Non so ancora.

momento di amara riflessione.

, 4 aprile 2014

Non so ancora, onestamente, se mi va di tenere un diario di pensieri. In fondo lo facevo perche’ mi divertiva. Si, i coglioni che mi stavano addosso c’erano e ci sono sempre stati, ma stavolta hanno esagerato. Perche’ quel tipo di coglione sogna di passare alla storia come quello che ha esagerato.

Beh, cari coglioni, non vi daro’ il momento di gloria che cercate.

In fondo, io lo facevo per divertimento. Scrivevo per divertimento. Una volta chiaro che non c’e’ divertimento perche’ tutti si fanno in quattro per dirmi “sappiamo chi sei, dove vivi, dove tua figlia va a scuola”, beh, onestamente, non guadagnandoci niente prima, non ci perdo nemmeno dopo.

Ok, forse terro’ qualcosa su qualche darknet. Questa qui mi piace abbastanza, ma chissa’, anche hyperboria non mi dispiace del tutto. Non so ancora. Forse usero’ i2p come proxy per hiperboria, e allora succedera’ che questo blog improvvisamente finira’ altrove.

Aha. Non ci vuole molto, del resto.

Mi sento deluso. Ok, ok. Forse il capo aveva ragione, almeno su una cosa. Devo pensarci. Quando vedo una persona che un tempo era, appunto, una persona, diventare un miserabile prete, la parodia del suo popolo che ha sempre detto di odiare,  solo perche’ e’ passato per una scuola, beh… mi devo chiedere cosa diavolo insegnino, in quella scuola. Dev’essere qualcosa di brutto.

Oh, si, sapete tutto di me. Ma non ho mai detto di aver pensato il contrario. Ne’ di essermi illuso. Oh, un paio di voi si sono pentiti, vedo. Lo so, avete paura della polizia. Mi spiace, non so che farci. Ma il vostro non e’ pentimento, e’ solo codardia: adesso avete paura di una raccomandata.

Volete addirittura denunciare gli altri, per dimostrarmi che il gioco e’ andato fuori controllo e allora voi vi dissociate? Non mi interessa, siete fuori tempo massimo.

Cercate di capire, con mail innocenti, se ho fatto nomi. Si, li ho fatti. Eccome. Riceverete la raccomandata? Probabile. Non mi interessa, non siamo in Italia ove un processo dura 13 anni. Verro’ a vedervi in faccia in aula? No. La parte civile non necessita di presentarsi personalmente, qui. Non so in Italia.

No, non e’ goliardia. E no, non e’ una bravata del cazzo. Avete passato il segno, end of story.

Oh, sicuramente adesso direte che non eravate voi, che nel gruppo qualcuno ha esagerato, ma davvero. Non ditelo a me. Io ho passato la palla.

Oh, so che mi becchero’ delle patenti. Ma la probabilita’ di incontrare qualcuno cui frega qualcosa delle patenti, qui e proprio qui, e’ infinitesima.

Siete ossessionati. La vostra malattia e’ un’invidia che i trasforma in ossessione. Per chiunque sia “qualcuno” piu’ di voi. Per chiunque stia meglio di voi. Per chiunque sia piu’ felice di voi.

In questo momento mi sto chiedendo davvero se voglio continuare a dire qualcosa che potrebbe essere letta anche da voi. Non lo so ancora. Mi prendo qualche giorno per decidere: gente che non esiterebbe a colpire una famiglia per invidia, odio, rabbia, verso una persona che non conosce, onestamente la vorrei tenere a distanza.

Piccoli, miserabili, rognosi. Dei poveretti. Gente da tenere a distanza.

 

E succedera’, che starete a distanza. Negli ultimi tre giorni il governo tedesco ha approvato alcuni provvedimenti. Di fatto, ha chiuso le porte in faccia agli immigrati a bassa specializzazione.

Si, siete oltre un confine.

Questa e’ la cosa che mi conforta. Che molti potranno andarsene e liberarsi di voi, non avervi come vicini, colleghi, conoscenti. Ma voi, siete chiusi li’, con gli altri come voi.

Auguri.

Io per ora mi sento solo deluso.

Mentre uscivo dalla stazione della polizia , ho guardato il cielo, gli alberi , e ho pensato “ecco, adesso non sento piu’ nessun legame con quel paese”.

Oggi me ne sono davvero andato.

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