Ah, il Porno. Fucina di eroi!

Ah, il Porno. Fucina di eroi!

Da qualche tempo vedo, in giro per internet, tutta una serie di strali allarmati riguardo al fatto che i giovani guardano il porno, e che non dovrebbero, eccetera eccetera. Inoltre, ieri ne ho parlato, e ho misurato un pochino le reazioni. Ma in generale, cosa penso del porno?

Il primo punto e’ che la pornografia esiste da millenni, ed e’ esistita in molte forme prima di oggi. Quindi se parliamo della pornografia moderna occidentale come la troviamo su internet, parliamo di UNA pornografia, e non DELLA pornografia.

E gia’ anche all’interno di questa pornografia, la pornografia anglosassone e’ diversa da quella giapponese, e solo andando all’indietro di due decenni , verso gli anni 80 e 90, e scegliendo in Italia, troviamo una pornografia completamente diversa, ed unica al mondo, e nella storia della pornografia occidentale moderna.

Quindi mi riferisco piu’ che altro alla pornografia industriale americana che occupa di piu’ i grandi siti porno su internet. Altrimenti specifichero’ a cosa mi riferisco.

In ogni caso, vorrei distinguere tre casi:


Per prima cosa, bisogna specificare alcune cose. Il cinema porno e’, appunto, un cinema. E’ fatto di attori, ovvero persone che recitano.

Perche’ e’ importante specificarlo? Perche’, per fare un esempio, Sylvester Stallone ha girato film ove recitava di essere un pugile, ma anche film ove recitava di essere un berretto verde. Il guaio e’ che Sylvester Stallone NON e’ mai stato, nella vita, nessuna delle due cose.

Di conseguenza, guardando Rocky non si osserva come sia Sylvester Stallone come pugile, e non si puo’ valutare la sua bravura essendo Rocky un personaggio di fantasia , cosi’ come non e’ possibile capire se sia un buon “commando” osservandolo in Rambo, visto che , anche in questo caso, sta recitando.

Questo e’ importante perche’ non viene capito quando si parla di porno: pensare che Valentina Nappi sia bravissima a letto non ha senso, cosi’ come pensare che Sylvester Stallone fosse un ottimo marines: stiamo osservando una recitazione. Voi e io non sappiamo come sia Valentina Nappi a letto: sappiamo come recita di essere. Magari in privato non le piace nemmeno l’anal, e non lo fa,  cosi’ come Stallone non ha mai fatto il militare, ne’ ci ha mai provato. E’ un’attrice, e quindi recita.

Ripeto: e’ una verita’ cosi’ ovvia che non ci dovrebbe essere bisogno di specificarla, ma le persone preferiscono credere che non sia una recita.

Questa cosa ha un corrispondente nella cosiddetta GFE , la GirlFriend Experience che le prostitute offrono ai clienti: tutti i clienti e i fruitori preferiscono pensare che sia una cosa vera, e che la ragazza sia davvero felice di rivedervi, e che le siete mancati.

Allo stesso modo, quando siete clienti di Valentina Nappi, preferite credere nella sua Anal Slut Experience, e ripeto: quando guardate un porno siete clienti dell’attrice, esattamente come avverrebbe se chiamaste una prostituta e le chiedeste di recitare un porno di fronte a voi, pagandola.

L’obiezione principale a questa affermazione viene dal fatto che il rapporto fisico sembra esistere: probabilmente questa convinzione cesserebbe se poteste assistere al set di un porno, ma in ogni caso il fatto che qualcuno vi infili qualcosa nel culo non implica che stiate facendo sesso anale: negli ospedali infilano di continuo cose nel culo, ma non ha niente a che vedere col sesso. La stessa identica azione e’ fist fucking se lo fate sul set di un porno, e un’ispezione proctologica se lo fate in ospedale.

E quindi stabiliamo una cosa: la performance dell’attore/attrice porno e’ una recita. Osservando queste persone che fanno porno non sapete NIENTE di come siano a letto e di cosa piace loro fare: sapete solo quanto siano bravi/e a recitare.

COsi’ come Dolph Lundgren e’ un vero pugile (e combatte ancora in tornei seniores) , mentre Stallone sul ring era una riconosciuta mezzasega cui Lundgren dovette spiegare le basi sul set. E uso’ una controfigura.

Rocky Balboa, come Valentina Nappi, sono dei personaggi di fantasia.

Gli attori ovviamente esistono in carne ed ossa. E recitano.


