Sbudella 2000.

Gira in questi giorni un articolo che parla di come gli inglesi vorrebbero (qualsiasi cosa voglia dire)  “spostare in Inghilterra la giurisdizione dei nostri btp” in modo da, a suo dire, permettere che i btp siano forzati ad essere in euro e non in una (eventuale) lira post-euro. Ora, ammesso e non concesso che sia vero, direi proprio che non ci sia motivo di allarmarsi.

 

 

Il motivo per cui non e’ il caso di allarmarsi e’ semplice assai: lo scenario che prefigura e’ tale che avere i btp quotati in euro e’ l’ultima cosa che qualcuno vorrebbe. Per capirlo bisogna chiedersi quali siano le differenze principali tra euro ed altre monete , diciamo “tradizionali”.

 

La prima differenza e’ il legame tra l’autorita’ fiscale del paese titolare della moneta e la moneta stessa.

 

Se si dice che il Rublo e’ la moneta della Russia si sta dicendo che , essenzialmente, i russi non possono fregarsene fischiettando da un giorno all’altro, dicendo “Rublo? Non e’ mica roba mia!”. Il motivo e’ che essendo tutta la moneta (stampata e non) proprio quella, la nazione finisce col rispondere del suo andamento, dove “rispondere” e’ un concetto materiale: l’economia reale funziona con quella roba li’.

 

Non che questo cambi per lo stato: se con 1000 rubli ci compri le caramelle, il governo deve capire che se vuole costruire un fucile per i soldati deve avere molti rubli, gli piaccia o meno. Cosi’, il profondo legame tra economia materiale della nazione, effetto fiscale e conio fa si che il rublo sia la moneta della Russia, punto.

 

Adesso facciamo un esempio: il dinaro Jugoslavo. Mano a mano che la Ex Jugoslavia si disgrego’ , il dinaro venne abbandonato da tutti i paesi che se ne distaccavano, sino a rimanere semplicemente la moneta serba. Ora, cosa sarebbe successo se ANCHE la serbia si fosse distaccata dal dinaro ripudiandolo? La risposta era che: se nessuno si fa carico di cambiare le monete e le banconote nelle nuove valute, esse diventano semplicemente roba per collezionisti, cioe’ una moneta fuori corso che vale quanto i soldi del monopoli.

 

Non che il fatto che la Serbia si e’ tenuta il dinaro abbia salvato il suo potere di acquisto: comunque ad ogni pezzo di stato perso corrispondeva uno choc economico, il quale non rendeva cosi’ affidabile un investimento quotato in dinari. Non credo proprio che in quel periodo qualcuno abbia insistito per avere i propri risparmi quotati in dinari.

 

Ora, facciamo un passo indietro: qualcuno pretende di inchiodare all’euro il debito italiano. Ma contro cosa vuole tutelarsi? Vuole tutelarsi contro il caso in cui l’Italia  sia fuori dall’ Euro e quindi abbia la possibilita’ di stampare moneta liberamente svalutandola, cioe’ sia fuori da UE, SME e qualsiasi altro legame che infici la sovranita’ monetaria.

Questo e’ lo scenario necessario perche’ la cosa abbia senso.

 

 Ora, in una situazione del genere, l’ Euro si troverebbe in una situazione simile a quella del dinaro Jugoslavo.
Una nazione -e  non la piu’ piccola dell’eurozona- si sarebbe appena staccata, producendo ipso facto una crepa nel  trattato, ovvero definendo un percorso di uscita dal trattato. Ma se viene meno l’inflessibilita’ del trattato e l’Euro diventa una moneta  a geometria variabile, chi diamine risponde dell’ Euro in se?

