A che serve saperlo?

Dopo il post ove ho scritto che l’attuale governo e’ una giunta di tecnocrati franchisti, o perlomeno un governo fascista con una componente cattolica aggiuntiva, qualcuno mi ha scritto che saperlo non serve a niente. Il che e’ falso , perche’ sapendo di cosa si parla e’ possibile sapere che cosa il governo tentera’ di fare, cosa abbia in mente di fare, anche se ovviamente le partite sono aperte e la societa’ italiana opporra’ resistenza.

Innanzitutto, bisogna capire per quale motivo questo governo sia figlio dell’ ideologia fascista. E in che senso. Il senso e’ questo: se io vi parlassi di “piani quinquennali” a voi verrebbe in mente l’ URSS. Ovviamente nessuna legge della fisica vieta che un paese come gli USA pratichi i piani quinquennali. Tuttavia, il concetto di “piano quinquennale” e’ riconoscibile come parte dell’ ideologia sovietica, e si puo’ dire che un governo che intenda praticare i piani quinquennali sia ispirato all’ URSS.

Allora, allo stesso modo possiamo dire che i governi di tecnocrati siano stati un’ idea prettamente fascista, nella misura in cui si presume che il tecnocrate, in quanto tecnico, sia a-politico e a-parlamentare. Secondo Gentile, il filosofo che si occupo’ di dare un’ ideologia al fascismo(1), non fece altro che riconoscere la realta’ e defini’ il fascismo come “azione priva di pensiero e discorso”. Nel modo di fare del fascismo infatti c’era l’assoluto disprezzo per l’ideologia -intesa e identificata come la costruzione teorica marxista, pensiero ozioso e speculativo,  e simili epiteti – e l’assoluto disprezzo per il dibattito, identificato con la sterile discussione fine a se’ stessa, il cavillismo, e quindi col  parlamento.

In questo senso Gentile si dovette arrendere ad una semplice evidenza: il fascismo NON aveva alcuna ideologia e non aveva alcun pensiero perche’ mitizzava l’azione cosi’ tanto da considerare ozioso e codardo qualsiasi tentativo di riflessione -che avrebbe ritartado l’azione immediata- e qualsiasi dibattito -per lo stesso motivo-. In pratica Gentile cerco’ di fare un’ideologia con quello che aveva -il comportamento dei fascisti- , ovvero trasformare dei facinorosi dalla rissa facile in figli di un pensiero (come potevano essere i nazisti, per dire).

Il risultato di questa elaborazione fu che i ministri di un governo dovevano – a parte obbedire al Duce- prediligere l’azione al pensiero e al dibattito. Chiuso il parlamento -cioe’ eliminato il dibattito – per sostituirlo col Gran Consiglio del Fascismo, rimaneva solo da capire che genere di politica si possa fare prediligendo la decisione al pensiero. E il risultato fu “tecnocrazia”. La tecnocrazia arriva da un mondo di costrutti consolidati -la tecnica, appunto- che non richiede azione -ma solo idee chiare- per essere applicata.

Sia chiaro: NESSUN altro regime aveva MAI ipotizzato una prevalenza tecnica nei governi. Se Hitler avesse voluto tecnici e solo tecnici, qualcuno lo avrebbe avvertito che le razze umane non esistono: ma l’ideologia nazista veniva PRIMA della tecnica, non per nulla qualcuno -riferito a Heisemberg- chiedeva agli scienziati “ma voi credete davvero alla scienza di quell’ebreo?”. Per un tecnico, la domanda e’ impensabile. Solo Schachs era una figura analoga a quella del tecnico economico fascista, infatti fu sempre distante da Hitler e prese parte al complotto per ucciderlo.

Ne’ il comunismo aveva cose simili: il governo comunista e’ ideologico al 100%, ogni cosa discende da un preciso pensiero, i tecnici ci sono ma eseguono gli ordini del partito , organo politico e ideologico per eccellenza. L’azione senza pensiero e’ impossibile perche’ nel mondo comunista OGNI azione deve tendere ad un preciso pensiero.

Anche la democrazia non e’ il sistema che idea i governi di tecnici: le democrazie parlamentari hanno governi che derivano dal parlamento -istituzione politica per eccellenza- oppure derivano dalle elezioni -altro atto politico in maniera assoluta.

