I populismi.

Ovviamente, dalle scorse elezioni ho avuto un bombardamento di grillini soddisfatti (che sanno che non li amo) i quali mi dicono di non essere populisti e blablabla. D’altro lato, molti mi chiedono cosa io pensi del populismo di Grillo, come se Grillo fosse l’unico populista del momento. In realta’, l’unica differenza tra Grillo e gli altri non e’ il populismo, ma qui e’ meglio scrivere un post.

Il populismo non esiste , innanzitutto, in una sola forma. Il populismo non e’ altro che la tendenza del politico nel parlare di qualche problema che la popolazione ha nel quotidiano (o che CREDE di avere nel quotidiano), e di farlo ESATTAMENTE nei termini in cui la popolazione lo percepisce, ovvero “qui ed ora”.

Mi spiego: se la popolazione ha un problema di burocrazia, si tratta di una questione sistemica. D’altro canto, il cittadino si reca allo sportello e incontra un impiegato che gli dice “NO”. Allora, il nostro cittadino percepisce il problema in questo modo “vado allo sportello, dove c’e’ un impiegato,  e mi dice di NO”.

Cosi’, il populismo puo’ solo attaccare le figure che appaiono in questa affermazione:

  • Eliminare lo sportello (perche’ non vogliamo la burocrazia).
  • Eliminare l’impiegato (perche’ e’ uno statale fancazzista) e metterci un processo automatico.
  • Eliminare il “NO” (perche’ non vogliamo che lo stato chieda degli adempimenti).

Questo e’ populismo: creare un programma politico che affronti i problemi SOLTANTO dal punto di vista con cui esso si manifesta presso il cittadino.

Qual’e’ il dramma di tutto questo? Prendiamo per esempio il solito edificio che crolla perche’ qualcuno ha segato i piloni e ci ha fatto la sua tipografia. Che cosa possiamo dire di questo edificio?

  • Se per segare un pilone si dovesse andare da un ufficio, non sarebbe successo. Serve l’ufficio.
  • Se qualche persona avesse riflettuto sulla richiesta di segare il pilone (un impiegato) non sarebbe successo. Serve l’impiegato.
  • Se qualcuno avesse detto di NO , non sarebbe successo. Serve il diniego.

Quindi, la soluzione populista NON e’ la soluzione adeguata: e’ la soluzione SODDISFACENTE per l’elettore, ma non quella adeguata.

In generale , il populismo fa questo:

dati i problemi del cittadino, cosi’ come si manifestano nel quotidiano e presso il cittadino, e soltanto in questa visione, esiste una soluzione facile che individua nelle controparti materiali il problema, e propone la scomparsa delle controparti stesse, la loro completa riforma, IN TEMPI BREVI E A COSTI LIEVI. IL SOLLIEVO ISTANTANEO DEI CITTADINI E’ confuso con la soluzione del problema.

Per questa ragione, il populismo si presta MOLTO bene all’ambito locale. In definitiva, le interazioni tra stato e cittadini sono in generale interazioni che coinvolgono istituzioni locali. In stati MOLTO centrali, il populismo diventa localista o federalista, dal momento che il cittadino interagisce con lo stato centrale.

Quando lo stato era fortemente centrale, il populismo si e’ manifestato col partito dell’ Uomo Qualunque, mentre oggi che ci sono troppi enti locali, il populismo si manifesta come localismo e politica amministrativa.

In nessuno dei due casi il problema e’ laddove si manifesta, ma in OGNI caso il populismo individua il problema SOLO nell’interazione tra cittadino e stato, LADDOVE e QUANDO si manifesta, riducendo problemi sistemici a meri problemi di interazione.

Da questo punto di vista, esistono diversi populismi. Un populismo che definirei “colto” ed uno che definirei “volgare”.

Il populismo colto e’ quello di Monti e dei partiti: “Se ci sono problemi finanziari basta mettere un professore di finanze a dirigere tutto, se il problema sono i conti allora basta mettere a posto i conti, se il problema sono le entrate basta far pagare a tutti le tasse”.

OGNI soluzione populista e’ FACILE. Essa contiene, per forza di cose, la parola “basta”. Basta fare quello, basta fare l’altro, basta fare su e basta fare giu’.

Al contrario, una soluzione sistemica e’ una soluzione che dice altro: un politico NON populista direbbe che per risolvere i problemi attuali del paese occorrono 20-30 anni.  Avete sentito gente del genere? Io no.

Quindi, oggi abbiamo TANTI populismi in politica:

  • Basta che il bilancio dello stato sia in pareggio e l’economia partira’.
  • Basta che si combatta l’evasione fiscale e non avremo problemi di soldi.
  • Basta che le regole sui contratti di lavoro si allentino, e l’occupazione crescera’.
  • Basta che la UE faccia gli Eurobond e il problema del debito rientrera’.
  • Basta svalutare la moneta e i prodotti si vendono.
  • Basta che facciamo XYZ e il tale problema finira’.

