Marilyn Manson, o dell’ Abused-Chic.

Marilyn Manson, o dell' Abused-Chic.

Essendo un vecchio metalhead, su Marilyn Manson ho sempre tenuto un atteggiamento ondivago. Sebbene alcune sue idee mi piacciano “keep watering dead flowers” e’ un’intervista da leggere, e alcuni brani (rari) mi piacciano, come “Spade”, quando parlo di metal sono piu’ un tipo da Sodom, Slayer&co. Se andiamo sul Dark vado piu’ su Dimmu Borgir o Dissection.

Svelato il mio bias, leggo in questi giorni che una sua ex fi-fi-fi-fidanzata (lo scrivo cosi’ perche’ si sono lasciati e ripresi 4 volte) sostiene che Manson l’avrebbe “abusata” , se non addirittura “sottoposta a lavaggio del cervello”.

Questo fenomeno di persone che si svegliano dopo 10, 15, 20 anni e puntano il dito non e’ nuovo, ricorderete le 33 donne che accusarono Trump di molestie 20,25,30 anni fa, le stesse 33 denunce che i tribunali non accettarono perche’ corroborate da nessuna prova. Oppure Daria Argento, che ormai fa prima a dirci chi NON l’abbia abusata (saremo in due o tre, credo, sul pianeta. According with her. ) invece di tenere il mondo immerso in questa insopportabile suspence.

Ecco, il problema di questo movimento, che definirei quello delle “Abused-Chic”, e’ l’oscenita’. Mi spiego meglio.

Ogni giorno sui giornali leggiamo di femminicidi, violenze di ogni genere, stalking, e altro. Tralasciamo per un momento le persone morte, in quanto i segni di violenza sono evidenti.

Ma anche le donne sottoposte a stalking, quando andiamo ad indagare hanno sempre una storia: ricoveri al pronto soccorso , chiamate ai carabinieri, diffide di un giudice, eccetera. Poi che la legge in questi casi sia depotenziata e’ un discorso diverso, ma il punto e’ che la violenza lascia sempre segni. Segni che un investigatore, e persino un giornalista, alla fine trova. Quella volta che e’ tornata a casa con un occhio nero. Quella volta che e’ andata in ospedale per una “caduta”. Quella volta che piangeva e la madre le chiese cosa avesse.

E anche quando non ci siano danni evidenti sul corpo, per esempio nelle interviste alle vittime, si trovano sempre donne abbastanza “dimesse”: non per modestia cristiana, me perche’ gli abusi devastano l’autostima delle persone. Occorre un durissimo percorso psicologico per riprendere l’autostima e fare delle ferite un punto di forza, come si e’ visto con la Annibali o con Gessica Notaro.

Se poi l’abusatore e’ un convivente, la vittima e’ normalmente uscita da un inferno che comporta l’annichilazione dell’autostima, ed e’ una cosa che si nota (usando quel minimo di empatia che fa di noi esseri umani, o semplicemente osservando il linguaggio del corpo).

La Abused-Chic invece e’ diversa. Ha i poteri di ricostruzione e rigenerazione tipici di Wolverine. Mai stata in ospedale. Nessuna chiamata dei vicini alla polizia. Nessun parente che l’ha vista con un occhio nero. Nessuna diffida precedente del giudice. Mai chiesto aiuto a nessuno. Semplicemente invulnerabili.

Anche psicologicamente, l’abused-chic ha un comportamento stravagante. Da una storia di abusi escono di solito donne che denunciano alla polizia. Loro non denunciano mai nessuno alla polizia. Non ricorrono mai ad un tribunale. Sapete quante denunce alla polizia ha fatto Daria Argento? Nessuna. Per lo stato queste donne sono assolutamente inesistenti. Denunciano solo ai giornali, che evidentemente scambiano per tribunali. (Ed in un certo senso lo sono, peccato che il diritto alla difesa non sia previsto.)

L’abused-chic e’ caratterizzata da una caratteristica incredibile: mentre le vittime reali di un abuso domestico continuato vivono chiuse in casa, e normalmente tengono un profilo bassissimo per mancanza di autostima, queste hanno storie lunghissime con l’abusatore , storie che le vedono nella particolare posizione di fidanzata sorridente, make-up perfetto, presenza assicurata in ogni occasione mondana, red carpet da manuale, e peccato che normalmente il maschio abusatore sia gelosissimo. L’abusatore dell’ abused-chic non e’ mai geloso, mai possessivo, le lascia uscire di casa quanto vogliono con un bel budget illimitato per lo shopping. Coi soldi che hanno in tasca durante uno shopping potrebbero rifarsi una vita altrove, mentre le vittime di violenze reali sono normalmente incatenate all’abusatore da ragioni economiche.

