Esperimenti farmacologici sugli inglesi.

Esperimenti farmacologici sugli inglesi.

In genere quando si tratta di case farmaceutiche o di sperimentazione farmacologica scattano immediatamente gli eticisti, i quali chiamano i comitati etici e pongono dei paletti. Questi paletti “etici” sono in generale molto rigidi, nel senso che ci sono alcune cose che non si possono proprio fare (no,no,no) e alcune cose che puoi fare, ma sia chiaro che quelli del comitato etico non si fidano di te.

Eppure, a quanto pare i comitati etici non hanno alcun problema se un governo di stampo anglosassone sperimenta sull’intera popolazione. Mi riferisco alla peculiare modalita’ di vaccinazione inglese, che consiste nel prendere un vaccino che richiede due dosi e fare solo la prima delle due vaccinazioni, approfittando del fatto che in questo modo la banda vaccinale sia raddoppiata.

Il che funziona bene, se fate come Il Corriere e la chiamate “scommessa”. Se la chiamate “scommessa” sembra una cosa giocosa, quasi un divertimento. Tipo le macchinette. Se la chiamate scommessa non si vede la cosa per cio’ che e’: un esperimento su vasta scala che usa la popolazione come cavia.

Quando Pfizer ha rilasciato la documentazione sui vaccini, infatti, ha rilasciato i dati riguardanti pazienti con DUE vaccinazioni. E non esiste documentazione di Pfizer dove si consigli di usare una sola dose senza richiamo. Peraltro, i vaccini mRNA sono nuovi, e quindi se e’ vero che usando nuove tecnologie e’ possibile accorciare i tempi di sviluppo, e’ anche vero che stiamo aggiungendo uno strato di rischio su un altro.

Perche’ una persona con molta esperienza in farmacologia (come e’ Boris Johnson) puo’ anche decidere che si, di solito anche con una sola dose qualche risultato lo ottieni. Ma i vaccini mRNA sono nuovi. A dire il vero non c’e’ nessuno che abbia qualche esperienza a riguardo.

Quindi Johnson cosa ha fatto? Ha preso un vaccino di categoria mai usata prima, e ha ordinato di seguire una pratica sulla quale la casa produttrice NON aveva fornito dati, che la casa produttrice NON ha mai consigliato, e senza che fosse disponibile alcuna esperienza su vaccini simili, nemmeno su animali. Come se non bastasse, in UK hanno la maggiore indicenza di un virus mutato.

Quali erano sono sono i rischi?

Il rischio, tuttavia, non e’ assai rilevante nel mio discorso, perche’ nel caso di farmaci e’ difficile valutarlo. Il problema e’ MOLTO a monte:

il governo inglese ha eseguito un programma di sperimentazione farmacologica sulla popolazione, che peraltro era ignara di partecipare all’esperimento.

Questa pandemia, cioe’, ha fatto cadere DUE tabu’:

Esistevano alternative? Beh, ne vedo due:

Per ora la “scommessa” e’ andata a buon fine, e grazie alle cavie d’oltremanica sappiamo che (nel breve termine) sembra funzionare. C’e’ da dire che l’esperimento e’ ancora in corso, ma i dati sembrano confortanti.

E sia chiaro: non ho niente contro l’idea di usare gli inglesi come cavie per sperimentazioni farmaceutiche. Anzi, trovo che quest’idea suoni attraente di per se’. Finche’ ci limitiamo agli inglesi, intendo.

Quello che mi preoccupa invece e’ di vedere molta stampa italiana dire “dobbiamo fare come loro e partecipare all’esperimento mentre e’ ancora in corso”.

Ecco, ma anche no.

Certo, alcuni giornali (come Il Corriere) stanno cercando di far ingoiare la pillola agli italiani. La chiamano “scommessa”, dicono che gli inglesi hanno avuto “coraggio”, e stanno facendo del loro meglio per far passare la cosa per una figata massima.

Ma io non sono tanto d’accordo con l’idea che sdoganare gli esperimenti farmacologici sulla popolazione ignara sia una cosa giusta.

Perche’ una volta sdoganato questo, quale sara’ il prossimo passo?

Io sono sempre stato, e sono ancora, uno scientista abbastanza convinto. Ma la scienza la prendi tutta, compresi i protocolli di sicurezza. Non puoi dire “sono cosi’ fanatico della scienza che vaffanculo protocollo di sicurezza”: i protocolli si sicurezza SONO PARTE della scienza.

E mi sta abbastanza preoccupando l’idea, che viene dal giornale dei finanzieri italiani, di premere perche’ la popolazione accetti che i governi “scommettano” sui medicinali, facendo di fatto esperimenti sulla popolazione.

Certo, grazie agli inglesi ora sappiamo che vaccinando a tappeto con una sola dose potremmo velocizzare la campagna (anche se l’esperimento e’ ancora in corso). Cosi’ come, grazie agli esperimenti di Mengele sappiamo che un essere umano immerso in acqua gelida muore in 50 secondi.

Il problema e’ che, sebbene gli esperimenti di Mengele abbiano “fornito dati”, nessuno si era mai sognato di dire che le “scommesse” di Mengele fossero legittime. Al contrario, adesso che qualcuno ha fatto un esperimento di massa su una popolazione ignara, dal mondo della finanza (e dai suoi giornali) stanno venendo dei segnali preoccupanti di sdoganamento di questa pratica, che per esempio le case farmaceutiche non incoraggiano.

Personalmente, farei ai giornali italiani la seguente domanda:

davvero volete un’ Europa nella quale sia possibile fare esperimenti farmacologici su vasta scala, usando la popolazione di intere nazioni come cavia, persino contravvenendo alle raccomandazioni delle case farmaceutiche?

Temo pero’ che la domanda sarebbe inutile: chi lavora per quei giornali risponderebbe qualcosa come “sento il CDA e ti so dire cosa penso da domani”.

Nel frattempo, ricordate: scommettere e’ is the new sperimentare, ed essere cavie is the new cittadinanza. Almeno, secondo il giornale della finanza italiana, detto Corriere della Sera.