Su P***HUB che te lo butta nel cul*.

Su P***HUB che te lo butta nel cul*.

Su P***HUB che te lo butta nel cul*.

In questi giorni sono stato occupato (Redhat, grazie per aver cambiato le regole del gioco su CentOS. Ricordero’ per sempre il tuo nome di merda), ma qualche notizia mi e’ filtrata. Parliamo di P***HUB.

Su P***HUB era caduta la solita accusa che accomuna OGNI grande player di Internet, e cioe’ “ospiti il materiale di Satana/Putin/Pedobear/Avostrascelta”. La polemica sapeva di “solita polemica infinita sulla responsabilita’ dei provider di contenuti”, una di quelle cose fatte per parlare durante le ferie natalizie. Ovviamente la finanza buona (la stessa che accetta miniere di cobalto ove lavorano bambini vestiti di stracci) si e’ ribellata e tolto il diritto di usare le carte di credito. Tutti contro il malvagyo p***o.

Invece P***HUB l’ha buttato nel cul* a tutti.

Il che, a volerla dire tutta, ce lo potevamo anche aspettare. Che altro fara’ P***HUB se lo stuzzichi? Te lo butta nel cul*. “Te lo butto nel cul*” e’ quasi il core business di P***HUB, dopotutto.

Dunque, P***HUB l’ha buttato nel cul* a tutti: anziche’ mettersi a piagnucolare che e’ troppo difficile, anziche’ piagnucolare che gli ISP non possono essere ritenuti responsabili, ha semplicemente concluso che:

  1. non e’ troppo difficile, si tratta di una query join su un database degli utenti e quello dei video disponibili.
  2. la responsabilita’ gli stava gia’ cadendo addosso, volente o nolente.

Cosi’ hanno semplicemente disabilitato tutti i video fatti da utenti non verificati. Ma siccome il p***o fa la verifica su contratti oppure usando le carte di credito, il risultato e’ che adesso potrebbe lamentarsi che le carte di credito fuggendo gli impediscono di controllare l’eta’ degli utenti con la solita transazione finta. Quindi le carte di credito adesso sono “costrette” a tornare.

Insomma, da adesso potete fare upload solo se P***HUB sa di preciso chi siete, oppure se siete un’azienda partner (tipo Bra**ers).

Bene.

Ma questo significa buttarlo nel cul* a tutti gli altri. Che e’ uno sport molto diffuso sui siti di P***HUB, quindi bisognava aspettarselo.

Perche’?

  1. P***HUB ha ACCETTATO la responsabilita’ per i propri contenuti, dando una fine all’eterno dibattito “ma i siti sono responsabili dei contenuti degli utenti?”.
  2. P***HUB ha mostrato la FATTIBILITA’ del progetto di controllo della sorgente del contenuto, mettendo fine alla scusa “ma e’ difficile, ci stiamo impegnando, abbiamo scelto un comitato di controllori, etc etc”.

e cosi’ facendo, i GAFAM non hanno piu’ scuse. Quando dico che P***HUB lo ha buttato nel cul* a tutti intendo dire proprio questo: che ha buttato nel cul* a tutti una cosa GROSSA. Dura e dolorosa. Cosa che, onestamente, bisognava aspettarsi. Chi altri puo’ avere la mentalita’ di buttarti nel cul* qualcosa di grosso e doloroso, se non P***HUB?

Cio’ che ha fatto P***HUB e’ la bomba termonucleare globale inesorabile finale. In un solo colpo hanno stracciato via anni di scuse tipo “ma non possiamo essere responsabili per gli utenti”, e anche le scuse “ma e’ troppo difficile controllare TUTTO”. Hanno resettato il dibattito politico: leggi che prima sembravano impensabili ora appaiono possibili.

“Fate come P***HUB”, diranno a Facebook & co. “Se lo fa P***HUB potete farlo anche voi”, diranno ai GAFAM.

Qual’e’ il problema’? Il problema e’ che se lo fa Facebook (consentire solo agli utenti verificati di scrivere) i suoi utenti scendono da due miliardi a 500 milioni. Se lo fa Youtube sparisce il 70% dei contenuti. Se lo fa Linkedin (Microsoft) rimane il 10% della gente.

L’unica azienda quasi intoccata sarebbe Apple, perche’ anche Amazon possiede Twitch quindi e’ coinvolta nel mondo social.

Questo e’ piu’ o meno il casino che ha fatto P***HUB. Ovviamente ora tutti si guardano bene dall’attaccare altri grandi siti p***o, dal momento che potrebbero reagire allo stesso modo, e se TUTTI mostrano di prendersi la responsabilita’ dei contenuti nel p***o, sara’ difficile per altri attori non-p***o continuare a sostenere che loro non possono.

In definitiva, quindi, P***HUB lo ha buttato nel cul* a tutti. Specialmente mentre la EU sta discutendo di due leggi che assegnano responsabilita’ ai siti web per i loro contenuti, la mossa e’ stata devastante.

Don’t fuck with p**n. They know it better.

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