 

 ui viene il punto principale: in caso si verifichi lo scenario temuto, cioe’ Italia fuori dall’ Euro e possibilita’ di stampare la lira ad mendula canis , l’ Euro sarebbe una moneta soggetta ad oscillazioni gigantesche, dal futuro incerto e specialmente senza che sia chiaro, neanche teoricamente, chi sia il prestatore di ultima istanza. Se infatti si definisce il percorso per uscire dall’Euro , chiunque puo’ da un momento all’altro liberarsi dalla responsabilita’ (e del peso economico)  di essere il prestatore di ultima istanza per quella moneta. (e non e’ ancora chiaro chi sia, in definitiva, questo prestatore) . L’euro sarebbe in pratica “il bond di una societa’ di nazioni” , societa’ dalla quale i soci possono sfilarsi senza pagare penali in caso le cose vadano male.

 

DAVVERO QUALCUNO VORREBBE CHE I SUOI BTP RIMANGANO QUOTATI IN EURO IN TALI CONDIZIONI?

 

E’ vero che la nuova lira andrebbe incontro in svalutazioni, (sicuri?) ma sarebbe sempre la moneta di uno stato sovrano con cui puoi trattare. Ma se domani l’Italia fosse fuori dall’Euro, chi rifonde ai titolari di BTP il costo di svalutazione dell’ Euro?

 

Voi direte: ma l’Italia non avrebbe gli euro per pagare il debito. Plausibile. Ma non e’ detto, per dire, si  accetti  l’Euro come moneta corrente, ma solo come valuta straniera di cambio A DOGANA. Il che significa, essenzialmente, che per gli scambi tra italia ed UE si dovrebbe ricorrere alle riserve forex, e basterebbe si no un anno per avere tutte le riserve forex d’europa piene di lire e quelle italiane piene di euro. Pena il blocco dei flussi economici tra italia ed eurozona, secondo choc che l’euro potrebbe sopportare MENO di una moneta nazionale con una banca centrale (la scena si e’ gia’ vista nella ex jugoslavia col blocco dei flussi interni dopo  la divisione) .

 

Onestamente, quindi, se qualcuno si sta preccupando di definire in quale moneta saranno pagati i btp, semmai si sta preoccupando che in caso di uscita dell’ Italia i btp siano pagati nella NUOVA moneta nazionale , di cui il overno battendo conio ha la responsabilita’ diretta e materiale, piuttosto che in una moneta convenzionale  che potrebbe anche scomparire.

Ad essere completamente sbagliata e’ l’idea che dopo l’uscita dell’Italia (o di qualsiasi altra nazione) l’Euro rimarrebbe forte e la nuova moneta svaluterebbe. E’ sempre possibile che la nuova moneta svaluti, ma dopo che la prima nazione sia uscita dall’euro, con quella carta europea ci potete SOLO giocare a monopoli: una volta chiarito che una nazione puo’ sfilarsi dal trattato quando vuole , e chiarito che il prestatore di ultima istanza (ammesso che esista) non ha niente se non “quelli che ci credono” alle spalle,e la moneta non vale piu’ nulla perche’ qualsiasi stato, se se la vede brutta, puo’ sfilarsi. Nemmeno la Grecia puo’ essere lasciata uscire: si vedrebbe il bluff.

Gia’. Perche’ nel caso in cui l’Italia sia un paese tornato alla lira, lo scenario potrebbe anche essere quello di uno scioglimento dell’ Euro. In tal caso, sapete cosa ve ne potete fare dei vostri debiti in Euro, cioe’ in una moneta fuori corso? Dovrete andare a pregare i singoli stati perche’ ve li convertano, e no, non sono AFFATTO obbligati a farlo, e no, non si tratta di un evento creditizio assicurabile coi CDS.

