Sul mito del “consumismo”.

Una delle prove piu’ chiare del fatto che gli intellettuali dello scorso secolo, a partire dal dopoguerra, fossero dei perfetti coglioni, e’ la facilita’ con cui si sono bevuti senza fiatare il concetto di “consumismo”, come se fosse davvero un fenomeno esistente.

La societa’ industriale moderna e’ fatta di alcuni attori. Quelli che producono, e quelli che consumano. Quelli che producono pagano della manodopera, che poi viene spesa nel comprare gli stessi prodotti che vengono prodotti. Certo l’operaio di una fabbrica di auto non produce la coca-cola, ma il punto e’ che se la vediamo in termini “orizzontali”, i produttori pagano gli operai per produrre un bene, i lavoratori usano quei soldi per comprare i medesimi prodotti (o servizi).

Ad un certo punto la domanda e’ stata: ma se questo modello economico combinasse dei disastri, sociali, politici, economici o ecologici, cosa impedirebbe alle persone di incazzarsi abbestia con chi ci guadagna (cioe’ i produttori) e decapitarli come a Parigi?

La risposta e’ semplice: le masse verranno convinte che la colpa dei disastri di questo sistema non e’ di chi produce i beni arricchendosi a dismisura, ma di chi li compra.

Insomma, “ogni famiglia produce 50Kg di rifiuti al mese” e’ diventata una frase, figlia del concetto di consumismo, che ci sembra razionale. Ma diciamolo: le bottiglie di plastica, le lattine vuote, i blister, li avete prodotti voi? Avete in casa quello che serve a produrli? Vi fate le bottiglie di vetro?

No. Questo e’ l’esempio forse piu’ lampante di come , grazie a questo concetto assurdo, sia possibile prendere chi produce il SUV e assolverlo dall’inquinamento e dal pericolo che crea, dando la colpa a chi invece lo guida.

Il concetto di consumismo e’ stato inventato artificialmente, al solo scopo di spostare le responsabilita’ dei produttori verso i consumatori.


Siamo negli anni 1950/60. Su una barca lussuosa si sta tenendo una riunione. Ci sono i maggiori industriali del pianeta che discutono.


Inutile dire che ve la siete bevuta. Credete davvero che il fenomeno sia il consumismo. Credete che esista un fenomeno detto “consumismo”. Credete di vivere in una societa’ “consumista”. E non “producista”.

Quando vedete un SUV consumare dieci ettari di bosco solo per azionare il turbo credete davvero che il problema sia l’ Ego del guidatore, e non il portafogli di chi gli ha venduto quel catenaccio inutile per una cifra con la quale vostro padre poteva comprare una casa.

Credete davvero che siano le famiglie a produrre tot immondizia procapite, e non le fabbriche che hanno , materialmente ed effettivamente, prodotto quella roba.

Pensate davvero che fosse DOVERE CIVICO vostro spendere tempo e risorse per smaltire le bottiglie di Coca Cola, sulle quali Coca Cola ha guadagnato soldi. Cosi’ spenderete soldi per comprare la bottiglia , e poi soldi per smaltirla, e poi le vostre tasse andranno al comune per il riciclaggio, e a Coca Cola la responsabilita’ di aver prodotto la bottiglia costera’ ZERO, e in piu’ ci guadagneranno vendendola.

E questo perche’ avete creduto al concetto di “consumismo”, cioe’ avete creduto che in un sistema fatto di produttori e consumatori, il destino finale del prodotto sia responsabilita’ e colpa dalle parte che NON ci guadagna, cioe’ il consumatore.


Spiegare le cose ovvie e’ difficile. Allora andiamo ai tempi dello schiavismo americano. E invece di chiamarlo “schiavismo” chiamiamolo “passivismo”. Diciamo pure che questo sistema dello schiavismo aiutava i negri privi di iniziativa ad essere portati gratis negli USA, gli si trovava un impego, gli si dava una casa, e tutto quello che dovevano fare era di raccogliere cotone cantando il jazz, che era un miglioramento rispetto alle loro condizioni originali.

