Morto un asse, se ne pialla un altro…

E’ buffo come una partita sulla sopravvivenza dell’ Euro , dopo la fesseria di Cameron, si riapra in seguito ai risultati delle elezioni francesi. Un pochino qualcosa si sospettava, ma i risultati sono stati (almeno dal punto di vista dell’ Eurozona) piuttosto amari. Cosi’, se finora c’e’ stato un asse “Sarcozy-Merkel”, adesso la Merkel dovra’ trovarsi un altro partner in una delle tre grandi economie europee. Ma andiamo per gradi.

Cameron, con la sua stupidita’, ha enormemente inficiato la strategia anglosassone, facendo in modo da rendere l’ Inghilterra, che prima era la quinta colonna americana in UE, praticamente irrisoria nel contesto. Questo ha permesso all’ asse Merkel Sarkozy di prevalere, e di imporre una politica di austerity che potesse togliere soldi europei all’industria americana.

E tutto e’ rimasto in pace sino ai risultati delle elezioni francesi. I risultati sono stati circa questi:

  • Tornano i comunisti. Essi non si vedevano da anni, in Francia, e mostrano che c’e’ disagio sociale. Non si tratta di bobos (che oggi votano Hollande) ma (per via della strategia proletarista della loro leader) essenzialmente di classi stritolate dalla crisi.  Non scenderanno MAI a compromessi riguardo a sacrifici imposti dalla UE. Inoltre, a sinistra una donna come candidato piace ancora.
  • Hollande. Sostiene che dovra’ cercare un alleato forte per ritrattare il fiscal compact europeo (la Francia come debito pubblico e’ messa peggio dell’italia: pesa meno sul PIL, ma e’ meno sostenibile) , e non e’ disponibile (a meno di cambiamenti repentini) a formare un asse con la Merkel.
  • I centristi: essenzialmente estromessi, possono gettarsi verso Hollande, che almeno ha aperto verso di loro.
  • Sarkozy. E’ lo sconfitto, e come se non bastasse ha due sole alternative: espandersi a destra. Puo’ farlo in due modi: se si allea con la Le Pen, perde le elezioni, come successe gia’ quando si presento’ il padre di Marine al ballottaggio, dopo una grande mobilitazione antifascista. Poiche’ Sarkozy deve conquistare i voti degli elettori della LePen, deve parlare di piu’ come lei. Dunque: nazionalismo, isolazionismo, antieuropeismo.
  • Marine Le Pen. E’ un personaggio strano, perche’ ideologicamente in Italia si piazzerebbe all’estrema sinistra, o meglio in quell’area rossobruna che va dagli ecologisti estremisti ai centri sociali a Casa Pound. Ha una profondita’ ideologica diversa da suo padre, perche’ parla con un linguaggio piu’ moderno, e ad una prima lettura il suo libro sembra molto superiore a quanto possa mai fare un leghista o uno come Fini. Insomma, e’ un Fini con cinquemila parole in piu’ nel dizionario,  ed e’ una donna, quindi e’ difficile accusarla di essere un violento dittatore fascista.

Ora , il concetto e’ che se vince Hollande lo fa coi comunisti e i centristi, che non accettano alcuna “ricetta di lacrime e sangue” da Bruxelles. Se vince Sarkozy, lo fa insieme a Marine Le Pen, oppure IMITANDO Marine le Pen.

In entrambi i casi, niente europeismo, niente ricette di sacrifici, niente assi con la Merkel. Non c’e’ la piu’ pallida speranza, cioe’, che si possa avere un qualcosa come il “Governo Monti” in Francia. E se consideriamo che in Olanda  il governo e’ appena caduto, la Merkel puo’ solo farsi vedere molto, molto, molto piu’ al fianco di Monti, e dopo Monti deve trovare un altro compagno di danze. Ammesso che lei stessa sopravviva alle prossime elezioni in NRW, che vedono la sinistra dell’ SPD di Schulz in vantaggio, e anche Linke non scherza.