 

Ma supponiamo pure che qualcuno riesca ad imporre che il debito italiano sia titolato in Euro e che nonostante l’Italia sia fuori dall’ Euro esso sia sopravvissuto tale e quale (ah, ah , ah) mentre la lira svaluta. Oggi come oggi, circa la meta’ del debito italiano e’ nelle  mani di italiani  o facilmente procacciabile da italiani. I quali comprando btp si troverebbero LEGALMENTE con un valore in euro in banca, mentre (ipoteticamente) la lira svaluta e l’Euro rimane in alto.  Qualcuno disse che tutti avrebbero portato all’estero i capitali in euro in caso di uscita,  compiendo pero’ una frode fiscale: ma se i btp si mantenessero in euro non ce ne sarebbe bisogno , di frodi fiscali. Basterebbe comprare btp: abbiamo detto che il valore nominale e’ in Euro, no?

 

Tutto quello che farebbero i possessori di euro prima che vengano convertiti in lire sarebbe di usare i loro euro per comprare btp.  Sarebbe legalissimo, non sarebbe evasione fiscale, e renderebbe pure una cedola nel tempo. Peraltro, vista la crisi che sottintende lo scenario, probabilmente potrebbero comprare btp per un valore nominale di 100 a circa 30, anche meno. 

 

Non avrebbero bisogno di esportare i capitali all’estero, non avrebbero bisogno di complesse manovre evasive per conservare gli euro: basterebbe loro comprare btp per mantenere in euro il capitale. E siccome il mercato e’ sin troppo disposto a vendere -oggi a prezzo ridotto- tutto quello che otterrebbero sarebbe una gigantesca caccia dei finanzieri italiani ai btp  sul mercato secondario.

 

Ora, in queste condizioni di buyback -a prezzi stracciati, peraltro, visto che in tali condizioni tutti se ne vorrebbero liberare- non mi stupirebbe se quasi tutto il debito rientrasse in Italia. E a quel punto, chi impedisce al governo italiano -che nel proprio territorio legifera- di convertire  in lire il debito dopo qualche anno? Chi gli impedisce di tassarli con una patrimoniale o di premiare i possessori con esenzioni fiscali?

 

Del resto, anche senza una caccia al btp per mentenere i risparmi in Euro, il governo italiano avrebbe a disposizione con facilita’ quasi il  50% del debito (il 13% e’ in mano alle banche e alle famiglie, il resto si procaccia in brevissimo tempo) , sul quale avrebbe sovranita’ in quanto sul territorio nazionale E di proprieta’ di italiani che vivono sul territorio italiano. In che modo la “giurisdizione” (qualsiasi cosa intenda Barnard) dovrebbe inficiare dei regolamenti locali? Il governo potrebbe addirittura tassare i cittadini italiani che possiedono btp con una parimoniale, in teoria, stravolgendone valore e mercato. Quindi, quanto varebbe di preciso questa “giurisdizione sui btp”, se avendo il 50% dei btp in casa il governo potrebbe applicare qualsiasi misura fiscale sui loro possessori e stravolgerne il valore, il mercato, ogni cosa?

 

E cosi’ torniamo al punto di partenza: obbligare i btp a rimanere in euro. Perche’ sia una mossa razionale nel contesto in cui ci sia pericolo che i btp vengano quotati in lire, occorre che

 

  • Vi sia certezza che l’Euro resista, che il valore sia stabile, PER TUTTO IL VALORE DEL TITOLO, fosse anche un trentennale. Ma se una nazione ne e’ uscita, la certezza non c’e’.
  • Occorre che la maggior parte dei BTP sia fuori dal territorio, cosa che non e’. Altrimenti il valore e’ soggetto alla politica fiscale italiana.
  • Occorre che la BCE sia completamente priva di riserve in lire, e quindi senza commerci  con l’Italia, per tutta la durata dei titoli,  cosa impossibile senza uno choc tremendo per l’eurozona.

 

Onestamente, perche’ si verifichino tutte queste condizioni insieme serve un evento che non riesco ad immaginare.Immagino che gli inglesi possano immaginarlo, ma dovete sempre tener conto del fatto che ultimamente la loro immaginazione non e’ che ci abbia azzeccato molto.

 

Uriel

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