E’ inutile sperare in una rivolta contro i tagli del governo alla spesa pubblica.

 E’ inutile sperare in una rivolta contro i tagli del governo alla spesa pubblica. Gli italiani, in vent’anni di calo economico, hanno tagliato ormai su tutto. La cultura dei tagli e’ entrata nella loro mente, quando hanno tagliato ferie, acquisti, persino bisogni. Che il governo debba fare tagli in risposta alla crisi e’ considerato un fatto acquisito, che porta il cittadino a pensare che finalmente il governo stia facendo quello che farebbe lui, ovvero cio’ che lui fa da tempo. I sindacati si illudono quando pensano che i licenziamenti della Gelmini o quelli di Alitalia faranno indignare qualcuno: i tagli , ormai, sono dentro di noi. Li abbiamo praticati anche noi: il cittadino si chiede se potra’ permettersi qualcosa, ma non si chiede quanti posti di lavoro andranno persi se non la compra. Nessuno se lo chiede piu’.

E cosi’, lo stato impiegatizio paga il prezzo di governi che , il dito sul pulsante delle tasse, hanno detto sempre e solo attinto dalle tasche delle masse. Oggi, le masse sono cosi’ abituate ai tagli per colpa dello stato che non trovano nulla di strano nei tagli allo stato. Anzi, a volte noto una certa soddisfazione nel constatare questo contrappasso. 

– Uriel

 

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