Quindi non c’e’ nulla di strano se le borse europee abbiano reagito in questo modo ai risultati. Il problema e’ che neanche americani ed inglesi hanno festeggiato molto. E c’e’ una ragione.

Per capirla dobbiamo chiederci: chi vorrebbero gli americani e gli inglesi in Francia?

Chiediamoci cosa succede se vincono i socialisti in Francia. Essi non possono assumere posizioni xenofobe, ne’ tantomeno isolazioniste. Possono “solo” chiedere all’ Unione europea di aumentare la spesa sociale interna, ovvero di spostare i copiosi finanziamenti europei dalle iniziative industriali (o presunte tali) ad iniziative sociali.

Su questo argomento Martin Schulz, che e’ gia’ a capo del parlamento europeo, e’ assolutamente allineato. Come se non bastasse, per le sinistre tedesche si prospetta una rivalsa, e se anche dei centristi rimanessero al potere, dovranno stavolta fare una Grosse Koalition con loro.

Cosi’ l’europa rischia di colorarsi di socialista. Ma questo e’ un guaio. Non solo i socialisti non vogliono affossare l’europa, ma stanno basando le campagne elettorali con sinfonie di ostilita’ verso gli ambienti finanziari, come non se ne vedevano dagli anni ’70.

Linke stampa manifesti dicendo “noi siamo il sogno peggiore del capitalismo”, e anche i comunisti francesi (con cui Hollande dovra’ fare i conti quasi certamente) procedono allo stesso modo. I socialisti “moderati” vanno da Martin Schulz (attualmente il vero capo in ombra della SPD) che (parole sue) al capitalismo degli squali l’ha giurata, a Hollande che intende “far pagare ai ricchi le loro responsabilita’”. Ora, se io fossi un finanziere in europa sarei preoccupato.

Lo sarei perche’ a destra non vanno tanto meglio, le cose. Marine Le Pen vede i finanzieri stranieri in un modo perlomeno “pessimo”. Sarkozy dovra’ inseguirla, e parla di chiudere confini e riprendersi frontiere per giocare da soli in casa. Chiunque vinca, sara’ testimone di un sentimento generale di odio verso i finanzieri.

Si sta verificando per loro una cosa che soltanto una categoria di persone aveva sperimentato prima, ed erano gli ebrei.

Insomma, se siete un finanziere oggi non sapete dove andare. Se andate a sinistra vi trovate gente che vi odia perche’ affamate poveri. Se andate a destra vi odiano perche’ siete parte di processi sovranazionali e non abbastanza nazionalisti. Il centro e’ fatto da immobiliaristi che non vogliono tempeste.

Capite un pochino come si dovevano sentire gli ebrei durante la repubblica di Weimar, quando non c’era un solo politico che ci tenesse ad apparire insieme a loro. Non credo che il governo francese proibira’ alle ragazze francesi di sposare un banchiere, ma se fossi nei finanzieri europei chiederei all’ ONU uno stato solo per loro (preferibilmente senza bombaroli).

Il problema , cioe’, e’ che qualsiasi cosa esca dalle elezioni francesi od olandesi e’ una brutta notizia per i finanzieri. In ogni caso, sara’ l’espressione di un sentimento astioso verso il mondo della finanza, il quale verra’ interpretato in due modi altrettanto duri da parte degli stati.

Se vinceranno i socialisti sara’ “fuori i malvagi finanzieri dall’Europa”, se vinceranno le destre sara’ “fuori i finanzieri dalla Francia”. Capite quindi che da una tendenza simile nessuno si aspetti nulla di buono.

Molti di voi si potranno chiedere che genere di riflessi potra’ avere questo sullo scenario italiano.

Per prima cosa, esiste la possibilita’ che la Merkel debba presentarsi con una qualche cordata di fronte all’opinione pubblica. Esistono due grandi possibilita’: o si fa vedere molto con Mario Monti, che e’ una strategia di breve termine perche’ Monti durera’ poco al governo, oppure si fa vedere di piu’ con Mario Draghi, cosa che irriterebbe enormemente DeutscheBank.

