Quando ho scritto il post “Evoluzionismo Politico”, nel quale constatavo come il PD e la sinistra non abbiano mai voluto vincere e anzi abbiano sempre e coscientemente mirato ad una comoda posizione di opposizione, mi e’ stato rimproverato di aver voluto fare un discorso astratto e privo di riscontri oggettivi. Cosi’, adesso vorrei parlare di un riscontro concreto del discorso, cioe’ il caso Bindi.
E’ successo qualche giorno fa che Bersani, nel tentativo di disarticolare la maggioranza, abbia proposto alla Lega un patto di programma, nel quale si chiedeva alla Lega di fare delle riforme insieme al PD (il federalismo) ed in cambio creare un governo insieme al PD.
Di per se’ la mossa di Bersani e’ la cosa piu’ “normale” , in senso politico, che si sia vista negli ultimi tempi. Il capo di un partito (ovvero colui che ne fa la strategia) propone al capo di un altro partito un patto, il quale patto consiste in un programma politico specifico, cioe’ il federalismo. Sebbene moltissimi si siano stracciati le vesti per questo, si tratta di un atto squisitamente politico e del tutto assolutamente normale, nel senso che e’ assolutamente normale che un partito cerchi l’accordo con un altro partito su un programma.
Si potra’ essere d’accordo col federalismo, si potra’ essere d’accordo con l’idea di far cadere un governo per farne un altro con altri partiti, ma nella misura in cui e’ legale (e lo sarebbe stato) , l’idea che due partiti si accordino su un programma allo scopo di governare e’ del tutto normale. E’ normalissima politica.
Ovviamente per fare questa mossa Bersani doveva garantirla. E per garantirla doveva metterci del suo, ovvero dire cose come “ehi, garantisco che se lasciate Berlusconi poi il federalismo si fara’. Garanzia che e’ valida nella misura in cui io sono il capo”. Ora, siccome un simile discorso darebbe a Bossi una scappatoia per ottenere il federalismo anche in caso di caduta, e un ottimo strumento per minacciare chi volesse trattare verso il basso la sopravvivenza del governo attuale, in teoria poteva riuscire.
Dico “in teoria”, perche’ in questo modo il PD rischiava di trovarsi al governo, e questa cosa il PD non la vuole, visto che preferiscono restare all’opposizione a godersi la condizione economica di politici.
Cosi’, complice Vendola (un altro che corre per far perdere le politiche al PD) , improvvisamente decidono che la Bindi gli piace. Ora, immaginate l’effetto:
- Bersani: Ehi, Bossi, ti garantisco che il mio partito fara’ con te il federalismo se molli Silvio.
- Bossi: E chi sei tu per garantirmelo?
- Bersani: Sono Bersani, il capo del PD.
- PD: ehi, che ne dite di un altro capo? La bindi e’ ottima , non pensate?
- Bossi: ….
In pratica, cioe’, il tempismo perfetto e’ evidentemente dovuto alla decisione di mettere in dubbio Bersani, cioe’ il capo. Ora, in un momento in cui l’avversario e’ in difficolta’ , bisogna stare “in campana” ed essere pronti al balzo felino, allo scatto che serve per capovolgere lo scenario e prenderne il controllo. Occorre tempismo, coordinazione e specialmente leadership. Che cosa fanno, loro? Propongono un nuovo leader, compromettendo inevitabilmente quello attuale.
Passi che Bersani fosse rincorso da Vendola. Vendola, essendo un outsider, poteva al massimo rompegrli le uova nel paniere su scala locale e renderlo piu’ debole. Ma adesso la democristiana Bindi (1) , che e’ un membro della dirigenza del partito e’ un concorrente interno. Se non bastavano i rottamatori di Renzi e Weltroni, adesso arriva anche lei.
Se qualcuno si illude che un partito cosi’ catastroficamente disordinato possa compiere un balzo fulmineo e capovolgere la situazione proponendo un’alleanza alternativa, non ha capito niente. PEr proporre un’alleanza occorre essere capaci di garantirne i termini, e nessuno si alleera’ mai con un politico che non si sa se comandera’ ancora il partito domani. Quanto vale la parola di un protodimissionario? Niente.
Ora, secondo voi la Bindi non sa che indebolendo Bersani si fa entrare il partito in una fase di incertezza strategica che gli impedisce di formare alleanze credibili e alternative a Silvio? Certo che lo sa. E’ semplicemente impensabile che non si capisca un fatto semplice del genere: se Bersani vuole fare un’alleanza con qualcuno deve essere in grado di trattare un accordo e di garantirne i termini; cosa che non puo’ fare se il partito, nel frattempo, sta valutando un capo diverso.
