FI e PD, la fine della rissa.

Quando scrivo articoli come quello che ho scritto sulla Schlein, in genere vedo commenti sdegnati sul fatto che il PD avrebbe delle idee, che le ha sempre avute e che le ha ancora. A parte il fatto che Thanos aveva evidentemente ragione e diventera’ il mio supereroe preferito,  il problema e’ che forse queste persone hanno passato su un altro pianeta gli scorsi 25 anni.

Dopo la fine dell’impero sovietico, il PCI era in stato comatoso. E come se non bastasse, gli ingenti stanziamenti arrivati (dimostratamente) sino al 1991 (no, Berlinguer non ha mai fatto alcuna svolta) non arrivavano piu’.

Questo era un problema, ma niente paura: arriva Occhetto e cambia nome in PdS. Il guaio e’ che non si capisce cosa sia il PdS, visto che Rifondazione se ne va portandosi dietro il meglio del folklore. Ma attenzione, perche’ ci sono due miliardari che intendono fare a cazzotti, che intendono usare la politica come campo di battaglia, a cui serve un partito politico.

Berlusconi e De Benedetti.

Berlusconi, che ha visto crollare il PSI, non vuole piu’ affidarsi a partiti esterni, e decide di fondarne uno. De Benedetti, che non ha la stessa esperienza, nota il PdS e’ in liquidazione e lo compra.

Da quel momento, e per 25 anni, la politica scompare dal paese. Per 25 anni, la politica italiana e’ l’arena dello scontro fra due miliardari: Berlusconi e De Benedetti. Il PD, partito di cui De Benedetti ha la tessera numero uno (e’ quindi il fondatore) , combatte per il diritto di comprare Mondadori al prezzo di favore offerto da Prodi (De Benedetti avrebbe pagato Mondadori circa 500 miliardi di lire, Berlusconi 2000, cioe’ il valore di mercato). Berlusconi vuole tenersela. 

Normalmente sarebbero questioni risolte in tribunale, mentre il paese fa politica e cerca di risolvere i propri problemi. Perche’ occorre dire una cosa: se in molti ancora rimpiangono la vecchia DC, o la Prima Repubblica, e’ perche’ nella prima repubblica una qualche forma di politica esisteva, e si discuteva di idee. 

Ma da quando la politica e’ diventata il campo di battaglia dello scontro fra due miliardari, Berlusconi e De Benedetti, in Italia la politica e’ scomparsa.

Entrambi hanno creato un partito. Berlusconi si e’ presentato direttamente, De Benedetti ha preferito comprare un partito che esisteva gia’, puntando sul brand e sulla customer base, per dirla in termini moderni.

Ma in quel momento, e per 25 anni, in Italia e’ scomparsa la politica. Ognuno dei due schieramenti ha usato i soldi del miliardario per comprare e alleare insieme dei partiti che non avevano ragione di stare insieme: a destra la Lega e AN , uno secessionista e uno nazionalista centralista. A sinistra, Rifondazione va al governo con gli ex democristiani. 

Tutto quello che si sente dire e’ che “gomunisti gaddivi” , “gonfliddoh di inderesseh”, “bunga bunga”, “miseria derrore e morde”. In una spirale di stupidita’ mai vista prima, la politica scompare completamente, sostituita da questa specie di wrestling per idioti , che e’ lo scontro fra due miliardari. 

E tutto e’ relativo allo scontro fra due miliardari: non esistono piu’ vere politiche economiche, vere idee di cui discutere, succede quello che ci aspettiamo succeda quando un uomo con la carta stampata (De Benedetti) incontra un uomo con le televisioni (Berlusconi).

Un esempio classico e’ di quando Berlusconi comincia a trattare con Murdoch la cessione di mediaset. Sarebbe la soluzione al problema del “conflitto di interessi”, ma De Benedetti manda il suo barboncino, Massimo d’Alema, a dire che “Mediaset e’ una risorsa per il paese”. Guarda caso, De Benedetti si cagava sotto solo all’idea che Murdoch entrasse sul mercato italiano.


In questa condizione, la verita’ e’ semplice: FI e PD sono solo due preservativi che i due miliardari usano cercando di fottersi a vicenda. Non c’e’ piu’ politica (se non quanto serve a sembrare dei partiti politici) , i programmi sono degli sloagan, e le priorita’ ruotano completamente attorno ai due business dei miliardari in questione: quando c’e’ la destra al potere migliorano i conti di Berlusconi, quando c’e’ la sinistra migliorano i conti di De Benedetti.

Il problema di 25 anni di questa musica e’ che lo scontro e’ arrivato al termine. Tutte le guerre finiscono, e gli eserciti tornano a nelle caserme.

Il guaio e’ che il campo di battaglia e’ devastato. 

Non parlo del fatto che i conti del paese siano a pezzi dopo 25 anni di “Arricchire Berlusconi contro arricchire De Benedetti”. Non parlo del fatto che la scuola sia a pezzi, che non si faccia equilibrio idrogeologico da decenni, perche’ tutto era funzionale al gioco delle pedine tra due miliardari.

Parlo del fatto che gli italiani NON sentono parlare di politica da 25 anni, e parlo del fatto che la politica ormai non se la ricorda quasi piu’ nessuno. Parlo del fatto che mentre De Benedetti e Berlusconi facevano la loro battaglia usando il paese come campo di battaglia, entrambi i partiti abbiano perso COMPLETAMENTE qualsiasi connotazione ideale, diventanto sloagan e controsloagan, specializzandosi nella comunicazione: ma non dovrebbe stupire, visto che erano pedine di due grandi gruppi  del mondo della comunicazione.


