Il fantasma dei diritti.

Il post sulla RU486, come quella che riguardante le intercettazioni, puntualmente sollevano lo stesso equivoco di base, cioe’ il fatto che negli ultimi decenni si sia chiamato “diritto” qualsiasi cosa si desiderasse. La politica, per poter entrare prepotentemente nella vita degli individui, ha manipolato il termine “diritti” fino ad estenderlo , toccando temi che coi diritti non hanno nulla a che fare.
Si e’ giocato a far credere, cioe’, che qualsiasi lotta politica fosse una lotta “per i diritti” di qualcuno. Cosi’, nel calderone dei “diritti” e’ finito di tutto: i desideri, gli interessi, i bisogni, la semplice soddisfazione della massa.

 

Questo ha prodotto una gigantesca confusione  a riguardo, al puntoc he c’e’ gente che pensa di poter rinunciare a diritti sanciti dalla costituzione (l’inviolabilita’ della corrispondenza e della proprieta’ privata) semplicemente “firmando una liberatoria”. Cosi’ come c’e’ chi pensa che un pilota sottoposto ad un esame medico per lavorare stia “rinunciando” al diritto di rifiutare delle cure. E cosi’ via.

Ma niente di tutto questo e’ vero. Un diritto e’ semplicemente la situazione (di solito giuridica) per la quale lo stato si impegna ad intervenire (o interviene continuamente, come con la sanita’) nel caso delle circostanze impediscano ad un cittadino di godere dell’oggetto del diritto.
Finche’ lo stato si impegna ad intervenire perche’ , nel caso un cittadino voglia godere di un diritto, possa farlo, “avete un diritto”.
Voi avete il diritto di non lasciare entrare in casa vostra chi non volete che entri. Significa che , nel caso qualcuno entri in casa contro la vostra volonta’, lo stato si impegna ad intervenire (mediante punizioni, polizia, tribunali, eccetera). La domanda e’: perdete tale diritto se lasciate entrare un vostro amico? No. Lo stato si sta ancora impegnando a buttare fuori chiunque voi decidiate di non volere in casa.
E’ un diritto, il matrimonio? No. Se siete troppo poveri per curarvi, lo stato interviene con la sanita’ pubblica. Se siete troppo poveri per sposarvi, no. E questo perche’? Perche’ lo stato non si e’ mai impegnato a garantirvi il diritto a sposarvi. E quindi, neanche i gay che chiedono il matrimonio chiedono “un diritto”. Perche’ non lo e’ il matrimonio in se’.
Sicuramente il matrimonio e’ un’istituto riconosciuto. E’ qualcosa che potete fare. E’ legale.  Ma non e’ un diritto. 
Non avete il diritto di sposarvi: lo stato non ha mai promesso di intervenire se siete troppo poveri per sposarvi. Se non trovate moglie/marito. Eccetera. Lo fa invece se siete troppo poveri per curarvi. Se non trovate un medico privato che vi curi.
Certo, in passato per indicare tutte queste rivendicazioni si e’ usata la parola “diritti”, perche’ la logica di molti partiti di sinistra era che la tensione sociale dovesse aumentare sino alla rivoluzione; dire alla gente che i loro diritti stavano venendo violati era un modo per alzare la tensione.
Secondo punto: i diritti sono tutti uguali?
La risposta e’ no: con l’esperienza fascista in Italia ci si e’ resi conto che fosse necessario tutelare alcuni diritti in particolare, in quanto la violazione di tali diritti era uno strumento grazie al quale il regime fascista aveva preso il potere e lo aveva mantenuto.
Tra questo diritti, che rendono “antifascista” la costituzione italiana, ci sono:
“diritto al giudice naturale , diritto alla cittadinanza, diritto alla scelta del luogo di residenza, diritto alla segretezza del voto, diritto di voto, diritto all’inviolabilita’ del domicilio, diritto all’inviolabilita’ della corrispondenza, diritto all’inviolabilita’ della persona, diritto al rifiuto delle cure mediche, diritto alla manifestazione, diritto allo sciopero, diritto di libera opinione, diritto di associazione, diritto di espressione, diritto alla difesa legale”.
Alcuni sono definiti “liberta’”, ma siccome lo stato si impegna a rimuovere gli ostacoli al godimento di tali liberta’, si tratta solo di questioni linguistiche: sempre diritti sono.
Tutti questi diritti prendono forma a livello costituzionale perche’  ad ognuno di essi corrispose qualche pratica fascista, grazie alla quale il fascismo prese/mantenne il potere.
