Eurasia

In genere parlo poco di fenomeni eurasiatici, dal momento che questo attira sempre un certo tipo di camicia rossobruna che personalmente detesto. Per camicie rossobrune intendo , grillini compresi , i figli del “nazimaoismo” di Franco Freda, che a mio avviso incarnano il peggio di entrambi i mostri che hanno mescolato. Fortunatamente il novecento e’ finito, questa gente finira’ nel dimenticatoio, ma  la geografia continentale rimane quella, per cui i fatti si svolgeranno come devono.

Immaginate per un momento di essere cinesi. Ed immaginate di voler espandere il vostro impero mercantile. Ovviamente esistono gia’ zone di influenza mercantili, e la piu’ estesa e’ quella americana. In che modo gli americani difendono questa supremazia? Ovviamente con gigantesche flotte militari e con decine di basi da entrambi i lati dell’atlantico, e diverse alleanze nel pacifico.

Se la Cina guarda al pacifico, quindi, vede un gigante pesantemente armato, deciso a spendere cifre immorali per gli armamenti , a costo di un debito pubblico a livelli greci, e vede che gli USA sono intenzionati a puntare tutte le carte sul potere militare. Espandere una flotta mercantile – e quindi diventarne dipendenti – nella situazione per la quale gli americani ti possono fare un blocco navale da oggi a domani e’ un’idea rischiosa e stupida, nei termini in cui pensano i cinesi.

Per rompere questa situazione i cinesi dovrebbero investire cifre mostruose – incompatibili col loro modello di crescita – in una flotta enorme, per poi arrivare comunque ai ferri corti con gli USA, cosa che li costringerebbe a piazzare basi ovunque, e via di spesa inutile.

Del resto, anche l’oceano indiano e’ rischioso, proprio per la presenza dell’ India , che potrebbe remare contro, partecipando ad aventuali blocchi navali contro la Cina.

Morale: per il cinese che vuole espandere il proprio impero mercantile, il mare e’ troppo rischioso. Non significa che i cinesi non lo useranno, ma sanno bene che in caso di attriti con gli USA o con l’ India si rivelerebbe un punto debole.

Cosi’ i cinesi hanno bisogno di altre vie commerciali, che NON siano dominate ne’ da India ne’ da USA.

La via ideale e’ chiaramente la via di terra , attraverso l’ Asia, che peraltro e’ ancora stracolma di gente che vorrebbe tanto mangiare tre volte al giorno come noi e che applaudira’ all’idea.

Non sto parlando di cose che avverrANNO. Sto parlando di cose che sono gia’ li’. ADESSO. Di ferrovie che esistono. Di accordi che si stanno discutendo. Di tubi del petrolio che esistono gia’. Di strade e rotte gia’ aperte.

che cosa succede al mondo se un gigante economico come la Cina smette di guardare al pacifico e inizia a mettere gli occhi sulla Siberia?

Dovrei osservare una crescita economica “inspiegabile” nell’europa dell’ Est , e una decrescita progressiva nell’europa occidentale, cosi’ come una decrescita di Giappone e della west coast americana.

Ops: sta succedendo.

Sia chiaro: non penso che i cinesi abbandoneranno il mare. Non si metteranno completamente nelle mani dei russi per sfuggire dalle mani di India e USA. Dico che realizzeranno entrambe le vie in modo che nessuno possa prenderli per il collo , a meno di una improbabile alleanza Russia-Usa-India-Europa.

Che cosa e’ contro e che cosa e’ a favore del progetto indiano?

A favore:

Contro:

Dal punto di vista cinese, quindi, l’approccio sara’ quello di:

Questo e’ lo spirito con cui si fanno i Summit Euroasiatici come quello di Milano, e lo spirito col quale il rappresentante cinese viene a raccomandare ai cinesi di ammirare l’ Italia: vogliono comprare. Arriveranno da voi stracolmi di contanti, e hanno gia’ cominciato, anche se molto in sordina.

Gli americani hanno ben chiara questa cosa: i dossier piu’ grandi sono ancora abbastanza chiari persino ai loro incompetenti politici, e non per nulla fanno di tutto per destabilizzare l’est europa e il medio oriente, e ancora di piu’ faranno in futuro. (Aspettatevi cose ancora piu’ truci di “Isis”, in futuro.)

In generale, il “Summit Euroasiatico” di Milano si chiude con due messaggi chiari:

Molti giornali , ancora legati al novecento, non lo capiscono, e passano il tempo ad innaffiare dei fiori morti. Ma quando arrivera’ il TTIP, potete stare certi che sara’ ormai inutile,  o quantomeno secondario. 

Con buona pace dei nipotini di Freda, che stanno a sognare il picco dell’avvoltoio.

Uriel Fanelli sabato 18 ottobre 2014