Si tratta di un concetto politicamente cosi’ semplice che non e’ nemmeno lontanamente pensabile che sia ignorato: lo stanno, evidentemente, facendo apposta. Il PD si trova in una situazione per la quale potrebbe anche riuscire a combinare qualcosa, e per essere certi di rimanere all’opposizione azzoppano la leadership con una infinita diatriba.
Ma adesso andiamo avanti con la Bindi. Perche’ la Bindi e’ il perfetto candidato per perdere le prossime politiche. Innanzitutto, la Bindi non e’ capace di dire una cosa di sinistra neanche a morire. Per una semplice ragione: e’ una persona coerente, ed e’ democristiana. Cioe’, non e’ una persona che ha idee di sinistra.
Il che significa che la Bindi non puo’ fermare l’emorraggia che colpisce il PD a sinistra e che porta Vendola ad essere cosi’ pericoloso. Grazie alla Bindi, cioe’, il partito continuera’ a soffrire dell’endemico problema delle persone che non votano perche’ sono piu’ a sinistra del partito. Bersani, almeno, venendo da una regione rossa ed essendo stato (almeno formalmente, in realta’ Bersani viene da CL) nel PCI ha una qualche parvenza di credibilita’ e se gli chiedi di dire una cosa di sinistra allora ricorda almeno le parole che avra’ sentito dire a Mussi. Ma con la Bindi, non c’e’ alcuna possibilita’.
In secondo luogo, la Bindi non ha la piu’ pallida possibilita’ di vincere le elezioni. E non ce l’ha proprio nel campo ove la si crede vincente, ovvero quello delle donne. E per una ragione: la Bindi e’ stata scelta per rappresentare la “donna per bene” sulla base della sua bellezza.
Si, avete letto bene. Non sono la persona giusta a cui spacciare il freddo come una grandezza diversa dal caldo: il freddo e’ meno caldo, e il caldo e’ meno freddo, non ci puo’ essere caldo E freddo. Si tratta della stessa scala, soltanto che si e’ cambiato il segno. Scegliendo una donna brutta come la Bindi si sta scegliendo la candidata guardando all’aspetto fisico, solo che anziche’ scegliere la piu’ bella si sceglie la piu’ brutta: non e’ cambiata la dimensione della nostra misura, e’ solo cambiato il segno.
Il problema vero e’ che la donna italiana e’, nella maggior parte dei casi, bella. Curata, mediamente avvenente, in ogni caso femminile. E scegliere un rappresentante delle donne “purche’ brutta” non aiuta certo nel processo di identificazione, dal momento che un simile processo non soltanto rifiuta la bellezza, ma la colpevolizza.
Immaginiamo una societa’ basata su un simile criterio. Che so, un colloquio di lavoro per una donna.
- Buongiorno, signorina. Si sieda, prego, cosi’ la sento puzzare meglio.
- Growl. Si , grazie. Ecco il mio curriculum . Mi scusi per la sgommata, ma mi e’ venuta una botta di sciolta mentre ero in autobus.
- Ma niente, niente, anzi, vedo che ha il master come “La rappresentazione del Bide’ nella carriera del manager moderno” presso la Pozzi Ginori.
- Si, ecco, era un corso di automotivazione. L’ho trovato (posso sputare per terra? guardi che bella goccia verdastra sulla moquette!) estremamente interessante.
- Ah, certo. Vedo con piacere che lei non si depila dal Triassico. E’ sempre bello vedere che i valori sono ancora vivi: ci stavamo stufando di quelle veline debosciate che si pettinano la mattina e credono che lo shampoo faccia bene ai capelli: tutte troie , roba da mandarle alle feste di berlusconi.
- Chi , io? Mai Depilata, io! Anzi, spesso concimo il peli per farli crescere piu’ robusti, specialmente sulle mani. Concime biologico, naturalmente.
- MA certo, non vorra’ certo inquinare usando quelle orribili cose… come si chiamano… le saponette! Ah, ah! Roba da troie! Che facciano le veline, quelle!
- Mi sento allineata con l’azienda! Le ho gia’ parlato della mia alopecia?
- Ma certo: come facciamo a vedere se una e’ intelliggggente, con tutti quei capelli? L’alopecia femminile e’ la benedizione delle Human Resources: era ora che le donne mostrassero di piu’ il cervello!