Quindi no, l’idea stessa di “governo tecnico” e’ un’invenzione mussoliniana, o meglio gentiliana, cioe’ fascista, e permane in alcuni paesi europei come lascito del periodo fascista stesso. L’idea di un governo che sia buono in quanto NON segue un pensiero e NON discute le decisioni non solo non e’ democratica o comunista, ma e’ tipica della pseudo-ideologia fascista, ovvero di cio’ che il fascismo riteneva essere la propria ideologia.

L’idea che un governo tecnico  sia migliore in quanto tale  , ove l’accezione di “tecnico” sia usata contro la politica e contro la dinamica parlamentare , e’ squisitamente e tipicamente fascista, cosi’ come l’idea di piani quinquennali e’ tipicamente sovietica. Nessuno vieta a regimi diversi di applicarla, ma il governo tecnico sta al fascismo come il piano quinquennale sta al comunismo sovietico.

Ricordato questo, possiamo ricordare in sintesi il ciclo storico tipico dei fascismi, specialmente quello economico, per poi passare a prevedere che cosa fara’ QUESTO governo di Monti. Anche se, ovviamente, occorre sempre che passi per il parlamento e quindi non e’ detto che ci riesca, almeno potra’ aiutarci capire cosa si sforzera’ di fare.

I governi fascisti sono molto abili in quello che potremmo definire “doping economico”. Essi prendono delle misure apparentemente moderniste , con lo scopo di velocizzare -non necessariamente migliorare- l’economia, decisioni che danno al paese una illusione di crescita per circa 4-5 anni. Poi inizia una fase di declino che viene mascherata da una certa ideologia, e solo dopo circa 10/12 anni si realizza di aver semplicemente dato delle anfetamine ad un malato: il malato si e’ rimesso a camminare, ma non e’ affatto guarito.

E’ altresi’ doverosa la distinzione tra governo fascista e REGIME fascista. Un governo fascista puo’ apparire anche senza regime, perdendo quindi molte delle sue caratteristiche estetiche, a patto di realizzare un programma economico fascista (vedremo sotto) e un programma sociale fascista , ovvero “semplicemente lasciare la societa’ cosi’ com’e’, preferibilmente alle sue tradizioni secolari e identitarie”. Non e’ quindi necessario un REGIME fascista per avere un GOVERNO fascista.

Arrivati al 10-12 anno, i fascismi si trovano di fronte al loro fallimento economico(2), e iniziano ad essere aggressivi verso l’esterno. Hitler inizio’ la seconda guerra mondiale proprio quando le sue riforme economiche mostravano il loro fallimento, Mussolini inizio’ con le rivendicazioni coloniali, Franco stesso stava per lasciare il comando ad un ammiraglio piuttosto bellicoso -che per fortuna fu ucciso dall’ ETA lasciando al Re l’iniziativa – la giunta argentina attacca le Falkland, e cosi’ via.

Il ciclo economico fascista e’ caratterizzato da 4-5 anni di boom economico, 4-5 anni di declino poco osservabile , infine la stagflazione , cui normalmente seguono rivolte sociali, che il regime combatte usando la repressione e iniziando guerre di ogni genere per tenere occupata la popolazione. Il motivo di tale ciclo e’ che il fascismo non puo’ fare le riforme sociali che necessitano ad un substrato economico funzionante, col risultato di esaurire rapidamente l’effetto delle riforme economiche.

Andiamo a vedere, adesso, che cosa fa un governo fascista e che cosa fara’ (o tentera’ di fare) il governo Monti.