Questi sono populismi “colti”. Si differenziano da quelli volgari perche’ non propongono una soluzione del tipo “togliamo di mezzo qualcuno”, cioe’ non sono escatologici, ma sembrano propositivi.

Il populismo volgare ha invece una connotazione escatologica: la soluzione al problema non e’ “fare qualcosa” ma “distruggere qualcosa”, dove “qualcosa” e’ l’elemento percepito come problematico.

  • Basta che Berlusconi si dimetta ed i mercati riacquisteranno fiducia nell’ Italia.
  • Basta che i politici vadano a casa e i problemi saranno risolti.
  • Basta che i partiti si dissolvano e i problemi saranno risolti.
  • Basta che togliamo di mezzo i finanzieri e i problemi saranno risolti.
  • Basta che togliamo di mezzo la UE ed i problemi saranno risolti.
  • Basta che togliamo di mezzo la BCE ed i problemi saranno risolti.
  • Basta che scompaia XYZ e i problemi saranno risolti.

Come vedete, in entrambi i casi il populista identifica come “semplice” il problema , dicendo che “basta che” , e in entrambi i casi il populista dice che applicando la soluzione il problema si risolve.

Se andiamo sul piano ideologico, l’ideologia ha essenzialmente la medesima struttura di un romanzo:

  • Una prima fase di normalita’, ove si (intra)vede la vita dei protagonisti quando e’ normale.
  • Uno o piu’ cambiamenti, avvenimenti che costituiscono la storia.
  • La conclusione, ove i cambiamenti giungono a conclusione e si (intra)vede una nuova normalita’.

Allo stesso modo del romanzo, l’ideologia populista dice:

  • Un tempo -non meglio specificato- la nazione stavva bene, tutti eravamo felici e questi problemi non li avevamo.
  • Oggi e’ arrivato il tale elemento -identificato come malvagio- e per questo stiamo male.
  • Togliamo di mezzo l’elemento disturbatore e tutto tornera’ come prima.

In senso ideologico, il populismo escatologico USA I MEZZI DELLA RIVOLUZIONE (togliere di mezzo il potere che opprime) ma HA I FINI DEI CONSERVATORI, ovvero riportare la situazione alla felicita’ precedente (prima che arrivassero i cattivi).

In questo senso il populismo e’ trasversale: puo’ attirare elementi rivoluzionari per via della sua volonta’ distruttiva e polemica, ma anche elementi conservatori, perche’ i suoi fini sono principalmente restauratori.

A questa categoria si iscrivono facilmente i veterocomunisti che rimpiangono la scala mobile, i veteroliberisti che rimpiangono le svalutazioni degli anni 80 e 90, gli ecologisti pauperisti che rimpiangono il paese agricolo del 1900, gli ammiratori delle culture tradizionali in genere. Sono TUTTI populismi.

La categoria di populismo che contraddistingue Grillo e’, pero’, quella tribunizia. Si tratta di una caratteristica che e’ quella di rappresentare “il popolo” CONTRO “lo stato”.

Essendo il populismo normalmente una pretesa di rivoluzione , questa componente e’ tuttavia poco rilevante: ogni populismo pretende che:

  • La soluzione e’ a portata di mano. “Basterebbe fare , e” . Non lo vogliono fare poteri abietti e conservatori.
  • Non occorre quindi particolare abilita’ o tecnica: basta “essere quelli che vogliono davvero prendere questa decisione”.
  • Questo porta inevitabilmente allo scontro coi poteri forti ed immobili, ergo e’ una rivoluzione.

Quello che cambia tra i populismo ‘colto” e quello “volgare” e’ semplicemente la retorica , cioe’ l’insieme di simboli utilizzati dai leader, e l’identificazione della semplice azione che rapidamente risolve il problema, o almeno quello piu’ urgente.

Quindi, in definitiva, possiamo dare una specie di descrizione completa del populismo:

Il populismo consiste nella pretesa che la soluzione ai problemi sia facile ed a portata di mano. La ragione per cui non si adotterebbe la soluzione e’ nella volonta’ malvagia e vessatrice di qualcuno. Basta essere quelli giusti che prendono la decisione per risolvere i problemi. In entrambi i casi applicare la soluzione spazzera’ via una classe di persone che usurpano la propria posizione. Nel bene di tutti, e’ accettabile che tale fazione sia ridotta all’impotenza o distrutta. Per questo siamo rivoluzionari. Per questo non dobbiamo aver paura di sporcarci le mani. Alla fine del processo, tutto tornera’ come era ai bei tempi passati.Per questo siamo conservatori.

Questa e’ la ragione per la quale non posso fare un post sul “populismo di Grillo”. Attualmente TUTTI i politici italiani sono populisti. Alcuni sono dei populisti colti, altri dei populisti volgari, ma la differenza tra il populismo di Grillo e il populismo degli altri sta solo nei simboli usati per descrivere i medesimi concetti.

Uriel Fanelli, 13 maggio 2012

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *