Avvertenze & Modalita’ d’uso.

Da quando ho iniziato a scrivere sul blog, circa 15 anni fa, ho rilevato una stravagante idiosincrasia dei lettori italiani, che continuano a non capire cosa sia un blog, e cosa sia Internet. Specialmente quelli che, in preda ad una mentalita’ medioevale, continuano a parlare di internet e blog  come se gli autori fossero dei giornalisti, dei docenti, degli aspiranti leader politici, o degli aspiranti papi.

Vediamo di spiegare la differenza tra blogger e giornalisti, sin dall’inizio.


“Inizialmente i giudici separarono due paradisi” (Genesi 1:1, tradotta fedelmente dall’originale ebraico).”

Ok, ok. Non cosi’ tanto dall’inizio. Facciamo un riassuntino: il blogger non e’ altro che una persona la quale pensa qualcosa di un dato argomento , e decide di scriverlo in un posto qualsiasi di Internet. Di fatto, un commentatore.

Di per se’ non e’ niente di che, ma normalmente viene preso per giornalista e viene giudicato come se fosse un giornalista. Questo avviene principalmente per due ragioni, una legata ai giornalisti e una legata ai lettori.

La ragione legata ai giornalisti e’ semplice: i giornalisti di oggi sono solo dei blogger. Se ci fosse differenza ,  se i giornalisti andassero in giro a cercare fatti e presentassero fatti solo se completi, obiettivi e verificati, nessuno scambierebbe un blogger per un giornalista. La differenza sarebbe cosi’ evidente che l’errore non avverrebbe.

Il blogger normalmente blogga dalla poltrona di casa, non va in giro per il mondo a cercare di coprire accuratamente un avvenimento, eccetera. Quindi se i giornalisti non fossero identici ai blogger , non ci sarebbe alcun problema e la differenza sarebbe chiara a tutti. Il problema e’ che i giornalisti sono semplicemente identici ai blogger, solo che anziche’ la poltrona di casa scaldano la poltrona in ufficio. Ora che c’e’ l’home office, la differenza tra giornalisti e blogger sara’ ancora piu’ piccola e consistera’ in una tessera dell’ Ordine. Il resto, anche a livello molecolare e biologico, sara’ indistinguibile.

Come se non bastasse, i giornalisti italiani sono codardi. Ormai i giornalisti coraggiosi sono morti tutti, o hanno cambiato mestiere. Di conseguenza hanno abbandonato l’ obiettivita’ per inseguire la neutralita’. Se due persone dicono l’una che oggi e’ giovedi’ mentre l’altra dice che e’ sabato, nessun giornalista cerca di essere obiettivo e controllare che giorno sia. Con la scusa della neutralita’ lasciano parlare entrambi, per non farsi nemici. Codardia e opportunismo. Siccome i blogger tendono a controllare che giorno sia (se possibile coi limitati mezzi e dalla poltrona di casa), allora tantissimi credono che i blogger siano i veri giornalisti.

Sin dall’inizio ai blogger si e’ appioppata la figura di giornalista de facto , che nessuno di noi ha mai chiesto (tranne la Lucarelli, che ha iniziato la carriera da un blog di giornalismo investigativo su argomenti  scomodi per il regime, del tipo “perche’ le mie tette sono troppo grandi per ogni reggiseno”, oppure “dove finiscono i miei tanga quando li stendo dal balcone”). A chi voleva reprimere il fenomeno ovviamente e’ venuto comodo affibbiare “la responsabilita’ di dire cose non verificate”. Ma verificare e’ quello che fanno i giornalisti. Poco importa: una volta spalmata la responsabilita’ giornalistica sui blogger, a mo’ di Nutella,  sono arrivati i debunkers.

I debunkers sono dei personaggi che, non avendo un vero lavoro con cui mantenersi degnamente, si sono autonominati Ghostbusters e vanno in giro a cazziare il blog che “non dice la Verita’”. Si tratta di persone patetiche & ridicole, simili a quel tizio che entra nei bordelli e si lamenta per l’arredamento volgare. Se avessero notato che quello e’ un bordello, e quindi non si suppone sia un luogo di raffinatezze, forse si sarebbero risparmiati la mezz’ora di sermone contro le poltrone, nessuno ne avrebbe sentito la mancanza e non si sarebbero fatti compatire da clienti e ragazze.

Internet non e’ “il posto della verita’”. Non e’ mai stato questo, non e’ mai stato disegnato per questo, non vuole essere questo , non lo e’ , non lo puo’ essere. E’ un fatto. Internet fu concepita come il posto ove CHIUNQUE poteva dire la propria opinione, dal momento che non ci sono indirizzi IP di serie A e indirizzi IP di serie B. Non si suppone sia vera, ne’ sensata, ne’ verificata. Sfido chiunque a trovare UN SOLO RFC uscito dall’ IETF , nel quale si cerchi di ideare una source of truth che potesse giudicare quanto transitava in rete o classificare le reti sulla base della verita’.

