarnata), non ci sarebbe stata alcuna chance che qualcuno se ne fosse uscito dicendo “ma mio cuggino mi ha detto che negli ospedali succede la gente muore quando la vaccinano”. Nel mondo fastista tu non hai un’opinione, tu credi alle autorita’ e obbedisci alla gerarchia. Fine.

Cosi’ come tassisti, balneari e compagnia non sono “fascisti”: quando si fecerole riforme agrarie fasciste, non si tollerava che qualcuno si mettesse a far storie. Ti tolgo la terra, la do’ ad altri, e tu mi dici quanto ho ragione. Perche’ lo dice LVI, e LVI non sbaglia mai. L’autorita’ ha sempre ragione.

Notiamo subito invece che il pagliaccio che oggi si dice fascista ha davvero poco a che vedere con l’obbedienza fascista. Il regime che ti chiedeva di donare entusiasticamente la tua fede d’oro al regime non ti avrebbe MAI consentito di evadere il fisco, per dirne una, come fanno i tassisti. Ne’ il fascismo che aveva risolto a fucilate gli scioperi di Parma poteva lasciare che i trattori bloccassero le strade e le piazze per protesta. 

Anche la storia no-vax che col vaccino ti vogliono controllare e mettere a tacere, per il fascismo sarebbe stato un bene. Controllare e mettere a tacere non era, nel mondo fascista, una cosa cattiva. Era “ordine”. Il fascismo prometteva di eliminare i conflitti sociali. Punto. 

E quando Arriva il protofascista che tuona contro i poteri forti e le lobbies, occorrerebbe ricordare loro che l’economia fascista fosse orgogliosamente corporativa, ma le corporazioni non erano altro che quelle che oggi chiamiamo “lobbies” e “poteri forti”; per il fascismo lobbies e poteri forti erano un BENE. (lo dico nel caso giambattista cretinetti continui con le sue stronzate)

Questo per farvi capire la distanza tra quelli che vedete oggi chiamarsi “fascisti” e quello che i fascisti furono.

Non si tratta di “post-fascisti”, di “ex-fascisti” o di “nuovi fascisti”. Li definirei “tutt’altro che fascisti”, semmai.

 


Un’altro problema e’ che per vedere i fascisti oggi bisogna – a meno di non credere nella resurrezione – ipotizzare una continuita’. E quindi la domanda sorge spontanea: ma dov’erano i fascisti, ieri? Com’e’ che ad un certo punto sono spuntati? Da dove vengono. Dove si erano nascosti?

La risposta classica era che fossero nelle “fogne”. Interessante, come luogo dialettico. Ma questi fascisti sono persone, sono dei solidi, occupano un volume. Non possono stare in un contenitore dialettico. Cosa sono, DOVE sono, di preciso, queste “fogne”?

Potrebbe forse darvi da pensare che quando i fascisti guadagnano un milione di voti, allora le sinistre perdono un milione di voti. Qualche sospetto potrebbe venire.

Potrebbe far venire qualche sospetto il fatto che , per esempio, la violenza politica come metodo sia stata comune ai fascisti, quanto a branche come gli autonomi, per esempio.

Potrebbe far venire qualche sospetto il fatto che i “fascisti” rimproverino la sinistra di non aver fatto abbastanza ala sinistra, come se qualcuno rimproverasse la squadra avversaria di non avere vinto.

Potrebbe far venire qualche sospetto il fatto che “i fascisti” crescono in zone con economie devastate, proletarie, prima feudi di sinistra.

Potremmo notare anche un certo feticismo che la sinistra storica, anche il PCI, ha avuto per i regimi dai metodi “sbrigativi”. Quando l’ *Unione Sovietica mando’ i carri asmati a stroncare la primavera di Praga, Napolitano in persona scrisse che 

l’intervento sovietico poteva giustificarsi solo in funzione della politica dei blocchi contrapposti, quasi lasciandoci intendere […] che l’intervento sovietico si giustifica solo dal punto di vista delle esigenze militari e strategiche dell’Unione Sovietica; senza vedere come nel quadro della aggravata situazione internazionale, del pericolo del ritorno alla guerra fredda non solo ma dello scatenarsi di una guerra calda, l’intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore dell’Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all’Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare l’aggressione imperialista nel Medio Oriente, abbia contribuito, oltre che ad impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell’Urss ma a salvare la pace nel mondo

