Sapete , o vi hanno fatto sapere?

E ora, andiamo ad argomenti piu’ seri. Parliamo di fake news, ovvero della domanda: sappiamo, o ci hanno fatto sapere? E specialmente: sappiamo quello che sappiamo, o ce lo hanno fatto sapere?

Vorrei portare l’attenzione su una notizia. Forse tutti saprete della bambina di 10 anni che ha partecipato ad una sfida su Tiktok, ed e’ morta soffocata per questo. Lo avrete letto. Quindi lo sapete.

Lo sapete?

no, non lo sapete

No, non lo sapete. Ve lo hanno fatto “sapere”.

Ora, so benissimo cosa mi risponderanno (in coro) , i giornalisti. Mi diranno “eh, ma noi abbiamo SEMPRE usato il condizionale. Non abbiamo MAI venduto la notizia come certa”

Sicuro. Ma la scusa non e’, diciamolo robustissima. Parliamo di una tecnica di “dis-” comunicazione che si chiama “framing”. Ovvero: se metto la stessa pittura di nudo in una cornice da museo, allora e’ un “nudo”, se la metto in una cornice da bordello allora e’ “pornografia”. (non mi chiedete come siano le cornici dei quadri nei bordelli: non lo so).

Allora, immaginiamo di dire “caro giornalista, SE tua madre fosse una puttana di quelle senza speranza, e SE per incassare due soldi si desse alla zoofilia, allora per le cavalle non ci SAREBBE speranza”. Come vedete ho usato il condizionale, ma la frase rimane fastidiosa.

Rimane fastidiosa perche’ , appunto, ho fatto “framing”: l’esempio classico e’ quello di una persona che vi dica “non pensate ad un elefante!”. Immediatamente penserete ad un elefante, cioe’ alla cosa che non volete pensare. Il fenomeno del framing, cioe’, “organizza” la percezione in modo che una data interpretazione di uno scritto sia preferita ad un’altra.

Prendiamo un altro esempio, per capire quanto sia semplice (e quanto sia usato) il framing nella comunicazione.

Prendiamo due affermazioni riguardo al tempo che fa:

  • previsioni sbagliate del tempo fanno uscire le persone vestite nel modo sbagliato.
  • il tempo fuori controllo fa piovere in un giorno che doveva essere di sole.

stiamo parlando dello stesso evento. Ognuna delle due frasi ha un framing diverso: nel primo caso, sembra sia colpa delle previsioni metereologiche sbagliate se le persone sono uscite di casa vestite nel modo sbagliato.

Nel secondo caso, il framing attribuisce la colpa al tempo atmosferico fuori controllo. Insomma, non si e’ comportato come avrebbe dovuto.

In questo caso, la maggior parte delle persone optera’ per la prima frase, visto che le previsioni del tempo (si sa) possono essere fallaci. Per esempio, quando a Venezia il MOSE non si alzo’, si dette la colpa alle previsioni delle maree, tropp ottimistiche.

Pochi penseranno che se il giornale dava sole ma poi piove, sia il tempo metereologico ad aver “sbagliato”. Sappiamo bene che il tempo e’ un fatto, le previsioni siano un’opinione.

Adesso prendiamo altri due “frames”:

  • la tale azienda ha performato peggio delle attese, fiducia nell’azienda crolla.
  • le previsioni di crescita si risultano infondate, fiducia negli analisti crolla.

Siamo nello stesso caso, ma il framing qui e’ spietato: normalmente gli analisti che “prevedono” sono considerati degli oracoli, e se le previsioni di crescita non vengono rispettate, allora e’ l’azienda ad avere dei problemi.

In altre parole, se il tempo metereologico e’ peggiore delle attese, si licenzia il metereologo. Ma quando un’azienda non cresce quanto previsto, gli analisti che hanno “previsto” non vengono licenziati.

Come potete vedere, non solo il fenomeno del framing porta le persone a due conclusioni opposte in casi analoghi, ma si usano frames diversi a seconda che si parli di metereologia o di finanza.