Il problema e’ che il debunker a sua volta sembra un giornalista, dal momento che ad un esame superficiale sembra verificare “cose” con obiettivita’. Il guaio e’ che il giornalista dovrebbe verificare DEI FATTI con obiettivita’, non dei commenti sui fatti. Dire qualcosa alla popolazione dal pulpito di un’ istituzione (Ordine dei giornalisti) che si suppone vigili sull’obiettivita’ richiede, appunto, la verifica. La verifica di fatti e notizie. Ma i blog non danno fatti e notizie. Danno commenti. E la differenza sarebbe chiara se i giornalisti non si limitassero a fare la stessa cosa.

Verificare obiettivamente le opinioni di un tizio qualsiasi incontrato per caso sul web , a dire il vero,  e’  un passatempo pomposo e abbastanza fastidioso. Ma loro piace pensare di essere i supereroi della Verita’.  C’e’ chi si veste da Batman, chi da Superman, chi da Capitan Precisino: fatelo pure se vi piace, ma se ci credete sembrate ridicoli.(e dovreste fare piu’ body bulding, detto come va detto).

Queste due categorie di patetici cazzari (Giornalisti italiani & debunkers) sono il motivo “lato giornalismo” per il quale il blogger viene scambiato per un giornalista. E’ molto facile essere scambiati per giornalisti, quando i giornalisti sono la versione codarda del blogger. Ed e’ molto comodo per il debunker trattare un blog come se fosse un giornale per giustificare la sua “missione”:


A questo si unisce la storia politica e culturale italiana, che e’ quella cattolica. La quale ha plasmato i lettori, in modo tale che se qualcuno apre un blog lo inquadrano automaticamente in alcune precise categorie.

In Italia chi parla agli altri e’ sempre stato classificato in alcune categorie di privilegio. E’ una questione storica che inizia col medioevo. E tutti gli italiani non riescono a staccarsi da questa storia medioevale, e si sforzano in tutti i modi di far rientrare il blogger in queste categorie.

  • Il potere politico.

Il Re parla dal trono. Le sue leggi vengono gridate in piazza, in nome del Re, e poi appese.  Quindi chi parla agli altri per farsi ascoltare e’ un Re, o un aspirante tale.

Insomma, a furia di vedere come aspirante leader chiunque parli agli altri, gli italiani appiccicano un’agenda politica ai blogger.

Di conseguenza gli vengono affibbiate tutte le aspettative relative ad un leader politico. E la venuta di Beppe Grillo non ha fatto bene al blogging, anche adesso che si fa chiamare “l’elevato” probabilmente perche’ ha piu’ soldi di prima (cosa che a Genova conta). Il blog di beppe grillo non ha fatto altro che creare un legame ulteriore tra blogging e politica.

In ogni caso, siccome il Re vuole decidere per voi, deve evitare che voi abbiate delle certezze. E tanti blog sembrano sicuri di quel che dicono.  Cosi’ hanno fatto in modo che avere delle certezze sia visto come una cosa presuntuosa, arrogante, perche’ ovviamente se tutti avessero delle certezze prenderebbero decisioni basate su di esse, e allora il Re non potrebbe prendere delle decisioni al posto vostro. Quindi il blog e’ brutto e cattivo perche’ vuole essere un Re in quanto parla agli altri, e come se non bastasse sembra avere delle certezze. Andiamo a bruciargli la casa!

  • Il potere religioso.

Gli Dei greci o romani se ne stavano tranquilli per i cazzacci loro, e non vi affidavano missioni, non vi mollavano sulla crapa tomi di filosofia. Cosa dovevate fare per piacere a Giove? Essere donne e zoofile, a giudicare dalle sue conquiste. E per piacere a Saturno? Boh. Magari saper nuotare. Non e’ pervenuto il libro di Afrodite su come bisogna fare/essere per guadagnarsi qualche paradiso (e notate bene: il paradiso di Afrodite promette bene). Diciamo la verita’, erano divinita’ che vorremmo come vicini di casa. Tranne Pollon, ma non sono sicuro della sua esegetica. Erano divinita’ ok, ecco tutto.

Le divinita’  scassacazzi venute dal medioriente, cosi’ come i loro fan, invece devono dirvi come mangiare, quando mangiare, come bere, con chi scopare, perche’ scopare, e il tutto va assolutamente predicato in giro, dal pulpito piu’ alto. Questi scassacazzo hanno anche loro il vizio di mettersi in alto e parlare, di spiegare alla gente perche’ e percome devono scopare, mangiare, e tutto quanto, solo quando, quanto e come piace a Yahoo.