  1. Assorbimento di manodopera poco qualificata. Il governo fascista si accorge presto di avere a che fare con una disoccupazione fatta di persone con scarsissima specializzazione, o con specializzaioni inutili. La soluzione -temporanea ed apparente- al problema e’ di liberalizzare il commercio spingendo i giovani ad “aprire il loro negozietto”. Cosi’ non serve alcuna specializzazione (chi ama il fitness aprira’ un franchising-palestra, chi ama la moda aprira’ un negozio di vestiti, chi sa fare una piadina aprira’ una piadineria, etc) o serve solo una specializzazione bassissima, e il risultato apparente (i primi anni) e’ di un riassorbimento della disoccupazione e di una ripresa apparente dei consumi. Siccome il tempo di sopravvivenza medio di un nagozio nato senza domanda e’ di circa 3-4 anni, questo dara’ al paese 3-4 anni di  illusione di riassorbimento della disoccupazione. Mi aspetto che il governo Monti liberalizzi il piccolo commercio al minuto, l’artigianato e il piccolo professionismo per assorbire -per qualche anno- la disoccupazione.
  2. Stabilizzazione dei prezzi alla produzione. Per ottenere la finzione di investimenti stranieri, bisogna rendere attraenti le aziende. Le aziende possono essere attraenti quando sono operative e redditizie oppure quando sono facilmente pianificabili. La pianificabilita’ dei prezzi si ottiene sterilizzando le condizioni al contorno dell’industria, ovvero immobilizzando ogni contesa sociale -per esempio con un accordo di vasta scala che riduca il numero e la tipologia di contratti di lavoro e ne allunghi il termine, fissando il costo del lavoro- e detassando cespiti , stock e magazzini di materie prime, onde incentivarli. Il risultato e’ una stabilizzazione del prezzi di produzione, che attira investitori non industriali (fondi pensione, fondi sovrani, etc) per 4-5 anni, il tempo di fare il loro utile -senza mai investire nelle aziende – e poi lasciare aziende ormai obsolete alla morte. Questo da’ l’illusione che il governo abbia attirato investimenti stranieri, in realta’ ha solo causato una colonizzazione sino ad esaurimento. Mi aspetto quindi un accordo coi sindacati per sopire e troncare ogni possibile conflitto sociale sul lavoro, una riduzione dei contratti a un numero piccolo e di forma standardizzata, una serie di aiuti alle imprese finalizzati a stabilizzare stock e magazzino.
  3. Finanziarizzazione dell’immobiliare. In genere i governi fascisti arrivano a dare sollievo ad una classe di proprietari di immobili che non riescono piu’ a far rendere gli immobili stessi, o a trasformarli in liquidi vendendoli. In generale le prime due azioni fanno gia’ crescere il valore delle aree urbane, ma il problema viene da un mercato immobile che impedisce di “rientrare” degli investimenti. Il problema viene risolto in genere mediante uno strumento fiscale che costringa a consolidare la proprieta’ e a finanziarizzarla, cioe’ a portare verso la creazione di Holding e alla finanziarizzazione del patrimonio immobiliare. Questo sembra dare l’illusione che il mercato sia tornato liquido, e che il tempo di assorbimento degli  immobili sia breve. In realta’ si stanno solo mescolando le carte, ed entro 4-5 anni si scopre che sarebbero necessari interventi di edilizia popolare perche’ il patrimonio immobiliare e’ immobile. Gli affitti rendono poco per interessare le holding, le vendite non permettono loro di rientrare: il governo a quel punto inizia  con operazioni di edilizia popolare che deprimono ancora di piu’ il mercato. Mi aspetto quindi dal Governo Monti una serie di azioni atte a tassare i piccoli proprietari di diversi immobili, per spingerli verso la forma di proprieta’ societaria anziche’ a quella dela proprieta’ personale. Dopodiche’ dichiareranno che la mobilita’ degli immobili ed il loro assorbimento sul mercato vanno benone.
  4. Rimaterializzazione delle attivita’ finanziarie. Quando un governo fascista arriva, c’e’ una finanza allo stremo. Altrimenti non arriva. Essa ha come attivita’ dei valori che non sono tali e/o sono difficilmente esigibili, quando non tossici, e necessita di assets reali. Per ottenere questo il governo svendera’ loro gli enti pubblici esistenti, accettando in cambio come contropartita non tanto dei liquidi, ma dei “valori” che saranno tali soltanto sul bilancio. Per assorbire  altri asset tossici dalla finanza lancera’ una serie di opere infrastrutturali “aprendosi” alla finanza, che pero’ non paghera’ lo stato finanziando le opere in contanti, ma in cambio di altri “asset” che lo stato sara’ lieto di accettare e di considerare buoni. Dopo circa 3-4 anni, pero’, verra’ per lo stato il momento di liquidare quegli asset, e la verita’ sul loro valore si scoprira’.  Mi aspetto quindi che il governo Monti privatizzi aziende pubbliche accettando come contropartita dei valori perlomeno “opinabili”, sgravando cosi’ la finanza italiana di titoli tossici e asset poco esigibili,  e che lanci la costruzione di una serie di infrastrutture aprendo il finanziamento ai privati, accettando come “finanziamenti” deigli asset perlomeno discutibili, che verranno messi a bilancio dello stato (e aziende miste di ogni tipo)  come fossero buoni, per poi scoprire in seguito il loro valore effettivo.
  5. Pil fittizio. Il PIL viene calcolato usando la quantita’ di operazioni contabili come paradigma. E’ possibile quindi aumentarne la misura sia con tutte le operazioni cui sopra (che producono operazioni contabili in grandi quantita’, pur lavorando sugli stessi beni) sia con una “modernizzazione” delle regole contabili, che non le rende piu’ razionali quando piu’ veloci e semplici da eseguire. In questo modo, pur senza produrre ricchezza la ricchezza si muove cosi’ tanto che la misura del PIL ne viene falsata al rialzo. Ovviamente, lo stato non puo’ agire tanto sul privato, che ha gia’ una serie eccessiva di inefficienze  e di intermediari (per salvare i quali e’ arrivato il governo fascista) , quanto sul pubblico, che comunque (vista la pressione fiscale alta) “cuba” un bel pochino.Questo produce un incremento fittizio del PIL, che poi rientra quando il ciclo della spesa pubblica (tipicamente, il cespite della pubblica amministrazione) arriva a fine vita, normalmente 4/5 anni di media.  Mi aspetto quindi dal governo Monti una serie di riforme della contabilita’ di stato che non siano tese a razionalizzarla o centralizzarla (Anzi, il federalismo e’ ottima occasione per creare movimenti contabili fantasma) , quanto di velocizzarla e rendere semplice il movimento contabile, cosi’ da aumentarne il numero. 