Essendo la stessa cancelliera prossima ad elezioni amministrative, credo che per il momento si limitera’ a Mario Monti, e solo dopo (a seconda dei risultati) se ne andra’ a spasso con Draghi qualora serva.

Alcuni mi hanno chiesto di commentare di piu’ la vittoria di Marine Le Pen. E’ difficile inquadrarla, nella misura in cui sembra una versione in tailleur di suo padre. Il guaio della cosa e’ che il padre era evidentemente e stereotipatamente fascista: ex legionario con tanto di benda sull’occhio perso, visibilmente maschilista , istigatore alla violenza, era molto facile istigare alla repulsione verso un modello troppo evidentemente simile alle dittature machiste e militariste del passato.

Marine Le Pen e’ piu’ sfuggente. Visto il suo aspetto fisico e’ molto piu’ difficile una campagna nella quale la si accusi di voler essere un brutale dittatore fascista.

800px-Marine_Le_Pen_discours_banquet_des_Mille16_louis-maitrier_Paris_XV_10-2011Poiche’ in politica il messaggio oltre che essere veritiero deve essere veicolabile, e’ assai difficile che si possa veicolare un messaggio dove si accusi la tipa di essere un brutale dittatore fascista, e fermarla con la solita strumentazione antifascista e’ assai duro.

Anche sul piano ideologico fermarla e’ difficilino. Si professa una sostenitrice dell’uguaglianza di fronte alla legge e del secolarismo. Il solito armamentario antifascista non regge, perche’ non si presenterebbe mai il momento in cui scendere in piazza contro una legge che la sinistra possa additare di fascismo.

Anche per i sindacati e’ difficile colpirla. La Le Pen continua a dire che occorre proteggere i lavoratori contro la globalizzazione e la perdita di diritti, e come se non bastasse propugna un programma del tipo “french first“, ove se c’e’ un posto libero per prima cosa occorre cercare di darlo ad un francese. E’ assai difficile che i sindacati possano davvero combatterla con efficacia. Possono combatterla senza efficacia, ma non durerebbe molto.

In realta’, quindi, si tratta di un’icognita pesante. La Francia ha problemi piu’ pesanti dell’ Italia, che pero’ sopporta meglio essendo piu’ robusta in termini economici e strutturali. Questi problemi presentano pero’ il conto,  in misura di un 20% alla Le Pen e di un 10% ai comunisti francesi di Melenchon , entrambi con una dialettica localista e nazionalista, fa capire bene quanta voglia ci sia in Francia di colpire i finanzieri.

Entrambi i due sfidanti devono conquistare le aree estreme per vincere. Entrambe le aree estreme sono per sbattere la finanza straniera fuori dalla Francia, entrambe le aree estreme sono per una politica “verso la Russia” e per l’abbandono della NATO da parte della Francia (lo predica la Le Pen e lo dice anche Melenchon) , ed entrambe le fazioni estreme sono antiatlantiche in toto, ed entrambe sono allergiche ad assi europei con la Merkel , mentre nessuno dei due -in realta’ nemmeno la Le Pen- esclude una visione simile a quella di Martin Schulz.

Cosi’, il risultato francese e’ sicuramente qualcosa che puo’ preoccupare la finanza europea, dal momento che un ritorno delle nazioni riporterebbe la situazione agli anni ottanta; il problema e’ che non e’ per nulla rassicurante dal punto di vista della finanza anglosassone.

Sul piano politico intra-europeo si tratta di spostare l’asse da Sarkozy-Merkel a Merkel-Monti e poi verso MErkel-Draghi, a seconda di chi vincera’ in Italia alle prossime elezioni.

Sul piano puramente politico, nel senso delle idee al potere, quello che si vede andare al potere in Europa e’ un nuovo sentimento di astio verso la finanza.

Se dovessi leggere qualche libro di storia , e dovessi dare un consiglio ai finanzieri, direi loro “attenti, perche’ presto sarete  i nuovi ebrei”.

Uriel

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