Ecco, piu’ o meno immaginiamo una societa’ del genere, ovvero una societa’ nella quale la scarsa bellezza e’ considerata ipso facto una forma di intelligenza o capacita’, e alle donne attraenti o provocanti viene immediatamente imputato il reato di essere berlusconiane, o perlomeno puttane. Se e’ un abominio chiedere la bella presenza in una selezione di lavoro, quanto maschilista e’ pretendere la bruttezza come sinonimo di serieta’?
Il processo che porta la Bindi ad essere definita “non in vendita” non e’ un processo che valuta la sua moralita’: e’ un processo che valuta il suo valore di mercato. La Bindi non e’ in vendita non perche’ manchi l’offerta, ma perche’ in ogni caso mancherebbe la domanda. Non e’ una sua scelta, non essere in vendita, perche’ se anche la Bindi scegliesse di essere in vendita, non troverebbe acquirenti.(2)
Cosi’, la scelta della Bindi come persona distante dal berlusconismo e’ la scelta di una donna che e’ antiberlusconiana perche’ e’ brutta e algida, cioe’ distante dal modello berlusconiano che vuole donne belle e sensuali. Il presupposto che sta alla base e’ che se sei bella sei automaticamente una puttana, una rRuby, per cui “il nostro modello di donna , e dei relativi valori, e’ una vergine bigotta democristiana”.
Bene, liberi di farlo: ma a parte le poche centinaia di migliaia di terrone che sono scese in piazza a gridare “bbottana, bbottana” non andranno. Certo, ad ogni evento di massa il PD dice “siamo tre milioni, siamo tre milioni!” . Aha. Ma tre milioni non bastano a vincere le elezioni. E neanche duecentomila.
Mi piacerebbe sapere quanto a suo agio si senta oggi, la Ferilli, nel sapere che siccome e’ avvenente , provocante e molto bella allora il suo partito la consideri un prototipo berlusconiano, e peraltro esalta la verginita’ come requisito di qualita’ politiche per il leader donna della sinistra.
Neanche la DC e’ mai arrivata a questo abominio.
Neanche la DC piu’ bigotta e’ mai arrivata ad affermare che la verginita’ e la bruttezza fossero requisiti indispensabili o comunque da valutare nella stima della capacita’ politica dei propri leader. Nemmeno quando l’emancipazione sessuale e una sessualita’ varia e abbondante erano il totem della sinistra, la DC piu’ bigotta si e’ spinta fino al magnificare la verginita’ delle sue iscritte o delle sue attiviste.
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| Ermellino con Dama, dal Museo d’Arte di Palazzo Rosaconcettina Immacolata Bindi Viendallamessa, Venezia. |
Nella scelta della Bindi come leader, per i motivi “morali” addotti e per la loro palingenesi ideologica, il PD e la sua base si collocano culturalmente A DESTRA DELLA VECCHIA DC, ovvero nell’area che prima era del vecchio MSI.
Immaginate quanto un’area che pesa poco piu’ del 5%, a condizione di risultare repellente al rimanente 95% delle donne italiane, sia un vantaggio competitivo per il partito.
Il secondo punto che rende la Bindi assolutamente adatta alla sconfitta alle politiche (e quindi perfetta per i piani di non-vittoria del PD) e’ che la Bindi e’ del tutto indifesa contro la Lega.
Nell’alleanza con la Lega, Bersani stava tentando una mossa strategica. Il tuo alleato, infatti, non ti puo’ azzoppare e i candidati alle politiche si scelgono insieme. Cosi’, se fosse riuscito un asse PD-Lega in qualche modo si poteva salvare l’emilia dall’avanzare della Lega, perche’ un alleato avrebbe preferito approfittare della forza dell’altro alleato e concentrarsi su altri bacini: la lega avrebbe preferito fare man bassa di voti nel PDL e avrebbe concordato perlomeno la non belligeranza in Emilia.
La Bindi ha una storia di contrasti con la Lega? Certo. La prima volta che la Bindi ha avuto davanti a se’ la Lega in veneto, ed era la vecchia Liga Veneta, ha perso il 13 % in una singola elezione. La Lega e’ affondata come nel burro dentro le ACLI, dentro le associazioni cattoliche, dentro la destra democristiana rappresentata dagli agricoltori al confine con l’ MSI, cosi’ come dentro le associazioni cattoliche di sinistra.
Quello che la Bindi ha fatto in veneto e’ stato di assistere al processo con cui la Lega si appropriava dell’elettorato democristiano, senza poter di fatto fermare il processo. Ripeto: -13% secco.