Vi sembrera’ un’assurdita’ perche’ e’ ovvio che gli schiavi fossero le vittime di quel sistema, mentre gli schiavisti ci guadagnavano, ma non avete mai applicato lo stesso principio quando vi hanno convinti ad ammazzarvi (a volte letteralmente) di straordinari per due lire di promozioncina, mentre in cima alla piramide piovevano soldi, fica e champagne. Chi era la vittima e chi ci guadagna?


A parlare di consumismo e accusare praticamente tutto il prossimo, anziche’parlare di producismo e capire chi era in cima alla piramide. E’ come se tra i negri nelle piantagioni, quelli intelligenti si fossero messi ad accusare se’ stessi e gli altri per aver cantato il blues nei campi, mentre raccoglievano il cotone.

E vi siete sentiti intelligenti, a dire “consumismo” anziche’ “producismo”. A dire che era una mania di consumare il problema, anziche’ dire che fosse la smania di guadagno nel produrre, vi siete sentiti intelligenti. Vi siete sentiti furbi. Intellettuali.

Non avevate capito un cazzo.

Il mito del consumismo viene costruito a tavolino, al mero obiettivo di convincere gli abitanti di un sistema insostenibile, che le colpe di questo sistema andassero al consumatore, e mai al produttore.

Se c’e’ l’inquinamento, e’ chiara colpa del consumismo. Sono i consumatori a che “votano” quando vanno al supermarket. Come se avessero alternative.

Se il sistema industriale sfrutta schiavi per il cobalto, e’ colpa dei consumatori che comprano le battterie per il telefono. Non di chi siede su una pila di soldi vendendo le batterie.

E le decisioni sbagliate di usare materiali inquinanti o metodi devastanti per produrre non e’ degli industriali, no: sono i consumatori che “votano quando sono al supermarket” che hanno votato male. Ovvio.


Vorrei che faceste un esercizio mentale. Vorrei che cominciaste a pensare che nessuna famiglia ha mai “prodotto” rifiuti, ma che lo hanno fatto alcune industrie, che MATERIALMENTE hanno prodotto bottiglie, chassis di plastica, blister e tutto quanto.

Vorrei che provaste a pensare che se per la strada c’e’ un SUV inutile e’ perche’ qualcuno lo ha prodotto, e poi ha pagato fior di pubblicitari a spiegare che era fico usarlo: potevano investire soldi per produrre macchine meno inquinanti, e invece li hanno investiti nel design di quei mostri. E se tutto il marketing del mondo dice che il SUV e’ fico, ci sara’ sempre qualcuno che lo compra. Troppi.

Vorrei che cominciaste a pensare che quando comprate una coca cola non volete la lattina di alluminio, e che quella ce l’ha messa qualcun altro, senza lasciarvi alcuna alternativa. E quindi la colpa e’ di chi ha scelto di vendere la coca in lattina “perche’ LUI faceva piu’ soldi”. Voi non ci avete guadagnato niente in quella lattina. Coca Cola si’.

Vorrei che incominciaste a pensare che quando entrate in un supermarket non state “votando” , perche’ TUTTO e’ stato fatto partendo dall’idea che per quanto malefico sia, la colpa sara’ sempre vostra che lo avete comprato.

Vorrei che vi chiedeste di chi era la colpa se le auto di VW inquinavano: era colpa della fabbrica che le vendeva, o del vostro consumismo che le avete comprate e le avete accese? Chi e’ che fa il fico col golf?

Eppure…li’ ci siete arrivati. Bel colpo. Ecco: adesso applicate lo stesso principio a tutto, e capirete…

che NON esiste e NON e’ MAI esistito alcun fenomeno diffuso chiamato “consumismo”. E’ esistito un fenomeno chiamato “producismo”, nel quale una classe si e’ arricchita a dismisura vendendo prodotti malsani, inquinanti e pericolosi alla popolazione, per poi accusare la popolazione delle conseguenze di tale business.