Detto questo, cosa ne penso?

Il porno moderno industriale americano che va per la maggiore su internet, ed il suo consumo, in termini culturali ha pro e contro.

Cominciamo coi pro:

Andiamo ai contro.


Esiste poi tutto un dibattito sul porno come genere rivoluzionario, e sulla presunta intelligenza delle attrici in quanto tali. E’ vero che e’ sempre esistito il mito della prostituta intelligente, ci sono diverse canzoni pop che ne parlano, ma questo mito non e’ quasi mai supportato da fatti concreti (qualcuno mi mostra qualcosa di molto intelligente detto, o fatto, dall’intelligentissima Moana Pozzi? Qualcosa che se io lo sento dico “oh, com’e’ intelligente costei!”).

Questa cosa, oltre a Moana Pozzi (Cicciolina e’ molto piu’ intelligente, nel senso che almeno puo’ vantare un discreto livello come scacchista professionista, e una carriera televisiva abbastanza varia, per dire) e’ esplosa piu’ che altro con due attrici che pretendevano di essere intelligenti: Stoya e Sasha Grey.

Il guaio e’ che , se andiamo ai fatti, bastava aver frequentato un discreto liceo per capire che l’ “esistenzialismo” di Sasha Grey non avesse nulla a che fare con l’esistenzialismo in senso filosofico, e che veniva creduto solo nel mondo anglosassone, ove basta nominare una parola vagamente filosofoide per essere considerati filosofi. Sasha Grey non ha mai detto niente di esistenzialista, nel senso che gli avrebbe consentito di passare un compito in classe di quarto ginnasio. Quello di Sasha Grey non e’ “esistenzialismo”, e le poche cose che ha blaterato a riguardo sono sproloqui inconsistenti. Insomma, se Fusaro fosse donna, sarebbe stato Sasha Grey.

Stessa cosa dicasi di Stoya, che ha sempre cercato di dirci che e’ una donna intelligente, ma e’ anche stata bravissima (quasi imbattibile) nel nascondere qualsiasi prova. Se e’ intelligente, e’ un segreto ben custodito.

Certo, esistono numerose pornodive che hanno una pila di lauree e PhD (ce ne sono che ne hanno due, di PhD) , ma paradossalmente queste donne (che grazie a  degli MBA hanno gestito il patrimonio in maniera professionale e si sono arricchite) non hanno MAI puntato sull’intelligenza per creare i loro personaggi. A puntare sull’immagine di pornodiva intelligente sono sempre attrici che non hanno alcuna prova della loro intelligenza, tantomeno a livello accademico.

E quasi mai sono maschi, il che ci dice molto sull’operazione che stanno tendando di operare: “puttana si’, ma intelligente”. Nessun maschio che passa il tempo a scopare ha bisogno di nascondersi dietro all’intelligenza, o di far sospettare che lui faccia cose in modo piu’ intelligente di altri. (cosa che si diceva di Moana Pozzi, che invece recitava di  scopare come qualsiasi altra).

Anche il fatto che spesso le attrici porno fossero doppiate anche in italiano fa venire qualche sospetto. Manya fu un’eccezione.

Insomma, una forma di sublimazione: non sto guardando una tipa che recita di succhiare cazzi: sto guardando una dottoressa che recita di succhiare cazzi con intelligenza. U modo come un altro per scacciare qualche senso di colpa, frutto di qualche educazione puritana.


Rispetto agli anni ’80, quando l’Italia era un punto di riferimento nel mondo del porno, oggi e’ chiaramente la provincia. Siffredi sta cercando di fare qualcosa di buono, ma tutto quello che fa e’ di rifornire Hollywood di carnazza di buona professionalita’: Italy is the new Ungheria.

Questo provincialismo si nota molto in termini di imitazione: il provinciale che dice “facciamo come fanno in citta’”. Non mi riferisco a Siffredi, che ha il suo “stile”: mi riferisco invece ai registi (che sono completamente scomparsi, non ci sono piu’ molte persone come Salieri per dirne una) e alle pornoattrici.

Sia chiaro, essere una pornoattrice deve essere dura: siccome l’Italia ti perdona se hai successo, tutte le pornoattrici si fanno chiamare pornostar, come se ogni persona che fa Jogging si facesse chiamare campione olimpico, o se ogni attore si facesse chiamare star. Come se bastasse  recitare un pompino di fronte ad una telecamera per essere delle star.(suggerimento: ingoiare il cazzo tutto d’un colpo non e’ un “pompino”. Avete le labbra e una lingua. Che a me, come emiliano, vedervi fare queste ispezioni all’epiglottide fa un po’ ridere.)