Nemmeno questa categoria ama la concorrenza, quindi hanno messo in piedi tutta una dialettica per la quale chi parla e’ sospetto, cioe’ un tizio che apre un blog e’ perlomeno posseduto da Satana  e fa cose orrende, come inchiodare i suoi post sulla porta di una cattedrale. Ogni riferimento a Martin Lutero, il primo blogger della storia,  e’ voluto.

Sinteticamente, siccome i preti parlavano dal pulpito, gli italiani sono stati abituati a considerare chi scrive per altri come un’autorita’ religiosa, o una aspirante tale.

In ogni caso, siccome loro parlano dal pulpito, e’ facile per loro attribuire ai blogger la responsabilita’ enorme di essere arruolati nella Grande Battaglia tra il Bene e il Male. E spalmarti addosso tutta la loro manfrina, la loro liturgia e la loro responsabilita’. Che invece dovrebbe rimanere in mano a loro: hai voluto dire alla gente dove mettere il cazzo? Bene , adesso te la vedi tu, rompicoglioni mistico. Non il blogger.

  • I professori.

Un’altra categoria che parla agli altri, che possono solo ascoltare, e’ quella degli insegnanti. Per via della loro caratteristica di parlare ai ragazzi, sia i Re che gli scassacazzi religiosi hanno sempre voluto essere loro i maestri, o almeno controllare che i maestri dicano le cose giuste. E nel fare questo, hanno fatto dire ai maestri che per parlare a tanta gente devi essere un maestro, un Re o uno scassacazzi religioso.

Con la formazione dell’ Accademia tutta serie di “magnifici” , “chiarissimi” , “colendissimi”, “amplissimi” ha pensato bene di tenere per se’ il diritto esclusivo di parlare agli altri. E  questa classe di narcisisti patologici ci ha messo del suo per squalificare chiunque cerchi di parlare a tante persone.

Nessuna di queste categorie ha capito internet. Per loro, l’idea di un posto costruito APPOSTA perche’ CHIUNQUE possa parlare agli altri e’ impensabile.E’ la negazione di qualsiasi cosa per la quale hanno sempre vissuto, ed e’ la negazione di qualsiasi cosa CON la quale hanno sempre vissuto. Nel senso che ci pagano le bollette di casa.

Queste tre categorie hanno sempre cercato di convincere le masse di una cosa sola: “chiunque parli agli altri deve essere ricondotto ad una delle nostre discipline, con responsabilita’ e liturgia dovuta, oppure combattuto fino all’esaurimento” (della voglia di parlare).

indottrinati dalla scuola, gli italiani cercano di attribuire agende politiche a chi ha un blog. Se non riescono provano con un’etichetta mistica. Se ancora non funziona, allora devi essere un docente.

Il risultato e’ che in Italia aprire un blog significa dover rientrare in una delle seguenti categorie , che ti vengono spalmate addosso come Nutella sul corpo di una geisha torinese, insieme ad un bidone di responsabilita’ a casaccio.

Il blog, secondo la visione medioevale italiana, deve rientrare in queste categorie:

  • religiosi scassacazzo. Se io mi mettessi qui a fare il supercattolico o il musulmano (le due religioni piu’ scassacazzo quanto a precetti, ma anche ebrei e hindu non scherzano) nessuno ci farebbe caso. E’ normale che uno scassacazzo religioso parli agli altri. Ma ovviamente non e’ il mio caso: per me potete mangiare animali, vegetali, minerali , virus e prioni, in qualsiasi ordine e combinazione, potete  fare quel che volete dei vostri genitali, e non me ne puo’ fregare di meno. Quindi non mi potete inserire nella categoria degli scassacazzi religiosi.
  • politici o aspiranti tali. Se io fossi uno sfegatato sostenitore di un partito, per molti italiani sarebbe semplice accettare questo blog. Perche’ sono indottrinati a lasciar parlare il potere politico, e quindi un blog che parla per un partito, per il potere politico, sarebbe considerato normale. Ma onestamente non me ne sbatte assolutamente di aggregarmi a qualche gregge. Capirei se il vostro leader fosse Carlo Magno in persona, o Alessandro Magno (la famiglia Magno era un po’ il clan Kennedy della storia, apparentemente)  ma diventare un seguace di Zingaretti o di Salvini e’ piu’ patetico che ridicolo.
  • cattedratici, patacattedratici e paracattedratici. Se mi mettessi a fare il simpatico divulgatore probabilmente sarei accettato. C’e’ gente che si sta sorbendo personaggi come Barbero e Fartade , quindi sarei di troppo. E poi non mi ci vedo a spiegare come e’ fatta una rete di accesso in fibra ottica in maniera divertente. Semplicemente NON e’ divertente. Non puoi dire “andiamo a bruciargli la casa”. Ma questa patetica imitazione di professore di liceo simpatico non fa per me.
  • giornalisti. la categoria moderna che parla alla gente, di cui ho gia’ parlato sopra, e’ un’altra di quelle accettate. Questo deriva dal novecento, quando il potere politico ha parlato per bocca dei propagandisti, creando questa categoria che “dice la verita’ ed elenca solo i fatti”. Cosa che non e’ mai successa nella storia, ma in principio e’ cosi’. Ma non ho la vigliaccheria che serve a fare il giornalista oggi. Non ho il carattere giusto, e poi non voglio finire nella stessa categoria che accetta gente come byoblu. Piuttosto mangio pizza con l’ Ananas.

