Il peggioramento della politica dei nuovi partiti e’ dovuto all’inesperienza specifica nel tenere “dentro ma non troppo” gli inguardabili, e nel selezionare adeguatamente i quadri tagliando fuori gli imbecilli.
Quando si parla di paesi “normali” riferendosi ai paesi che hanno una vita politica tranquilla, si parla normalmente si paesi i cui partiti (e la cui vita politica) e’ spiccatamente elitista.
Il problema poco chiaro e’ che la democrazia dovrebbe consentire alla popolazione di scegliere quale elite dovrebbe avere la guida del paese: ma scegliere tra quale elite non significa cancellarle.
Ma il problema sta nel fatto che coloro che vogliono piu’ democrazia dal basso in generale si classificano come elite, solo che pretendono di non esserlo. E lo vediamo bene proprio su internet.
Un classico esempio avviene con i social network e con le darknet.
Se fate una darknet, o iniziate un nuovo social network, chi avrete all”inizio, tra gli iscritti? E che cosa scriveranno?
Se per esempio vi iscrivete ad uno stream di notizie di twister (un analogo decentralizzato di twitter), quello che leggete sara’:
- I proletari della vomberania creano un nuovo modo di fare lotta di classe. Morte agli americani! Lenin e’ vivo e puzza con noi!
- Hitler era un pacifista convinto la ma propaganda malvagia lo fa sembrare cattivo. In realta’ lui voleva mandare gli auguri di Natale a Churchill, ma quello si scansava e ha dovuto usare le V2.
chiaramente, questo e’ dovuto all’incapacita’ di queste realta’ di strutturarsi in maniera elitaria. Non appena arrivano le persone in massa, succede che al social network vengono richieste delle misure capaci di isolare gli idioti, o perlomeno di confinarli. E alla fine, ci sara’ di nuovo una gerarchia piramidale: su twitter ci saranno le twitstar, e su Facebook il loro corrispondente – non so come definirle, ma non mi interessa poi troppo – e alla fine tutto ritorna sempre alle elites.
A quel punto, il tutto diventa ripetitivo: non appena il social si struttura, scopriamo che nasce un nuovo social “underground” o “dal basso”, decentralizzato, senza poteri forti, fatto dalla ggggente, eccetera. E i nostri eroi ci si muovono.
La domanda sarebbe “ma perche” si muovono in questi nuovi social?” E la risposta e” che non si tratta di amore per la democrazia, ma del fatto che questo “uomo qualsiasi” in realta’ vuole essere l’elite. E cosi’ cerca un mezzo nel quale e’ il primo, o tra i primi utenti, in modo da garantirsi, almeno a suo modo di vedere, la posizione elitaria.
Se osservate per esempio M5S, scoprite che loro sono si’ la gente, ma sono anche gli onesti, i buoni, quelli che hanno capito: insomma, l’uomo qualunque non e’ davvero un uomo qualunque. E’ un uomo migliore, perche’ e’ onesto, perche’ il suo voto vale piu’ degli altri voti – che sono per la casta, che sono di protesta, insomma valgono meno – e nel valere meno i voti di tutti gli altri si crea appunto l’elite di coloro il cui voto vale di piu’.
Insomma, se il parlamento fosse diviso in 50/50 precisi, il primo 50/ ai grillini e il secondo alla “kasta”, chi avrebbe il diritto di governare? Ma ovviamente i grillini, perche’ loro sono migliori: o meglio, sono la gente normale, ma appunto, la definizione di “normale” e’ tale che , con l’aggiunta di diversi altri aggettivi (onesto, lavoratore, democratico , etc) di fatto descrive un’elite, dal momento che gli altri sono descritti peggio.
E allora possiamo dire una cosa:
Tutti i partiti sono elitari. I partiti cosiddetti “dal basso” , o “dell’uomo comune” sono semplicemente partiti fatti da coloro che hanno FALLITO nel diventare l’elite o nel parteciparvi, e che quindi si sono dati un’etichetta piu’ modesta di ‘cittadini qualsiasi’. Tuttavia, non tarda ad emergere che – con le opportune aggiunte – questi ‘cittadini qualsiasi’ sono per definizione migliori di tutti gli altri: ovvero, torna l’elite.
Il disastro di questi partiti arriva puntualmente nel fatto che l’elite non si realizza mediante il consenso o mediante i numeri, ma mediante la politica , ovvero un mix di arte della trattativa, di pianificazione e di visione su vasta scala. Quando la nuova elite degli uomini qualsiasi si toglie la maschera e si sforza di diventare elite politica, scopre immediatamente di non essere all’altezza del compito: normalmente non ha visione, non sa pianificare nulla e non conosce l’arte della trattativa.
Il partito “dal basso”, in definitiva, non raggruppa nessuno che non abbia fallito nel tentativo di entrare a far parte delle elite. Tale partito non fa altro che darsi una definizione modesta, per non assomigliare subito alle elite che dice di voler combattere – quelle che hanno escluso i suoi elettori – , ma poi per soddisfare la voglia di elite degli elettori stessi crea una definizione di uomo comune che di fatto indica un uomo davvero straordinario: onestissimo, ligio al dovere, puntuale come un orologio nei suoi adempimenti, incorruttibile, cercatore di verita’ , impassibile di fronte alle tentazioni, insomma, questo “uomo comune” e’ davvero straordinario.
In realta’ l’uomo comune e’ sempre una scena abbastanza misera, perche’ le virtu’ che desideriamo in politica sono molto rare , per cui e’ chiaro che questo uomo comune in realta’ sia un’elite che non vuole passare esami e usare una scorciatoia per il vertice.
Questo uomo qualunque, insomma, vuole occupare il vertice della piramide. Ma dal momento che ha paura di venire misurato se dice di essere elite, allora si definisce uomo qualsiasi per paura di fallire. Ma nel corso della vita politica, inizia ad arricchire “uomo qualsiasi” di nobilita”, sino a farne il membro di una qualche aristocrazia spirituale.
E il suo sogno si interrompe sempre allo stesso modo: quando scopre di appartenere davvero all’insieme delle persone comuni, e che le persone comuni non sono questo granche’ , che il suo partito ha attirato tutti i farlocchi del quartiere, e specialmente, di non avere le QUALITA’ per appartenere a qualche elite sociale, economica o politica.
Gli “uomini qualunque’, cioe’, non sono altro che un’elite troppo codarda per sfidare le elite esistenti sul piano della capacita’ di raggiungere obiettivi, e scelgono il potere del numero come scorciatoia per classificarsi come elite: a patto di tornare uomini comuni non appena qualcuno dell’elite sociale, culturale o economica li sfida.
I partiti della democrazia dal basso e dell’uomo qualsiasi, cioe’, non sono altro che un misto di bassa autostima, codardia, fallimento e prepotenza..
Esattamente le cose che NON vorremmo vedere al governo.