Il provincialismo di queste pornostar (che Selen fosse una figa di legno si era sempre detto, e come tutte le provinciali quando le sono cascate le tette ha scoperto Dio) si manifesta in tanti modi.

Per prima cosa, confondono lo scandalo che danno nel paese con una “rivoluzione che starebbero facendo”. Un esempio sin troppo ingombrante e’ Valentina Nappi con la sua crociata contro la gelosia. Va bene, lei sta in una coppia aperta e non sopporta gli uomini gelosi. Ci sta. Ed e’ anche ovvio: se non amate la coppia aperta non state con un’attrice porno.

Ma da qui a fare una crociata contro la gelosia ce ne passa: come la superbia, l’avarizia, la lussuria, l’invidia,l’ira e l’accidia, e’ vero che la gelosia e’ alla base di molti crimini, ma d’altro canto tutti i vizi capitali vantano lo stesso primato: una crociata pubblica contro i vizi capitali non sembra tutta questa novita’. Ci hanno gia’ provato altri.

Anche invidia, rabbia o avarizia sono alla base di moltissimi reati, la Nappi invece da’ la priorita’ alla gelosia, ma ha la stessa probabilita’ di vincere di tutti quelli che hanno provato ad eradicare invidia o avarizia: diciamo che nessun bookmaker inglese dara’ la Nappi per vincente nell’eradicare la gelosia. Cosi’ come altri, come la chiesa, hanno avuto poco successo nell’eradicare i vizi capitali: la natura umana e’ quella che e’.

E come tutte le pornoattrici “intelligenti” di provincia, la Nappi cade nelle sue contraddizioni “artistiche”: girando film di genere cuckold, per esempio. Si tratta di un genere che alla fine dei conti si costruisce attorno alla gelosia: nel genere normalmente il marito geloso rimane impotente mentre possenti negri sfondano la moglie , ma tutto quello che si dice nel film e’ che questo sia umiliante, quasi un contrappasso oppure una punizione, e sicuramente una vittoria dei negri. Ed e’ questa la contraddizione. In che modo la coppia aperta sia umiliante per il marito SENZA che questo abbia a che fare con il possesso, lo sa solo la Nappi, ma non mi addentro di certo nelle sue contraddizioni: dopotutto, questo e’ il personaggio che deve costruirsi addosso per sbarcare il lunario recitando scene di sesso anale.

Ripeto: oggi come oggi l’Italia , nel mondo del porno, e’una provincia dell’impero americano. Persone come Siffredi che fanno la Hard Academy sono solo l’equivalente degli imprenditori delle province romane che trafficavano (legalmente) schiave con Roma (le ancelle di Siffredi poi finiscono su Legalporno/Analvids, blacked e altri) , e quello che si fa in provincia e’ imitare senza capire. “Facciamo come fanno nella metropoli”, si dice in provincia. Certo, potete anche creare in Italia una fiorente industria di fumetti Manga di Bergamo, o il K-Pop di Ascoli Piceno.

Ma sarete la periferia di un impero che decide la rotta. Spaghetti western non vuol dire niente, sino a quando non sento parlare di spaghetti porn. Che non esiste. Dice nulla?


Porno e razza.

Siccome il centro della pornografia industriale su internet sono gli USA, e negli USA non puoi fare nulla senza parlare di razza, c’e’ questa proliferazione di interracial. L’interracial sfonda per tanti motivi, che sono ognuno la negazione di quello per cui le pornostar “intelligenti” dicono di lottare. Piacciono ai maschi di ogni razza per diversi motivi.

E’ ridicola poi la pretesa che questo diminuisca la tensione razziale, per ovvie ragioni: “io mi prendo la donna che appartiene al tuo gruppo etnico, e a lei piace” non e’ il tipo di messaggio che porta la riappacificazione, ma come se non bastasse nemmeno i maschi bianchi che dicono di apprezzarlo o di non essere gelosi dicono il vero: se non sono gelosi e’ solo del negro che gli sbatte la moglie e’ solo perche’ non percepiscono il negro come persona.

Interracial is the new zoofilia.