Di conseguenza, mi limito ad essere un blogger senza per forza somigliare ad una delle categorie medioevali che hanno addestrato gli italiani come cani. E sarebbe ora che lo capiste.

  • I blog non sono MAI nati come sorgente di verita’. Non ci troverete i fatti perche’ la stessa internet (che contiene i blog) non e’ stata fatta per questo. Non si suppone che ci siano i fatti o la verita’ su internet o sui Blog, quanto non si suppone che si faccia poesia nei bordelli. Nessuna legge della fisica lo vieta, e magari e’ anche successo qualche volta, e magari c’e’ chi lo fa, ma non e’ il posto giusto. Punto.
  • Nemmeno internet e’ nata come luogo ove trovare solo scienza esatta, verificata e sottoposta a peer review. E’ nata per dare a chiunque la possibilita’ astratta di inviare dati agli altri. Non per il giornalismo. Non per la politica. Nessuna legge della fisica vieta che queste cose si facciano, ma il fatto che qualcuno dipinga un quadro in un bordello non trasforma ogni bordello in un atelier d’arte. Non sono nati per quello.

I blog sono nati perche’ chiunque, designato o meno da secoli di ignoranza sapientemente coltivata, possa dire quello che pensa di qualcosa, o dire alle persone che lo leggono delle semplici opinioni. Non verificate, non autorevoli e non per forza realistiche. “Opinioni & commenti”. E questo blog non fa differenza.

 

Una lunga storia di privilegi medioevali, che consentivano SOLO AD ALCUNI di esprimere le proprie opinioni, vi ha convinti che se sei un blogger devi essere come quegli “ALCUNI” che tradizionalmente potevano parlare agli altri. Da un pulpito, da un trono, da una cattedra o da un altoparlante di regime.

E la cosa che faticate ad accettare come fatto NEUTRO e’ che oggi CHIUNQUE possa commentare qualsiasi cosa. Il blogger per voi e’ un usurpatore, che rifiuta di comportarsi secondo i canoni dei privilegiati medioevali che avete in mente, ma fa le stesse cose. Un abusivo. Ma questo e’ dovuto al fatto che avete un mente una societa’ medioevale. Andiamo a bruciargli la casa!


Per questo non ci sono spazi per commentare. Se voi trogloditi riusciste a pensare ad un tizio che dice le cose che pensa senza essere quello che vi aspettate , magari riuscireste a leggere un blog senza gridare “andiamo a bruciargli la casa!”.

Siccome invece non sembrate possedere questa qualita’, e continuate a ritenere sacrilego, sovversivo o fake news chiunque si limiti a commentare quello che sente dire, non c’e’ un sistema di commenti. Questo non significa che non potete commentare: ci sono tantissimi posti. Altrove. Semplicemente non mi interessano i commenti di gente che non e’ capace di ascoltare un’opinione senza partire per una crociata, per una rivoluzione , scriverci sopra un trattato accademico, o spacciarla per notizia verificata.

E tutto questo perche’….

perche’ questo e’ un cazzo di blog.

La cosa che non riuscirete mai a capire perche’ siete una pila di bifolchi. E la percentuale di voi che capisce questo concetto e’ proprio quella da cui voglio essere seguito, ma non e’ sufficientemente alta da farmi cambiare condotta.Vale la pena scrivere, ma il resto della montagna di merda e’ troppo grande per spalarla.

Questo e’ solo un fottuto blog. Non faccio giornalismo e non ne ho quindi i doveri e la responsabilita’, non faccio divulgazione quindi non ho i relativi doveri e le responsabilita’, non faccio politica quindi non rispondo delle conseguenze politiche di quel che scrivo, non mi occupo di scassamenti di palle religiosi, quindi non mi interessa se Satana approva o meno quel che scrivo.

Perche’ questo e’ un fottuto blog. E niente di piu’. Se non riuscite a capirlo, potete anche levarvi di torno.

Non vi rimpiangero’.