Ancora sulle regole, e sull'omologazione.

Credo di aver causato un dibattito sulle regole della BBS, in qualche modo, ma prima di continuare vorrei chiarire una cosa: la BBS non e’ ua TV. Non vi iscrivete per vedere cosa scrivono altri. Una BBS e’ un posto dove le persone passano del tempo, allo scopo di stare meglio di come sarebbero state senza.

Di conseguenza, non mi interessa se leggiate o meno il mio blog, o dei complimenti che fate. Quello che voglio sapere e’ che tipo di contenuti (legali) volete postare. Ovvero, il contributo che intendete dare.

Detto questo, andiamo al dibattito che sto vedendo nascere sulle regole.

Il primo problema delle regole e’ che bisogna saperle fare. E non e’ affatto una cosa semplice: i giuristi sono degli specialisti proprio perche’ non e’ semplice fare una regola che abbia i risultati che si sperano.

Secoli fa, era vietato avere in casa tutti i libri iscritti su un “indice”. Ora, questo poteva sembrare sensato, e teso alla scomparsa di specifici libri. Il guaio era che nessuno, o quasi poteva accedere a tale “indice”: ovvero nessuno tranne inquisitori e vescovi aveva accesso.

Il risultato fu che, per paura di avere in casa libri all’indice, il ceto medio semplicemente si libero’ in massa dei pochi libri che aveva.

Ora, questo e’ un esempio di cattiva legge: minacci una punizione senza dare alle persone un criterio che consenta loro di capire se stanno rompendo la regola. Fu un errore o fu voluto? Gli storici sono divisi, io personalmente propendo per chi crede fu un errore: in ultima analisi la stampa di libri era ancora un gran business per la chiesa stessa, e la diffusione di alcuni libri era voluta, specialmente dopo la controriforma.

Non per nulla, i ricchi e i nobili che potevano permettersi un confessore e un precettore , di solito gesuiti, avevano molti libri in casa. Il confessore e il precettore, infatti, avevano accesso all’indice e quindi potevano consigliarli. Quindi non era volonta’ far sparire tutti i libri dalle case del ceto medio. Il problema e’ che oggettivamente fu questo il risultato.

Morale: fare buone leggi non e’ semplice. I giuristi hanno un sacco di termini (di solito in latino) per spiegare l’errore commesso nel fare una legge che riferisce ad una conoscenza che e’ scarsamente disponibile. Come il latino.

Questa e’ la ragione per la quale io preferisco non introdurre altre regole a quelle fatte dai giuristi che approvano le regole nei parlamenti, e le filtrano poi alla luce della costituzione.

D’altro canto ho sfruttato l’ “effetto indice” per fare una cosa simile: dicendo che l’altra regola dell BBS e’ di poterci passare del tempo divertente, o almeno che valga la pena, ho detto che “spend a good time” e’ la regola, ma non ho mai definito cosa sia “good time”. Questo, secondo la mia previsione, dovrebbe essere un generalizzato “non cagare il cazzo agli altri”, e mi aspetto che non sapendo come io definisca “good time”, le persone evitino qualsiasi cosa potrebbe essere “cagare il cazzo ad altri”.


Il problema di questo meccanismo e’ che non andrebbe usato, per esempio, nel caso di argomenti che sollevano un dibattito. Se io dico “qui e’ vietata l’omofobia”, ma non definisco con chiarezza dove cominci l’omofobia, tutti si limiteranno a dire “ewwiwa il gheipraid! abbaso i mofobi!”, semplicemente… per sicurezza.

Ma nella societa’ e’ in corso un dibattito su questo argomento, e soffocare il dibattito e’ esattamente il modo migliore per ottenere l’omologazione piu’ totale. Il meccanismo che , in molte universita’ USA, consente di dire che se un fisico nucleare gay e uno etero non sono d’accordo su un argomento di frontiera, il fisico nucleare gay ha sicuramente ragione. Pensare altrimenti sarebbe omofobo.

L’omologazione ha un piccolo problema: la punizione a chi non si omologa e’ sicuramente l’epurazione, nome che Nenni usava per indicare la “Cancel Culture”. Il problema di tutto questo e’ che esiste sempre un puro piu’ puro che ti epura, e quindi lo spazio di manovra e di dibattito si riduce sempre di piu’. Sino a quando, come diceva George Orwell, nel dizionario rimane solo la parola “SocIng”, il nome del Partito.