Nelle vittime reali vediamo uomini gelosissimi, possessivi, che chiudono in casa le vittime, togliendo loro qualsiasi indipendenza economica. Ma le abused-chic trovano sempre abusatori di larghe vedute, ovviamente.

Anche le modalita’ di “lavaggio del cervello” sono abbastanza strane. Mentre le vittime di lavaggio del cervello sono ridotte normalmente a vegetali e hanno bisogno di aiuto, queste qui lasciano l’abusatore 2,3,4 volte, come nel caso di Manson. E’ il famoso “lavaggio del cervello che ti consente il vaffanculo secco”. E dico vaffanculo secco perche’ di solito le donne abusate non possono (anche quando riescono) a mandare affanculo l’aguzzino: di solito in questi casi l’aguzzino impazzisce e si mette a fare stalking, se non di persona (Manson e’ abbastanza vistoso) almeno telefonico.

Queste no: nonostante il lavaggio del cervello mandano affanculo l’aguzzino 2,3,4 volte, e dall’ultima volta non lo rivedono piu’. Aguzzini piuttosto “comodi”, perlomeno. Alle donne normali lasciare il tizio e non volerlo piu’ vedere normalmente costa caro, purtroppo.

Ma c’e’ un’altra caratteristica della Abused-chic: l’ex compagno e’ sempre ricco, e si ricordano dei torti subiti solo quando l’ex si sposa un’altra.

Ecco, questo e’ il motivo per il quale considero OSCENE le abused-chic.

  • Perche’ la loro falsita’ e’ insultante verso le vittime vere. E’ come Oprah che “sentiva sulla sua pelle le frustate contro i suoi antenati”, quando l’unica cosa che ha sentito sulla pelle sono i 19 estetisti che gliela tengono giovane , 2 volte al giorno. No, Oprah, non era il fastidio della liposuzione che atterriva le tue antenate.
  • Perche’ le loro storie sono cosi’ false che insultano l’intelligenza di chi ascolta. Una storia di abusi vera e’ cosi’ radicalmente diversa da quanto raccontano che si percepisce chiaramente un insulto all’intelligenza dell’ascoltatore, che lo mette immediatente sull’attenti.
  • Perche’ vedere queste signorine da red carpet che escono illese da “anni di abusi” onestamente fornisce un messaggio “abbastanza pericoloso”: maddai, e’ solo un graffietto. Passa in un giorno.

A questo si aggiunge un altro effetto che rende ridicole le abused-chic. Ed e’ quando descrivono il comportamento dei maschi. Perche’ sicuramente io come maschio non posso giudicare il comportamento di una donna abusata se non confrontandolo con quello di donne che sono evidentemente abusate (evidentemente=esistono prove materiali).

Ma c’e’ una cosa che come maschio posso fare e una donna non puo’ fare: posso giudicare se e’ verosimile il comportamento del maschio abusatore nella storia raccontata. Perche’ quello e’ il MIO regno, e nessuna donna riuscira’ mai a inventare una storia credibile sul comportamento di un maschio senza essere scoperta in 3…2…1…

Per esempio, quando sento che un uomo ha sopraffatto fisicamente una donna piu’ giovane, e poi l’ha costretta ad un rapporto orale e’ gia tanto che io non scoppi a ridere. Per ragioni che sono ovvie per qualsiasi maschio (non metti l’uccello tra i denti del tuo avversario di un combattimento) , cosi’ come sono ridicole quelle storie in cui l’abusatore si rende fisicamente vulnerabile nei confronti della vittima. La storia “mi ha costretta ad un rapporto orale” funziona solo quando la “vittima” non ha lesioni vaginali da portare come prova della sua invenzione. Sorpresa: nessun maschio e’ cosi’ fesso da imporre alla vittima l’ UNICO TIPO di rapporto sessuale nel quale e’ fisicamente passivo e vulnerabile. Se vuoi il mio uccello tra i tuoi affilatissimi denti devo fidarmi di te, cocca. TUTTE, e ripeto TUTTE le storia di uomini che costringono le donne a rapporti orali sono INVENTATE di sana pianta. Nessun dubbio, mai. Nessuna eccezione, mai. Non ci credo oggi, non ci credevo ieri e non ci credero’ domani, e non ci crede nessun maschio, neppure quelli che si spacciano per progressisti e femministi.

Ed e’ solo un esempio di quanto terribili siano le donne nell’inventare una storia di stupro: non le si sgama osservando il loro comportamento , ma una storia di stupro e’ inevitabilmente una storia che parla di un maschio, e per vedere se e’ verosimile un maschio deve solo osservare il presunto comportamento del protagonista maschile.

(casomai qualche abused-chic si chiedesse come mai una giuria di maschi non le ha creduto, la ragione e’ semplice: nella vostra favola avete scazzato completamente il protagonista maschile, che per forza di cose non sapete descrivere nelle reazioni fisiche).

