Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
- Il disprezzo per la donna. E’ evidente che il film sia intriso di disprezzo. Ad un certo punto il protagonista , che parla con se stesso dentro il tugurio ove e’ andato a vivere dopo essersi fatto esplodere la casa, si chiede “Usciamo dalle braccia di una donna e ci infiliamo tra le braccia di un’altra.ma abbiamo davvero bisogno di un’altra donna? Sono un ragazzo trentenne e mi domando se un’altra donna è davvero la risposta che mi occorre. (cap. 6)”. La stessa Marla e’ una figura patetica, estremamente volgare e priva di qualsiasi utilita’ se non il sesso estremo.”Quella che vedi al fight club è una generazione di uomini cresciuti da donne (cap.6)”
- Il gesto distruttore dei liberari. Questo e’ l’abbattere le banche e distruggere le assicurazioni. Questo e’ il progetto Mayhem, questo e’ lo scopo ed il mezzo dell’attivita’ di Durden: un gesto distruttore (e per certi versi autodistruttivo) alla ricerca di liberta’. Non di un sistema migliore, ma semplicemente di liberta’, l’uscita dalla gabbia dell’ American Way OF Life per andare diritti verso il nulla. “Bruciare le foreste dell’Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in cielo a mangiarsi l’ozono. Aprire le valvole nei serbatoi delle superpetroliere e svitare i tappi sulle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comprare e annerire le spaggie della Costa Azzurra che non avrei mai visto. Volevo che il mondo intero toccasse il fondo. (cap. 16)”
- Il militarismo, la guerra sola igiene del mondo: uomini in uniforme nera rapati a zero “come scimmie spaziali”, come esseri sacrificabili, il mondo che ha bisogno della pulizia di una distruzione totale violenta, la ricerca del proprio essere maschile nel combattimento. C’e’ da dire altro?
- Le belle idee per cui si muore. “Il Suo nome e’ Robert Paulson”, perche’ solo da morto hai un nome, prima sei solo una scimmia. “il suo nome è Robert Paulson e ha quarantotto anni. Il suo nome è Robert Paulson e Robert Paulson avrà quarantotto anni per sempre. (cap. 24)” Morire per essere qualcuno, morire in guerra per trovare un’identita’. Ricorda qualcosa? “Potete vivere per niente o morire per qualcosa – John Rambo“.
Ma si chiama Walden solo in alcuni momenti, perche’ in altri momenti la cosa e’ molto diversa:
Bruciare le foreste dell’Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in cielo a mangiarsi l’ozono. Aprire le valvole nei serbatoi delle superpetroliere e svitare i tappi sulle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comprare e annerire le spaggie della Costa Azzurra che non avrei mai visto. Volevo che il mondo intero toccasse il fondo. (cap. 16)
E cosi’ il fantasma di Thoreau viene, a sua volta, digerito e rivomitato in una forma oscena. Distruggere tutto, ma proprio tutto, anche Walden.
- Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
- Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
La differenza tra l’ideale di Pahlaniuk e quello di Marinetti non sta nei mezzi, bensi’ nella spinta e negli scopi: per Marinetti la temerarieta’ e’ rivolta contro qualcosa da sconfiggere ,mentre per Pahlaniuk l’uomo ritrova la propria rivalita’ nel ritrovare il coraggio di battersi con un altro uomo, senza ragione alcuna, al solo scopo di farsi del male a vicenda, per osservare se’ stessi in condizioni di estrema competizione. Il coraggio e’ il semplice coraggio di farsi del male, di commettere azioni potenzialmente pericolose, di portare in bella vista le cicatrici ed i segni della lotta.”Forse l’automiglioramento non è la risposta. […] Forse la risposta è l’autodistruzione. (cap. 6)”Fight Club non e’ altro che una reazione alla societa’ moderna, ove per reazione si intende semplicemente il piu’ testosteronico tra gli istinti, la lotta. Il corpo umano, cioe’ l’individuo, ha come sola storia possibilele cicatrici delle lotte che ha sostenuto. Il mondo di Fight Club e’un mondo di istinti primordiali e testosterone, sic et simpliciter. Non costruisce niente, e’ solo l’uomo infuriato che colpisce e distrugge.
Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
Noi non siamo speciali. Non siamo nemmeno merda o immondizia. Noi siamo. Noi siamo soltanto e quello che succede succede soltanto. (cap. 30)
- Si stabilisce se sia esteticamente adatto alla destra o alla sinistra. Dico esteticamente perche’ (come nel caso di Fight Club, testo evidentemente fascista) non si scende nel profondo ma ci si limita alla superficie: “le banche scoppiano! uau! abbasso il capitalismo! el pueblo unido!”.
- Una volta deciso che la nuova scatola si intona piu’ con l’eskimo che con il tailleur, si svuota la scatola e la si riempie delle stesse solite cazzate di sempre “le banche scoppiano! black block! emergency! pace! afghanistan! assange! wikileaks! controkultura! centrosociale! rivoluzione!” , e si spaccia la cosa come propria.
- Una volta effettuata la trasformazione in merda 1:1, chi aveva il libro non fa altro che infilarlo nella stufa (come ho fatto) per non essere confuso con questa merda subumana. Rimangono, cioe’, solo loro sulla scena.
E un altro libro finisce nella stufa. Il che dispiace, perche’ e’ un bel libro.
Ma, come disse qualcuno,
Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
Perche’, allora, non bruciare anche i libri?
