Adultere fasciste, sdoganamenti, zecche e scrofe.

Leggo in giro la narrativa dei tre tipi che hanno insultato la Meloni, e di tutto il gridare che si fa tra le zecche (cosi’ il tifoso medio della Meloni definisce chi la sta difendendo oggi) perche’ “buaaaahhhh” hanno offeso una donna! (Curioso che nessuna di queste zecche – usero’ il nome che nel partito della Meloni si usa per indicarle – si sia mai accorta del cadavere della Petacci a Piazzale Loreto).

Per prima cosa: usero’ il termine “zecche” per definire le femministe che difendono la Meloni, dal momento che negli ambienti della Meloni (da ora in avanti “Adultera Fascista” , visto che lei stessa non ama il politicamente corretto) questa e’ la definizione standard. Parole NON mie.

Avrei dovuto usare “lurida zecca rossa da marciapiede”, come usano i fan della Meloni, ma era troppo cacofonico. Bastera’ “zecca”.

Perche’ “Adultera” Fascista? Perche’ la signora si proclama “cristiana” e come se non bastasse, una cristiana del tipo purissimo, altissimo e levissimo. E secondo questo cristianesimo delle fonti alpine, “Adultera” descrive bene il suo stato familiare. Definizione, come vedete, non mia.

Usero’ altresi’ “puttane abortiste” o “troie malscopate” per indicare quelle che difendono l’ Adultera Fascista e sono a favore del diritto di abortire, dal momento che nel partito dell’ Adultera Fascista questa e’ la definizione in voga. Parole non mie. Allo stesso modo, usero “froci femministi” e “mezzeseghe” (ma anche zecche) per indicare gli uomini che la difendono, come si usa nel partito della Meloni. Sempre parole non mie.

Dunque, vediamo di riscrivere la storia di quanto accaduto, usando il linguaggio del partito dell’ Adultera Fascista:

persino le zecche, insieme alle puttane abortiste, alle troie malscopate e ai froci femministi , si stanno scandalizzando perche’ qualcuno ha chiamato “Scrofa” l’adultera fascista. Roba da mandarli tutti ai forni (altro commento molto in voga nella base dell’Adultera Fascista).

Questo e’ piu’ o meno quello che sta succedendo , se usiamo il linguaggio in voga nel partito dell’ Adultera fascista.

Conosco benissimo la prossima obiezione: “ma la Meloni sembra una signorina garbata, una fascista in doppiopetto taiileur, una ragazza che chiunque vorrebbe come fidanzata per il figlio”.

Forse questa cosa vi suonera’ familiare, perche’ era quello che si diceva di Gianfranco Fini quando “sdogano’” Alleanza Nazionale, ovvero il Movimento Sociale Italiano.

E forse dovrei ricordarvi di come la Meloni assurse alle cronache politiche , in quanto “figlioccia” di Gianfranco Fini. E quindi non stupisce che sia, a sua volta, una “sdoganatrice”. Figura necessaria a chiunque abbia qualcosa da sdoganare.

Ma che cos’e’ uno “sdoganatore” di Fascisti? E’ semplice: si tratta di una foglia di fico rispettabile, che viene chiamata a coprire tutto quello che ci sta sotto. Insomma, il partito e’ fatto degli stessi rodomonti razzisti, violenti e prepotenti del solito, ma si dota di una facciata rispettabile. Di Fini si diceva che sarebbe stato “il fidanzato che ogni madre spera di vedersi presentare dalla figlia”, anche se la definizione piu’ corretta sembra essere “il tizio che ogni camerata spera di trovare a letto con la moglie”, vista la biografia del Gianfy. Ma sono dettagli: dopotutto la qualita’ e’ importante, e se l’equipaggiamento e’ testato , meglio da un altro camerata, e’ piu’ affidabile: possiamo dire che le mogli di Fini, essendo tutte testate da altri camerati, siano da considerarsi parte di ISO 9001. (Magari esiste anche la documentazione di qualita’).

A parte l’abitudine di Fini di far testare le sue mogli ad altri camerati, il punto e’ semplice: la Meloni , come Gianfy, e’ una sdoganatrice, cioe’ una persona la cui abilita’ politica sembra quella di fornire al partito una foglia di fico.

Nel caso dell’ Adultera Fascista, del resto, la cultura italiana agevola il compito. Gia’ e’ una donna, e l’italiano e’ abituato a pensare che una donna non possa essere davvero violenta e prepotente come un fascista. Si sa, le donne italiane™ sanno stare al proprio posto™.

Come se non bastasse , e’ una madre™. E nel mondo mammone italico, la mamma e’ una donna++. Significa che, se normalmente la donna italiana™ viene considerata dalla societa’ una scadente varieta’ di letame, ha una chance: (come succede anche in Pacman) puo’ guadagnare qualche momento di dignita’ sgravando dei figli. Dal momento in cui una donna ha sgravato un bambino, per qualche anno ha (circa) la dignita’ di un essere umano, forse un po’ di piu’. (per il figlio stesso e’ una Dea, ad aeternum) .

E di conseguenza l’ Adultera Fascista si trova nella condizione ideale per essere una foglia di fico. E’ una donna, e’ una cristiana, e’ una mamma, e sta con la tradizione. Chi potrebbe mai immaginare una mamma migliore di lei?

Perche’ se c’e’ una figura ancora piu’ forte della mamma™, questa e’ la “mamma tradizionale™”, cioe’ quella che accudisce i figli e sta in cucina. Quindi, la persona migliore come sdoganatrice, in Italia, e’ proprio una “mamma tradizionale™”.

Quindi non mi meraviglia che lo sdoganamento della feccia fascista le riesca cosi’ bene. Chi non vorrebbe una mamma come quella sopra, cosi’ brava col forno? Dai, ditemelo.

In queste condizioni, ovviamente, tutto viene facile. All’ Adultera Fascista viene facile, nel suo ruolo di Mamma Italiana (dunque incriticabile e per forza di cose “persona perbene”) , sdoganare la feccia che abita il suo partito e darle una dignita’. Se Fini lo avesse saputo, si sarebbe fatto tagliare l’uccello.

Ma rimane una domanda angosciosa.

Perche’ nel partito dell’ Adultera Fascista si puo’ dire “lurida zecca rossa da marciapiede”, e gli avversari non possono dire “scrofa”?

E sia chiaro, se la risposta non e’ esaustiva, tutto quello che vedo in questa vicenda si riassume in un meme.

Se vi sembra che io vi prenda per il culo, beh, forse c’era una comoda maniglia™.