Amputazioni.

Nello scorso post ho menzionato l’ipotesi per la quale l’ italia diventi un problema vero per l’ Europa, e le classi dirigenti europee si rendano conto che non c’e’ niente da fare, “quella gente non cambiera’ mai”. Questo mostra l’efficacia del modulo “contatta l’autore!”, dal momento che aumenta il normale feedback dai lettori. E molti mi hanno chiesto di esplorare di piu’ questa strategia, ovvero di capirne le implicazioni.

Allora, per arrivare a tanto occorre che l’ Italia, con la sua politica “buffonenziale”, arrivi a rappresentare un danno o un pericolo tale, che convenga perderla come parte del mercato comune. Occorre cioe’ che qualcuno perda completamente fiducia ed inizi a pensare che e’ inutile sostenere un QUALSIASI progetto di integrazione, dal momento che comunque si faccia l’ Europa, che sia federale, centrale, coalizione di stati o qualsiasi altra cosa, l’ Italia sara’ sempre un danno da pagare.

Occorre che qualcuno tiri il bilancio degli scorsi dieci anni, e si chieda se l’ Italia abbia causato piu’ meno danni alla UE , rispetto a quanto valore offra come “mercato”: e occorre che la risposta sia negativa, ovvero “senza Italia il resto della UE vive meglio”. Il che, dopo la sparata di Silvio, inizia ad essere una risposta plausibile.

Allora, immaginiamo che qualcuno decida una strategia giuridica che porti l’ Italia ad uscire non solo dalla zona euro, ma dalla UE stessa, visto il pericolo di instabilita’ che essa rappresenta. Il problema non e’ tanto la strategia di uscita, ma l’eventuale reazione della classe politica italiana, cosi’ menzionero’ di striscio una possibile strategia europea, e poi andro’ al punto principale, ovvero come reagirebbe un governo.

Allora, si riuniscono quelli che “laddove si puote quel che si vuole”, e decidono che e’ possibile cacciare l’ Italia dalla UE ed averne VANTAGGIO, a patto di manovrare un sistema di quote e di dazi doganali, in modo da:
Fatto questo, calcolano che il movimento di risorse in fuga dall’ Italia sia sufficiente a produrre ripresa in alcune zone, e dall’altro lato che la perdita di un paese politicamente instabile produrra’ altri benefici negli investimenti nelle aree dell’ Euro. I paesi dell’est voteranno di si perche’ si prendono le quote di fondi europei italiani, etc etc. E si calcola che iniziando a lavorare sui CDS qualche mese prima, con una lunga agonia fatta di su e giu’, si possa recuperare anche il danno dovuto al debito italiano.
Fatta una strategia del genere, se immaginiamo che i numeri ci siano, il problema e’ : come dovrebbe reagire l’ Italia? Sicuramente NON svalutando, tanto una nuova lira nascerebbe gia’ col valore dei soldi del monopoli, tuttavia qualche strategia di sopravvivenza andra’ tirata fuori. Nel momento in cui si perdono quantita’ enormi di manufatturiero e di agrario, e quindi di export, la bilancia dei pagamenti piange e la moneta crolla.
Una cosa del genere, se i numeri tornassero, farebbe tornare l’ Italia ai livelli di reddito del 1946, almeno per dieci-quindici anni.
Adesso chiediamoci quale governo potrebbe reagire:
Insomma, se qualcuno in Europa iniziasse a pensare ad una cosa simile, il da farsi sarebbe finanziare sottobanco il partito di Grillo, in modo che il fesso vinca le elezioni e  si presenti, tutto festante, a chiedere che l’ Italia esca dalla UE, senza chiedersi quali misure protezionistiche verrebbero poi attuate contro le imprese italiane. Grillo troncherebbe col sorriso in faccia il 60% dell’export italiano, perche’ ovviamente non avrebbe idea di quanto accadrebbe il giorno dopo, ovvero una frontiera invalicabile in mezzo.
Se andiamo al PDL, la domanda e’ come si presenterebbe in caso di crisi simile ,
Insomma, una volta “sondato” il PDL, la parte “ganassa con la fabbrichetta” prevarrebbe, senza regole europee Berlusconi si sentirebbe piu’ “libero” da lacci e lacciuoli sul bilancio, e la ventilata possibilita’ di stabilire una nuova svalutazione “che fa correre le esportazioni” lo porterebbe a promettere miracoli a iosa. Stavolta sarebbero dieci milioni di posti di lavoro.
Il discorso sarebbe leggermente piu’ complesso col PD.
In definitiva, cioe’, nessun partito in Italia sarebbe troppo difficile da convincere a sottomettersi a questa strategia: M5S e PDL si getterebbero a peso morto nelle mani del boia, il PD sarebbe recalcitrante solo all’inizio, ma poi accetterebbe di buon grado.
Ma andiamo al dopo.
Una volta convinta l’italia ad andarsene, ovviamente verrebbe alzato il confine, sarebbero messi dei dazi,  e nelle zone confinanti all’ Italia inizierebbero a piovere “aiuti” perche’ le aziende locali “hanno perso un mercato”. In realta’ sarebbero incentivi per le aziende italiane a stabilirsi oltreconfine, ove almeno conserverebbero il mercato europeo senza dazi e dogane.
Come reagirebbero a quel punto i partiti ?
In generale, devo dire, una simile strategia non otterrebbe praticamente nessuna resistenza da parte del governo italiano, ne’ prima ne’ dopo. Se i paesi europei iniziassero a chiedersi “ma l’Italia ci conviene o no?”, e decidessero che NON conviene, non solo due partiti su tre sarebbero entusiasti ed uno facilmente manipolabili, ma per i dieci anni dopo nessuno dei tre partiti saprebbe produrre una strategia economica decente.
Questa e’ la ragione principale per la quale derido coloro che dicono che “ad un certo punto dovranno smetterla di essere punitivi se non vogliono che l’ Italia li trascini con se'”: esistono condizioni nelle quali , ad un certo punto, staccare l’ Italia sarebbe conveniente. Non si tratta di un paese tutto sommato gestibile come la Grecia. Ci sarebbe un sacco di bottino da fare per via delle imprese disposte a spostarsi, della rilocazione della produzione agricola, e di tutto quello che si potrebbe ottenere partendo da una posizione di relativa forza.
Portare l’ Italia ad essere il grande problema dell’ Europa non e’ saggio per questo: qualora il
problema fosse TROPPO grande, qualcuno iniziera’ a sedersi a tavolino e cercare una strategia. MA NESSUNO dei partiti in gioco la capirebbe, due si getterebbero tra le braccia del boia con un gran sorrisone, e uno solo andrebbe convinto con adeguate minacce.
Con questo esempio NON INTENDO dire che la strategia sarebbe di sicuro questa. Ma sto dicendo che neanche contro strategie estreme come questa, la classe politica italiana  avrebbe la visione che serve a prevenirla o le competenze che servono per sopravvivere.
Ed e’ questa la cosa che dovrebbe farvi riflettere, mentre fate caciara prosilvio/controsilvio. Il problema viene ben a monte. Con una classe politica in queste condizioni, scoprirete SEMPRE TROPPO TARDI di aver firmato degli accordi svantaggiosi. Come avete sempre fatto, scoprendo con 10 anni di ritardo di aver trattato male il cambio euro/lira, come avete fatto scoprendo dopo di aver fatto male ad aderire a questo e a quello.
Con una classe politica come quella che avete, qualsiasi strategia sia tesa a fregarvi, loro andranno a firmare col sorriso sulle labbra, credendo di aver fatto un affarone!

Uriel