L’astensionismo. Immaginate che in un’azienda ci sia una mensa aziendale. E per motivi logistici, gli impiegati possano solo andare in questa mensa. In questa mensa ci sara’ un menu’ di pesce, chiamato “di destra” perche’ e’ scritto sul foglio di destra (e nessun altro motivo) e il menu’ di carne, detto “di sinistra” perche’ e’ scritto sul foglio di sinistra.
Ad un bel momento, visto che gli impiegati possono solo scegliere tra i due menu’, oppure digiunare, l’azienda decide di abbassare la qualita’ di uno dei due. Il risultato e’ che alcune persone che prima preferivano il pesce cominceranno a comprare carne.
Poi , visto che ha funzionato col pesce, allora abbassano la qualita’ della carne. Allora si comincera’ a parlare di “meno peggio”, e di “scelta utile”: magari se soffri di colesterolo eviterai i crostacei ed i molluschi, che hanno il record di colesterolo (dimenticavo: anche gli insetti), e andrai di nuovo su alcuni tipi di carne a basso colesterolo, anche se ti fa schifo.
E la cosa continua cosi’: l’azienda peggiora a volte un lato del menu’, a volte l’altro.
Nel tempo, ovviamente, aumenta il numero di persone che preferisce digiunare. Ma nessuno ci fa caso, tanto il problema e’ se preparare piu’ pesce o piu’ carne.
Questa e’, circa, la storia del paese negli ultimi 30/40 anni.
Come finisce la storia? Finisce che un giorno le persone devono scegliere tra “filetto puteolente di pesce merdo” e “bistecca verdastra di carcassa putrefatta”.
In questi ultimi pranzi, solo i tifosi dei rispettivi cuochi andranno a mangiare, perche’ sono dei fanatici. Ma poi, arrivera’ il piatto unico , o se preferite “il governo di responsabilita’”, che e’ una paiella, che si chiamera’ “pajella diarrea”. Carne, pesce, tutto insieme, in un intruglio nauseante e fetido.
In quel preciso momento, scopriremo che (a parte i parenti e gli amici di quelli che lavorano nella mensa), tutti decidono che possono anche digiunare. La qualita’ e’ diventata troppo bassa, e ne’ la storia del meno peggio ne’ la storia del menu’ utile funzionano piu’.
Questo e’ quello che continua a succedere nel paese. Succede ormai da 40 anni, e piu’ si va verso il filetto di merda o la entrecote di cerume bovino, piu’ il digiuno aumenta.
La politica sinora ignora il problema, aiutata da due cose:
- Nessun intellettuale sta, sinora, menzionando il fatto come un pericolo per la governabilita’ o per la sovranita’.
- Nessuno “spin doctor” sta spiegando come, in questa situazione, il governo diventi incapace di fare qualsiasi cosa.
- Il sistema elettorale se ne sbatte: si calcolano solo i voti validi e si fanno le percentuali. Se si lasciassero vuote le poltrone in caso di astensionismo, i partiti avrebbero perso piu’ della meta’ dei seggi. E se ne sarebbero accorti.
Il problema di questa situazione, pero’, e’ che questa situazione inficia la capacita’ del governo di fare qualcosa, o di ottenere qualcosa. E con questo intendo dire la possibilita’ PRATICA di ottenere dei risultati.
Andiamo al punto: la cosa che il politico non capisce e’ quella che segue.
In democrazia, per governare essere al potere serve a poco: senza consenso puoi avere tutto il potere che vuoi, ma non succedera’ mai quello che voleva il governo.
Ora, sicuramente se vinci col 32% dei voti e formare un governo. Questo governo ha il potere di scrivere delle leggi, cioe’ delle parole sulla carta. Possiamo scrivere tante cose su un pezzo di carta.
Diciamo di essere a milano e il comune , che ha il potere, scrive su un pezzo di carta che non bisogna parcheggiare in doppia fila nemmeno se il lampeggiante e’ acceso.
Il comune ha il potere di scriverlo? Certo. Ha il CONSENSO per farlo succedere? No.
Certo, se la MAGGIORANZA dei cittadini avesse votato convintamente questa norma, forse riuscirebbe a convincere la minoranza, isolandola.
Poiche’ il milanese alla guida e’ un maiale senza coscienza, ovviamente questa norma, pur emesso da chi ha POTERE, non avrebbe alcun CONSENSO. E quindi rimarrebbe lettera morta.
Lo so, sto indirettamente citando Marco Aurelio, l’imperatore filosofo. Ma in questo l’intuizione era corretta, tantevvero che anche Adriano scrive la stessa cosa, e anche Traiano. E se andiamo indietro nel tempo, anche di Dracone si dice lo stesso: face cose dure, draconiane, che potevano funzionare solo perche’ in ultima analisi la maggioranza dei cittadini ne sentiva il bisogno.
Allora, cosa succede ai governi che cercano di governare con l’assenteismo alto? Se prendiamo la situazione delle ultime politiche, solo il 63% dei cittadini ha votato. Questo significa che occorre moltiplicare per 0.63 tutti i risultati.
La politica italiana, cioe’ vive ignorando una semplice cosa:
la bassa affluenza non e’ un problema civico o filosofico, da discutere nei salotti. E’ un problema PRATICO, perche’ anche con molti voti, le leggi rimarranno lettera morta se non c’e’ anche molto consenso.
E no, il 16% di consenso reale di FdI e’ sufficiente per prendere il potere, ma alla maggioranza dei voti non corrisponde la maggioranza del consenso nel paese.
Di conseguenza, anche se ripeterete ovunque che “l’italia e’ di destra”, tutto quello che otterrete in pratica e’ di scrivere leggi che rimarranno lettera morta, con la sola eccezione dei tagli, perche’ in quel caso il governo NON fa.
Ma se si tratta di FARE cose, ecco che arriva lo scoglio: senza consenso, ne’ la popolazione, ne’ la burocrazia, ne’ la politica locale coopera. Non ha motivo ne’ vantaggio nel farlo.
Sino a quando, cioe’ si avranno governi senza consenso, ovvero governi eletti con enormi tassi di astensionismo, si avranno governi incapaci di FARE cose.
Il che, come problema, e’ piu’ dannatamente PRATICO di quel che sembra. E per questo, sinora, il governo Meloni ha solo affrontato minchiatine, come il problema dei rave party , ma non problemi reali e grandi, dove occorre fare delle cose.
E non illudetevi, non cambiera’.