Il diritto al giudice naturale nasce perche’ Benito Mussolini faceva in modo che a seconda dell’attivita’ politica della persona si potesse finire in mano a “tribunali speciali”. Il diritto alla cittadinanza serve ad evitare che vi venga tolta la cittadinanza italiana, cosa che permetteva l’esilio degli oppositori politici, o come la privazione della cittadinanza degli ebrei. Il diritto alla scelta della residenza fa si’ che se siete cittadini italiani (vedi sopra) possiate risiedere in Italia (e non venire esiliati). Il diritto alla segretezza del voto viene perche’ prima il voto era pubblico, e permise alle quadracce fasciste di perseguitare chi non votava come desiderato. Il diritto all’inviolabilita’ del domicilio nasce perche’ nel periodo fascista la polizia e gli squadristi potevano irrompere come volevano in casa, perquisendo senza garanzie, anche portando in casa le prove, eccetera. Oppure semplicemente entravano a pestarvi. Il diritto all’inviolabilita’ della corrispondenza nasce dal fatto che i regimi politici (come anche il fascismo) amavano spiare la popolazione per controllarla; lo facevano i fascisti come Stalin. L’inviolabilita’ della persona serve a preservarvi da un pestaggio da parte di una squadraccia di fascisti, il rifiuto alle cure mediche indesiderate serve ad evitare che qualcuno vi prelevi a casa e vi amputi le gambe (con tanto di medico compiacente che dichiara fosse necessario) nel caso non righiate dritto. Il diritto di manifestazione, di sciopero, di libera opinione, espressione, difesa legale sono tutti diritti tesi, in maniera evidente, ad impedire la ricostruzione di un regime.
Cosi’, l’inviolabilita’ della corrispondenza(1) e’ uno dei capisaldi della costituzione antifascista. E’ una delle cose che rendono antifascista la costituzione italiana. Capisco che gli antifascisti da operetta difendano una costituzione che non conoscono, contro un regime di cui non sanno nulla, ma tant’e’: la costituente aveva molta paura di un ritorno della dittatura in Italia (molti di quelli si era fatti il carcere , le torture di Via Tasso, e cosi’ via) e cosi’ inserirono questi diritti in maniera sistematica. La paranoia (quando prendi una fraccata di botte da uno squadrone fascista la paranoia ti viene) era tale che inserirono delle norme riguardanti pratiche che erano piu’ del nazismo (le cure coatte contro le persone “inferiori”) , cosi’ come il diritto alla corrispondenza nasce piu’ dalle tecniche della gestapo e dalle pratiche di Berija. In ogni caso, i padri costituenti non erano disposti a distinguere tanto tra dittature e relative pratiche, e “irrobustirono” la costituzione con queste norme. Le quali sono il motivo per il quale la costituzione italiana non solo e’ democratica, ma si propone di sostenere mediante l’intervento dello stato il godimento di quei diritti che maggiormente ostacolano l’arrivo di una dittatura. 
E’ possibile rinunciare ad alcuni diritti? Non a tutti.
Non a tutti perche’ alcuni diritti sono definiti come “irrinunciabili”. Essi sono irrinunciabili perche’, essenzialmente, si teme (o si temeva) che sotto minaccia/pressione/lusinga si potesse arrivare a firmare la famosa “liberatoria”. Oppure, il fatto che essi siano irrinunciabili e’ semplicemente un rafforzamento della qualita’ antifascista della costituzione: i diritti elencati sopra sono, di solito, irrinunciabili. Sono irrinunciabili per evitare che il datore di lavoro ti chieda di rinunciare alla segretezza del voto.
Un tempo ai datori di lavoro non piacevano quelli che votavano PCI. Cosi’, gli sarebbe piaciuto tanto poter sapere per chi votatate. Anche per minacciarvi di licenziamento se votavate PCI. Morale: sarebbe facile per un datore di lavoro , minacciandovi, spingervi a firmare una “liberatoria” con la quale gli date il permesso di sapere per chi votate.
Lo stesso potrebbe fare un mafioso che vuole farvi votare per il dato uomo a lui amico.
Invece no: i padri della costittuente dissero “facciamoli irrinunciabili, sti diritti”. Cosi’, neanche con una ipotetica “liberatoria” potete liberarvi del voto segreto. Certo potete spifferare a chiunque per chi votate, ma quello che avete fatto dentro l’urna non lo sa nessuno tranne voi. E lo stato interviene con la punizione se cercate di fotografare, per esempio. E questo spiega perche’ non si vogliano segni di riconoscimento sulle schede, cioe’ segni che potrebbero aiutare a sapere chi abbia votato in un certo modo: sono tutte pratiche le quali, in astratto, potrebbero facilitare l’andata al potere di un Mussolini, cosi’ come lo conoscevano amaramente i padri della costituente.