Non viviamo in una societa’ “consumista”, ma in una societa’ producista. La societa’ non e’ animata dal desiderio di massa di consumare o di possedere, MA DAL DESIDERO DI POCHI DI PRODURRE PER ARRICCHIRE A DISMISURA da parte di una piccola elite.


Perche’ era cosi’ importante che ci credeste?  Facciamo degli esempi?

Invece abbiamo deciso di essere NOI consumatori i colpevoli, colpevoli di “consumismo”, assolvendo i produttori. Oh, poveri produttori:  non avevano voluto produrre, sia chiaro, se quei maledetti consumatori non avessero creato la domanda. Che bastardi: tutti questi miliardari costretti a costruire fabbriche di roba inquinante, per colpa di noi bastardi consumisti che le compriamo. Che bastardi che siamo, eh? Persone costrette a diventare miliardarie dalla nostra smania di consumare. Fa ridere, ma ci avete creduto.

invece di chiamarli a rispondere dei loro prodotti, abbiamo ASSOLTO il produttore, dicendo che era colpa del nostro consumismo se quelle cose venivano prodotte e vendute,  gettando tutte le colpe sul consumatore, autoflagellandoci ogni volta che aprivamo una lattina di tonno, anziche’ capire che doveva essere il produttore a fare un prodotto diverso, senza lattina, e magari senza saccheggiare il mare. Si chiama ricerca e i tonni si possono allevare.


Allora, sulla popolazione calerei un velo pietoso. Parliamo di persone che comprano vestiti stracciati pagandoli di piu’, parliamo di donne che comprano scarpe scomode trovandole piu’ preziose, parliamo di uomini che indossano tutti lo stesso vestito e lo pagano cifre diverse a seconda della “firma”, parliamo di coglioni che hanno sacrificato la vita al lavoro sino a distruggere la propria famiglia e diventare estranei per i pfopri figli. Ma hanno avuto uno scatto di carriera. Wow.

Ma gli intellettuali dovevano accorgersene, di questa truffa. Dovevano cominciare a dire che il consumismo non esiste, che e’ un fantasma, un’idea creata in laboratorio al preciso scopo di far sembrare che la colpa non sia mai del produttore.

Erano gli intellettuali a dover spiegare che se tu sei “il ceto medio” che si sbatte a 70 ore di lavoro a settimana per avere uno scatto di carriere da poche migliaia di euro, non sei tu il “beneficiario del boom economico”, e del “benessere diffuso”: sono i tuoi datori di lavoro, che vivono in ben altre condizioni di benessere, e il boom economico ce l’hanno tutto in banca.


E ditemi, signori “intellettuali” dei miei coglioni, oggi che il ceto medio non esiste piu’, oggi che tutti i soldi sono in mano a pochi, oggi che nemmeno sbattendosi 70 ore a settimana riuscite a migliorare le condizioni di vita mentre i ricchissimi vivono un sogno esclusivo , oggi che tutto il mare dove andate voi e’ inquinato ma non le baie esclusive dei ricchissimi,

non vi e’ ancora passato per la testa il sospetto, dico il sospetto, che alla fine il consumatore sia la vittima, e il produttore sia il colpevole, e non c’e’ mai stato alcun consumismo, ma un gigantesco, avido, smanioso “producismo”?

Cosi’, chiedo per un amico.

Oppure smettetela di blaterare di “consumismo”. Che ci fate piu’ bella figura.

O volete continuare a vomitare sulle masse questa merda qui?

(*) Il termine bibligo  usato per indicare la “costola” di Adamo non era “costola”, ma indicava il “baculum”, l’osso del cazzo che alcuni mammiferi hanno, ma non l’uomo. E doveva anche giustificarne la sua mancanza nella nostra specie. Povera Eva: esegesi alla mano non e’ una costola di adamo, e’ un pezzo della minchia. Effettivamente, gli ebrei questa cosa di tagliare  pezzi di minchia per motivi random ce l’hanno proprio in fissa.