 Nel febbraio 1974, pochi giorni prima dell’espulsione di Aleksandr Solzenicyn dall’Urss, Napolitano è autore di una nota riservata del PCI che attaccava lo scrittore in quanto avrebbe danneggiato lo stato sovietico e la distensione, ma al contempo invitava il PCUS a tollerarlo poiché la repressione sarebbe stata un aiuto ai nemici dello stato sovietico.A espulsione avvenuta tuttavia scrive su L’Unità, e poi su Rinascita, un articolo in cui rifiuta qualsiasi dialogo con il dissidente deluso dal socialismo reale, definendo “aberranti” i giudizi politici espressi da Solzenicyn e mantenendo un giudizio ambiguo sulla decisione del Cremlino di esiliarlo

Possiamo continuare a citare tutte le simpatie di sinistra a dittatori come Fidel Castro, I viaggi di Cossutta per andare a benedire Milosevitch, e le simpatie per i regimi dalla violenza facile , compreso Saddam hussein e altri, non si contano.

Non ci vuole molto a capire dove fossero le “fogne” cui si riferisce la sinistra, quando dice che i fascisti erano nascosti proprio li’. Erano le cantine di Botteghe Oscure.

E possiamo smetterla di parlare di sospetti, e dirla come va detta: e’ ovvio che le “fogne” di cui si ciancia tanto, nelle quali si sono nascosti i fascisti, non erano altro che le frange piu’ radicali della sinistra italiana.

 

In questo caso, non ci stupisce sapere che Salvini viene dai centri sociali, e che la pretesa piu’ assurda della destra sia quella di essere vicina alla povera gente. Si erano nascosti li’.

Il che dovrebbe portare le sinistre ad interrogarsi sulla loro gestione dei voti passata.

Quando si parla, quindi, di questi “fascisti” si parla sempre di una frangia specifica , che passa indifferentemente dalla sinistra alla destra, a seconda dell’opportunita’.


Ma l’opportunita’ di fare cosa?

Qui c’e’ il punto, che ci permette di notare che si tratti delle stesse persone. Escluso che queste persone siano “fascisti”, ed escluso che siano “antifascisti”, ma allora cosa sono?

La mia definizione e’ di “ribellismo opportunista”, che io associo al “partito dei porci comodi”. E questo perche’ , in linea di principio, non c’e’ molta differenza tra una sanatoria fiscale ed un “sei politico”. In entrambi i casi, si dimentica che la persona non ha fatto il proprio mestiere, e gli si fornisce un “regalo” che danneggia la comunita’ ma consente alla persona di avere cio’ che vuole.

Si tratta di persone per le quali non importa quale sia la bandiera: possono definirsi oggi fascisti come un tempo si definivano autonomi, o figli dei fiori, o “movimento del settantasette”, o “sessantottini”, il cui scopo era quello di:

  1. Ribattezzare i porci comodi come “liberta’ ” se non “diritti”
  2. Dire di lottare per la “liberta’ ” (ribellismo)
  3. Far pagare il prezzo al resto della comunita’.

Ripeto: tra una sanatoria edilizia e un sei politico non vedo molte differenza di metodo, ne’ di sostanza. Tra occupare un centro sociale ed occupare Casa Pound non vedo alcuna differenza. Tra lottare per degli abusivi che lottano per usare le spiagge dello stato e lottare per gente che occupa abusivamente stabili dello stato come scuole e universita’, non trovo differenze.

Tutto questo serviva semplicemente per trasformare i propri porci comodi in liberta’, o diritti, pretendere di lottare per essi, e questo ribellismo opportunista, chiaramente, avrebbe avuto dei vantaggi: primo tra tutti, quello di poter fare i propri porci comodi.

Tra la sfacciataggine dei fascisti che fanno il saluto romano in piazza e quella di Toni Negri, ed altri, che hanno vissuto all’estero pur avendo carichi penali notevoli, non vedo altro che la stessa mentalita’.

“IO sono fascista”, detto dai fascisti, e’ soltanto l’ennesimo cambio di casacca di dente che ha la tessera al partito dei porci comodi propri, un travestimento che serve a far dimenticare che molte volte dietro a certi “diritti” e a certe liberta’ si cela semplicemente la voglia di fare i propri porci comodi, spesso in maniera violenta.

 

Ed e’ per questa ragione che , di fronte alla sola affermazione “tizio e fascista”, mi comporto come segue:

  • se lo dice uno di sinistra, la mia risposta “allora e’ una costola della sinistra”.
  • se lo dice uno di destra, la mia risposta e’ “ma chi vuoi prendere in giro? “

E questo e’ lo stato della politica italiana, e forse occidentale: la farsa del solito ribellismo opportunista, solo che stavolta anziche’ avere gente che diceva di essere comunista, abbiamo gente che dice di essere fascista.

Uno stato di una bassezza sconcertante , e di una decenza politica assente.

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