La Bindi fa presa su un’area culturale che a settentrione e’ occupata completamente dalla Lega, che non esiste nelle regioni rosse (se non alcune sacche nel riminese e nell’anconetano) e che al Sud e’ completamente in mano a democristiani suoi avversari. Dare il partito alla Bindi e’, in definitiva, la certezza matematica di perdere alle elezioni politiche.
Non sto enunciando dati ignoti. Come la Bindi sia stata scippata del partito come una cretina e’ assolutamente noto. Che sia nel suo feudo che la DC e’ confluita quasi completamente nella Liga Veneta, portando il partito della Bindi a regalare il 27% della Liga Veneta , e’ noto. Che la Bindi non possa rappresentare, se scelta perche’ poco avvenente, una scelta meno maschilista di quelle di berlusconi anche.
Che la Bindi sia un candidato automaticamente perdente e’ noto, facilmente immaginabile e se anche vincesse per puro errore un governo della Bindi otterrebbe principalmente alleati al centro con DI Pietro che ne ricorda di continuo il passato democristiano (e la triste fine della DC) .
Essendo un candidato perdente, la Bindi e’ perfetta per il PD, che vuole perdere dando l’illusione di potercela fare. Vuole perdere perche’ come partito riesce a vivere egregiamente all’opposizione, cosa che e’ piu’ comoda rispetto al governo (che ne mostra le carenze politiche e spinge gli attivisti ad abbandonare il partito) , ma contemporaneamente deve riuscire a piazzare molte poltrone per dare reddito ai suoi dirigenti, cosa per la quale deve illudere la base di avere il candidato giusto.
Cosi’, Rosy Giovanna D’Arco Bindi sara’, probabilmente , la candidata prodiana alle elezioni: la catastrofica storia dell’ Ulivo, capace di vincere e poi puntualmente sgretolato, attira troppo chi cerca un modello di “sconfitta pagante” che sia reiterabile all’infinito. Abbastanza sconfitti da non dover governare davvero (in modo da non scontentare una base illusa di vedere un mondo nuovo) , ma abbastanza votati da continuare con la bella vita in Parlamento.
Mi sembra che sia indubitabile , nel caso della Bindi, il progetto. Non credo sia possibile sospettare o sostenere, neanche per un istante, che chi propone la Bindi con l’effetto di indebolire Bersani non sappia cosa sta facendo. Mi sembra che l’idea di mettere una ex democristiana coerente, cioe’ una che e’ ancora democristiana, sia prevedibilmente e coscientemente orientato a continuare l’emorraggia di voti a sinistra. Non riesco a dubitare, per via della sistematica precisione con la quale scientificamente il PD costruisce la sua futura sconfitta (o una figura penosa a-la-Prodi in caso per sbaglio si vinca) , che sia una cosa voluta.
La Bindi e’ , nel senso piu’ scientifico e progettuale possibile, la migliore promessa di “sconfitta pagante” che io veda.
E la “sconfitta pagante” e’ esattamente l’obiettivo del PD , e’ un obiettivo scientificamente perseguito, progettato e coltivato.
La “sconfitta pagante” e’ la situazione nella quale si crea una tensione ideale tale da portare al voto abbastanza gente, di solito i fanatici e i fondamentalisti del partito, piu’ i clientes, con un candidato che non abbia alcuna possibilita’ di farcela davvero e contemporaneamente riesca a rappresentare il “questa volta ce la facciamo”. LA “sconfitta pagante” e’ massima quando si va ad un pelo dalla vittoria, in modo che ci siano abbastanza seggi da garantire superstipendi e clientele, ma non si rischi di scontentare l’elettorato con un pessimo governo. La “sconfitta pagante” e’ l’obiettivo perseguito scientificamente, coscientemente dal PD nel proporre la Bindi.
E se nemmeno la trovata di destabilizzare Bersani (proprio quando gli serve capacita’ di manovra ) proponendo la Bindi vi convince, beh, che dire: vendo un Colosseo un poco usato. Interessa?
Uriel
(1) La Bindi sostiene di essere un politico coerente. Il che significa che , se era democristiana, e’ ancora democristiana.
(2) Si, esistono altre cose. Si, un giorno invecchieremo tutti. Quel che vi pare. Ma la Bindi non e’ attraente sul piano riproduttivo, punto. Nessuno di quelli che la esaltano per via di “altre qualita’” se la sogna di notte mentre si tocca.
