Dire grazie? No , grazie.

Scrivo questo post dopo una lite con un personaggio che pretende di “rappresentarmi” qui, sperando di salvare altri italiani “che se ne vanno” da esperienze cosi’ sgradevoli. Una delle ragioni per le quali le nazioni normali (la Germania non e’ una nazione speciale o superiore: e’ semplicemente un normalissimo stato di diritto civilizzato) sembrano cosi’ paradisiache a quelli che vi espatriano e’ che i diritti sono diritti, e non dovete dire grazie a nessuno per ottenerli. Ma se siete italiani e andate via, state attenti ad una cosa: le associazioni di italiani all’estero, quelle che “aiutano gli italiani”.

 

Usando internet decentemente , dicendo buongiorno agli impiegati dello stato e sorridendo sono riuscito ad ottenere tutto cio’ che, per diritto, mi spettava. Non ho mai fatto ricorso a queste associazioni, e col senno di poi ringrazio il cielo di aver sempre risolto i miei problemi da solo. O con l’aiuto dello stato.

Questo per una ragione molto semplice: in un paese normale – per qualche tempo questo accadeva anche nel nord Italia – non dovete conoscere qualcuno, non dovete chiedere favori per ottenere i vostri diritti, non dovete DIRE GRAZIE a qualcuno per aver ricevuto qualcosa che vi spettava comunque.
In un paese normale, quando ottenete cio’ che vi spetta per diritto, non dovete dire grazie , se non – ovviamente – per buona educazione e per rendervi gradevoli alle persone che hanno lavorato. (cosa, peraltro, del tutto gratuita). Se avete bisogno di qualcosa e vi spetta, e’ precisa FUNZIONE dello stato quella di fornirvela: non avete bisogno di conoscenze che vi introducano, di procedure SPECIALI che necessitano di particolare aiuto da parte di qualche amico.
Ok. Partiamo dall’idea che siate venuti via perche’ eravate stufi di dire grazie per cose che in fondo vi spettavano di diritto, come me, e osserviamo un attimo cosa succede appena arrivate fuori: succede che non tutti gli italiani siano venuti via per lo stesso motivo, e che molti invece vogliano ricostruire la stessa merda.
Per fare questo usano l’ “associazione di italiani all’estero” della situazione. Si tratta di un gruppo di persone che :
  1. Vi racconta che NON potreste ottenere una casa, un lavoro, un certificato, senza la loro preziosa intercessione, la loro expertise, ed il loro interessamento personale, perche’ “loro sono qui da anni” e allora “conoscono le persone giuste”.
  2. Vi fanno credere di essere totalmente disinteressati. Loro fanno questo per salvare l’italianita’, per aiutare gli altri italiani che amano tanto, eccetera. Quindi sono tuoi amici, e semmai ti chiedessero un favore in futuro, non sarebbero mai a riscuotere.
  3. Vivono di questo, o quasi.
 la prima volta che li incontrerete e’, tipicamente, di fronte ad una scuola di tedesco per stranieri. Devo andare ad iscrivermi per un corso di abilitazione sino al B1, e quindi c’e’ l’amico scuro e peloso con la maglietta azzurra che mi ferma chiedendomi se mi serve aiuto per parlare con la segretaria.
Di una scuola di lingue.
Ora, se io fossi di fronte allo sportello dell’ istituto per la tedeschita’ crucchistica applicata (Il famoso  AllgemeineDeutscherTeutonischenReineKrautistikAnwendungenDienst, per gli amici “Al”) probabilmente avrei paura che la segretaria parli solo il teutonico citeriore del 1300 e scriva solo usando il futhark. Ma io parlo inglese, comunque col tedesco me la cavo, e specialmente questa signorina lavora in una dannata SCUOLA DI LINGUE. Dal momento che assumiamo che ci si iscriva ad una scuola di lingue perche’ NON si parla la data lingua, e’ abbastanza ovvio che quella signorina normalmente SAPPIA parlare con chi NON parla gia’ tedesco.
Quindi, non ho bisogno di aiuto. Ma il nostro eroe peloso non demorde, e mi spiega che ho bisogno del suo aiuto.
 ora, vorrei essere chiaro: queste associazioni non servono a NIENTE. Si occupano di spacciare scarti di produzione dell’industria alimentare italiana – di dubbia provenienza e qualita’ certificata da suo cugino – per sopraffino  cibo da comprare (siete italiani, se non ci aiutiamo tra noi per la diossina), a trovare lavoro in nero, a trovare appartamenti in nero, e ad ottenere cose che potreste ottenere in ogni caso semplicemente presentandovi all’ufficio che se ne occupa.

Tutti quelli che hanno ottenuto qualcosa tramite queste associazioni potevano trovare DI MEGLIO semplicemente chiedendo in giro.