Nella casa dove sono cresciuto, c’erano libri ovunque. Ho passato l’adolescenza a divorare libri. Ho sempre pensato che fosse un bene. Eppure, oggi, non appena menziono qualche libro che ho letto, salta fuori il farlocco a spiegarmi cosa crede che ci sia scritto, dal punto di vista della sua incapacita’ di intendere e di sapere, e lo fa anche con il tono del professore.Ero tentato di tenere molti libri anche in casa mia, ma lentamente mi sto rendendo conto di una cosa: oggi come oggi, leggere ti rende piu’ ignorante. Una prefazione basta a rovinare un libro a tal punto che le vieterei per legge. Le note dovrebbero essere punite con la morte, le introduzioni dovrebbero essere motivo di scherno e riprovazione.
Siamo in una situazione nella quale compri un libro e per prima cosa strapperesti la copertina, le pagine con le varie introduzioni, prefazioni, (in genere, pompiname di bassa levatura) , elimineresti le note a margine, e persino i numeri delle pagine iniziano ad avere la loro molesta interpretazione tra i farlocchi.
Rimpiango i miei 13 anni, quando leggevo l’ Asino D’Oro e riuscivo a leggerlo senza ricordare misticismi, inutili paganeggiamenti, rivendicazioni dei gay, Frazer, Eliade, e semplicemente leggere il libro per le parole che ci sono scritte sopra. Oggi, di gran parte dei libri e’ stato fatto scempio.Non lo scempio che voleva Marinetti, quando parlava di distruggere bruciare i libri e veder vecchie tele galleggiare nella laguna, ma uno scempio piu’ sottile, grazie al quale il libro si trova circondato tra la prefazione di un vecchio trombone accademico raccomandato, il doveroso pompino scolastico della sua dottoressa preferita come introduzione, e un inutile tributo interpretativo scritto, a riguardo del libro, dal solito intellettuale che ce lo spiega.
Ma lo scempio non finisce qui, perche’ dopo essere stato incistato dalla stagnante palude dell’accademia, il libro cade nelle mani delle fazioni pop, le quali lo scuoiano tenendo solo la pelle, ci decorano qualche stupido totem elevato al dio dell’ ignoranza, e da tale glorioso pulpito pretendono di essere i portavoce dell’autore.
Oggi, tenere in casa molti libri non ha piu’ senso. Nella scelta, spero che mia figlia passi piu’ tempo di fronte ad una console, per giocare, piuttosto che leggere questi panini di merda, quali sono ridotte oggi delle opere anche meritevoli. Perche’ un videogame ha pochissimi sbocchi interpretativi ed offre ai tromboni politici ed accademici (nonche’ a quelli de’noantri) pochissimi spunti per scendere in campo.
Credo che l’arte, per sfuggire alla mania intellettualistica di oggi, debba per forza ridursi a mera emozione, a comunicazione gestuale, primitiva, rozza, poco sofisticata, quasi gutturale.Perche’ se e’ vero che un rutto vale meno della Divina Commedia, e’ anche vero che sul rutto non ci si potra’ tenere una conferenza Vattimo, e quindi non mi trovero’ 120 seguaci di Vattimo a spiegarmi il rutto, ad infilare nel rutto significati che non c’erano, a voler inquadrare il rutto dentro la loro logica sessantottina.
Anni fa, gettare via un libro, specialmente quano ne avevo avuto una bella opinione, era una cosa che non facevo. Mi avevano insegnato, o forse inculcato, che i libri hanno valore in se’, e bruciare i libri sia un atto degno del medioevo, delle dittature, del peggiore tra i mondi.
Oggi ho cambiato idea. Ritengo che bruciare Fight Club sia stato un atto dovuto. Perche’ in fondo non l’ho distrutto, capite? Anzi, l’ho salvato.L’ho trasportato, dalla carta cosi’ vulnerabile ai politici ed ai professori, nel mondo della memoria umana, se preferite della tradizione orale, che i politici ed i professori non possono infestare.
L’ho salvato, cioe’, dalla conversione materia –> merda 1:1.
Adesso me lo ricordero’, e basta. Potro’ raccontarlo a mia figlia, e nessun cazzo di professore potra’ mai piazzarci la sua merdosa prefazione, la sua merdosa critica, la sua stupida omelia cattedratica. Si trattera’ di ricordi, di cose portate in salvo per evitare un’ondata di fango, il fango dei politici e dei farlocchi.
Certo, il mio racconto potra’ essere falsato dalla labilita’ della mia memoria, ma almeno sara’ una labilita’ in buona fede, un incidente che capita mentre si tenta di preservare qualcosa. Che sara’ sempre meglio della cattiva fede con la quale questi scribacchini politici si sforzano di inquinare con la loro miserabile politica dei libri altrimenti validi. Meglio in cenere che con una prefazione sporca, meglio un fuoco purificatore di una introduzione lercia e ruffiana.
Al giorno d’oggi, un libro per salvarsi puo’ solo bruciare.
Ed e’ il momento di salvare i libri dai politici, perche’ di questo sta morendo la cultura italiana : di politica. E parlo di politica come attivita’, non come governo o come aministrazione. E’ l’idea che distrugge ogni cosa.
Scrivi la prefazione a queste, se riesci. |
Oggi, quando arriva l’ idea, quando arrivano i valori e gli ideali, quando arriva la cultura “alta”, l’unica cosa certa e’ che….. ogni cosa sia investita da tutto questo sara’ convertita integralmente in MERDA.
Anche libri molto belli, che sono pertanto da salvare, mettendoli al sicuro tra le fiamme.
Perche’ le fiamme sono meglio della merda.
Uriel