Il mondo della finanza, infatti, e’ riuscito ad imporre un framing che considera gli analisti come oracoli, e getta sulle imprese la responsabilita’ di non rispettare le previsioni (o il merito di aver fatto meglio). Al contrario, il framing della metereologia attribuisce al metereologo il fallimento quando le previsioni e la realta’ non coincidono.

Quindi, i giornali italiani vi hanno “fatto sapere”, usando il trucco del framing, che la bambina era morta per una sfida nata su tiktok. Ma non lo hanno scritto: hanno creato un frame di verita’ attorno ad un’ipotesi.

Il frame e’ diventato cosi’ forte che il Garante ha bloccato TikTok obbligandolo a tenere una pagina di verifica. (la solita pagina di verifica che protegge TikTok ma non i minori).

i giornali italiani non hanno mai scritto che la bambina sia morta per una sfida su TIkTOk. Hanno sempre usato il condizionale. Ma hanno creato un frame di verita’ attorno alla notizia.

Col risultato che oggi moltissimi credono ancora della storia della challenge su tiktok.

A volte, anche i politici costruiscono dei frames personali. Per esempio, la Merkel ha costruito un framing molto robusto: “non ho mai sconfitto nessuno, al punto tale da farlo sembrare un perdente”. Se voi osservate la carriera di 16 anni di cancellierato, scoprite che di persone ne ha buttate a tappeto diverse, tra leader stranieri e/o entita’ sovranazionali come alcune grandi aziende, ed altro.

Scoprite anche che non si e’ mai fatta piegare dai diktat USA (la spesa NATO aumenta secondo le decisioni del governo tedesco, il North Stream II e’ ancora li’, etc) ma per il framing che si e’ costruita, nessuno di quelli che hanno perso appare come un perdente.

Questo perche’ la Merkel sa che alcuni personaggi “si sentono maschi” (o hanno la necessita’ di non dirsi perdenti, tantomeno contro una donna) e se li umiliasse la situazione andrebbe incontro ad un’escalation. Se per esempio l’ arrivo di Navalny a Berlino fosse stata sbandierata come una sconfitta di Putin, il dittatore russo avrebbe dovuto muoversi molto piu’ duramente, al solo scopo di sancire la sua virile forza di leader. Idem con Trump.

Il framing peraltro ha anche un costo: sempre parlando del framing della Merkel, per evitare che diventi “risk-free” darle fastidio , ha sempre dovuto infliggere dei danni seri agli sfidanti. Per esempio, Tesla che apre delle fabbriche in Germania assumendo decine di migliaia di persone, mentre Trump tuona che vuole tutto il lavoro in USA, non e’ stata una botta leggera.

La decisione di escludere le aziende USA dalle commesse di armi “mettendo la condizione che le armi offerte nelle gare debbano essere sempre l’ultimo grido”, che esclude le aziende americane in quanto non possono mettere gli ultimi ritrovati nelle gare all’estero, non e’ stata facile da digerire per il Trump.

Tuttavia, nessuno di questi sonori cazzottoni nei denti e’ finito sulla stampa, perche’ il framing della Merkel come politico e’ “io non umilio i nemici che pesto”. Ogni notizia, quindi , viene data o “non data” secondo questo frame: persino durante la crisi greca Tsipras e Varoufakis andarono a Bruxelles, si presero i loro ceffoni, ma la Merkel si guardo’ bene dal dire “loro sono gli sconfitti e io li ho pestati come si fa con l’uva”. Eppure, lo aveva fatto.

Analogamente, il framing di Trump e’ quello di sembrare sempre vincente, quello di Putin di sembrare un maschio, e tutto quanto. Ogni politico sceglie il proprio framing.

Per esempio, Draghi si e’ scelto il framing di “quello competente”. I primi passi del governo non sono sembrati cosi’ competenti, ma una volta scelto il frame, i giornali parleranno sempre e comunque di quanto sia competente Draghi.

Quindi si, la domanda coi mass media e’: “sappiamo” oppure “ce lo fanno sapere?”.

In futuro faro’ altri post sui “trucchi”, come il framing, che i giornali usano per fare i propri porci comodi.

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