Questo effetto e’ sicuramente presente su Twitter, che a furia di epurazioni ha ottenuto un effetto noia catastrofico: se volete annoiarvi, andate su Twitter. E se pensate che una certa liberta’ data ai contenuti pornografici sia un’attenuante, vorrei farvi notare che nemmeno su quelli e’ consentito il dibattito: e’ consentito solo fruire del contenuto, magari commentarlo, ma tutti gli sforzi di twitter sono finalizzati a ridurre il tono dei commenti a “bravo! bravo!”.

Il risultato e’ che non ci sono dibattiti interessanti su twitter, e non ci sono nemmeno interazioni interessanti: tutto e’ omologato e stereotipato al punto che non vi serve nemmeno parlare per capire cosa vi sentirete rispondere: se hanno la bandierina del loro paese sono di destra e vi diranno “ewwiwa la sovranida’, forza Carbonara e frocicattivi ” , mentre se hanno la bandierina arcobaleno sara’ il solito  “ewwiwa il gheipraid! abbaso i mofobi!”, e se hanno la bandiera europea allora sara’ “ewwiwa sinistra , abaso destribruttizazisti, ewwiwa migranti!” eccetera.

L’impero della noia, per una semplice ragione: Twitter ha definito delle “regole della comunita”‘ senza dare dei limiti precisi: in questo modo il metro per sapere come non farsi espellere e’ di evitare qualsiasi cosa possa portare a delle segnalazioni. Ovvero, essere tremendamente omologati e produrre su vasta scala un gigantesco paradosso di Abilene.

https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Abilene


Nonostante sia enormemente difficile fare delle buone leggi, tanti ci provano. E sono anche ignari del rischio che corrono. Per esempio, tu puoi fare delle regole che, volente o nolente, contrastano con quelle dello stato. Per esempio, dare dell’omofobo a qualcuno, se la legge che vieta l’omofobia o l’hate speech la pensano diversamente, puo’ essere calunnia: accusare qualcuno per un crimine che non ha commesso.

E nemmeno le regole che vengono dal buon senso servono a qualcosa. Per esempio, una regola come “si dice il peccato ma non il peccatore” sembra sensata, ma come tutte le regole ambigue ha delle interpretazioni maliziose: posso mettermi a parlare della puttana della madre del peccatore , senza che nessuno abbia il diritto di protestare. Ma posso anche girarla al contrario, e dire che un peccato senza peccatore e’ come un omicidio senza assassino: non e’ mai successo.

In generale, quindi, a meno di non essere dei giuristi , e’ meglio non fare troppe regole. Ti si rivolteranno contro.


Ma rimane una domanda: come mai dei grandi social network tutti segnalano questo e quello, ma alla fine nessuno fa notare omologazione e noia?

E’ abbastanza semplice: omologazione e noia sono letteralmente ovunque. Facciamo una premessa: ho notato sul fediverso che le istanze che superano i 10K utenti, che pure dicevano di voler essere migliori di Twitter e Facebook, sono finite per diventare molto simili. Questo personalmente mi impressiona, perche’ per esperienza so che i paesini di provincia diventano asfissianti proprio quando superano i 10K, per poi smettere attorno ai 200K per diventare citta’. La citta’ poi si crea una “crema”, appure un “centro”… che infine si comporta come un paesino.

Non credo sia una coincidenza, ma il punto e’ che procedendo in questo modo tutto e’ diventato noioso e omologato. 

Prendiamo un piccolo paesino di 10K abitanti: a differenza dei paesini piccoli ove le personalita’ emergono individualmente perche’ hanno un nome, in questa misura le regole diventano indefinite. Per esempio, il “decoro”. Che cos’e’ il “decoro”? Il “decoro” di per se’ non ha limiti definiti, se non la “common law”, ma il punto e’ che se diventa legge assoluta chiunque evitera’ di fare qualsiasi cosa sia anticonformista, semplicemente perche’ teme di finire tra le mani dei difensori del decoro. Il risultato e’ , di nuovo, omologazione e noia.

I grandi social network hanno applicato questa cosa in tale misura che piuttosto della noia gli utenti di Facebook sono disposti a sopportare l’odio. Del resto, esiste qualche altra emozione forte che sia consentita, senza che le segnalazioni finiscano col sommergerti nel nome delle “regole della nostra comunita’”? L’autocompiacimento di tanti haters e’ semplicemente quello: saro’ un hater, ma non sono un noioso pezzo di legno morto come te.


A questo si aggiunge anche il fatto che in tutto l’occidente , dopo gli anni ’80, si e’ verificato un gigantesco fenomeno di omologazione. Se gli anni 80, periodo dell’invidiualismo, furono almeno un periodo di invenzioni e di confronto tra gruppi e individualita’ diverse, gli anni ’90 furono il periodo della piccineria piu’ sconcertante.