queste  sono le azioni tipiche dei governi fascisti, che riescono con questi doping a ottenere 4-5 anni di boost economico -che permette loro di attirare il favore della popolazione e di fare propaganda – per poi decadere rapidamente e finire nella repressione: nel frattempo la societa’ e’ rimasta immobile e priva di riforme, col risultato che la pace sociale si infrange appena l’economia rallenta bruscamente .A quel punto i normali governi fascisti si inventano la repressione, cadono o iniziano delle guerre -che perdono quasi sempre- , rimane da vedere cosa si inventeranno  i fascisti del nuovo millennio.

Non e’ la prima volta che un governo fascista si realizza senza un vero dittatore o mediante marionette di governi stranieri -pensate ai governi-fantoccio sudamericani, per dire- , quindi non mi preoccupo tanto della mancanza di un duce visibile (le giunte fasciste in genere non hanno leader carismatici, a differenza delle dittature fasciste vere e proprie) , immagino che il governo Monti partira’, otterra’ i soliti risultati temporanei (come scritto sopra) e quindi continuera’ nella stessa forma e con la stessa politica.

Il vero problema, semmai, e’ come finira’, che e’ l’unica cosa che non riesco ad immaginare. Anche se mi chiedo in che modo potranno passare il 2012 ed il rinnovo di 300 miliardi di btp. In realta’ quindi ho capito che il governo Monti e’ un governo fascista, e’ chiaro cos atentera’ di fare e quali compiti lasciera’ ai successori, ma non riesco ad immaginare ne’ come possa finire , NE’ COME POSSA DURARE.

Uriel

(1) Mussolini non aveva alcuna ideologia. I suoi modi di dire “me ne frego”, “noi tiriamo dritto”, e cosi’ via non erano sloagan politici frutto di ideologie, ma modi di dire comuni nelle osterie romagnole. Si potrebbe dire che molta della semiotica fascista sia semplicemente il modo comune di comunicare del romagnolo -facinoroso-  di collina del periodo. Il lavoro di Gentile consistette proprio nel nobilitare il modo di fare del facinoroso romagnolo -tipico della “mise” di Mussolini – e spacciarlo per ideologia.

(2) Il fascista pensa – e Gentile ci mise del suo a definire il fascismo come fede e/o religione – che ogni verita’ fondamentale di un popolo sia stata scritta, una volta ed una volta per tutte, nella notte dei tempi, in qualche momento mistico (la religione) o in qualche mito fondatore (la romanitas, eccetera). Di conseguenza non puo’ cambiare la societa’, che va lasciata alle sue tradizioni, ma solo l’economia. Per questa ragione, l’immobilismo sociale neutralizza ogni riforma economica in pochi anni.

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