La teoria della montagna di merda.

La teoria della montagna di merda

Negli ultimi giorni, per una serie di coincidenze, mi sono ritrovato ad approfondire la teoria della “montagna di merda”. Questa teoria, che scrissi in un momento di frustrazione, aveva lo scopo di spiegare perché il debunking è destinato a fallire contro le notizie false. Ciò che ho notato è che, nel corso del tempo, il significato del mio post è stato sutilmente alterato e distolto dal suo punto centrale.

Nell’articolo originale, seppur in maniera disordinata ed emotiva, ho affrontato due fattori principali. Il primo riguardava l’aspetto economico e i relativi costi. Ciò che desideravo (e desidero) comunicare è molto semplice: chi scrive sciocchezze su Internet ha bisogno soltanto di una connessione e di un cellulare. I costi sono relativamente bassi. Si potrebbe anche considerare il valore del loro tempo, tuttavia, se analizziamo queste persone, non troveremo mai le persone più pagate al mondo. Infatti, nessuno così intelligente da guadagnare una fortuna sarebbe così stupido da sprecare il proprio prezioso tempo a scrivere sciocchezze.

Al contrario, appena scoppia (inevitabilmente?) una polemica sulle sciocchezze che dice, il nostro ciarlatano rifiuta categoricamente di essere contraddetto da un semplice professionista. Ad esempio, se il ciarlatano si pronuncia sulla macroeconomia, arriva un commercialista e gli fa notare che non ha la minima comprensione della materia. Anche se il commercialista ha superato un esame in materia ed è più competente del ciarlatano, quest’ultimo pretenderà SEMPRE di essere smentito ESCLUSIVAMENTE dal massimo esperto mondiale in quel campo.

Il problema, tuttavia, risiede nel fatto che un singolo ciarlatano può parlare, all’interno della stessa teoria bizzarra, di cinquanta diverse materie. E si può facilmente comprendere che ingaggiare cinquanta massimi esperti in tali materie comporterebbe una spesa considerevole. Quando dico “spesa considerevole”, non intendo semplicemente che richiederà un grande impegno o che sarà difficile trovarli, né che avranno altre priorità. No, scelgo le parole con attenzione. Quando dico “spesa considerevole”, intendo proprio quello: i costi sono il problema.

Ripeto questo concetto perché, ad esempio, un noto youtuber ha reinterpretato il mio pensiero, sottolineando non i costi, ma il fattore tempo. Tuttavia, ciò è errato, in modo dimensionale. Euro e secondi sono unità di misura completamente diverse. Se il problema fosse il tempo, considerando che il ciarlatano ha 24 ore al giorno mentre dieci persone ne totalizzano 240, la soluzione sarebbe semplice: basta avere più debunker rispetto ai ciarlatani. Tuttavia, il mio punto non riguardava il tempo, ma i costi. Per smentire il ciarlatano, lui e i suoi seguaci richiedono sempre l’esperto PIÙ COSTOSO al mondo (costoso perché è il massimo esperto, ovviamente, ma la sua tariffa non cambia). Ripeto: COSTOSO.

Lo youtuber e’ questo:

https://www.facebook.com/barbascurax/photos/a.659684320805117/4061694273937421/?type=3&locale=it_IT

Questo è un concetto che desidero approfondire, poiché ho osservato situazioni simili in cui individui discutevano delle scie chimiche. A contrastarli c’erano fisici e ingegneri aeronautici. Tuttavia, anche se questi esperti avevano una solida formazione accademica, il tizio in questione (e i suoi seguaci), pur avendo una modesta istruzione, rispondevano agli esperti come se fossero loro pari e richiedevano sempre ulteriori spiegazioni, arrivando a invalidare qualsiasi opinione che non provenisse almeno da un premio Nobel. La stessa dinamica si riscontra anche nel caso di coloro che sostengono che la Terra sia piatta. Basta avere una buona formazione liceale per contestarli, ma se non sei almeno Neil Turok, non ti prendono in considerazione. E Neil Turok ha altre priorità  lavorative.

NON SO PIU’ COME DIRLO: IL PROBLEMA E’ ECONOMICO. IL PROBLEMA SONO I COSTI.