Se prima per fare la rivoluzione occorreva un atto di massa violentissimo, adesso bastava mangiare Tofu. Se prima per cambiare il mondo occorreva diffondere un nuovo, altissimo ideale, adesso bastava cambiare frigorifero con uno che non bucava l’ozono. Se prima occorreva votare l’ideale giusto, adesso si votava comprando i prodotti piu’ etici.

Tutto venne ridotto ad una piccineria cosi’ trascurabile che non si poteva piu’ distinguere una persona dall’altra: se prima potevo distinguere una persona di destra e una di sinistra per le proprie opinioni, adesso avrei dovuto notare se avevano le scarpe con la punta o a taglio quadrato.

Tutti si dicevano rivoluzionari, solo che la rivoluzione era ormai un hobby. Tutti erano trasgressivi, solo che la trasgressione era uguale per tutti.

Questo gigantesco processo di omologazione, che ha prodotto vent’anni di persone indistinguibili tra loro, ha fatto si’ che oggi nessuno noti piu’ la NOIA estrema che c’e’ sui maggiori social.


Il problema degli anni ’80 e’ che appartengono al modernismo, cioe’ all’idea che il nuovo sia in conflitto con la tradizione. La ragazza con la minigonna (il vestire “nuovo”) va contro alle regole tradizionali (il vestito deve coprire le ragazze li’ e li’). Ma in questo modo, la particolare trasgressione diventa parte dell’identita’. La ragazza con la mini e’ diversa dalla ragazza “dark”, ed e’ diversa da quella che gira con una maglietta che reca un disegno considerato “satanico”.

Siccome negli anni ’80 la trasgressione e’ una differenza, e richiede creativita’, il risultato e’ che la popolazione di trasgressivi e trasgressori era una popolazione di persone diverse tra loro, a seconda di come trasgredivano, o a seconda di quali regole stavano trasgredendo.

Quindi, era un periodo di estrema varieta’. Quasi tutti trasgredivano la tradizione, persino i paninari che mangiavano panini nei fast food anziche’ mangiare vero cibo con la famiglia. Ogni trasgressione , di fatto, era identita’.

Con gli anni 90 non e’ venuta meno la trasgressione, anti: tutti trasgredivano, ma c’era un problema. Le regole erano state ormai abbattute negli anni ’80, e quei poveretti non ricordavano piu’ cosa diavolo stessero trasgredendo, e perche’. Anzi, la trasgressione era la nuova regola. Dovevate divertirvi trasgdredendo, a costo di morire di droga per farlo.

Cosi’ si misero tutti a trasgredire nello stesso identico modo. E siccome trasgredivano tutti nello stesso identico modo, la trasgressione divenne regola estetica prima, e omologazione dopo. Soltanto gli eccessi venivano notati.

Siccome non esisteva piu’ identita’, per compensare le persone cominciarono a pompare il proprio ego, sperando di compensare.  E per pompare l’ego bisogna pretendere che la propria trasgressione sia piu’ sovversiva e antisistema di tutte le altre trasgressioni identiche. E questo poteva succedere solo con una ingiustificabile attenzione ai dettagli: io faccio la rivoluzione, ma tengo l’uccello a destra. Lui a sinistra. Non siamo la stessa cosa.

Il risultato fu la piu’ incredibile, sterotipata, massa di rivoluzionari fatti con lo stampino che la storia abbia mai visto. Ognuno di loro si sentiva come quello che avrebbe fatto crollare il sistema perche’ teneva il cazzo a sinistra nelle mutande, cosa che nessun altro aveva notato tranne loro…. tantomeno “il sistema”.


Lo stesso “sistema” prese ad aquistare connotazioni molto nebbiose. La ragazza degli anni ’80 che usciva con una minigonna alla Samantha Fox poteva sicuramente puntare il dito sul prete del paese, sulla famiglia bigotta e sulla societa’ pettegola.

Negli anni ’90, c’erano madri tatuate e nonne batteriste. Oggi avete nonne tatuate e madri poliamory. Ma ancora vi credete trasgressivi per il vostro tatuaggio. Siete autoimportanti:  tutti hanno un tatuaggio, ma nessuno e’ importante come il vostro, giusto? Quel tatuaggio che nessuno ha notato, mentre parti sempre piu’ vaste del “sistema” vi considerano “cool”. Ma state “trasgredendo”.

Mi rendo conto che, da adolescente degli anni ’80, condivido coi miei coetanei la responsabilita’ di aver dato l’ultima definizione esistente di “trasgressione”. Dopo, abbattute le regole, nessuno e’ mai piu’ riuscito a scriverne un’altra.