Quando Di Pietro dice che la liberta’ alla corrispondenza dei politici vada violata mediante le intercettazioni, non solo sta attentando alla costituzione, ma sta attentando ad una delle parti piu’ antifasciste. Come se non bastasse, lo fa esattamente nel modo in cui lo faceva il regime fascista, ovvero producendo un bel dossier di fatti privati che demoliscono la reputazione del perseguitato, e dandoli alla stampa. 
Il motivo per il quale pochi a sinistra si accorgono di questo e’ che si tratta in gran parte di antifascisti da operetta, buoni al massimo per il picnic fuori porta del 25 aprile.(2).
Altri diritti sono tutelati piu’ debolmente, magari non a livello di costitutuzione. Ci sono diritti sanciti da leggi ordinarie, per esempio. Il diritto all’aborto e’ sancito da una legge (la 194) ma non dalla costituzione.
In ogni caso, non tutto cio’ che vogliamo e’ un diritto. Non tutto quello che ci piacerebbe, e nemmeno tutti i nostri bisogni. Ma la cosa piu’ importante e’ capire come funzionino e cosa siano, questi benedetti “diritti”.
Cosa che i partiti italiani non hanno mai aiutato a fare, perche’ per aumentare la determinazione dei propri iscritti faceva comodo loro raccontare che , ogni volta che non gli davano quel che volevano, “stavano violando i loro diritti”. Ma non e’ vero nulla; lo stato italiano del dopoguerra di diritti ne ha violati pochi, e sammai le violazioni sistematiche sono iniziate dopo, con l’arrivo di una certa magistratura.
In particolare, sono finiti nel tritacarne della magistratura il diritto alla corrispondenza privata, il diritto al domicilio, il diritto alla proprieta’ privata, il diritto alla difesa , il diritto alla reputazione,  che vengono sistematicamente violati.
Sebbene la costituzione imponga che un avvocato debba essere presente in caso di arresto, in Italia spesso l’arrestato rimane giorni senza difesa perche’ l’avvocato difensore non riesce neppure a stabilire dove sia stato portato prima di una settimana; il sequestro arbitrario di beni economici, col relativo danno, e’ una forma di pressione tra le piu’ usate per estorcere confessioni. Il diritto alla corrispondenza e’ ormai violato allegramente sulla base della libidine che prova  la gente nel farsi i cazzi altrui, il diritto alla reputazione viene violato sistematicamente: non so se ci avete fatto caso, ma in inchieste che non c’entrano un cazzo con la pedofilia (il caso di Garlasco, per dirne uno) spuntano sempre fuori (guarda caso durante gli interrogatori e la custodia cautelare) le “foto pedofile sul computer” . Semplicemente il magistrato minaccia di inventare questa palla se l’imputato rifiuta di confessare quel che lui vuole. Poi, regolarmente le inchieste finiscono in nulla, perche’ si scopre che le foto “pedofile” erano semplici foto pornografiche con attrici giovani che non esponevano un documento di identita’ mentre succhiavano qualche minchia.
Cosi’, e’ vero: c’e’ un pericolo per la costituzione, ed e’ la magistratura. E c’e’ un rischio di fascismo, ed e’ ancora la magistratura; perche’ sono i magistrati quelli che stanno impunemente violando diritti costituzionali, la costituzione stessa, e con maggiore cura diritti tra quelli che sono piu’ importanti per l’impianto antifascista dello stato.
Ma una cosa e’ certa: quelli che credete essere diritti spesso sono solo desideri. E vi hanno inserito in testa questa confusione perche’ perdiate di vista i diritti veri. La costituzione che dite di difendere e’ una costituzione immaginaria, ove la corrispondenza libera e segreta non e’ un diritto irrinunciabile.
In quella italiana, invece, la corrispondenza libera e segreta e’ un diritto irrinunciabile.
(Anche) per questo e’ una costituzione antifascista.
Ma Di Pietro non ve lo dira’ mai.
Indovinate perche’.
Uriel
(1) Il concetto di corrispondenza e’ stato esteso dalla posta sino a tutte le comunicazioni personali  e private tra individui. La corrispondenza telematica e’ tutelata addirittura di piu’: non solo e’ corrispondenza, ma quando arriva sul vostro PC e’ dentro un “domicilio telematico”, il quale e’ inviolabile come se fosse casa vostra.
(2) Di Pietro essendo laureato in giurisprudenza queste cose le sa, quindi e’ fascista sapendo di esserlo. Non giurerei sui suoi fan.

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