Il destino di queste associazioni e’ sempre quello:
ci sono poi associazioni “normali” (LOL) e associazioni d’alto bordo. L’alto numero di italiani arrivati qui senza una valigia di cartone fa intravedere  a molti furbetti l’opportunita’ di sfruttare i nuovi arrivati. Queste realta’ sono ancora piu’ pelose perche’ non si propongono di guadagnare soldi nell’immediato, ma di infilarsi dentro la pubblica amministrazione tedesca organizzando attivita’ “culturali” , ovviamente legate ad amici italiani da sistemare qui.
Nascono quindi le associazioni di italiani “middle class”, che prima o poi si daranno la forma societaria adeguata e andranno a chiedere soldi per le attivita’ di “integrazione”, oltre che usare il fatto di avere un’associazione “culturale” per conoscere la gente giusta.
Il problema e’ che lo stato tedesco non e’ la Grande Cassa dei Furbi, e richiede alcune cose, ovvero quella di avere tot iscritti, di aver organizzato tot cose con tot interesse da parte di italiani, e cosi’ via. Il secondo problema loro e’ che la cultura italiana e’ abbastanza apprezzata da non avere bisogno di “aiutini” per sfondare. Artisti italiani lavorano qui senza bisogno di un’associazione che li rappresenti: la cultura italiana (generalmente lirica, arte, musica , cabaret storia e spettacoli di ogni genere) e’ considerata parte della cultura “alta”, e normalmente arriva coi propri canali. Non c’e’ bisogno di un intermediario per partecipare come artisti  alla Quadriennale di Düsseldorf, ci sono i canali ufficiali.(se siete artisti, intendo).
Se siete tenori e volete cantare musica lirica alla Tonhalle non avete bisogno di un’associazione che vi rappresenti, anche perche’ l’associazione dovrebbe poi essere un Prokurist, un intermediario, e se agisse in questo modo dovrebbe anche pagare le tasse.
Quindi, queste associazioni hanno un percorso analogo, del tipo:
questa e’ la ragione per la quale NON frequento queste associazioni:

ma specialmente, per un motivo legato alla semplice dignita’ di una persona:

I miei diritti non sono cose che ottengo per intercessione. Non devo dire grazie per essere beneficiato da un normale processo dello stato. Non ho bisogno di chiedere PER FAVORE qualcosa che mi spetta. Non sono IN DEBITO per aver avuto qualcosa che mi spettava comunque di diritto.

 In un paese NORMALE e CIVILE, i diritti ordinari si ottengono con procedure ordinarie.

poi c’e’ una cosa di tipo locale: qui non e’ concesso a nessuno di fare da tramite tra l’amministrazione pubblica e i cittadini senza appartenere a categorie precise di professionisti come avvocati e commercialisti , che possono legalmente riceverne una delega. Anche diversi “club” o associazioni possono farlo, come lo SteuerHilfe, ma devono prima delimitare chiaramente le procedure e le figure professionali QUALIFICATE. Ovvero, “paganti tasse”.
 Quindi no: se non volete ficcarvi di nuovo dentro il letamaio sociale di inutili e costosi intermediari tra voi e i vostri DIRITTI, proprio quello da cui siete fuggiti, proprio quello che ha distrutto un paese, evitate come la peste queste associazioni.
Anche perche’ se siete andati a vivere in un dato posto la gente non vi ha certo  inseguito coi forconi , per cui non avete ragione di temere gli uffici pubblici o i vicini di casa. Anche parlare coi vicini di casa e andare per uffici e’ integrazione , stabilire rapporti e girare la citta’ e’ integrazione, e farsi spiegare da gente qualificata come funzioni e’ integrazione. Anche perche’ andando di persona potrete chiedere tutte le alternative possibili, valutarle insieme all’addetto, che magari puo’ farvi delle domande per capire, mentre con un intermediario lo mandate li’, lui chiede la cosa precisa, si sente dire “no”, e torna indietro con le pive nel sacco.
In generale, quindi, se siete all’estero, evitate come la peste le associazioni di italiani che vogliono aiutarvi.
Se vi daranno una mano non soltanto  non ci guadagnerete niente ma  vi troverete dentro dei giri perlomeno “pelosi”.

A meno che non consideriate normale vedervi su un’autostrada con dei camionisti calabresi , scaricare casse di pummarola facendo attenzione a non farvi vedere, pagare in banconote di piccolo taglio e sparire nella notte con le vostre cucurbitacee. Che non si sa da dove vengano, eh, ma suo cugino dice che sono del paesello.

E il fatto che i pomodori stiano discutendo di filosofia nel bagagliaio non ha nulla a che vedere con Chernobyl.

Miiiii, che polemici che siete!