Per esempio, le storie di Asia Argento sembrano veritiere quanto quelle di suo padre: quando sento la storia di lei che viene abusata da Weinstein mi scappa da ridere. Ci sono cosi’ tante cose che un maschio non farebbe mai in quella storia, che in confronto Ron Hubbard sembra realistico quando scrive fantascienza.

Infatti, Asia Argento non lo ha mai denunciato se non sui giornali: non mi sento molto stupito di questa cosa. E quando ho letto il racconto su Brizzi mi e’ venuto da ridere. Ma davvero qualcuno ci ha creduto? Infatti Brizzi e’ stato assolto.

Quando sento una storia di stupro, non mi chiedo se e’ credibile la storia che parla della donna. Mi chiedo se e’ credibile la descrizione del maschio. Perche’ li’ quello competente sono io. Perche’ quello e’ il mio mondo. Perche’ so come pensa un maschio. Perche’ so come lotta. Perche’ so cosa prova il suo corpo. Perche’ nessuna donna potra’ mai inventare uno stupratore credibile: o ne ha visto uno, oppure non se ne parla.

Generalmente, le abused-chic credono di essere LORO le protagoniste principali di una storia di violenza, ma non si rendono conto del fatto che il protagonista della storia e’ il maschio (e’ la parte che agisce, non quella che subisce) e quindi cadono proprio su quello: nella storia che INVENTANO (perche’ le abused-chic inventano quasi sempre) , il personaggio maschile e’ scritto malissimo. Come e’ ovvio.

Per cui, alle abused-chic do’ alcuni consigli:

  • non assomigliate per niente alle vittime di storie di abusi reali. Ne’ per quanto riguarda i danni fisici, ne’ per quanto riguarda gli effetti psicologici. Non funziona.
  • potete vincere solo battaglie in un particolare tribunale, cioe’ quello in cui la vostra controparte non ha difesa. Ma in tribunale non funziona. (vedi Brizzi).
  • una storia di stupro e’ per forza di cose il racconto del comportamento di un maschio. Se il fatto non e’ vero, i maschi vi sgameranno in 5 minuti. Rinunciate.

Insomma, alle Abused-Chic suggerisco una cosa. Quando inventate, raccontate di essere state abusate da una donna. Vi conviene, e se lo fate quasi nessun maschio riesce a sgamarvi (vi sgamano poi le altre donne) . Ma se mettete un protagonista maschio in una storia di violenza, dovete sapere come pensa un maschio quando lotta in uno scontro fisico, e poi dovete sapere come pensa un maschio che intende avere un rapporto sessuale riguardo al proprio corpo.

E non potete, semplicemente perche’ non siete maschi. Non avete indossato un corpo maschile per anni e anni. Vi si sgama sui dettagli.

Le vostre storie saranno deboli: incominciate ad accusarvi tra voi, e’ meglio.

Oppure lasciate le cose serie e gravi alla realta’, e alla polizia. Ripeto, alla polizia.

Non ai giornali.

Che un abuso e’ esattamente il film dove NON volete trovarvi. E specialmente, e’ esattamente il film che non sapete scrivere. Kubrick puo’ scrivere una storia di maschi violenti. Non la Rowling.

Commenti

  1. Marco Suman

    Nel febbraio del ’99 la Corte di Cassazione stabilì che se una donna indossa i blue jeans non può essere vittima di stupro, cosa che mi ricorda molto questa cosa dell’impossibilità di una costrizione ad un rapporto orale. Per questo non mi viene molto da ridere quanto leggo queste cose. Siccome un abuso è un atto irrazonale e violento, non lo si può guardare in maniera razionale. Non ha senso dire ” non metti l’uccello in bocca del tuo avversario in un combattimento”, perchè non parliamo di un combattimento, parliamo di una sopraffazione: una volta soggiogata la vittima, il “combattimento” è finito e l’uccello lo mette dove vuole, senza correre il minimo rischio, basta una minaccia di violenza ancora maggiore, tipo “se mordi ti ammazzo”. Come quella volta sarebbe bastata la frase ” se non ti togli i jeans ti ammazzo”. Stiamo parlando di maniaci violenti disposti a tutto, non di combattenti che seguono qualche codice d’onore.

  2. Marco Suman

    Lo so, ma più che altro mi aveva colpito il fatto che potesse far ridere l’idea di un rapporto orale forzato. Ci sono vari modi di forza qualcuno, e non credo che la violenza sia un’esclusiva dei teppisti da strada. Riguardo a tutte queste donne che si svegliano anni dopo per denunciare abusi, ho seri dubbi anch’io, e sulle condanne a priori dei giornali, sono pienamente d’accordo che sia uno schifo

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