Quella sotto e’ una mappa della teoria del complotto piu’ in voga negli USA. Quella che rischia di portare al potere un presidente che crede gli ebrei siano alieni.

Non rovinatevi gli occhi, la mappa e’ cosi’ complicata che se la stampate in caratteri leggibili diventa grande quanto il torso di una persona.

Questa mappa coinvolge, in una certa misura, tutti i campi della conoscenza umana. Per smontare completamente questa teoria, come richiesto dai teorici del complotto, dovreste immaginare di radunare tutti gli esperti di massimo livello in ogni disciplina presso tutte le università del mondo, metterli tutti insieme in una stanza e confrontarli con il ciarlatano. Oltre al fatto che il ciarlatano rifiuterebbe comunque di confrontarsi, il problema principale di questa operazione sono I COSTI. Trovare, radunare e remunerare tutti questi esperti comporterebbe una spesa enorme.

IL COMPLOTTO VINCE NEL DIBATTITO PUBBLICO PER UN PROBLEMA DI COSTI. ECONOMICI.


Nella seconda parte del post originale ho descritto le motivazioni del ciarlatano e dei suoi sicofanti , che ora  desidero esaminare in modo più analitico, con un accenno di approccio marxista. In una società economicamente sviluppata, il benessere si basa sul principio della retribuzione della competenza. Competenza. Com-pe-ten-za. È importante ricordare questa espressione: retribuzione della competenza. Le modalità e i livelli di retribuzione sono determinati dal mercato del lavoro, in una specifica congiuntura. Le nazioni che hanno una vocazione mercantile, industriale o militare, privilegeranno competenze diverse. I più competenti, e quindi più pagati, a loro volta compensano coloro che hanno una competenza meno remunerata: ad esempio, il banchiere che paga il pizzaiolo.

Quando la società gode di prosperità economica, le persone tendono a percepire una giusta remunerazione per le loro competenze. In questo contesto, la fiducia nella competenza prevale poiché rappresenta un mezzo di mobilità sociale, e vi è una scarsa insoddisfazione poiché le persone hanno le risorse necessarie per vivere. Tuttavia, cosa accade quando si avvia un declino economico, come sta accadendo nell’Occidente contemporaneo? Due fenomeni si manifestano.

  1. la fiducia nella competenza svanisce poiché non viene più riconosciuto un valore , e i competenti non hanno abbastanza reddito da condividere.
  2. si diffonde una rabbia feroce tra coloro che non possiedono competenze retribuite verso coloro che, anche se in minima parte, continuano a essere retribuiti per le loro competenze.

Questi due fattori sono la miscela esplosiva che alimenta la diffusione delle teorie del complotto: la sfiducia nelle competenze degli studiosi e l’accumulo inespresso di rabbia. Tuttavia, è importante sottolineare che entrambi questi fattori sono conseguenze del declino economico. Menzionare informazione, educazione, controinformazione e tutte le altre cose che ho visto essere aggiunte alla mia teoria risulta inefficace. Il carburante principale è il declino economico. Il fattore economico non è solo un moltiplicatore di forze che consente a queste teorie di diffondersi, ma è anche la forza trainante che spinge i ciarlatani a propagarle e i loro seguaci a crederci. Questi individui sono rabbiosi a causa delle loro condizioni di povertà e nutrono diffidenza verso le persone competenti perché non vedono nella competenza un fattore di progresso per sé stessi. Da questa miscela nasce una dinamica politica altamente esplosiva.

In entrambi i casi, il fattore dominante e’ quello economico.


Desidero fare questa precisazione per riorientare il dibattito verso la direzione corretta: quella economica. La disinformazione è una conseguenza del declino economico e della mancanza di opportunità per coloro che possiedono competenze. Se non affrontiamo il tema del declino economico, allora queste sono alcune delle conseguenze culturali che ne derivano. Se continuiamo a considerare accettabile il declino economico e lo rinominiamo “decrescita”, è importante chiedersi se abbiamo valutato gli effetti che esso ha sulla cultura e sulla politica. Perché ecco la situazione attuale: il prossimo presidente degli Stati Uniti crede che gli ebrei siano alieni.

È davvero accettabile, questa “decrescita”?

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