Non puoi essere geloso se tua moglie va con un’altra persona se questa non e’ una persona ma solo un grosso dildo animato: per citare Hitler, “il negro vale solo per il proprio corpo, non avendo caratteristiche spirituali”

La prova e’ che esistono anche bianchi dal pisello enorme (Rasputin, Sin, etc), ma a loro non viene mai attribuito il potere magico di rendere schiave del piacere le donne, di possederle sino all’anima, e tutta la magia del BBC.

Non per nulla, nel mondo del porno gay esiste l’interracial ma la narrativa e’ molto diversa.

E ripeto: in che modo tutto questo andrebbe contro il concetto di possesso, quando introduce il concetto di donna bionda di proprieta’ del gruppo dei bianchi, che preferisce essere proprieta’ di quello dei negri, lo sa soltanto la Nappi.


In generale, il porno sta facendo la rivoluzione dei costumi?

Decisamente no, perche’ la sua ghettizzazione e’ il simbolo della sua impotenza sessuale. Non stiamo parlando degli anni ’70, quando le coppie e le famiglie potevano andare, con l’ Unita’ sotto il braccio, al cine a vedere Gola Profonda. E nemmeno di Ultimo Tango, che fini’ nei circuiti del cinema mainstream. Qui stiamo parlando di qualcosa che nasce in un ghetto, il quartiere a luci rosse di Internet, e ci rimane.

Ha la stessa probabilita’ di fare una rivoluzione sessuale che ha il quartiere di San Pauli  di diventare il nuovo stile architettonico della citta’ di Amburgo. Semplicemente… non succede.


Il fatto che la pornoattrica autonominata star  dia scandalo produce uno choc salutare che fa evolvere la societa’? Ovviamente no. Il primo motivo e’ che siamo in provincia, e nulla di quanto accade al centro dell’impero investe i costumi, se non a livello estetico (come sono i costumi) ma non a livello ideale.

Il secondo motivo e’ che nulla di quanto succede in provincia fa qualche effetto nell’impero: gli USA importano tanto buon vino dall’Italia e dalla Francia, ma in generale non capiscono niente di vino. E’ solo “cool” bere vino italiano.

Il livello di interazione e’ troppo basso. Inoltre l’industria e’ molto efficiente, e siccome l’evoluzione della societa’ non fa parte del prodotto, semplicemente non viene prodotta. Tutte le risorse investite servono a far soldi.


Ma il porno cambia i costumi sessuali delle persone che lo consumano, almeno? Ni. Nel senso che tutte queste persone vorrebbero fare porno, ci provano, ma puntualmente il modo in cui lo fanno viene “colonizzato” dall’industria, che ci vede una novita’ ed una nuova nicchia, e per le persone comuni non c’e’ piu’ speranza.

Tanti generi prima praticati come “amatoriale” (amateur, cuckold, swingers, milf, granny,  dogging) sono nati “dal basso”, cioe’ da persone comuni che volevano fare porno, cioe’ sesso a scopo ludico.

Ma non appena l’industria si accorge che c’e’ spazio, piomba con i suoi metodi produttivi e spazza via tutto quello che e’ “artigianale”. In tempi di pandemia si e’ sviluppato molto il dogging: non appena l’industria si e’ accorta di questo nuovo settore, e’ piombata coi suoi professionisti, e oggi trovate le solite due o tre “star” del dogging che monopolizzano l’ambiente. Lo stesso successe col mondo swingers, e persino col mondo “amateur”, che oggi e’ completamente fake.

Il porno non cambia i costumi, si limita ad assimilare i nuovi settori di consumo ai suoi standard industriali: prima o poi le superstar palestratissime che fanno cose con l’obiettivo fisheye (per ingrandire i maschi e le curve) con giganteschi negri palestrati con 40 cm di cazzo saranno il requisito minimo per scopare, e le persone comuni formeranno massonerie e sette segrete per farsi un’ammucchiata fra persone normali in santa pace.

E la Nappi se ne fara’ una ragione: e’ parte del problema che dice di voler risolvere. Se dice quel che dice e’ marketing, nel senso che questo personaggio in realta’ e’ funzionale a vendere il prodotto. In breve, essendo un’attrice… recita.

E si, “il lavoro di attrici e attori e’ recitare” dovrebbe essere il warning all’inizio di ogni porno. Perche’ come al solito, sono le cose piu’ ovvie a passare inosservate.

Insomma, il porno e’ divertente, consumatelo pure, io lo consumo,  ma vi sconsiglio di crederci.