Gay d’assalto

Ecco che leggendo i giornali si scopre la vera ragione di tutta questa polemica sulla canzone riguardante i gay “guariti”. No, non c’entra la Chiesa. No, non c’entra nulla il fesso che dice di essere guarito, ne’ il cantante. Non occorre essere esperti di teatro per notare come si stia recitando un copione gia’ scritto da professionisti: i tempi, i metodi, sono quelli della tragedia classica.

In realta’ tutto serve a far pubblicita’ a Sanremo, e questa pubblicita’ sta venendo fatta sfruttando l’unica possibile accezione di progresso politico che oggi sia rimasta agli italiani: i diritti dei gay.

Sia chiaro, non ho (ovviamente) nulla in contrario, ma se pensate all’idea di progresso di 30 anni fa e la paragonate con l’idea di progresso di oggi, noterete che ormai sia rimasta solo la fecondazione eterologa e il matrimonio gay.

Trent’anni fa, “progresso” voleva dire piu’ scuola , voleva dire piu’ stato e piu’ ammortizzatori sociali, voleva dire piu’ parita’ dei sessi e voleva dire piu’ legge, meno competizione e piu’ fratellanza. In mezzo c’erano, ovviamente, anche i diritti dei gay.

Oggi cosa resta dell’idea di “progresso”?

Piu’ stato? Non si puo’, c’e’ il deficit. Seguendo la strategia dello “starving the beast” che i conservatori americani usano negli USA, si e’ fatto in modo che non sia piu’ possibile proporre piu’ ammortizzatori sociali perche’ il deficit ha divorato ogni cosa. Chi ha fatto il deficit ha seguito benissimo tale politica: oggi lo stato e’ cosi’ odiato per via del deficit che lo trasforma in una macchina che mangia soldi per pagare interessi senza dare nulla in cambio.(1)

Cosi’, niente stato, niente piu’ ospedali per tutti, niente ammortizzatori per tutti, niente diritti per tutti: privatizziamo ogni cosa, c’e’ il deficit.

Scuola? Bah: serve per il mondo del lavoro. La disoccupazione ha deformato l’ideale di scuola trasformandolo nel periodo di addestramento che lo schiavo deve superare per essere pronto al lavoro: di una scuola civica che produce cittadini migliori non si parla piu’. Anche perche’ maestri e professori sono, sul piano morale, parassiti che hanno coscientemente scelto una vita improduttiva per non doversi impegnare: l’impiego scolastico e’ un’industria di scambio di voti. Figuriamoci se simili criminali in pectore , o perlomeno parassiti in pectore, potranno fare della scuola qualcosa che produce cittadini migliori.

Piu’ fratellanza? Piu’ dialogo? Baaaah. Oggi c’e’ la competizione: e’ bastato impoverire il futuro degli italiani, togliere loro il patrimonio di risparmio (2) per rendere loro incerto il futuro. E si sa, quando il futuro e’ incerto, homo homini lupus.

E cosi’ cosa e’ rimasto ai progressisti? Che cos’e’ il dibattito, su cosa verte l’unico possibile dibattito sul progresso? Sulla morale sessuale.

Un tempo sarebbe bastato fare una canzone sull’odio, sulla droga, sulla guerra fredda, su qualsiasi cosa fosse un “ostacolo per il progresso” e si sarebbero sollevate polemiche. Ma oggi, dell’idea di progresso rimangono solo i diritti dei gay, e solo su questo si puo’ battere, se a fronte di regimi mostruosi come quelli di Teheran l’unica obiezione che ormai rimane e’ che “perseguitano i gay”. Certo, perseguitano anche gli intellettuali, le femministe, bruciano libri e censurano film, ammazzano dissidenti politici, vietano ogni manifestazione, ma tutto questo in fondo non e’ piu’ estraneo alla nostra idea di “progresso”, che ormai comprende solo la difesa dei gay.

Un domani , e’ possibile che un governo dia questi diritti ai gay. Basta poco, basta un contratto di solidarieta’ civile. Fatto questo, fatto questo cosa vi rimarra’, cari progressisti?

Sicuramente dare piu’ diritti ai gay migliora la nazione, ma se questa e’ la fine del vostro percorso progressista, perche’ ormai non siete piu’ in grado di spiegare la giustizia sociale, perche’ voi stessi censurate e zittite, perche’ voi stessi mettete alla berlina gli intellettuali che non vi piacciono con tutti i vostri meccanismi ostracizzanti, quando arriveranno i diritti ai gay, sara’ la fine della vostra storia.

Avete ridotto i diritti umani ai diritti degli omosessuali. Gli omosessuali sono l’ 1% della popolazione. Il che significa che accontentarli e’ facile. Ma una volta accontentati, voi progressisti su cosa griderete?

Che cosa potra’ scandalizzarvi ancora, farvi parlare, scendere in piazza?

Uriel

(1) In effetti si potrebbe procedere semplicemente obbligando i titoli di stato ad essere ceduti dentro il territorio nazionale a cittadini italiani. Sostituendoli al TFR, per dire, o al cumulo pensionistico. Da un lato si darebbe un investimento sicuro e una forma di risparmio assistito, dall’altro si eviterebbe il rischio di default dovuto a politiche straniere piu’ o meno ostili.

(2) Nel 1987, irisparmi delle famiglie italiane superavano il debito pubblico e il PIL. Oggi le famiglie sono indebitate sino al collo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *