Too big to Evola.

Molti commentatori, anche in seguito alle cose scritte sul FT, stanno cercando di valutare le conseguenza di un rigetto del bilancio italiano da parte della commissione europea, oppure le conseguenze dell’eventuale crollo ulteriore dell’economia italiana. E si dicono “siamo troppo grossi per fallire, comunque qualcuno dovra’ fare qualcosa”.

Sebbene questo ragionamento contenga alcuni punti di realta’, il problema e’ che non sempre il fatto che qualcuno intervenga somiglia all’idea di intervento che hanno altri.

Il “Too big to fail” ha, nella sua concezione, un “piccolo problemino concettuale”.

Nel 1945, un certo Julius Evola se ne andava per le strade di Vienna durante un bombardamento sovietico, allo scopo di “interrogare la sorte”. Dietro questa assurda idea c’era il fatto che, ritenendosi lui un prezioso punto di contatto tra il “divenire” magico che controlla il mondo e l’umanita’, entita’ confuse (che non si capisce se fossero Dei o altro) non avrebbero MAI consentito la sua morte. E se l’avessero consentita, il messaggio sarebbe stato preziosamente chiaro . (se non altro per Evola stesso).

In un certo senso, Evola si riteneva “Too big to fail”, o almeno intendeva interrogare le confuse entita’ metafisiche che gestiscono ogni cosa (a suo dire) sul fatto di esserlo o meno. Non so se la decisione sia stata presa dalle confuse entita’ metafisiche o meno, ma la risposta ci dice molto.

Evola si trovava nelle vicinanze dello scoppio di una bomba, e il colpo di frusta dato dall’esplosione sul terreno gli spezzo’ la spina dorsale, lasciandolo paraplegico per sempre.

Ammesso e non concesso che le confuse entita’ metafisiche esistessero, la domanda che dobbiamo porci e’: che risposta ha fornito questo “interrogare la sorte?”.

Ha fornito una risposta molto semplice: “too big to fail is not the new bulletproof”. In parole semplici, le confuse entita’ metafisiche hanno cercato di comunicare ad Evola – semmai esistono – che il semplice fatto di non poter morire non significa che la tua vita sia tutta rose e fiori. Ci sono , cioe’, un sacco di guai non mortali ma parecchio sgradevoli.

Ora, dire che l’ Italia e’ “too big to fail” contiene degli aspetti di verita’. Per quanto riguarda la zona euro, la terza economia (~14%) e’ abbastanza rilevante, e anche nel mondo finanziario occidentale, un tonfo del debito pubblico farebbe delle grosse onde. Sicuramente, sul piano dei consumi, un crollo italiano non farebbe bene all’economia europea, visto che moltissimi acquisti italiani sono rivolti all’estero.

Questo fa si che molti vadano in giro a bambanare che tanto , essendo “too big to fail”, non succedera’ nulla. No, non e’ che non succedera’ nulla: non succedera’ “fail”. Come Evola NON e’ morto a Vienna.

Ma Evola rimase paraplegico, cosa non certo divertente.

Cosi’, ci sono delle ipotesi sensate rispetto al “fail” dell’ Italia?

con un pochino di fantasia potrei spazzolare tutte le nazioni investite da grossi cambiamenti “populisti” negli ultimi anni, ma non cambierebbe moltissimo:  la quantita’ di scenari terribili , plausibili o meno, e’ troppo alta. E NESSUNO di loro e’ “default”.

Cosi’ come rimanere paraplegici non e’ “morte”.

Potete continuare con le ipotesi, ma dovete sempre tenere conto di una cosa: il problema italia non e’ nuovo. Se il problema greco esplose all’improvviso nelle mani di un Barroso inetto, oggi la struttura del potere in Europa e’ tale che innanzitutto e’ chiara la competenza specifica di occuparsi di problemi simili. Ma dopo anni, tutti i “what if” sono gia’ stati presi in considerazione.

Grillo non e’ a capo di una setta segreta. Salvini non trama nell’ombra. Se si facesse un referendum per uscire dall’ Euro – cosa politicamente impossibile , ma supponiamolo pure – non sarebbe un segreto. Una volta chiaro il pericolo, TUTTE le classi dirigenti attueranno il loro “Piano B”.

Certo, “dopo la ripresa della sovranita’, l’ italia potrebbe pianificare la propria industria”. Aha. E ovviamente, gli altri staranno li a guardare, dice Grillo. Ovviamente no: inizierebbero a finanziare abbestia le proprie industrie e la propria ricerca. Poi inizierebbero ad imporre standard proibitivi per il cibo italiano, chiudendo due degli ultimi grandi mercati,  Francia e Germania: qualsiasi sia il piano, potete stare tranquilli che le reazioni degli altri paesi NON andrebbero in direzione di favorire VOI, ma di favorire LORO, ed eventualmente danneggiare voi.

Siete pronti alla guerra globale, voi contro tutto il resto d’ Europa?

Nemmeno questo, sia chiaro, e’ Default.

Nel caso in cui l’ Euro sopravvivesse all’uscita dell’ Italia, ovviamente dovrebbe “riaggiustarsi” , e con questa scusa, praticherebbero una politica di finanziamento delle banche decisa principalmente da Francia e Germania – voi non ci siete piu’, giusto?

E secondo voi chi puo’ stampare piu’ moneta, in tal caso?

In secondo, se l’ Euro non sopravvivesse, tutti gli stati sarebbero liberi da vincoli, tornando alla situazione pre-SME. Germania e Francia piazzerebbero immediatamente dazi enormi per proteggere la loro agricoltura. Poi inizierebbero ad emettere franchi e marchi , in modo da finanziare banche di stato, industrie di stato ed autonomie locali. I tedeschi, che temono l’inflazione, si limiterebbero a ordinare ai lander di far spendere tutto in appalti per infrastrutture e spesa sociale, e in investimenti per favorire le esportazioni gia’ abnormi: con un export piu’ grande del PIL italiano, gran parte dei marchi se ne andrebbero altrove.

Ma non importa esattamente COSA farebbero gli altri: il punto e’ che mesi prima dall’ uscita dall’ Euro, OGNI paese avrebbe un “Piano B” nel caso il referendum vinca. E questo “Piano B” conterrebbe “come sfruttare questa cosa a nostro vantaggio”. Non “a vantaggio degli italiani”, ma “a NOSTRO vantaggio”.

E qui si torna al punto: c’e’ di peggio del default. Non so se Evola abbia apprezzato particolarmente la sua sedia a rotelle, ma quello che dovete chiedervi quando pensate di essere “too big to fail”, e’ molto semplice:

ma cosa potrebbe succedere di brutto, oltre a “fail”?

Che dal picco dell’avvoltoio si vede un gran panorama, ma in sedia a rotelle perde molto del suo fascino.