Si leggono ovunque le critiche agli internauti perche’ secondo i detrattori toglierebbero tempo alla “vita reale” per quella che e’ solo “virtuale”.

 Si leggono ovunque le critiche agli internauti perche’ secondo i detrattori toglierebbero tempo alla “vita reale” per quella che e’ solo “virtuale”. Discutono di vita reale come se fosse chissa’ cosa, forse per alimentare l’illusione che la loro vita reale sia chissa’ cosa e loro non si dedicano al virtuale perche’ hanno di meglio.

In realta’ si tratta di italiani come tanti, che passano la vita come polli da batteria dentro i loro “prestigiosi condomini a due passi dal centro ma immersi nel verde”, che lavorano 8 ore al giorno piu’ 3 ore e mezza per spostarsi piu’ una per mangiare; gli resta solo la poca notte per dormire, e ripeto dormire perche’ le loro donne indossano il vestito figo l’entusiasmo e il tacco-12 per andare al lavoro mentre i loro mariti la sera si accontentano dei loro pigiami di flanella, delle ciabattone comode e della loro eterna stanchezza di donne moderne.

Spesso nel mondo virtuale nascono amicizie e contatti tra persone diversissime, mentre questi uomini “reali” altro non hanno, come amici, che i propri colleghi di lavoro.

Queste persone hanno un solo modo di pensare che la loro “vita reale” non sia una vilissima vita servile: affermare che qualcun altro perderebbe chissa’ cosa nel dedicare tempo alla vita virtuale.

Vita virtuale nella quale spesso si parla di libri letti, di film visti, di luoghi visitati, di storie avvenute. Tutte cose che loro, gli uomini del “reale”, troppo presi dalla loro vita “reale” da servi del proprio lavoro, hanno dimenticato da tempo: troppo presi da un lavoro onnivoro che li divora e dalla stanchezza dell’uomo moderno, alias dalla vita l’uomo che paga.

E la famosa alternativa alla vita virtuale altro non e’ che una morte reale.  – Uriel, irritato.

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