Accher in Lazio, intervista ad un esperto.

Accher in Lazio, intervista ad un esperto.

A Bologna si dice che una merda piu’ la pesti e piu’ puzza, che e’ in un certo senso il contrario di “buttarla in caciara”. Questo proverbio si applica a quelle discussioni pubbliche che e’ meglio NON fare in pubblico, per la semplice ragione che mano a mano che la discussione va avanti emergono dettagli che NON migliorano la reputazione di chi vi prende parte.

Ed e’ il problema che si pone quando le persone che ascoltano la discussione sono degli esperti in qualche materia, capaci di estrapolare cose imbarazzanti dai dettagli che vi emergono. La regione Lazio ha evidentemente scelto di “buttarla in caciara” quando la cosa migliore da fare sarebbe stata “silenzio rispettoso delle indagini in corso”.

Il risultato e’ che le loro “misure di sicurezza” sono gia’ una barzelletta in tutte le mense di qualsiasi reparto IT serio, perche’ da quanto dicono “per salvare la faccia” si evincono cose che non salvano decisamente alcuna faccia.

Per chiarire questa cosa ho deciso di intervistare un esperto di cui mi fido moltissimo: me stesso. 26 anni di esperienza nell’ IT, tra supercomputing, rete di accesso (sia mobile che in fibra) e infrastrutture varie, comprese quelle bancarie. Cominciamo.

Per dare al tutto un’atmosfera “accher”, ho deciso di apparire come Herr Stakkah , abbreviazione di Alfred StaccaStaccah von Cistannotracciandoh. Nome molto comune in Pomerania, come tutti sanno.

https://www.varonis.com/blog/a-brief-history-of-ransomware/