Finita la guerra tra i due miliardari, i due  partiti non hanno perso soltanto i finanziamenti. Hanno perso la ragione di esistere. Sia PD che FI sono oggi delle marionette cui nessuno tira i fili.

FI, che era direttamente legata al leader, collassa insieme a lui: oggi e’ esattamente come Berlusconi. Un vecchio incartapecorito , tenuto in piedi dai punti dei chirurghi, che si illude ancora di piacere a donne giovani solo perche’ conta sulla Timosessualita’, e’ il simbolo (ed il nome) perfetto per Forza Italia.

Lo stesso dicasi per il PD. Il partito di un miliardario svizzero che ormai ha preferito vendere a Gedi le sue attivita’ italiane per lasciare piu’ liquidi al figlio. Una faccia incartapecorita e rabbiosa come uno svizzero toccato sul portafogli,  impresentabile,  che negli ultimi tempi si sforza di difendere interessi morenti, come le centrali a carbone, con l’arcigna tirchieria tipica dei ricchi svizzeri, e il senso di superiorita’ verso l’Italia , anch’esso  dipico degli svizzeri, ricchi o meno. 

Due partiti che sono condannati ad invecchiare e morire insieme ai loro fondatori e finanziatori, cui non servono piu’.


La differenza tra i due e’ che mentre FI era un partito legato alla persona, col presidente nello statuto, e quindi e’ rassegnato a morire con la persona di Berlusconi, il PD sembra voler dimenticare il fatto di essere stato il preservativo di De Benedetti dal crollo del muro in poi.

Da un lato ci sono quelli che ci hanno creduto. Quelli che non hanno voluto capire di essere diventati i sicofanti di De Benedetti, nemmeno quando si trovavano tutti insieme a gridare “Berlusgoni gattivo!” mentre terremoti devastavano il paese, mentre lo spread sul debito esplodeva, tutto quello che facevano era ricondurre tutto a Berlusconi, come se fosse il problema piu’ importante. Immaginate che sul Titanic che affonda la maggiore preoccupazione dei passeggeri fosse stata quella di coprire di insulti Edward Smith. Questo e’ successo.

E oggi ancora credono di essere stati un partito. Credono davvero di essere gli eredi del PCI, o cose del genere. Non si rendono conto che quel contenitore era morto, e che e’ stato resuscitato dal fondatore di un nuovo partito (nonche’ tessera numero uno), che ha messo insieme un’accozzaglia di ex democristiani, ex PCI, ex tutto, al preciso scopo di contrastare un altro miliardario.

Il primo problema dell’ elettore del PD e’ che non ha capito di aver lottato , per almeno i 25 anni passati, per un miliardario svizzero.

Non ha capito che il PdS era l’equivalente politico delle montagne di detriti che rimanevano, a Berlino, del vecchio muro, e che la continuazione di quel partito e’ stata solo la liquidazione dei vecchi beni e della clientela affezionata, verso un altro soggetto fondato e costruito da un miliardario svizzero.

Non lo hanno capito, e non lo capiscono. Non hanno capito quale fosse lo scopo dell’operazione PD, perche’ non hanno nemmeno notato l’operazione PD. Pensano di aver fatto il partito per tutto il tempo, e non il preservativo di De Benedetti.

E oggi che non servono piu’ al miliardario svizzero,  non capiscono. Sono disorientati. Se il PD fosse un partito, cioe’, sarebbe all’opposizione con le sue idee, discuterebbe di politica, di programmi, non sarebbe paralizzato dalla completa inutilita’ dei suoi funzionari, che oggi non hanno alcuno scopo e si limitano a mantenere le posizioni.

L’elettore del PD questa decadenza non la capisce, perche’ non capisce di aver votato la marionetta di un miliardario svizzero, e quindi non capisce che adesso al miliardario svizzero non interessa piu’ quella marionetta.

Quando l’elettore del PD si chiede “perche’ non facciamo politica?” non capisce che quel partito non ha piu’ le strutture, non ha piu’ i processi interni, non ha piu’ i metodi per fare politica, perche’ non e’ mai stato costruito per farla, sin dai tempi in cui la tessera numero uno, un miliardario svizzero, non ha deciso di costruire il “PD”.

Del resto, se si fosse fatta politica , le differenze tra la “sinistra” e una come Paola Binetti sarebbero emerse. Se non sono emerse, e’ perche’ non esistevano le sedi e le opportunita’. Ma il PD non e’ nato per fare politica, e’ nato come clava elettorale da opporre a Silvio Berlusconi. Non aveva bisogno di fare politica, solo di stare in parlamento.


Il destino del PD, come di FI, e’ segnato. 

L’unica differenza sara’ che mentre l’elettore di FI sa che quel partito invecchia e muore insieme all’interesse di Berlusconi, quelli del PD si aggirano per il paese con l’aria straniata di chi non si spiega quello che vede, di chi non si spiega i risultati elettorali, di chi non capisce “perche’ non facciamo politica”.

Nessun elettore di FI si meraviglia dei risultati elettorali. Nessun elettore di FI non si spiega quello che succede, nessun elettore di FI si chiede “perche’ non facciamo piu’ politica?”.

Al contrario, gli elettori del PD non hanno capito bene di essere stati il preservativo di De Benedetti, non hanno capito che ormai De Benedetti e’ venuto da mo’, e non hanno capito che non possono fermare un declino altrettanto inevitabile, simmetrico a quello di FI, semplicemente perche’ non hanno capito cosa sia successo dalla prima vittoria elettorale di Berlusconi in poi.

Non hanno capito che cosa sono stati, per cosa hanno lottato, a che cosa sono serviti.

Definirli idioti e’ un complimento.

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