Siccome abbiamo anche abbattuto le regole, a voi non e’ rimasto nulla da trasgredire.

Per questo, ancora oggi, le serate trasgressive sono dipinte come piene di ragazze in minigonna che ballano in qualche discoteca. Cioe’ anni ’80.   Il guaio e’ che ai miei tempi andare in discoteca fino a tardi era una trasgressione da ottenere litigando coi genitori, e la minigonna troppo corta si metteva nei bagni della discoteca per non farsi vedere.

Oggi, i vostri genitori SONO quelle ragazze, mettono la mini piu’ corta della vostra,  ed iniziate a ballare quando noi uscivamo dalla disco per comprare i bomboloni caldi dal lurido. Ed e’ normale.

Con la fine delle regole, ovviamente e’ finita la trasgressione: e tutto quello che potete fare e’ fingere che esistano le regole, per fingere di trasgredirle. Al punto che quasi quasi vi fa piacere che siano tornati in auge fascisti , cattobigotti e omofobi: almeno potrete di nuovo sentire di trasgredire qualche regola. O che qualcuno vi noti se baciate una persona dello stesso sesso.

Il guaio e’ che i fascisti , i cattobigotti e gli omofobi sono dei falsi prodotti in Cina, o giu’ di li’. E siccome le nuove regole sono finte, anche la trasgressione sa di plastica.


Ed ecco la societa’ noiosa che notiamo oggi: la stessa societa’ che poi si riversa su twitter. Nessuno nota che i grandi social siano noiosi proprio per questo: fuori dai social c’e’ la stessa noia. I social come Formentera, l’isola dove vai in vacanza per incontrare il tuo capo.

Una societa’ ove sono tutti uguali, ma egualmente impegnati nel dare importanza a dettagli di una piccineria sconcertante, solo per dimostrare di possedere ancora il dono di una trasgressione rivoluzionaria che non esiste piu’, se esiste e’ falsa, e se anche fosse vera sarebbe obsoleta.

Abbiamo rapper italiani senza ghetto, razzismo senza razzismo, fascismo senza fascismo e cattolici senza religione. Per far sembrare che due ragazze lesbiche fossero una trasgressione hanno dovuto chiamare scena una suora novantenaria, la quale invece ha solo mostrato che ormai quelle due stavano solo trasgredendo regole che non sono piu’ in vigore, se non per una quantita’ minuscola di persone.

In queste condizioni non potete avere un’identita’ personale, non potete dirvi individualisti, perche’ per essere individualisti occorre rompere le regole dell’omologazione, che non esistono.

Siete diventati un noioso pulviscolo di persone che non riescono ad essere omologate, ma non riescono ad essere trasgressive, perche’ non esistono le regole per essere l’uno o l’altro.

Il vostro fastidioso , velleitario tentativo di inventare delle regole per ogni cosa, che vedo sulle vostre istanze, e di applaudire a chi mette queste regole,  mostra solo la nostalgia che avete verso il mondo che negli anni ’80 la mia generazione ha distrutto.

Perche’ almeno, i dodici insulti che formavano la mia identita’ sociale negli anni ’80, mi davano almeno un’identita’ come trasgressore. Noi sapevamo chi era una guardia e chi era il ladro. Voi no.

E cosi’ facendo state giocando a “ladri e ladri”: un gioco senza senso e senza ruoli perche’ i ruoli sono tutti uguali.

La vostra omologazione e’ proprio questo: potete solo giocare a ladri e ladri, perche’ le guardie le abbiamo fatte fuori noi.


Conclusione: il numero di regole mai scritte dalla legge sta crescendo esponenzialmente su ogni istanza del fediverso, per la semplice ragione che  c’e’ la speranza di poter, finalmente, essere trasgressivi, o almeno di definire il confine con la trasgressione.

E chi fa queste regole viene applaudito, nella speranza patetica che avendo nuove regole si possa , nuovamente, dire di essere trasgressivi. Siete stufi di giocare a ladri e ladri, cosi’ tanto che applaudite chiunque si vesta da guardia.

Il problema e’ che queste regole vengono immaginate da persone omologate figlie delle generazioni piu’ omologate, e come risultato… non fanno altro che omologare sempre di piu’.

L’emblema della mia generazione e’ Samantha Fox in minigonna inquinale di pelle, che fa ballare le tette sul palco. L’emblema della vostra e’ un coglione depresso  che si ammazza a Seattle.

Un motivo c’e’.

Siete voi.